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 2025  dicembre 13 Sabato calendario

La mamma delle sorelle Meloni: «Arianna troppo autocritica, Giorgia pensi più a sé stessa. Mi hanno chiesto di scrivere ancora romanzi, ma non mi va: faccio icone sacre»

Anna Paratore, si rassegni.
«Non me lo dica: né Giorgia né Arianna diventeranno Papa».
Si accontenti: una è presidente del Consiglio e l’altra è numero due di Fratelli d’Italia, il primo partito italiano.
«Non so come mi sia uscita quella battuta: io guardo sempre le mie figlie con occhio critico. Perché se la verità non te la dice tua madre, chi te la dice? Sono contraria a “ogni scarrafone è bell’a mamma sua”».
Insomma, come se l’è cavata Arianna sul palco di Atreju con Raul Bova?
«È stata sintetica e precisa. Ha espresso concetti in maniera chiara, niente di travolgente comunque».
Si parlava di odio in rete: argomento che accomuna destra e sinistra.
«Le mie figlie mi dicono di non leggere, altrimenti mi arrabbio. Ma non ce la faccio. Arianna è vittima di odiatori seriali, per non parlare di Giorgia. Giustissimo criticare, sostenere che dicano stupidate. Ma ho letto cose vergognose, anche su mia nipote Ginevra. Due settimane fa, poi, mi è capitata sotto gli occhi una cosa incredibile».
Ovvero?
«Che Giorgia si sposava con Giambruno in una cappella, all’interno del Vaticano, con l’autorizzazione del Papa».
E dove l’ha letto?
«Su un sito, roba da matti».
Ha materiale per tornare a scrivere romanzi, questa volta politico-distopici. E non più rosa con lo pseudonimo Josie Bell.
«Ne ho scritti tantissimi: 130. All’inizio per gioco, poi come forma di sostentamento. Me lo hanno richiesto anni fa, ma non mi va più ed è un genere che non tira».

Adesso cosa fa?
«Lavoro con le mani, se potessi rinascerei falegname. In questo momento sto preparando delle icone sacre, bizantine, che vendo e regalo alle mie amiche. È un modo per rendere la testa impegnata e non lasciarla andare via: la mia vera paura».

Per esempio si legge che il modello Meloni è basato sul patriarcato.
«Ecco, questa è una stupidata, per essere gentili. La nostra storia, quella mia e delle mie figlie, racconta l’opposto. A casa nostra anche il cane è femmina, Nina, non c’è spazio per gli uomini. Le donne hanno una marcia in più, voi riuscite a fare solo una cosa per volta, al massimo due, noi no».
Molte femministe non la pensano così.
«Si sbagliano. Giorgia è la negazione del patriarcato. Ha sempre combattuto le quote rosa per questo».
Voi siete l’affermazione del matriarcato?
«Esatto».
Anna Paratore, la mamma d’Italia.
«Al massimo sono una first mamma».
Domenica andrà ad Atreju per il comizio di chiusura di sua figlia Giorgia?
«Ovvio. Fratelli d’Italia è la mia famiglia. Adesso fanno i ministri, i sottosegretari, i parlamentari, ma li ho visti tutti con i calzoncini corti. Giravano dentro casa mia, dalla mattina alla sera. Venivano a mangiare gli spaghetti, a prendere il caffè. Io abito a 22 metri dalla sezione della Garbatella».
A lei piace molto la politica e interviene nella chat di famiglia, «Io, mammeta e tu», con giudizi sferzanti. Ci svela la linea del governo per i prossimi mesi?
«Non scherzi. Sì, abbiamo diverse chat con Giorgia e Arianna, ma anche con le mie nipoti.
Prima intervenivo molto, poi Giorgia mi ha strillato, altrimenti voi giornalisti scrivete che le sorti d’Italia si decidono a casa mia».
Governo Garbatella.
«A me la politica è sempre piaciuta, fui io ad accompagnare Giorgia in sezione quando mi disse, stavamo al supermercato, che si voleva impegnare».
Alle prossime elezioni anche Arianna si candiderà in Parlamento.
«E allora? Sarebbe normale. Fa politica da 30 anni. Ha enormi capacità organizzative, sotto elezioni diventa una macchina. Se vivesse in America sarebbe ricca come organizzatrice di eventi».
Cosa rimprovera alle sue figlie?
«A Giorgia che sbaglia a sentirsi sempre il peso del mondo sulle spalle: dovrebbe prendere un po’ di tempo per sé. Ad Arianna di essere troppo critica con sé stessa».
Ci sveli il pranzo della domenica a casa Paratore con le sorelle d’Italia?
«Niente lasagne, né stereotipi. Arianna è quasi inappetente, Giorgia è una buona forchetta. Il lusso è andare a mangiare una fritturina in qualche ristorante di pesce».