23 maggio 2025
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Biografia di Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis, nato a Roma il 24 maggio 1949 (76 anni). Produttore cinematografico (oltre 400 film tra prodotti e distribuiti; più di 40 biglietti d’oro e 15 David di Donatello; 2 Nastri d’Argento; 2 Leoni d’Oro). Imprenditore (ha un’azienda che produce gelati, e delle attività che si occupano di compravendita di vetture e immobili di pregio). Presidente della società calcio del Napoli (1 campionato di serie C1, 3 Coppe Italia, 1 Supercoppa italiana, 1 Scudetto di serie A) e proprietario di quella del Bari (1 campionato di serie D, 1 campionato di serie C).
Titoli di testa «Sono uno che dorme 3-4 ore per notte: non per insonnia, perché non ho tempo» [Maurizio Nicita, La Gazzetta dello Sport].
Vita Aurelio è il nome di suo nonno. «Irpino di Torella dei Lombardi. Sposò nonna Giuseppina, che era di Torre Annunziata, e aprì un pastificio» [Aldo Cazzullo, Cds] • «La guerra inferse un colpo ai pastifici torresi e i De Laurentiis, trasferitisi a Roma, quando nacque Aurelio erano già attivi nel cinema per impulso di Dino. (…) C’era Mario Soldati che girava in piena guerra Piccolo Mondo Antico e non sapeva come illuminare gli esterni del lago di Como a causa dei veti della contraerea. Dino riuscì a improvvisare un ingegnoso gruppo elettrogeno» [Francesco Palmieri, Foglio] • Il padre, laureatosi in Giurisprudenza, russo, bulgaro vince una borsa di studio della Farnesina e va a Sofia. Lì conosce la madre di Aurelio e diventa editore di una rivista di grande successo [ibid.] • La guerra gli rovina l’attività e Luigi rimpatria, raggiungendo il fratello minore. Cominciano gli anni del “cinema eroico” della Lux, cui seguì il sodalizio con Ponti [ibid.] • Nel ’49 producono Riso amaro (…) Nel ‘54 e ‘57 (…) La strada e Le notti di Cabiria: entrambi vincono l’Oscar» [Cazzullo, cit.] • «Il più bel ricordo d’infanzia è il ragù con cui la nonna condiva le candele o gli ziti fumanti» [Ibid.] • «Da adolescente praticavo il basket. Ma fin da bambino sono stato un tifoso del Napoli. (…) Mio padre (…) mi portava a vedere la squadra in trasferta all’Olimpico. (…) Mio nonno (…) mi accompagnava ai Quartieri Spagnoli a visitare i presepi» [Gianni Perelli, Espresso] • Studi al liceo scientifico Righi: «ricorda con sollievo “l’uscita dall’epoca canterina dei nostri genitori con la scoperta dei Beatles e dei Rolling Stones”, solo che, quando scoprirono che aveva comprato di nascosto un motorino 50 cc lo misero un anno in collegio» [Palmieri, cit.] • «Ragazzo coi capelli fino alle spalle, che veste come i coetanei sessantottini e frequenta Giurisprudenza. Litiga col capo del movimento studentesco: “Era un mio amico ma gli dicevo di non rompere le scatole con gli scioperi: la mia vita era divisa tra i set e l’università. (…) Per lavorare dovevo rinviare il servizio militare e dare esami era l’unico modo» [ibid.] • Lei quando esordì? «Nel 1968 la Dino De Laurentiis produsse Rosolino Paternò e mio padre mi iniziò al cinema come aiuto segretario di produzione: mi alzavo alle 4 e mezza del mattino per vestire migliaia di comparse. Gli attori erano Nino Manfredi, Peter Falk, Martin Landau e Jason Robards. Il film era girato in inglese, di cui Nino e il regista Nanni Loy non sapevano una parola. In più Loy era un fervente comunista che inveiva contro l’America; Robards per protesta si rapò a zero, dovetti procurargli una parrucca» [Cazzullo, cit.] • Nel 1975 fonda con il padre la Filmauro: debutto nel 1977 con il film Un borghese piccolo piccolo. «Da allora in poi, la società Filmauro è stata sinonimo di commedie popolari di