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 2025  aprile 16 Mercoledì calendario

Biografia di Paola Perego

Paola Perego, nata a Monza il 17 aprile 1966 (59 anni). Conduttrice televisiva.
Titoli di testa «Questo lavoro credo di averlo inconsciamente scelto perché potevo non fare i conti con chi ero veramente» (a Daniela Lanni).
Vita «In casa quella bella era mia sorella» (a Chiara Maffioletti) • «“Sono cresciuta a Brugherio: […] eravamo in quattro in una casa di 55 metri quadri. Io e mia sorella dividevamo un letto da una piazza e mezzo in camera con i nostri genitori. Crescendo non ci stavamo più: lei dormiva su un divano e io su un letto nascosto nel mobile che la sera aprivamo. Mio padre era falegname, mia mamma casalinga. Prima era operaia in fabbrica: ha smesso di lavorare quando siamo nate noi”. Che ricordi ha della sua infanzia? “Bellissimi. I giochi, ce li costruiva mio padre» (a Stefania Zizzari) • «Una volta fece delle racchette da tennis a me e mia sorella... ma pesavano troppo» (Maffioletti) • «D’estate le vacanze non ce le potevamo permettere, ma i primi 15 giorni di agosto ci si svegliava alle 5 di mattina, si preparava il pranzo, si caricava la 600 con tavolino e sedie da pic-nic sul tettuccio, legati con gli elastici, e si partiva per il Lago di Como. Passavamo la giornata lì, e alle 6 di sera si ritornava a casa. Per il resto, io e mia sorella giocavamo con le formine con la segatura nel laboratorio di papà. Se la bagni con l’acqua, ha la stessa consistenza della sabbia. E ancora oggi amo l’odore del legno tagliato. Le scarpe nuove erano rarissime: mia sorella ha 18 mesi più di me, e mi passava le sue. Quanto ai vestiti, c’erano quelli che ci davano le nostre cugine con il papà impiegato, quindi più ‘ricco’. Ma sono stata una bambina felice, e non mi vergogno a raccontare tutto questo”» (Zizzari) • «Cosa sognavi di fare? “Da più piccola il falegname come mio padre: giocavo sempre con la segatura. Poi, dopo aver passato la fase parrucchiera ed estetista, avrei voluto diventare architetto”» (a Tiziana Leone) • «“Ho cominciato a lavorare prestissimo”. Dove? “Come barista, poi in una cartiera e ancora in un bazar che vendeva ‘tutto a 9.900 lire’. Ricordo anche che con mia madre avevamo un lavoro a domicilio: assemblavamo pezzi di macchinine, poi impacchettavamo tutto e rimandavamo indietro. Ci davano 2 lire a macchinina. A 16 anni avevo un fidanzato che faceva pubblicità per un’agenzia. Con lui ho cominciato a lavorare nella moda, ma sempre in attesa del lavoro ‘serio’”. […] Cos’era il lavoro “serio”? “L’impiegata: lo stipendio fisso. Era il mio sogno. Quando non hai niente, lo stipendio fisso ti permette di rateizzare. Se vuoi comprare una macchina, devi portare la busta paga. Ecco: io volevo la busta paga, per essere autonoma economicamente”» (Zizzari) • «Cruciale fu andarmene da casa, a 19 anni. Fino ad allora mia mamma, una chioccia, mi preparava il latte alla mattina. D’improvviso, da Brugherio a Milano, dalla provincia alla metropoli: un salto destabilizzante. Nell’ambiente della moda: può capire. Ero timida e lottavo contro la mia timidezza. Mi sentivo inadeguata, un passo indietro alle altre. Fu un trauma, sì» (a Cesare Lanza) • «Poi è arrivata la televisione… “Ho cominciato ad Antenna 3: cercavano modelle per fare le vallette mute. Prima con Ric e Gian, poi con Teo Teocoli e Giorgio Faletti. Sempre lì ho fatto le aste e venduto bagni: ‘Questo lavandino è perfetto, e guardate la cromatura…’ (ride, ndr). Ho fatto anche l’annunciatrice. Poi mi hanno chiamata a Canale 5 per la sigla di Attenti a noi due, con Sandra e Raimondo. La prima co-conduzione fu nel 1984 con Marco Columbro, ad Autostop su Italia 1. Da lì è cominciato tutto”» (Zizzari) • «Fu con Calciomania, il mio secondo programma con la redazione sportiva con il quale vincemmo il Telegatto, che capii che nel mio futuro ci sarebbe stata probabilmente la tv». Seguì una lunga serie di