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 2025  marzo 22 Sabato calendario

Biografia di Robert Gallo

Robert Gallo, nato a Waterbury, in Connecticut, il 23 marzo 1937 (88 anni). Medico, biologo, virologo statunitense, noto soprattutto per aver scoperto nel 1982 l’origine retrovirale dell’Aids.
Titoli di testa «Questo virus è così affascinante che a volte devo fare un passo indietro e ricordare cosa diavolo porta con sé».
Vita Il nonno paterno, Domenico Gallo, proprietario terriero piemontese, dopo aver preso in moglie una donna non nobile è costretto a emigrare negli Stati Uniti. La famiglia non accettava la sua giovane sposa. Il nonno materno, pugliese, emigra in America pure lui. Ma per sfuggire alla povertà [Fondazionemagnagrecia.it] • Nel Connecticut suo padre Francis Gallo, dopo aver imparato il mestiere di fabbro, con i fratelli fonda una piccola azienda di metallurgia • Quando Gallo aveva 12 anni, alla sorella di 5 anni, Judith, viene diagnosticata la leucemia. Disperati, i genitori lasciano Robert alla famiglia e portano la piccola a Boston per farla curare. I medici la riempiono di farmaci sperimentali: «È stata una delle prime remissioni nella storia della ricerca sul cancro. Pensavano che fosse guarita e non sapevano cosa fosse una remissione» [Dave Scheiberjuly, University Of South Florida 2024] • Robert non capisce, prova un po’ risentimento nei confronti della sorella per aver portato via la madre e il padre per settimane di fila. Poi la situazione peggiora: «I miei genitori erano rimasti con lei a Boston e un giorno con i miei parenti avevano deciso di portarmi a Boston per farle visita in ospedale: «Fino a quel giorno pensavo che i miei la stessero solo coccolando. Non capivo. Non potevo credere a quello che vedevo. Sembra un fantasma» [David Remnick, Washington Post 1987] • Robert aveva paura ad abbracciare la sorellina • Judith che a sei anni disse ai suoi «che quando fosse morta non dovevano preoccuparsi» [Scheiberjuly, cit.] • Dieci giorni dopo Judith torna a casa in una bara: «Fu orribile. Mia madre era molto triste, ma mio padre perse la bussola. Non abbiamo più avuto Natale, né Ringraziamento, né Pasqua. Per anni non abbiamo potuto suonare musica in casa. Aveva un’azienda metallurgica e cominciò a tornare dal lavoro, andava al cimitero due volte al giorno. Girava per casa baciando la sua foto e tenendola stretta al cuore. Era pieno di sensi di colpa. Immagino che si pentisse di non aver trascorso abbastanza tempo con lei. S’era convinto che la morte di mia sorella fosse una punizione per il suo comportamento anticlericale. Non era mai stato religioso prima, ma poi aveva iniziato ad andare in chiesa tutti i giorni e a dare soldi. Ha iniziato a viziarmi. Mi dava tutto quello che volevo. Anzi di più. Veniva sempre a prendermi a scuola, alle partite. Era opprimente» [Remnick, cit.] • «La morte è orrore. Solo orrore» • Quattro anni dopo la morte di Judith «ho iniziato ad urlare in casa. All’anniversario della morte di mia sorella gridavo: “Non torneremo mai più alla normalità? Quando torneremo alla normalità?”. Ci è voluto molto tempo» [Scheiberjuly, cit.] • La madre Louise, terrorizzata che il marito morisse di crepacuore • Negli anni del liceo, Robert dedica tutto il suo tempo allo sport ma dopo essersi fratturato il coccige perde gran parte del campionato di basket • Mary Jane Gallo conobbe suo marito quando erano entrambi adolescenti e lo ricorda come «un giovane triste» [Remnick, cit.]