successo (…) Le star della casa sono stati Celentano e Pozzetto negli anni Ottanta, poi sono venuti i Vanzina, quindi la coppia d’oro Boldi-De Sica (poi De Sica da solo), Benigni, Albanese. Ma questo non ha impedito a De Laurentiis di finanziare film d’impegno come Maccheroni di Scola, Codice privato di Maselli, molti titoli di Avati, Matrimoni di Cristina Comencini o di scommettere su registi trasgressivi come Pappi Corsicato e distribuire Allen, Almodovar, Coen, Besson, Scott, Polanski. (…) Diventa «Il produttore italiano più ricco e fortunato. Mister grandi incassi, l’inventore dei cinepanettoni (…) garantisce il ciclo completo: produzione, distribuzione, esercizio» [Gloria Satta, Messaggero] • Fausto Brizzi: «Gli altri giocano a fare i produttori coi soldi degli altri. Aurelio è l’unico che ci mette i soldi e controlla maniacalmente tutto, compreso il marketing, perché li rivuole indietro» [Guia Soncini, D Repubblica] • Marco Risi: Altra gente sveglia? «Aurelio De Laurentiis: il miglior distributore italiano. Nel 1997 gli feci vedere l’esordio di Ozpetek, Il bagno turco. Non lo voleva nessuno. Attesi che la proiezione privata terminasse e poi lo vidi voltarsi verso Tonino Carloni, suo collaboratore: “A Tonì, che dici?”, “Aurè, commercialmente il film non vale un cazzo, al massimo può fa 500 milioni”. E Aurelio: “Ci credo lo stesso, lo prendo”. Incassò 3 miliardi di lire» [Malcom Pagani e Fabrizio Corallo, Fatto] • Il figlio Luigi: «Aurelio è una macchina da guerra, uno che ha un’idea di film e la commissiona, la taglia, la cuce, si infervora con gli autori e coi registi e alla fine vince gli Oscar (…) Attenzione al dettaglio, cura maniacale, passione, presenza» [Laura Maragnani, Panorama] • «Sa che il provincialismo del panettone cinematografico è da sempre la migliore carta della sua azienda. L’ha inventato lui il genere. Folgorato da Sapore di Mare (…) nel 1983 chiama Vanzina: “Gli telefonai e gli dissi: “Ti ricordi il film di Camillo Mastrocinque nel 1959 con Sordi e De Sica? Si chiamava Vacanze d’inverno. E se facessimo un film a Cortina con una canzone al top delle classifiche nei trailer e nei titoli di testa?” Da Sapore di Mare ci portammo Calà e Christian. Volevamo fotografare quell’Italietta dell’epoca, i nuovi cafoni, il generone romano che i Vanzina conoscevano benissimo”» [Beppe Di Corrado, Foglio] • Enrico Vanzina: «Noi, con De Laurentiis, all’inizio facevamo delle commedie di costume, sempre diverse. Aurelio, poi, quando abbiamo deciso di passare la mano, ha serializzato il Natale. Lui ha il merito di averci creduto, facendone un genere» [Sebastiano Messina, Repubblica] • «Gli esegeti individuano nel refrain di S.P.Q.R, il celeberrimo “A Iside, famme ’na pompa” la svolta (…) è il 1994 e nessuno usa ancora il termine “cinepanettone”. Ma De Laurentiis capisce che la volgarità va spremuta fino in fondo. (…) Nei cinepanettoni non c’era mai nulla di casuale: De Laurentiis si presentava dagli sceneggiatori con i dati delle agenzie turistiche per trovare la località più “cool”, per prima cosa si studiavano gli incassi dell’anno precedente, regione per regione» [Andrea Minuz, Foglio] • «L’avvicinamento al calcio è stato una conseguenza. L’idea era quella di avvicinarsi alla città. L’ha fatto prima con il cinema. Nel 2000, quando stava girando il film di Natale, impose alla coppia Boldi-De Sica Biagio Izzo. Era convinto di essere coperto a Milano e Roma, ma non a Napoli» [Di Corrado, cit.] • Come è nata l’idea di comprare il Napoli? «Mi è venuta in America quando un esperto di televisione suggerì a Rupert Murdoch di fondare un nuovo network. Sembrava un’idea balzana, perché a quei tempi era folle