trasmissioni, tra Telemontecarlo (Settimo squillo, Quando c’è la salute), Rai Due (Mattina 2, Mattina in famiglia, Mezzogiorno in famiglia, Pomeriggio in famiglia), Canale 5 (Aspettando Beautiful) e Rete 4 (Forum)» • «“A Mediaset, in sintesi, mi avevano detto che il mio posto era a Forum. Nulla di meno e nulla di più”. E allora? “Dopo sei anni l’adrenalina era finita. E nel mio contratto, da sempre, era previsto che facessi altro, una serie in prima serata, altre cose. Invece, niente. Allora ho detto: se resto, faccio male a me, e anche Mediaset fa male a se stessa. Perché l’entusiasmo è passato. Loro non credono in me, e io sono stanca di quel programma. E me ne sono andata”. Ha lasciato un contratto importante senza niente in mano? “È così. Una decisione sofferta, con due bambini che vivono con me, il mutuo della casa da pagare… Poi è arrivata la chance della Rai”» (Lanza) • Iniziarono allora i suoi maggiori successi: La Talpa (nel 2004 su Rai Due, nel 2005 e nel 2008 su Italia 1), Verissimo (Canale 5, 2006) e Buona Domenica (Canale 5, 2006-2008), tutti e tre oggetto di numerose critiche (per la volgarità dei contenuti La Talpa e Buona Domenica, per la conduzione di interviste da parte di una non giornalista Verissimo) • «Qual è stata la trasmissione di “svolta” nella tua carriera? “Forse Verissimo. Sono stata l’apripista nell’infotainment per le conduttrici che non erano anche giornaliste. Ci fu una guerra non facile con il comitato di redazione del programma: è stato doloroso come passaggio”» (Leone) • Dopo aver condotto qualche altro programma sulle reti Mediaset (La fattoria, Lo show dei record, Wind Music Awards), tornò alla Rai, e su Rai Uno le furono affidate varie trasmissioni, tra programmi di prima serata (Attenti a quei due – La sfida, Superbrain – Le supermenti, Eroi di tutti i giorni, Così lontani così vicini, Il dono) e contenitori televisivi pomeridiani (Se… a casa di Paola, La vita in diretta, Domenica in, Parliamone… Sabato) • Allontanata dal piccolo schermo per alcuni mesi sull’onda delle polemiche deflagrate in seguito a una puntata di Parliamone… Sabato del marzo 2017 – nella quale era stato mostrato un elenco dei «motivi per scegliere una fidanzata dell’Est», comprendente peculiarità quali «sono tutte mamme, ma, dopo aver partorito, recuperano un fisico marmoreo», «sono sempre sexy, niente tute né pigiamoni», «perdonano il tradimento» e «sono disposte a far comandare il loro uomo», degnamente commentato in studio da ospiti del calibro di Fabio Testi («Un mio carissimo amico, fidanzato con una bellissima ragazza di Mosca, va a Mosca per il suo compleanno. A lume di candela lei gli dice “Voglio farti un regalo”, e lo porta al bordello, dove gli ha fatto scegliere una ragazza e si sono divertiti tutta la notte in tre… Come fai a non innamorarti di una così? È difficile che una donna italiana ti faccia un regalo così») –, dopo aver minacciato di intentare contro l’azienda una causa per «danni morali, biologici e di immagine» («Avevo smesso di dormire, di mangiare. Soffrivo maledettamente, mi sembrava impossibile trovarmi in quella situazione») tornò su Rai Uno nel gennaio 2018 per la terza edizione di Superbrain – Le supermenti, cui seguì in giugno la conduzione in seconda serata di Non disturbare, nuovo programma di interviste confidenziali «da donna a donna» ambientate in una camera d’albergo • Nel 2020 su Rai2 conduce Ascoltami. «Storie di persone e le loro emozioni. Ed è quello che mi piace fare. Sto bene al pensiero di ritornare in tv. Mi sono fermata perché mia figlia è rimasta incinta e aveva bisogno che le stessi vicina» (Lanni) • Dal 2021 ogni domenica conduce Citofonare Rai 2 insieme a Simona Ventura: un programma di buon successo, un po’ trash • Nel 2023 ha partecipato a Ballando con le stelle con il ballerino Angelo Madonia: è stata la terza concorrente a venire eliminata, nello spareggio con Giovanni Terzi (allora compagno di Simona Ventura, oggi marito).