. I due avranno due figli • In quel periodo si mise in contatto con Marcus Cox, il dottore che aveva avuto in cura la piccola Judith: «Non avevo mai incontrato nessuno così. Cinico. Critico. Era la prima volta che incontravo qualcuno così, che prendeva in giro tutti gli altri dottori. Ho iniziato a trascorrere le mie estati nel suo studio invece di giocare a basket» • «L’estate prima di andare al college, mi ha portato nelle sale autoptiche. Un giorno, ha gettato gli strumenti sul tavolo con un corpo non reclamato e ha detto: “Fallo tu”. E se n’è andato. È stata un’esperienza incredibile» • Nel 1956 entra al Providence College. Vuole diventare un ricercatore medico per cercare cure per malattie come quella che gli aveva portato via la sorellina. Anche se lo negava. Mary Jane: «Per anni Bob si è rifiutato di fare il collegamento tra la morte della sorella e la sua carriera. Non voleva sfruttare la morte. Ma il collegamento c’è. È forte e lui lo sente profondamente» [ibid.] • Si laurea in Scienze Biologiche nel 1959 • Studia poi medicina al Jefferson Medical College di Philadelphia. La laurea arriva nel 1963. Segue una specializzazione all’Università di Chicago • Inizia a lavorare ad Harvard dove conosce Alan Erslev, colui che lo introdurrà alla ricerca • Opera topi per una ricerca sulla ghiandola del timo ma non sopravvivono. Li uccide tutti: «Probabilmente tagliavo il cuore, tagliavo l’aorta, o forse morivano di shock». Neanche i cani sopravvivono: «Lavoravo a un ormone che causa la crescita delle cellule del sangue. Così abbiamo provato a usare una macchina cuore-polmoni. C’era sangue dappertutto. Abbiamo ucciso tre cani e non siamo riusciti a far funzionare nessun esperimento. Da queste esperienze ho imparato che è molto più facile lavorare con le cellule. Non mordono né abbaiano» [Remnick, cit.] • Se nelle sue mani gli animali non sopravvivono, i pazienti lo irritano: «Non sopportavo sentire lamentele su mal di schiena mal definiti, quel genere di cose di cui ora sarei il primo a lamentarmi. Alcuni medici sono fatti per stare con i pazienti. Io no» • Dopo altri due anni all’Università di Chicago, nel 1965 approda al National Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland (ci rimarrà per ben 30 anni) • Primo incarico? La cura dei bambini affetti da leucemia. «Ho pensato a Judith». Come detto, la vita in corsia non fa per lui: «Pensavo di essere arrivato alla mecca della ricerca e passavo tutto il mio tempo ad assicurarmi che nessuno fosso morto» [Remnick, cit.] • A Kent Ghost, un ragazzino di 5 o 6 anni, somministra la stessa terapia che, quand’era in via sperimentale, avevano dato a sua sorella: «Quel bambino sapeva sopportarla così bene». Guarisce. Morirà però da ragazzo per una ricaduta [Remnick, cit.] • In ospedale «ci sono troppi fallimenti. Avevo un collega che vedeva la morte tutto il tempo. Non ce la faceva più. Andò in un Holiday Inn e si iniettò una bottiglia di morfina, fino a morire. Volevo aiutare la gente, ma sapevo che potevo farlo solo se stavo lontano da moribondi e morti» [Remnick, cit.] • In laboratorio «il dottor Gallo e i suoi collaboratori hanno così aperto la strada al campo della retrovirologia umana, scoprendo, nel 1980, il primo retrovirus umano, Htlv-1, essere la causa di una particolare forma di leucemia umana. L’anno seguente, lo stesso team scopre il secondo, Htlv-2, ed il terzo retrovirus umano noto come Hiv, fornendo i primi risultati a dimostrazione che l’Hiv era la causa dell’Aids (sindrome da immunodeficienza acquisita)» [magnagrecia, cit.] • «Nonostante l’iniziale disinteresse all’indagine sul virus mortale che stava mietendo vite a Los Angeles e New York, Gallo decide di utilizzare, nell’estate del 1982, parte delle risorse del suo gruppo di scienziati per gli studi di questa nuova patologia in rapida espansione e con pesanti risvolti sulla pubblica opinione dei cittadini e dei pazienti americani. Studiando i malati di Aids, Gallo nota un calo vertiginoso dei globuli bianchi e comincia a condividere la convinzione dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta, che questa patologia è causata da un virus» [magnagrecia, cit.] • Nel 1983 riceve il premio Lasker, il Nobel degli Stati Uniti [Remnick, cit.] • Intraprende diversi esperimenti, cercando di trovare una conferma a questa sua ipotesi. I primi esperimenti sono deludenti ma attorno alla metà del 1984 diverse colture danno nuovi ed interessanti