pensare di sfidare colossi come la Cbs, l’Abc e la Nbc. Ma il progetto era innovativo, perché prevedeva di concentrare in un solo canale news, sport e spettacolo. Essendo un uomo di cinema e un appassionato di calcio, pensai di combinare queste due fabbriche di sogni» [Perelli, cit.] • «Nel 1999 (…) mi presentai ai giornalisti con un assegno della Bnl di 120 miliardi di lire per comprare il Napoli, lo strappai in due e dissi che lo avrei riunito dopo aver fatto la due diligence. Il presidente Ferlaino mi fece causa, adducendo che gli avevo distratto la campagna abbonamenti. Tornai negli States» [Maurizio Molinari, Repubblica] • Nel 2004 la Società fallisce. Luciano Gaucci è pronto ad acquistarla • «Ero in ospedale, operato di menisco, e seguivo le vicende di Gaucci e della società. (...) Volevo lasciare l’Italia e lavorare tra Los Angeles e Shanghai. Invece al Quisisana di Capri studiai la situazione, consultai avvocati, immaginai un progetto. (…) «Ricordo che da Capri telefonai ad Alessandro Profumo, il capo dell’Unicredit, per farmi finanziare l’acquisto» [Di Corrado, cit.] • «Mi chiese se ero matto. “Sai che con te”, mi disse, “non ci tiriamo mai indietro, ma il calcio è un mondo inaffidabile”. Anche la mia famiglia era scettica. Però io ero talmente insistente che Profumo si convinse. Ma era estate: tutti in vacanza, e il tempo passava inesorabile. Alla fine decisi di finanziare personalmente i 32 milioni di euro occorrenti per comprare dal curatore fallimentare soltanto un pezzo di carta con la scritta Napoli» [ibid.] • «All’epoca De Laurentiis non è ancora mai entrato in uno stadio (…), e quando insieme alla moglie va a firmare i contratti alla sezione fallimentare del tribunale, la signora chiede: (…) “Ma dobbiamo andare a vedere le partite alla domenica?”. L’inizio non è semplice: il club ha ingaggiato solo un direttore generale, Pierpaolo Marino, e un allenatore, Giampiero Ventura: nessun giocatore tesserato e nessuna sede sociale. La prima muta di maglie e i palloni viene acquistata in un negozio a Paestum» [Cazzullo, cit.] • Comincia un ventennio in cui De Laurentiis riporta il Napoli tra le regine del calcio italiano. Cambia 12 allenatori: Ventura -2004-2005; Reja (che porta la squadra dalla serie C1 alla A) 2005-2009; Donadoni 2009; Mazzarri (con cui vince la Coppa Italia del 2012) 2009-2013; Benitez (Coppa Italia del 2014 e Supercoppa italiana del 2015) 2013-2015; Sarri 2015-2018; Ancelotti 2018-2019; Gattuso (Coppa Italia del 2020) 2019-2021; Spalletti (Scudetto del 2023) 2021-2023; Garcia 2023; Mazzarri bis 2023-2024; Calzona 2024; Conte 2024-? [sport.sky.it] • Nel 2018 De Laurentiis compra anche il Bari calcio, anch’esso in fallimento, con l’obiettivo di riportarlo in Serie A (dalla D) e con l’entusiasmo di avere finalmente uno stadio di proprietà [Cds] • «Ho fatto un percorso su due binari: applicare la mia cultura industriale del cinema al pallone e osservare l’ambiente. La mia preoccupazione era capire. E creare qualcosa che non esisteva più, la Ssc Napoli» [Gaia Piccardi, Cds] • Com’è il suo calcio ideale? «Meno partite: bisogna ridurre il numero delle squadre in A e cominciare il 1° ottobre. Ci si deve allenare per bene, fare il mercato senza fretta. Un torneo come la Nba: nessuno retrocede, le ultime sono aiutate dalle prime. (…) Abolizione di Champions ed Europa League. È assurdo che chi esce dalla Champions finisca in Europa League (…) «Oltre al campionato nazionale, un unico campionato europeo per club di Italia, Francia, Germania, Spagna e Inghilterra. (…) Giocano le prime 8 con un calendario che non sfasci i giocatori. Se poi le nazionali li vogliono, che paghino (…) Cosa significa