3 marzo 2025
Tags : Umberto Tozzi
Biografia di Umberto Tozzi
Umberto Tozzi, nato a Torino il 4 marzo 1952 (73 anni). Cantautore • «Sono nato il 4 marzo come Dalla, anche se nove anni dopo. Ma per affinità sono stato musicalmente più legato all’altro Lucio, quello nato il giorno dopo, il 5 marzo» [Iondini, Avvenire] • Quando compì 70 anni disse: «Invecchiare non mi ha mai fatto piacere, ma sono contento della carriera che ho avuto e il vantaggio di essere musicista è che il palco ti fa dimenticare l’anagrafe» [Morvillo, 2022, Cds] • Ha venduto circa 80 milioni di album e fatto duemila concerti, in tutto il mondo. Ha vinto un Golden Globe nel 1982 («manco volevo andare a ritirarlo») e ha ricevuto una nomination ai Grammy.
Titoli di testa «Fossi nato a Liverpool, forse sarei potuto diventare il quinto Beatle» [Gatto, 2015, Avvenire].
Prima «Mamma [Immacolata, originaria della provincia di Benevento, ndc] casalinga, papà [Nicola, originario della provincia di Foggia ndc] guardia notturna per ventidue anni per mantenere tre figli e dopo aver vissuto due guerre. Stavamo in cinque in una camera e cucina, io vivevo per strada» [Morvillo, cit.] • Da bambino aveva i capelli rossi: «“Secondo la prof di italiano, erano rosso Tiziano, ne andavo fierissimo […] Ribelle, facevo tutto il contrario di quello che mi raccomandavano i miei, andavo male a scuola. Volevo fare il ferroviere, come zio Matteo”. Papà Nicola era guardia notturna. “Ha fatto tanti sacrifici per noi, lo vedevo giusto qualche volta che cenava a casa. Soldi, pochi. Il filetto l’ho mangiato per la prima volta a 18 anni. Ero sempre in strada. E mi cacciavo nei guai. Meglio sorvolare. Come minimo spaccavo qualche vetro. I vigili, con quei capelli, mi riconoscevano da lontano, pure al buio”. Prima chitarra al collo a 12 anni. “L’aveva lasciata da noi un amico di mio fratello Franco, otto anni più grande, era lui che studiava musica. L’ho presa in mano e ho provato un’emozione strana, la sentivo mia. Misi su una band con amici della parrocchia, si andava di Beatles e Rolling Stones”. Lei ce l’ha fatta, suo fratello [Franco, ndc] no. Ci è rimasto male? “No, nessuna rivalità tra noi, quando ho cominciavo sul serio, lui aveva già smesso”. Dimenticati i treni, il sogno era diventare calciatore. “Centrocampista con il fiuto del gol, avevo due piedi buoni. A 14 vinsi una settimana premio a Coverciano, papà mi proibì di andare perché avevo una pagella orribile. Ci soffrii molto, anche se no, non avete perso un grande campione, tranquilli”» [Cavalli, Cds].