risultati. Una squadra francese dell’Istituto Pasteur di Parigi, guidata da Luc Montagnier, pubblica un articolo su Science che descrive un retrovirus cui hanno dato il nome di Lav (Lymphadenopathy Associated Virus o Virus associato alla Linfoadenopatia), isolato in un paziente a rischio di Aids. Il 4 maggio 1984, Gallo e i suoi pubblicani quattro articoli sulla medesima rivista, cercando di dimostrare il collegamento dell’Aids con il virus Hltv, da lui scoperto. Gallo riceve il suo secondo Premio Lasker nel 1986, “per la determinazione che i retrovirus, oggi conosciuti come Hiv-1, sono la causa dell’Aids”. Gallo è l’unico ad aver ricevuto due premi Lasker. Nel 1995 pubblica la scoperta che le chemochine, una classe di composti presenti naturalmente, sono in grado di bloccare l’Hiv e arrestare la progressione dell’Aids. Questa scoperta viene proclamata dalla rivista Science come una delle più importanti innovazioni scientifiche. Le chemochine giocano un ruolo determinante nel controllare la progressione dell’infezione da Hiv. Fanno comprendere meglio come agisce il sistema immunitario umano contro l’Aids, orientando la ricerca clinica sul possibile utilizzo di una classe di farmaci per trattare l’Hiv» [magnagrecia, cit.] • «Gallo e quasi tutti gli altri nel campo credono che il virus sia iniziato nelle aree rurali vicino al lago Vittoria, in Africa. Il virus è probabilmente passato dalle scimmie verdi africane all’uomo quando i cacciatori hanno mangiato gli animali o, meno probabilmente, quando le scimmie hanno morso i loro predatori umani. “E chi lo sa davvero?” dice Gallo allegramente. “Forse c’è qualche rituale con il sangue delle scimmie, chi lo sa? Fanno un sacco di cose buffe in Africa, come quando fanno sporgere il labbro inferiore o quando si mettono le cose nel naso”. Secondo Gallo, i missionari belgi hanno segnalato malattie simili all’Aids nei primi anni Sessanta. All’epoca le tribù erano più isolate le une dalle altre, ed era improbabile che una malattia del genere potesse andare lontano. Il virus ha iniziato a diffondersi con il cambiamento della demografia e delle abitudini sessuali africane» [Remnick, cit.] • Ricorda la dottoressa Genoveffe Franchini, che ha lavorato nel laboratorio di Gallo per otto anni, «La domenica ci invitava a casa sua per una partitella di basket. Litigavamo sempre perché Bob voleva sempre vincere. Si discuteva per ore se la palla fosse in campo o fuori. E lui, anche quando sbagliava, non mollava la presa. E in laboratorio, credetemi, non è un gioco da ragazzi» [ibid.] • «Ero solito organizzare con il mio laboratorio un ritiro in campagna, vicino a un lago. Si ha sempre bisogno del contributo di persone intelligenti intorno a sé. All’inizio eravamo 5-6. Poi 10-12, poi – dato che ognuno portava con sé altre persone – siamo diventati un incontro internazionale e alla fine abbiamo dovuto mettere un limite a mille persone. Penso che quel ritiro abbia aiutato enormemente lo sviluppo della ricerca sull’Hiv e sull’Aids» [Scheiberjuly, cit.] • Dal 1996, il Dottor Gallo è direttore dell’Istituto di Virologia Umana e The Homer & Martha Gudelsky Distinguished Professor di Medicina, Microbiologia e Immunologia alla University of Maryland School of Medicine • Qui «il team di Gallo svolge un programma di ricerca scientifica e cura l’assistenza clinica di persone affette da Hiv/Aids, trattando più di 4.000 pazienti a Baltimora e circa 200.000 in Africa e nei Caraibi. Nel luglio 2007, a Gallo e alla sua squadra vengono assegnati 15 milioni di dollari di sovvenzione dalla Bill and Melinda Gates Foundation per la ricerca di un vaccino preventivo per l’hiv/Aids • Nel 2008, Montagnier e la sua collega Françoise Barré-Sinoussi, dell’Institute Pasteur, vengono insigniti del Premio Nobel per la fisiologia e la medicina per il loro lavoro sulla scoperta del virus Hiv. Robert Gallo, no. […] Nel 1987, a causa delle incertezze sulle scoperte, il governo francese e quello