produrre calcio nella città della monnezza e di Gomorra? «La monnezza e la camorra non sono un problema di Napoli, sono un problema dell’Italia, che non è sufficientemente matura per capire di cosa è ricca. (…) Cominciamo a fare la politica contro il fancazzismo!» (…) Ogni tanto anche lei cade nella tentazione di fare l’allenatore. «È successo, e non è detto che abbia fatto bene. Con l’esperienza, si può anche cambiare idea» [Ibid.] • «“Il ritorno in A è soltanto una tappa poco significativa. Due scudetti in 80 anni sono pochi. Se ti chiami Napoli, non ti puoi accontentare di partecipare, devi vincere”. (…) Gli piace fare show, gli piace l’attenzione, gli piace che si parli di lui. La società di Ferlaino era piena di gente, (…) Oggi nel Napoli comanda De Laurentiis. Da solo, tranne per la parte tecnica, giusto perché di calcio vero ne sa veramente poco. Il resto lo controlla lui: marketing e pubbliche relazioni, diritti televisivi. Mette i soldi e comanda, perché in trent’anni di lavoro il mestiere del produttore cinematografico gli ha insegnato che chi tira fuori la lira non può delegare» [Di Corrado, cit.] • Da sempre molto lodata la sua gestione economica della squadra: meno capitali delle avversarie, poca spesa (talvolta troppo poca per i tifosi) ma tanta resa [Marco Sacchi e Matteo Spaziante, calcioefinanza.it] • «De Laurentiis condisce tutto con un carattere da molte sfaccettature, la gran parte poco piacevoli. Lo vedi dall’espressione principale, corrucciata e infastidita, allo stadio come nelle conferenze stampa. (...) è un tribuno. Un padrone sempre incazzato. Un Masaniello ricco. (…) Incassa popolarità usando un linguaggio e un modo di fare (…) da cafone arricchito che non farebbe neanche parte della sua storia, ma che fa molta, moltissima scena con la gente. (…) Allora vai con l’accento su quella parte di carattere che lo trasforma in showman (…) Una parola in più, anziché una in meno: fumantino, guascone, smargiasso» [Ibid.] • Nel corso degli anni litiga un po’ con tutti • La città: «Perché qui a Napoli non funziona un cazzo! Non è che dici “Sai a Napoli funziona tutto e poi c’è anche il calcio”. No, a Napoli c’è solo il calcio (…) E allora, ringraziate» [Pagani, Foglio] • Le altre squadre: «Ce l’aveva col mondo e dentro il mondo soprattutto con le grandi squadre del Nord che secondo lui fanno le padrone del giro senza averne diritto (…) È una costante della sua esperienza pallonara: contro il sistema. L’asse Juventus-Milan-Inter che vorrebbe mettere fuori gioco il suo Napoli. Sa che (…) schierarsi contro l’asse del Nord funziona. Prende allo stomaco mezzo paese, accentua differenze e caratterizza il personaggio» [di Corrado, cit.] • “Club come il Frosinone non attirano fan, né interessi, né emittenti nel campionato. Arrivano, non cercano di competere e tornano indietro. Se finiscono ultimi dovrebbero pagare una multa. (…) La promozione e la retrocessione sono la più grande idiozia nel calcio» [Daniele Dell’Orco, Libero] • Gli allenatori: più o meno tutti, compreso lo scudettato Spalletti; con Reja arriva alle mani [ilnapolista.it] • I giocatori: nel 2016 il bomber Higuaín cambia squadra e lo accusa di essere stato la cagione del trasferimento, con il suo atteggiamento, e che tutti abbiano problemi con lui [Felice Naddeo, Cds] Nel 2019 impone un ritiro improvviso ai giocatori, che si rifiutano, e allora decurta loro lo stipendio [Marco Azzi, Repubblica] • I tifosi: numerosi dissidi nel corso degli anni. Climax nel 2023 quando finisce sotto scorta in seguito a contrasti per il prezzo dei biglietti e il permesso di portare oggetti allo stadio [ibid.] • I vertici della Figc e dell’Uefa, a più