Cantautore «“Non avrei mai pensato di fare il cantante nella vita (ride) […] coglievo qualsiasi occasione accadesse. Ho fatto anche il turnista, ma la verità è che volevo formare un gruppo.” E…? L’ho anche formato, ma non si guadagnava nulla e mi sono dovuto arrendere”» [Baglio, 2021, RollingStone] • «Stava per suonare in un disco storico di Lucio Battisti. “[…] Lucio scelse un altro chitarrista”. Come fu l’incontro con Battisti? “Ci chiese da dove arrivassimo. Quando gli dicemmo che eravamo di Torino esclamò: ‘Ah, ma allora siete dei paraculi!’. Lo disse perché, all’epoca, il giro dei turnisti era quasi tutto milanese, e pensò a chissà quale spinta. Nei giorni in cui lavorammo insieme non ci offrì nemmeno un riso in bianco”» [2024, Rep] • «“Daldello mi chiamò perché Mara Maionchi, la direttrice artistica della Ricordi nel 1974, mi propose di firmare un contratto come autore dopo avere scritto la canzone Un corpo e un’anima di Wess e Dori Ghezzi, che vinse Canzonissima. Ma non lo firmai”. Come mai? “Non mi volevano dare 500 mila lire. E a quel punto lì tornai a casa dal papà che mi voleva vedere impiegato di banca”. Ok, ma poi l’impiegato mica l’hai fatto… “Due giorni dopo mi chiama Daldello e mi dice di andare da loro perché Piero Sugar aveva creato la Cgd. Caterina Caselli non c’era ancora. Andai a questo incontro e mi presentò Bigazzi che era già famosissimo come autore e produttore per Marcella e Massimo Ranieri. Mi propose di andare da lui, nella sua casa di Firenze, a via Santa Marta, per scrivere canzoni e vedere che fine avrebbero fatto”. Che fine hanno fatto? “Il giorno che siamo tornati a Milano con qualche brano, io avevo fatto dei provini e il grande Alfredo Cerruti – che oltre a essere stato la voce degli Squallor è stato un gigantesco direttore artistico e capiva quello che funzionava sul mercato discografico – dice a Giancarlo: ‘Ma questo qui, invece di fargli fare l’autore, è meglio che se le canti lui le canzoni’. Mai io dissi di no”. Ma come? “Non volevo fare il cantante. Alla fine, però, mi convinsero e allora feci questo primo album, Donna amante mia” [Baglio, cit.] • «Donna amante mia fu un successo. “Un fiasco, vorrà dire. L’ellepì vendette 5 mila copie, un disastro. Per il secondo album però puntai i piedi: ‘Gli arrangiamenti li faccio io’. Mi chiusi in studio con quattro musicisti e un cartello scritto col pennarello ‘No disturb’ appeso fuori, sennò ogni minuto entrava qualcuno. ‘Se non va bene, questi qui ci buttano giù dal quarto piano’, scherzò Bigatti, ma mica tanto. Andò bene, un cu... pazzesco, tra i pezzi c’era Ti amo”. Estate 1977. Una dedica per qualcuna? “No, suonava bene, anche ripetuto così tante volte. La scrissi in un pomeriggio”» [Cavalli, cit.] • «1977, terribile quell’anno. Il terrorismo infuria (2128 attentati, 32 “gambizzazioni”, 11 assassinii), il movimento studentesco si infiamma, Gui e Tanassi sono incriminati per lo scandalo Lockheed. Ma sulle spiagge si canta l’amore, senza troppe mediazioni. Umberto Tozzi all’epoca ha 25 anni e lunghi capelli rossi, la sua Ti amo diventa l’inno romantico e strampalato della generazione a cavallo tra Settanta e Ottanta» [Dondoni] • Ti amo fu un grandissimo successo: «Il grande Alfredo Cerruti, allora direttore artistico della mia casa discografica, era innamorato di Se tu mi aiuterai. Spinsi con Bigazzi per avere Ti amo come singolo: “Non esiste che si faccia quell’altra” dissi. Passato un mese dall’uscita andai in vacanza a trovare i miei sul Gargano, mio papà era di lì. Chiamai Cerruti da un telefono a gettone, me lo passarono. “Come va?”. E lui “Umbe’... e come vuoi che vada? Ti avevo consigliato Se tu mi aiuterai...”. Mi prese un infarto, pensai di aver toppato. Lui si mise a ridere: “Vendiamo 40 mila copie al giorno!”» [Laffranchi, 2025, Cds] • Ti amo ha successo anche in Francia, viene cantata in francese da Dalida: «La chiamavano “Monsieur Ti amo”...