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 2025  dicembre 12 Venerdì calendario

Aerei, le compagnie preparano una causa miliardaria contro i produttori dei motori difettosi: «Noi paghiamo, loro fanno margini record»

I problemi ai motori di ultima generazione, i ritardi nei pezzi di ricambio e il fermo – anche per un anno – di migliaia di aerei nel mondo potrebbero presto finire nelle aule dei tribunali, con una causa collettiva dal valore di diversi miliardi di dollari. La Iata, la principale associazione internazionale delle compagnie aeree, sta studiando le opzioni legali per portare davanti a un giudice alcuni colossi dell’aerospazio accusati di fare un «lavoro assolutamente di m...», attacca il direttore generale Willie Walsh, «pur registrando allo stesso tempo margini di profitto record».
Ad anticipare quello che rischia di trasformarsi in un contenzioso con pochi precedenti è lo stesso Walsh durante un incontro con i giornalisti nel quartier generale dell’associazione, a Ginevra. «Stiamo studiando la possibilità di un’azione collettiva per conto dei vettori – rivela – visto che, singolarmente, le aviolinee sono in difficoltà anche per via dei rapporti commerciali diretti e non sono in una posizione che consenta loro di condividere la natura di quegli accordi».
Dal 2022 le compagnie devono affrontare diverse criticità, inizialmente legate all’uscita dalla pandemia. Ma la situazione si è aggravata nel 2023, quando Pratt & Whitney – uno dei principali produttori di motori per aerei – ha individuato un difetto di fabbricazione nei propulsori di ultima generazione montati sugli Airbus A220, A320neo e su alcuni Embraer E2, che richiedono fermi di almeno 300 giorni. Oltre mille motori sono attualmente fuori uso, costringendo i vettori a tenere in servizio più a lungo i velivoli più vecchi e più costosi da operare.
«Sono profondamente preoccupato dal fatto che, in un periodo di crisi della catena di approvvigionamento, i fornitori riescano a ottenere margini superiori al 20% mentre i vettori a malapena chiudono in utile», dice Walsh. «Guardiamo ai nostri principali partner, come amano definirsi, i principali fornitori di motori: GE Aerospace ha aumentato i suoi margini nei primi nove mesi dell’anno di due punti, arrivando al 27,4%. Safran, nel primo semestre, ha registrato margini operativi del 23,3% solo sulla parte motori». In positivo anche Pratt & Whitney, che ha chiuso il terzo trimestre con un margine dell’8,9%.
«Sono margini che la nostra industria non riesce a raggiungere», sottolinea Walsh, ricordando il dato per il 2025: il 3,9% per l’intero settore. «Le aziende che stanno – se vogliamo – causando il problema, perché ritardano la produzione a causa della crisi della supply chain, stanno anche migliorando i loro margini». «Questo è inaccettabile e deve finire. È per questo che dobbiamo sfidare queste aziende», insiste.
Poi l’attacco più diretto: «Come possono sentirsi a posto nel fare margini del 26-27% mentre stanno facendo un lavoro assolutamente di m... nel realizzare un prodotto e renderlo disponibile all’industria, costringendoci ad affrontare costi aggiuntivi? È una questione che dovremo affrontare con maggiore determinazione». Walsh, già capo di British Airways e del gruppo IAG (che controlla, tra le altre, Iberia, Vueling e Aer Lingus), ammette però che si tratta di un percorso legale «molto complesso».
Il Corriere ha contattato GE Aerospace, RTX (il gruppo che controlla Pratt & Whitney) e Safran, senza ricevere risposta al momento della pubblicazione di questo articolo. La decisione di esplorare le vie legali sarebbe arrivata dopo il board della Iata di venerdì 5 dicembre, nel quale diversi amministratori delegati hanno manifestato frustrazione e rabbia per la situazione. Se inizialmente si attendevano un paio d’anni per uscire dalla crisi, ora è chiaro che servirà molto più tempo. Secondo alcuni amministratori delegati, qualche miglioramento potrà vedersi verso la fine del decennio. Per altri bisognerà aspettare il 2030-2031.