riprese, per la gestione delle partite estere e per l’arbitraggio inadeguato: Sul ciclo vincente del Napoli «Credo si sia aperto già tempo fa. Poi l’irregolarità costante ci ha penalizzato, qualche volta siamo arrivati secondi e mi sento di averne vinti altri di scudetti [ilnapolista.it] Se l’UEFA non mi ferma (…) probabilmente il prossimo anno sarò capace di vincere la Champions League» [Paolo Fiorenza, fanpage.it] • I sindaci di Napoli, tutti per motivi legati alla gestione dello stadio: Iervolino che ne voleva uno nuovo, De Magistris e Manfredi che non gli fanno ristrutturare quello vecchio [Ciro Pellegrino, fanpage.it] • La politica: critica ferocemente la legge Melandri, a suo dire colpevole di aver «ucciso» sia il calcio che il cinema [Molinari, cit.] nel 2011 dichiara: «“Mi hanno chiesto in tanti di candidarmi come sindaco. Recentemente, un gruppo di centrodestra. Ma io sono intellettualmente di sinistra. Producendo cinema, non potrebbe essere altrimenti”. Tuttavia, in passato ha appoggiato candidati di centrodestra sia in regione che in città. Si dice che Berlusconi gli abbia proposto di candidarsi per il Pdl [Angelo Lomonaco, Cds] nel 2016 appoggia pubblicamente il Sì al referendum costituzionale proposto da Renzi, di cui apprezza il decisionismo [AdnKronos] Nel 2020 viola il silenzio elettorale, annunciando unilateralmente che tutto il Napoli sostiene Vincenzo de Luca [Scozzafava, cit.] Nel 2025 sottolinea che un binomio tra le competenze di Draghi (di cui si proclama sostenitore «da sempre») e Meloni sarebbe imbattibile, auspicando una riforma costituzionale di stampo presidenziale • Le televisioni private: fallito il tentativo di bloccare il loro acquisto dei diritti (condito da una rissa con Lotito per la spartizione degli stessi) [La Gazzetta dello Sport], ostacola anche fisicamente i giornalisti di Sky e Dazn, rimediando una pesante multa [Monica Colombo, Cds] • Il codice penale: assolto per insussistenza dei fatti nel 2016, per una colluttazione con un poliziotto [Dario Del Porto, Repubblica] e nel 2022, per evasione fiscale e false fatturazioni tramite compravendita dei calciatori [Titti Beneduce, Cds] Prosciolto nel 2022 dal deferimento scattato dopo che 3 suoi giocatori contagiati dal Covid erano stati schierati in campo [sport.sky.it] Denunciato nel 2020 dal Codacons per epidemia dolosa dopo aver partecipato a una riunione della Lega di A con i sintomi del Covid [Rep]. Attualmente in attesa di giudizio per evasione fiscale, di nuovo tramite compravendita calciatori [sport.sky.it].
Curiosità Onorificenze: 1995 Commendatore dell’ Ordine al Merito della Repubblica italiana, di cui diventerà Grande Ufficiale nel 2004; 2002 Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres; 2008 Cavaliere del Lavoro • Estremamente superstizioso: «Nel suo ufficio, dietro alla scrivania, c’è un corno di colore rosso alto quasi un metro (…) se il Napoli vince una partita, gioca le successive gare con la stessa tenuta, i posti in tribuna autorità allo stadio sono stabiliti anche in base agli invitati che hanno un influsso positivo sull’esito della sfida (…) se con la presenza di un ospite occasionale la squadra perde, di sicuro non sarà più invitato». (…) Le telecamere lo ritraggono spesso a fare il gesto delle corna [Scozzafava, cit.] • Numeri sfortunati il 17 e il 13: «Mai assegnargli un posto in aereo o in treno con questi due numerini: lo cambia. Vale anche se la somma di due numeri qualsiasi fa 13 o 17. Quando fa prenotare un albergo dà disposizione in tal senso» [Ibid.] • «Arriva e si siede allo stadio. Il posto numero sette è una fissazione che arriva dalla scaramanzia» [Di Corrado, cit.] • Colori: il viola è bandito: mai indossarlo allo stadio. Il giallo invece è un portafortuna [Scozzafava, cit.] • «Quando arrivammo in serie A apparve una classifica, eravamo al cinquecentoventitreesimo posto, mi dissi “523, bucio di culo aiutame te”. Oggi siamo tra le prime dieci squadre del mondo, non abbiamo un euro di debito e abbiamo tifosi straordinari» [Pagani, cit.] • Neri Parenti: «Per il primo contratto inserì una clausola: il film è giudicato valido se durante la proiezione scattano tre boati in sala» [Ferrucci, cit.] • «Ogni mattina, dicono quelli che li conoscono bene, marito e moglie escono alle 7:30 per andare a correre. Sempre a Villa Borghese [Di Corrado, cit.] • Grande appassionato di auto fuoriserie e di vela • Vive tra Los Angeles, Londra, Roma, Capri e Napoli • È vero che non ti piace la pizza napoletana, e preferisci la Romana? “Qua non è questione di campanile. Io mangio la pizza solo quando non è indigesta. (…) Come si può mangiare una pizza che viene cotta – e spesso bruciata – in un minuto in un forno a legna? (…) Io la mangio solo con il vino rosso (…) pochissima mozzarella, quasi asciutta, un pizzico di erba cipollina e all’ultimissimo un lancio di cozze, telline e lupini”» [Guido Barendson, repubblica.it] • «Si diverte a inventare termini come “cipparolo”, che viene da cheap, e nel suo romanapolenglish racchiude l’idea di qualcosa di piccolo e mediocre» [Di Corrado, cit.] • Film preferito: Amarcord [Palmieri, cit.] • «Il consiglio di amministrazione della Filmauro, dove siedono il presidente Aurelio De Laurentiis, la moglie Jacqueline Marie Baudit, e i figli Luigi, Valentina ed Edoardo, si è diviso un compenso di quasi quattro milioni di euro. (…) Bilancio consolidato della Filmauro spa: il gruppo ha chiuso l’esercizio 2024 con un valore della produzione di 373 milioni di euro (-6,9% sul 2023), utili per 57,14 milioni di euro (78,6 milioni nel 2023) e un patrimonio netto pari a 232,7 milioni (175,26 milioni nel 2023). (…) I proventi della gestione calcistica (…) pesano per il 92% del totale ricavi (93% nel 2023), mentre il cinema, attività per la quale il marchio De Laurentiis è celebre in tutto il mondo, vale appena il 3%» [Claudio Plazzotta, ItaliaOggi] • Scorrendo la top 100 di film con i maggiori incassi sempre stilata da Movieplayer, per esempio, si vede come ben 11 titoli siano della premiata ditta Christian De Sica-Filmauro-Aurelio De Laurentiis, per complessivi 224,1 milioni di euro [ibid.].
Amori Luigi de Laurentiis, il figlio maggiore racconta: «Mia madre e mio padre si sono conosciuti che lei aveva 19 anni, lui 24, in un college a Bath. Lei è la sua forza (…) Lui andava a Los Angeles per un mese? Ci andava anche lei. Noi restavamo con le governanti ma loro non si separavano mai». Neanche adesso? «Neanche adesso. Lui è presidente del Napoli, lei vicepresidente. Sfegatata come un ultrà» [Laura Maragnani, Panorama] • Lei è forse l’unico produttore al mondo ad aver avuto una sola moglie. «Perché sono molto innamorato di lei. Da 43 anni. Anche se noi uomini non capiremo mai una donna sino in fondo» [Cazzullo, cit.] • Tre figli: Luigi, presidente del Bari e braccio destro del padre in Filmauro: «Mi ricorda molto mio padre. Si è ricreata la coppia Luigi e Aurelio De Laurentiis: papà il diplomatico, io il guerriero» [Cazzullo, cit.], Valentina, stilista, ed Edoardo, vicepresidente del Napoli.
Titoli di coda Lei però ha fama di uomo rude. «In realtà sono un romantico. Una volta un regista chiese a mio padre: “Ma perché Aurelio è sempre incazzato, sgradevole, duro?”. Lui rispose: “Vedi, tu non hai capito che, quando Aurelio manda qualcuno a fare in culo, si realizza”» [Cazzullo, cit.].