“I deejay della Costa Azzurra avevano iniziato a passare il brano nelle discoteche e piaceva. Il capo del reparto promozione della Cbs francese, uno spagnolo trapiantato a Parigi che si chiamava Manolo Diaz, mi fece vedere un telegramma dell’allora presidente: ‘Tozzi non venderà mai una copia in Francia’. Se ne andò di lì a poco e quel telegramma finì incorniciato negli uffici parigini della Cbs. Ti amo arrivò a un milione e mezzo di copie”» [ibid.] • Su Ti amo: «Secondo me è ancora oggi originale, non esistono canzoni di quella natura, sono leggendarie. Parlo della mia epoca, in cui ogni settimana uscivano delle leggende della musica, a parte i Beatles. Sono brani che sono irripetibili come Satisfaction, non si rifà un riff così» [Baglio, cit.] • La canzone Gloria, uscita nel 1979, arriverà a vendere 29 milioni di copie in tutto il mondo • Gloria «nacque intorno alle 16 di un pomeriggio triste e freddo suonando un pianoforte a muro che avevo affittato quando abitavo con i miei genitori in una casa in Via Frejus a Torino» [Laffranchi, cit.] • Negli anni Ottanta Laura Branigan incide le versioni inglesi di Ti amo e Gloria, che hanno un grande successo nel mercato anglofono: «Lavoravo con Greg Mathieson, arrangiatore americano che collaborava al primo album di Laura Branigan. Mancava un pezzo per chiudere il progetto e fece il mio nome, disse che secondo lui scrivevo delle cose forti. All’epoca Mathieson era arrangiatore di Moroder che componeva per Donna Summer, non uno qualunque. Propose la mia Gloria e i produttori diedero l’ok per inserirla nel disco. Poi i dj americani decisero sarebbe diventato il singolo di lancio anche se la Atlantic Records aveva proposto un altro pezzo. Tutto è nato così, per culo» [Baglio, cit.] • «Con Ti amo, Tu e Gloria in tre anni consecutivi ho messo in fila tre canzoni da milioni di copie» [Dondoni, 2017, Sta] • È molto conosciuto anche il Europa dell’Est: «È stata l’amicizia con Albano a portarmi a Mosca, San Pietroburgo, Kiev, Crimea, Georgia. […] Ho avuto la fortuna di ottenere all’estero quelle gratificazioni che magari avrei dovuto ricevere dall’Italia» [Gatto, cit.].
Sanremo Nel 1987 vince Sanremo cantando Si può dare di più con Gianni Morandi e Enrico Ruggeri: «Era nato tutto con l’idea di farlo con Morandi e Raf. Poi Raf non voleva cantare in italiano, ma continuare la sua carriera in inglese. A quel punto lì, scegliemmo Ruggeri. Ma è stata una storia di amicizia: salivo sul palco con degli amici. Stessa cosa successe quando Raf si decise di cantare nella nostra lingua e realizzammo Gente di mare. Fu una storia di allegria» [Baglio, cit.] • Partecipa anche nel 2005, con Le parole, ma è il primo a venire eliminato: «Non avevo nessuna intenzione di andare. Era l’ultimo anno in cui stavo in Warner. La casa discografica propose la canzone al festival di Bonolis. Gli editori la ascoltarono e dissero che piaceva moltissimo. Una presa per il culo: era solo per avere un nome che a loro interessava. Me l’hanno girata in modo tale da convincermi ad andare. Sono stato il primo escluso, probabilmente sbagliai io a partecipare. Il pezzo non era male» [Baglio, cit.] • Del festival del 2017 disse: «Paragonati ai testi delle canzoni di quest’anno, noi eravamo poeti al pari di Prévert» [Dondoni, cit.] • È stato un «super ospite» nell’edizione del 2021 • L’anno scorso ha duettato con i The Kolors nella serata cover, cantando un medley dei suoi successi • «Immagino che a Sanremo, in gara, ci torneresti… “Stai scherzando? […] Sanremo è una cosa per i ragazzi, per tentare di farsi una carriera. Io credo di aver già dato tanto”» [Baglio, cit.].
Addio L’anno scorso, dal palco dell’Olympia di Parigi, ha annunciato l’addio alle scene, ma non prima di un’ultima serie di concerti: L’Ultima Notte Rosa – The Final Tour, con un’orchestra di 21 elementi • Il tour è in corso: ci sono ancora decine di date in Italia e all’estero, l’ultima (per ora) è quella di Melbourne, il 18 ottobre [dal suo sito ufficiale].