Amori Due figli, Giulia (1992) e Riccardo (1996), dal primo marito, il calciatore Andrea Carnevale. «L’ho incontrato a 21 anni e dopo sei mesi mi sono trasferita a Napoli per vivere con lui. Ci siamo sposati ed è nata la prima figlia, è stato tutto molto veloce. Ci accomunavano le origini umili e famiglie a volte complicate, ma eravamo molto giovani» (Lanni). Lui la tradiva, si lasciarono nel 1996 • Dopo quindici anni di fidanzamento e tre di convivenza, nel 2011 sposò con rito civile (in abito rosa di Armani) Lucio Presta, ex ballerino diventato agente dello spettacolo tra i più influenti. È anche azionista al 20 per cento della sua agenzia, la Arcobaleno Tre s.r.l • «All’inizio è nato un rapporto di lavoro, poi un’amicizia. All’epoca eravamo entrambi sposati, ma nel periodo più drammatico lui c’era sempre, con un messaggio, una telefonata per sapere se avessi bisogno di qualcosa, in modo discreto. È nato un sentimento dopo esserci conosciuti bene» (Lanni) • «Quando l’ho conosciuto mi sentivo santa Miserina: lavoravo, mi dicevano che ero brava e che facevo ascolti, ma non mi affidavano mai niente d’importante» • «È sotto gli occhi di tutti: spesso hanno colpito me per ferire lui. Ma, se questo è un modo di proteggerlo e mostrare il mio amore per lui, sono felice di pagarne il prezzo» • «“Mi ha conosciuta che avevo trent’anni. E da allora spesso mi dice: ‘Non vedo l’ora che invecchi così sarai solo mia’. Be’, ci siamo ormai!”. Un legame molto solido? “Io conto di invecchiare con lui. È una persona straordinaria, molto diversa da come appare in superficie. Lo sa che ogni mattina di ogni santo giorno mi porta la colazione a letto?”. E le lascia dei bigliettini per casa? “No, ma scrive delle lettere bellissime, piene d’amore. È di una grande correttezza morale”» (a Roberta Scorranese) • Ha due nipoti, figli di Giulia. «Sei diventata nonna da poco. Com’è essere nonna a poco più di 50 anni? “Meraviglioso. Non si può esprimere a parole. Sono orgogliosissima di mia figlia: è una mamma molto giovane e super organizzata”. Sei diventata nonna all’età in cui alcune donne diventano madri… “Non avrei più l’energia per fare la mamma. L’ho già fatto. Ora aspetto solo che mio nipote cresca per viziarlo come mi pare”» (Leone) • «Che tipo di nonna è Paola Perego? “Senza scrupoli: faccio il lavaggio del cervello a Pietro e lo convinco che ha solo una nonna, cioè io. Lui da solo mi riempie le giornate”» (Scorranese) • «“Con mia figlia ho scoperto il contatto fisico: prima avevo un problema nel toccare le persone. […] Per dirne una, io ho fatto analisi, e alla mia analista ho dato la mano l’ultimo giorno, alla fine dell’ultima seduta. Mai toccata prima. In ogni caso, quando è nata mia figlia, c’è stato un cambiamento radicale: me la toccavo, me la baciavo, me l’annusavo, avevo un rapporto fisico con lei fortissimo”. Ma come mai prima era bloccata? “Non saprei. Un po’, credo, l’educazione: io vengo da una famiglia milanese di contadini dove […] nessuno ti dice ‘Ti voglio bene’: uno si occupa di te, e così ti dimostra che ti vuole bene. Non è che mi sia mancato l’amore: mancava la manifestazione fisica dell’amore. E io con mia figlia ho voluto essere esattamente l’opposto, ma lei dormiva con me, anzi, su di me: sdraiata sopra la mia pancia”» (a Azzurra Della Penna) • Suo padre Pietro è morto nel 2020, un mese dopo aver scoperto di essere positivo al coronavirus • È molto amica di Simona Ventura. «Mi sposerei domani con Simona perché cucina benissimo» (a Francesca D’Angelo). L’anno scorso, quando sposò Giovanni Terzi, doveva farle da testimone, ma rinunciò per assistere il marito convalescente. «Simona fu tra le pochissime persone che, quando mi accusarono di sessismo e discriminazione, si espose pubblicamente con un tweet in mia difesa. […] La invitai a cena, parlammo a lungo» (Scorranese).
