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 2025  dicembre 12 Venerdì calendario

Oro, vertice Lagarde-Giorgetti. Il Mef: tutto chiarito con la Bce

Un emendamento che non cambia nulla sotto il profilo giuridico, non ha effetti finanziari sul bilancio dello Stato, ma che è destinato a entrare nella storia forse proprio perché chiarisce il «non detto» nei delicatissimi rapporti tra i governi e le autorità monetarie europee. Il governo vince il braccio di ferro con la Banca centrale europea e la proposta di attribuire esplicitamente la proprietà delle riserve auree «gestite e detenute dalla Banca d’Italia», presentata da Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, che ne hanno fatto una bandiera, entra nella Legge di Bilancio.
Ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha incontrato a Bruxelles la presidente della Bce, Christine Lagarde, e c’è stato l’atteso chiarimento. L’ultima lettera di Giorgetti a Francoforte, che aveva espresso perplessità su due diverse formulazioni dell’emendamento, ha chiuso la vicenda, e la proposta passerà. «L’operazione non riduce il debito italiano» ha certificato poco dopo il commissario Ue agli affari monetari Valdis Dombrovskis che, pur ricordando che la questione è stata trattata dal governo italiano con la Bce e non con la Commissione, non ha sollevato obiezioni.
Il governo ieri ha finalmente chiuso il pacchetto della legge di Bilancio presentando in Senato gli emendamenti correttivi al testo presentato a metà ottobre, ed approvato in Consiglio dei Ministri il consueto decreto Milleproroghe di fine anno. Oltre all’emendamento sulle riserve auree, dal valore simbolico, nella manovra entrano diverse correzioni rispetto al testo iniziale. Si attenua, ma non di molto, la stretta sugli affitti brevi online, con la cedolare secca al 21% sul primo appartamento e al 26% sulla seconda, poi tassazione secondo il reddito d’impresa a partire dalla terza. E sparisce quella sui dividendi delle società partecipate, così come lo stop al divieto di compensazione tra i bonus fiscali e i debiti previdenziali delle imprese.
Il mancato gettito verrà compensato dall’ulteriore stretta sulle banche, alzando il limite alla deducibilità delle perdite, che porterà 300 milioni l’anno nel 2026 e nel 2027 e dalla tassa di 2 euro sulle spedizioni postali di valore fino a 150 euro, che sembra riguarderà solo le operazioni extra-Ue. Buona parte delle nuove risorse, 350 milioni l’anno, destinati a crescere, arriveranno dall’aumento delle tasse sulle transazioni finanziarie, come l’acquisto di titoli in borsa. Passa anche la richiesta di Noi Moderati di una detrazione sui libri per le scuole superiori.
Il simbolo della manovra 2026 resterà però la puntualizzazione della proprietà dell’oro. Fratelli d’Italia ha spiegato in un documento a uso interno tutte le ragioni a sostegno dell’emendamento sulle riserve auree nazionali. La «proprietà del popolo» si legge, «non lede l’autonomia di Bankitalia che conserva la prerogativa di detenere e gestire le riserve», «non è contraria ai Trattati» che non parlano mai di proprietà dell’oro, non è un’iniziativa unica, perché anche la Francia specifica la proprietà statale delle riserve nel proprio ordinamento. Soprattutto «non è vero che il governo vuole l’oro di Bankitalia per venderlo», sottolinea FdI ricordando che l’unico ad accarezzare un’idea del genere nel 2007 fu il governo di Romano Prodi, e non è inutile. Il capitale della Banca d’Italia che «detiene e gestisce le riserve» è controllato da banche, assicurazioni e istituti privati, «alcuni dei quali controllati da gruppi stranieri». «L’Italia non può correre il rischio che soggetti privati rivendichino diritti sulle riserve auree italiane» conclude FdI.
Ieri intanto il governo ha approvato il decreto Milleproroghe, che estende alla fine del 2026 lo scudo penale per i medici e proroga a marzo l’obbligo della polizza catastrofale per le pmi del settore ricettivo dela ristorazione.