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 2025  dicembre 12 Venerdì calendario

Le tensioni sul decreto per Kiev. FI: la Lega voti o il problema è serio

Potrebbe partecipare anche Giorgia Meloni al vertice che si terrà a Berlino la settimana prossima, lunedì o al massimo martedì. La notizia non è ancora ufficiale, ma sembra che a differenza dell’ultimo incontro a Londra fra il premier britannico, il presidente francese e il cancelliere tedesco, quando la nostra premier partecipò in videocollegamento a una parte della riunione, questa volta il formato potrebbe essere rimodulato. Sarebbe anche un segno di unità ulteriore degli alleati europei, mentre i negoziati di pace sull’Ucraina procedono in modo sempre più accelerato.
Meloni, che ieri ha ricevuto a Palazzo Chigi l’attorney general degli Stati Uniti Pam Bondi, ha anche partecipato al formato della coalizione dei Volenterosi, coordinato da Francia e Gran Bretagna, che mette insieme più di 30 Paesi che sostengono l’Ucraina. La riunione si è svolta nel pomeriggio, attraverso un conference call, e ha fatto il punto sui contributi, civili e militari che diversi Stati – europei, membri della Nato e anche asiatici, dal Giappone alla Nuova Zelanda – sono disposti a mettere sul campo in caso di tregua, accordi di pace ed eventuale fase successiva di ricostruzione del Paese.
Lo scambio di vedute fra capitali anche molto distanti fra loro «è servito a rafforzare l’unità di tanti alleati e soprattutto fra le due sponde dell’Atlantico, sia sui negoziati sia sulla ricostruzione dell’Ucraina», dicono a Palazzo Chigi al termine della riunione.
Sul fronte interno invece continuano le polemiche nella maggioranza sul decreto di proroga degli aiuti militari all’Ucraina, che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri entro la fine dell’anno. Dopo le resistenze e le richieste di uno stand by da parte della Lega – ancora ieri il senatore Claudio Borghi dichiarava: «Se il dodicesimo pacchetto di aiuti è sulla stessa linea dell’undicesimo, non lo voto» – Forza Italia ha avvisato il partito alleato. «Abbiamo sempre detto che secondo noi il provvedimento va approvato entro fine anno, nell’ambito degli accordi internazionali ed europei», dice Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, ad Affaritaliani. E aggiunge che se la Lega non votasse «sarebbe certamente un serio problema politico, non ci sono dubbi»: «Se la presidente del Consiglio porta un provvedimento così importante e una forza della maggioranza non lo votasse, si aprirebbe un problema politico. Condividiamo l’importanza delle trattative. Ma allo stesso tempo la premier Meloni ha assicurato entro il 31 dicembre il via libera al decreto. A nessuno piace continuare a spendere soldi e saremmo tutti felici di non farlo più, però prima serve una pace giusta».
Una dichiarazione che ha fatto salire la tensione fra alleati, alla quale ha replicato Maurizio Lupi, leader di Noi moderati: credo che «non ci siano difficoltà, sulla politica estera abbiamo sempre trovato una sola linea. Non vedo questa discussione, consiglio agli amici di Forza Italia di abbassare i toni».
Ieri si è anche svolta una videoconferenza fra i ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito, nel corso della quale – è stato uno dei messaggi diffusi dopo la riunione, condiviso da Guido Crosetto – è stata ribadita la «nostra determinazione condivisa a procedere» sul sostegno all’Ucraina e sul rafforzamento della difesa europea.