Attacchi di panico Nel 2020 ha scritto Dietro le quinte delle mie paure, un libro in cui racconta degli attacchi di panico dei quali ha sempre sofferto e che chiama «il mostro» • Il primo le venne a 16 anni, finì in pronto soccorso. «È simile a un infarto, hai dolore forte al petto, tachicardia e non respiri, sembra di morire. All’epoca non si conosceva questa patologia subdola. Mi hanno sottoposto a tante visite mediche, ma non emergeva nulla. Un esorcista mi faceva usare sale e olio benedetto, anche se non ero posseduta. La diagnosi per tutti era esaurimento nervoso. […] Ho vissuto per anni con la “paura della paura”. Non riuscivo a fare niente senza farmaci, tranne stare in casa con mia madre. […] Il Mostro mi ha tenuto compagnia per trent’anni. Ci sono voluti tre percorsi di psicanalisi e cure farmacologiche, prima di trovare l’origine degli attacchi di panico e capire che il problema ero io, la parte di me che non conoscevo. Adesso è un’altra vita, “io e me” ci teniamo molta compagnia, e stiamo bene insieme» (Lanni) • «Prendevo delle medicine e non parlo di quelle che si prescrivono oggi, che sono molto più leggere. Parlo di medicine che, pur di allontanare la sensazione di panico, appianavano tutto. Piallavano ogni cosa, comprese le emozioni. Per esempio, non riuscivo più nemmeno a piangere. Molti dei miei ricordi sono offuscati, come dentro una nuvola. Compreso il mio matrimonio con Andrea (Carnevale, ndr). I critici dicevano che ero troppo fredda e distaccata, ma oggi posso dirlo: prendevo benzodiazepine» (Scorranese). Tra le medicine che prendeva, il Tavor • «Ero incinta di Giulia, la mia prima figlia, e conducevo un programma su Tmc, dal titolo Quando c’è la salute. La gravidanza mi impediva di prendere troppe medicine e una notte, prima della diretta, non chiusi occhio. Il giorno dopo chiesi a una mia cara amica, Patrizia, di inventare per me una scusa perché ero sicura che non ce l’avrei fatta ad andare in onda. Lei ebbe un’idea: chiamò la psichiatra che mi seguiva, la convinse ad annullare tutti gli impegni, a piazzarsi nel mio camerino e ad assistermi ad ogni pausa. Così andai in onda» (ibid.) • «Periodi tosti: quali? “Un buco nero nell’infanzia di cui non ha senso parlare. Mi è servito riconoscerlo, nel mio percorso interiore, per capire che i traumi del passato non possono essere affrontati con lo sguardo di una bambina spaventata. E poi ci sono state altre cose, le cose della vita. A 30 anni mi sono separata dal mio primo marito (il calciatore Andrea Carnevale, ndr) rimanendo sola con un figlia di 4 anni e un figlio di pochi mesi. Ero disperatamente sola. Il mio bambino soffriva d’asma, non dormiva la notte e io avevo paura a prenderlo in braccio: temevo di buttarmi dalla finestra insieme con lui”. Riusciva a lavorare? “Vivevo a Roma e andavo a Milano ogni due settimane per registrare in un giorno 15 puntate di Aspettando Beautiful su Canale 5. Poi tornavo, e mi chiudevo in casa con i miei figli sperando di trovare la forza per fare qualcosa, come alzarmi e lavare il pavimento”» (a Stefania Rossotti).
