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 2025  dicembre 13 Sabato calendario

Fake news e hacker russi. Berlino convoca l’ambasciatore

La Germania alza il livello dello scontro con la Russia. E convoca l’ambasciatore, in un momento delicato dei negoziati, mettendogli sul tavolo le prove della campagna di disinformazione e sabotaggio russi in terra tedesca. Per la precisione, un primo attacco hacker alla sicurezza aerea, avvenuto nell’agosto 2024, e poi la campagna mirata di fake news durante le elezioni politiche del 2025. Non è la prima volta che l’ambasciatore Sergey Nechayev deve recarsi all’Auswärtiges Amt, il ministero degli Esteri, per rispondere dell’operato del suo Paese: è la dodicesima. Però la notizia arriva mentre il cancelliere Friedrich Merz, di certo avvertito, è riunito con esponenti di punta del Ppe (tra cui il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani) all’università di Heidelberg per un «ritiro» di studio. Ma soprattutto, prima del vertice di lunedì a Berlino, dove arriveranno Zelensky e altri leader europei. Insomma, è un segnale a Putin che Berlino non intende indietreggiare. I due casi sono la punta dell’iceberg del materiale che i servizi tedeschi stanno esaminando. L’attacco hacker ai sistemi di controllo aereo è stato ricondotto dagli esperti informatici «in modo inequivocabile» al gruppo «Fancy Bear», che risponde al servizio segreto militare russo GRU. Il secondo caso è stato in parte già svelato da inchieste giornalistiche. Prima delle elezioni di febbraio, ci fu uno sciame di notizie false, pubblicate da siti «verosimili» e poi diffuse da influencer sui social che raggiunsero milioni di visualizzazioni. In un video, per esempio, compaiono false schede elettorali di Lipsia dove manca il simbolo dell’AfD. In un altro si sostiene che Merz fosse stato in cura in un centro psichiatrico. Ancora, il vicecancelliere Robert Habeck avrebbe intascato 100 milioni. Dietro a queste notizie, dicono i tedeschi, c’è il famigerato «Storm-1516», anch’esso legato al Gru e finanziato dal Center for Geopolitical Expertise. Che ha sostituito la fabbrica dei troll di Prigozhin (il capo delle milizie Wagner morto nell’incidente aereo) come principale generatore della propaganda di Putin.