Montecarlo Dal 1991 vive a Montecarlo: «Avevano tentato di rubare in casa due volte: vivevamo a Castel de’ Ceveri, fuori Roma, e avevamo due bambini piccoli. Ci siamo spaventati. Monaco è l’unico posto al mondo dove ti dimentichi di chiudere casa con la chiave. Tutto costa molto, ma è stata una fetta della mia serenità» [Laffranchi, cit.] • «È tra le poche teste non coronate ammesse a Palazzo. “Conosco abbastanza bene il principe Alberto. Fuori dal protocollo, i reali sono persone assolutamente normali. Lui poi è un vero fan di Gloria, è venuto pure a sentirmi in concerto allo Sporting”» [Cavalli, cit.] • Per il trasferimento della residenza a Montecarlo (e in Lussemburgo per due anni, nel 1992 e 1993), nel 2014 è stato condannato a otto mesi di carcere (pena sospesa) dalla Corte di Appello di Roma per un’evasione fiscale da 800 mila euro contestatagli nell’arco di un periodo che va dal 2002 al 2005 (in primo grado era stato condannato a un anno). Il pm Mario Pesci: «Ha sempre mantenuto il cuore dei suoi interessi in Italia» • Nel 2017 è stato assolto in Cassazione.
Malattia «“Ho avuto un problema di salute importante. Un tumore alla vescica. E poi, durante la chemio, ho preso il Covid per la terza volta. E mi è venuta una grave infiammazione polmonare”. Giorni durissimi. “Ad aprile il mio cardiologo mi ha prescritto un’ecografia addominale. Doveva essere routine. Invece mi hanno trovato il male. È stato un periodo davvero difficile, adesso per fortuna ne sono fuori, un mese e mezzo fa mi hanno detto che sono guarito e incrociamo le dita”» [Cavalli, 2022, Cds] • «[La malattia, ndc] mi ha fatto riscoprire una persona migliore» [Aymone, 2024, Cds].
Amori Nel 1979 sposò Serafina Scialò, dalla quale ebbe un figlio nel 1983 e dalla quale si separò nel 1984. Scialò morì nel 2020, a 63 anni: faceva la bidella, dopo le vacanze di Natale non era rientrata al lavoro, l’hanno trovata morta in casa sua a Udine • Commentandone la morte, Tozzi ha detto: «Voglio solo precisare che non mi sono mai sposato con la Scialò. Avrei potuto mandarla in galera per i soldi di cui si è appropriata. A suo tempo le avevo firmato due assegni in bianco per pagare dei fornitori. Lei li mandò all’incasso: uno era di 100 milioni, l’altro di 350 milioni di lire. Il giudice Mastrota, ricordo ancora il suo nome, era pronto a spedirla in galera con tre capi di imputazione fra cui truffa e appropriazione indebita. Ma anche se mi aveva lasciato sul lastrico io rinunciai all’azione penale: era la madre di mio figlio» [a Mario Luzzatto Fegiz, Cds] • Il figlio Nicola Armando gli ha risposto così: «Quali sono i primi ricordi? “Le liti al telefono per interposta persona. I miei si parlavano solo tramite avvocati o parenti e io in mezzo: mamma mi ha sempre trattato come un adulto o l’uomo di famiglia. Mi portava dagli avvocati e, già a sei anni, mi diceva: prendi il telefono e chiama tuo padre”. Perché sua madre è morta così sola? “Quando si è separata, è sprofondata nell’autodistruzione. Era stata bellissima, brillante. Faceva l’addetta stampa, anche per Donna Summer e i Village People. Però era fragile: se ferita, saltava su come un serpente a sonagli. Faceva sfuriate, era un terremoto. La rabbia si è acutizzata col tempo. Io ho dovuto capire che lei era insalvabile e potevo solo salvare me stesso. A periodi, come di recente, si rifiutava di vedere chiunque”. Suo padre dice che v’impediva