Altro È alta un metro e 76 centimetri • «Sono molto credente. Pregare mi dà serenità» • L’anno scorso ha rimosso un tumore al rene • «Anni fa sono stata attaccata al muro da un politico. È la prima volta che lo racconto e non dirò mai il nome perché non mi interessa. Eravamo nel suo ufficio, e mi salvai con una bella ginocchiata dove non batte il sole, come diceva mia mamma. […] Al primo showroom a 16 anni mi accompagnò mamma. E, appena mi lasciò sola con questo tipo, lui si avvicinò sul divano e mi disse: “Andiamo a letto?”. Scappai di corsa» (a Giuseppe Di Piazza) • «Adora i capelli lunghi perché la madre la costringeva a portarli corti, “e così le mie orecchie a sventola svettavano come cartelli”. Finché non s’è operata, è “andata in giro con le orecchie incollate dietro i capelli col silicone o col nastro bioadesivo”» (a Angelica Amodei) • Da bambina ha portato per cinque anni un busto ortopedico. «Una scoliosi grave. Il busto era un limite meraviglioso alla mia fisicità: non puoi mangiare più di tanto, non puoi respirare più di tanto, non puoi essere donna più di tanto. Il giorno che l’ho tolto, ho avuto il primo attacco di panico» • «Nel 2011 si è sottoposta ad un intervento di mastoplastica riduttiva al seno, passando così da una 5ª ad una 3ª» (a Gianfranco Gramola) • «Ho postato una foto con due amiche mentre ridevamo, i commenti erano tutti del tipo: sei vecchia, hai le rughe. E dov’è il problema? Non ho 20 anni, io le rughe le voglio avere» (a Renato Franco) • Da una caustica e antifrastica recensione di Aldo Grasso (precedentemente definito «coglione» da Lucio Presta per aver descritto la moglie come una sua raccomandata): «Ha una voce pastosa, coinvolgente (a differenza di certe conduttrici con voce nasale e metallica, tipo gessetto sulla lavagna), quasi uno strumento musicale per le sue continue battute di spirito, per la sua grazia espansiva. Per non parlare dei suoi abiti (è sempre così charmant e sciantosa) che, potrò sbagliarmi, la aiutano molto a scaldare il cuore del pubblico, seduto estatico in poltrona. A questo punto, ecco la fatidica domanda che mi frulla. Ma Beppe Caschetto, il potente agente delle star televisive, avrà una moglie?» • «Lo ammetto. In passato ho fatto pure televisione trash. Non mi pento e non rinnego. Ma io sono molto diversa» (Rossotti) • Fece seguire suo figlio adolescente che usciva a Ponte Milvio (zona di locali a Roma) da due guardie del corpo, «per vedere se si drogava e se si faceva le canne» (a Diletta Leotta) • Memorabile l’intervista a Andreotti nel 2008 a Buona domenica: anziano (aveva 89 anni) e malandato, ad un certo punto si immobilizzò e smise di risponderle. «Che spavento, ero convinta fosse morto. Non avevo mai visto un morto in vita mia. In più, visto il mio imprinting, non lo toccavo, non riuscivo. Dicevo solo: “presidente, presidente”, terrorizzata. Ho lanciato la pubblicità. Dietro le quinte si è ripreso, ha chiamato il suo medico: era stato un ictus transitorio, non se ne era accorto. Decidemmo di farlo rientrare in studio per far vedere, appunto, che stava bene, solo che lui decise di sedersi sul mio sgabello, pronto per il blocco successivo. […] aveva dovuto arrampicarsi: io lo tenevo da dietro per paura che cadesse, non arrivava a terra con i piedi. […] Il giorno dopo c’era un articolo anche su Le Monde» (Maffioletti).
Titoli di coda «Tutti quelli che fanno televisione, secondo me, dovrebbero farsi psicanalizzare» (Scorranese).