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 2025  dicembre 12 Venerdì calendario

Jason Collins: «Ho un tumore al cervello in fase terminale. Sarò il primo a batterlo, come sono stato il primo a fare coming out»

Jason Collins, 14 stagioni in Nba (come pivot e con sei squadre diverse), nel 2013 è stato il primo atleta professionista di una delle quattro grandi leghe sportive americane – Nba, Nfl, Nhl e Mlb – a fare coming out. Una scelta appoggiata dall’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Ora il suo annuncio, nell’intervista rilasciata giovedì a Espn, è drammatico: «Qualche mese fa la mia famiglia aveva rilasciato una dichiarazione, volutamente vaga, in cui diceva che avevo un tumore – ha spiegato Collins, due volte finalista Nba con i Nets  —. Adesso, invece, è il momento che le persone ascoltino me: ho un glioblastoma allo stadio 4, una delle forme più letali di tumore al cervello». 
Un tumore scoperto pochi mesi dopo essere convolato a nozze. Quest’estate Collins – 47 anni – ha infatti sposato il produttore cinematografico Brunson Green: «Dovevamo andare agli Us Open, ma all’improvviso non sono riuscito a fare i bagagli. Ho fatto una tac e mi hanno detto che avevo bisogno di una visita specialistica. A un certo punto sono caduto in casa, non sapevo più come spegnere un elettrodomestico: il tumore mi stava già aggredendo – ha continuato nel suo drammatico racconto —. Secondo i miei familiari, ho perso la memoria a breve termine e la capacità di comprensione. Il glioblastoma è aggressivo ed è difficile da trattare perché circondato dal cervello, immaginatevi un mostro con i tentacoli grosso come una palla da baseball...».
Nonostante questa notizia tragica, Collins non ha perso il suo senso dell’umorismo: «Ero fuori di testa, non ricordo bene. Mio marito in ospedale mi ha detto che ho perso la voglia di guardare il tennis e ho iniziato ad apprezzare le serie tv coreane, più tranquille». Collins è tornato in sé con la radioterapia e ha fatto ricerche sul suo tumore: «Mi sono detto “Stai zitto e vai a giocare contro Shaq”. Ho giocato contro Shaquille O’Neal nel suo prime, ed è la sfida più grande che tu possa affrontare su un campo da basket, non ho paura».
Inoltre, Collins nell’intervista ha spiegato che la sua decisione di seguire un trattamento innovativo, attualmente in una clinica di Singapore, gli ha ricordato quando ha deciso di fare coming out: «Mi sento come se fossi tornato in quella posizione, dove potrei essere la prima persona a sfondare questo muro. Io e la mia famiglia non staremo qui seduti ad aspettare che il cancro mi uccida senza prima aver lottato con forza. Lo colpiremo per primi con terapie ancora in fase di studio. Il mio tumore non è operabile, quindi devo fare delle cure di mantenimento per cui la prognosi media è di circa un anno, dagli 11 ai 14 mesi – ha concluso —. Se questo è il tempo che mi rimane, vorrei dedicarlo a testare un trattamento che un giorno potrebbe diventare un nuovo standard di cura per tutti».