degli Stati Uniti decisero di dividere equamente i proventi del brevetto di co-scopritori. Montagnier e Gallo ripresero la collaborazione nel 1987. Nel 2002, sul numero di novembre di Science, Gallo e Montagnier pubblicarono una serie di articoli, uno dei quali a firma congiunta, in cui riconoscevano il reciproco fondamentale ruolo nella scoperta del virus Hiv. Tuttavia, nel 2008, la commissione per il Nobel decise di non insignire Gallo per la scoperta del virus dell’Hiv. Infatti, la commissione per il Nobel scelse di dividere il premio per la fisiologia tra l’Hiv e le scoperte del virus del papilloma, piuttosto che includere Gallo in un premio singolare per l’individuazione dell’Hiv» [magnagrecia, cit.] • Trovare un vaccino contro l’Aids significa svelare il mistero del modo in cui il virus e la cellula si attaccanoi. Trovare un vaccino significa stimolare la cellula in modo tale che si difenda con anticorpi contro il virus • Nel 2011 è co-fondatore del Global Virus Network (Gvn). Lo scorso luglio ha spostato la sede della Global Virus Network alla University of South Florida di Tampa, in Florida. L’organizzazione, che vanta oltre 80 centri di eccellenza e affiliati in oltre 40 nazioni, al fine di riunire «i migliori virologi ed esperti di sanità pubblica per sfruttare i punti di forza individuali e concentrare team globali di scienziati su problemi scientifici chiave». Ha anche accettato una cattedra: «Psicologicamente e neurologicamente non sono in grado di fermarmi. Quando la gente mi chiede perché, e io rispondo: “Guarda il criceto nella gabbia che gira e rigira”. Mi fermerò quando arriverà il giorno in cui qualcuno mi dirà: “Dr. Gallo, non sei più quello di una volta”, o quando sarò morto. Ma per ora posso competere efficacemente. Un vantaggio dell’età è che conosci i tuoi punti di forza e di debolezza. E io mi sento molto sicuro e capace» [Scheiberjuly, cit.].
Curiosità Al polso porta un orologio da 20 dollari che spesso lo tradisce • «Non ho nemmeno una macchina! Faccio affidamento sugli altri per un passaggio. Mi dicono che sono stravagante» [Remnick, cit.] • Stipendio al Nci: circa 60 mila dollari l’anno • Fino a luglio viveva con la moglie in una casa a Bethesda che il padre gli aveva comprato molto tempo fa • Non aveva un centesimo. Quando viaggiava per convention nel mondo pretendeva la business class e ottimi alberghi. L’Inghilterra è «pittoresca, con bagni pessimi». L’India è «incredibile. Ci sono andato per un premio e mi hanno trattato come un maharajah. Mi hanno messo ghirlande di fiori al collo e mi hanno cosparso di olio. Che posto». Il Giappone «è il Paese dei sogni. C’è sempre qualcuno che viene a prendermi». A Francoforte si irrita perché l’autista non arriva ed è costretto a prendere un taxi • «Gallo è raramente in grado di nascondere le sue emozioni. Quando trova una presentazione noiosa, il suo viso si accascia e inizia ad annuire, come per esortare il tizio a sbrigarsi e a farla finita subito» [Remnick, cit.] • Ha ricevuto 35 dottorati honoris causa da università di Stati Uniti, Cina, Svezia, Italia, Israele, Perù, Germania, Belgio, Messico, Argentina, Spagna, Irlanda, Giamaica e Grecia. È membro di numerose società professionali e onorarie, tra cui la Us National Academy of Sciences, l’Institute of Medicine della Us National Academy of Sciences, la Royal Society of Medicine (Glasgow, Scozia), la Royal Society of Medicine (Bruxelles, Belgio), il Royal College of Physicians (Irlanda) 2007, e la National Inventors Hall of Fame. E un’infinità di altri premi [magnagrecia, cit.] • Secondo l’Institute for Scientific Information, Gallo è stato lo scienziato più citato al mondo ed è stato classificato al terzo posto nel mondo per impatto scientifico per il periodo tra il 1983 e il 2002. Tra l’83 e il 2002 ha pubblicato più di 1.300 articoli [Scheiberjuly, cit.].
Titoli di coda «Non ci sarà mai una cura per l’Aids nel senso più stretto. Forse troveremo un vaccino».