d’incontrarvi. “Una volta o due venne, e mamma non mi mandò, ma altre volte l’ho aspettato e lui non è venuto. Avevo forse otto anni, lui venne. In casa volavano emozioni negative, ero confuso, non volli andare, anche se lui era affettuoso. Dopo, ricontattarlo fu difficile. L’ho cercato io a un concerto, a 16 anni, e lo frequentai con la sua famiglia fra i 18 e i 21. Ma dopo, le poche volte, era col suo entourage, non aveva voglia di parlare”. L’ultimo incontro? “Nel 2011. Era con persone che non c’entravano nulla e si parlò del nulla. Non rispose agli auguri di Natale del 2012 e neanche quando gli scrissi perché era in ospedale”. Ora l’ha sentito? “Per le condoglianze non ha chiamato”. Perché i suoi litigavano? “Non avevano l’equilibrio per focalizzarsi sul mio bene senza farsi fuorviare dalla rabbia. Mia madre avrebbe dovuto mordersi la lingua, lui a volte avrebbe dovuto ingoiare”» [Morvillo, Cds] • Tozzi e Scialò cantarono insieme il brano Tre buone ragioni • Dal 1986 sta con Monica Michielotto, «che in 38 anni ho sposato 5 volte, collabora in toto ai miei progetti: dai consigli sui testi delle canzoni al mio look» [D’Aragona]. L’ha sposata in chiesa e in comune, alle Mauritius e a Montecarlo • Michielotto aveva già un figlio, Gianluca (1987, oggi gli fa da agente); con Tozzi ha avuto Natasha (1989) • «Groupie? “Sotto la porta della mia camera in hotel trovavo sempre i bigliettini con i numeri di telefono…”. Fammi abbracciare una donna che stira cantando»: le femministe non apprezzarono quelle parole… “Mi distrussero, dicevano che era un atteggiamento maschilista. E invece quell’immagine mi era venuta pensando a mia mamma che abbracciavo quando tornando a casa la trovavo a stirare”» [Laffranchi, cit.] • È esistita una vera Gloria? Si chiamava così? «Non è mai esistita una vera Gloria, era semplicemente una parola che suonava fantasticamente bene su quel riff musicale» [Laffranchi, cit.] • «“Con le donne ho preso un sacco di batoste”, ha confessato. “Mai detto. O hanno frainteso. Le ho lasciate sempre io”» [Cavalli, cit.].
Critica «Ha sofferto per non essere stato apprezzato dalla critica? “Dicevano che facevo canzoni per l’estate. Quando hai successo in molti ti vogliono distruggere. Ero preso di mira […] Da quando la mia musica ha iniziato a uscire dall’Italia ho pensato ‘ma chissene’. Non era snobismo, avevo anche poco tempo per seguire cosa dicevano questi geni... Ho avuto un orientamento verso un altro pensiero e non mi sentivo appartenere a quei movimenti politici. Ero anarchico, non coinvolto da quelle esperienze”» [Laffranchi, cit.] • «Mi sono sentito maltrattato. Non ho mai avuto la considerazione di Baglioni, Ligabue, Dalla, Vasco Rossi, artisti di grande talento che però, per dirla con Arbasino, non potevano andare neppure a Chiasso» [Negri, 2015, Sta] • Jovanotti al Corriere l’anno scorso ha detto che Gloria non ha nulla da invidiare alla Locomotiva di Guccini. Guccini, intervistato per la trasmissione Timeline, ha risposto: «Gloria è una bella canzone, è una canzone che si ascolta volentieri, però non c’è una storia dietro, non c’è qualche cosa che si chiama cultura, che si chiama i libri che ci sono stati letti. E quindi c’è un lavoro intellettuale dietro certe canzoni, e non voglio fare di classe A, classe B, eccetera. Però, c’è tutto un mondo diverso che dietro Gloria non c’è. Anche se è una bella canzone, una canzone simpatica».
Altro Dice di essersi drogato una sola volta, fumando hashish: è stato molto male, e perciò ha deciso di non farlo più • Sui talent: «Un vivaio di futuri depressi» • Sul fare il giudice in un talent: «Non mi permetto di stare lì con una paletta. Quelle sono cose che si fanno per soldi. Uno che ha fatto il mio mestiere, non può giudicare un altro artista. Un giovane va solo premiato per il coraggio di affrontare una carriera terrificante» [Baglio, cit.] • Ha paura dell’aereo • È un ritardatario cronico e a tavola «è lungo come una quaresima» (dice il suo amico Raf) • «Mi definivano un vaffanculista. Ero antipatico, sono un po’ migliorato» [2024, Rep] • «Crede nell’astrologia, negli ufo (“nel 76 ho avuto un incontro vicino ad Ancona: ero in macchina e ho visto tre sfere di luce giallo-arancione”), nella reincarnazione (“nella mia prima vita sono stato un antico romano sbranato dai leoni e nella seconda un colonnello nazista: Alfred Steiger. Questa terza vita dovrei viverla fino a 72 anni [ne compie 73, ndc]”)» [Scarpa, 2009, VanityFair] • Dagli altoparlanti del backstage dove Trump si stava preparando ad arringare la folla che poi avrebbe assaltato Capitol Hill usciva la versione inglese di Gloria: si evince dal video postato ai tempi da Don Trum Jr.. Due giorni dopo, Tozzi scrisse su Twitter che si dissociava • A inizio pandemia, la tedesca Bild «ineffabile espressione della pancia della nazione, pubblicava una pagina ipocrita e pelosa nei confronti dell’Italia, dove trionfavano tutti i più triti luoghi comuni: il tiramisù, Umberto Tozzi, la pasta, la dolce vita, la passione, mancava solo il mandolino» [Valentino] • Ha giocato per molti anni nella Nazionale Cantanti: «Mogol e poi Morandi facevano giocare solo quelli che vendevano di più anche se a pallone erano schiappe, ma io sono stato capocannoniere per 12 anni» [Morvillo, cit.] • «Come nasce una canzone? “Tutto il talento sta nel buttare giù tre accordi forti. […] scrivo una canzone in massimo tre ore. Poi, dopo, la miglioro, ma non sono uno che passa mesi in studio. Sono anche pigro. Anni fa, dovevo scrivere con Mogol. Mi disse: però io non lavoro più di due ore al giorno. E io: io pure meno!”. Se lavora così poco, cosa fa tutto il giorno? “Prima, giocavo a calcio, poi a tennis, poi ho avuto problemi al ginocchio e ora nuoto. Faccio la spesa, cucino, mi piace, ho tre nipoti. Nel mio studio, vado solo se ho un’idea, magari non ci entro per un mese”» [Morvillo, cit.] • Ha scritto la canzone Hammamet nella città omonima, a casa di Bobo Craxi, che è «un bravo chitarrista» • Dipinge, «mi piace, vorrei fare una mostra, ma non sono né Gauguin né Van Gogh eh» [Cavalli, cit.] • «La musica di oggi è ridicola» [Baglio, 2021, cit.].
Titoli di coda «Gianfranco Borsatti, 55enne di Albignasego, che al momento di sposarsi con la signora Orietta Lago, nel 1997, la ha fatto firmare un accordo dal notaio in cui lei si impegnava a non impedirgli di andare allo stadio per seguire le partite del Padova. Nell’atto c’è anche scritto: “Si dichiara altresì che il signor Gianfranco Borsatti accompagnerà la sottoscritta a concerti e/o spettacoli teatrali anche se da lui non ritenuti particolarmente interessanti”. In questo modo la coppia è riuscita a non litigare mai per il calcio in 18 anni di matrimonio. Borsatti non ha mai saltato una partita, tranne lo spareggio per restare in serie B a Trieste: “Ma solo perché quel giorno c’era il matrimonio di mia sorella e io dovevo fare da testimone”. Ha però dovuto accettare la contropartita della moglie: “C’è voluta tutta la mia buona volontà per andare a qualche commedia tosta e ai concerti di Umberto Tozzi”» [Roselli, 2015, Fatto].