24 maggio 2025
Tags : François Bayrou
Biografia di François Bayrou
François Bayrou, (François René Jean Lucien Bayrou), nato a Bordères (sui Pirenei, in Francia) il 25 maggio 1951 (74 anni). Politico. Primo ministro di Francia dal 13 dicembre 2024 • Fondatore e leader del partito centrista Mouvement Démocrate (MoDem), sindaco di Pau dal 2014, ministro dell’Istruzione durante le presidenze Mitterrand e Chirac, ministro della Giustizia durante il primo mandato di Macron («durò soltanto qualche mese, ma dicono che sia ancora oggi tra le persone più ascoltate dal presidente francese» [Peduzzi, 2018, Foglio]), deputato ed eurodeputato, candidato tre volte alla presidenza • «Originario dei Pirenei, il “bearnese”, come lo chiamano gli amici, è un intellettuale raffinato che di professione fa l’agricoltore e l’allevatore di cavalli da corsa. Al mercato dei fiori di Nizza, mentre stringe mani e dispensa sorrisi, con il suo sguardo un po’ malinconico e il tono modesto di un francese qualunque» [Nava, 2007, Cds].
Vita Nato a Bordères, un paese che allora aveva circa 300 abitanti (oggi sono quasi 700), in una famiglia cattolica «ma non bigotta» [Chemin, Le Monde] • Suo padre Calixte era sposato con Emma, era un agricoltore e fu sindaco del paese: ebbe il suo primo figlio, François, a 42 anni, e una bambina, Lucienne, un anno dopo • «Nella casa dei Bayrou non c’è più un camino da quando Calixte perse il fratellino François nel 1915, caduto tra le fiamme» [ibid.] • Calixte era «un intellettuale che prende la vita a mani nude. La casa profumava di scrittura. I pasti a casa Bayrou erano uno spettacolo particolare. Ognuno mangiava leggendo il proprio libro. Ogni lunedì Emma prendeva in prestito cinque romanzi dalla biblioteca di Nay, capoluogo della regione, distante cinque chilometri» [Sud Ouest] • Da bambino François veniva chiamato Shake, diminutivo di Shakespeare, o Tintin, per il ciuffo • «Mia madre amava la politica, mio padre amava i grandi problemi del mondo e i discorsi politici che ascoltava alla radio. Forse ho preso un po’ da entrambi?» [Chemin, cit.] • «Bayrou dice che il suo mondo è il villaggio, la campagna degli Alti Pirenei, il ricordo del padre contadino che guida il trattore» [Pace, Foglio] • Ha cominciato a balbettare verso i 7-8 anni. «Prima, a scuola, mi chiamavano “l’oratore” tanto avevo voglia di chiacchierare». […] La prima volta che gli capitò di registrare un discorso di un minuto, a Bayrou furono necessari 17 tentativi. […] «A 19 anni un grande psicologo mi disse che ero spacciato, non avrei mai potuto recitare, insegnare o darmi alla politica – racconta al Journal du Dimanche –. Invece sono riuscito a fare tutte e tre le cose. Negli anni ho imparato a cambiare le parole, a concentrarmi su quel che ho da dire invece che sul modo in cui dirlo. Ma potrei ricominciare a balbettare da un momento all’altro» [ibid.] • Si diploma al liceo di Nay, al liceo di Bordeaux frequenta i due anni di classi preparatorie per l’università (hypokhâgne), e all’università di Bordeaux studia Lettere classiche • A 23 anni ottiene l’abilitazione all’insegnamento e diventa professore di francese. Per dieci anni, oltre ad insegnare, aiuta la madre a portare avanti l’azienda agricola dopo la morte improvvisa del padre, caduto da un carretto carico di fieno (sua madre Emma è morta nel 2009, a 89 anni, a causa di un ictus) • Nel 1986, dopo la militanza giovanile con i cristiano-democratici e una prima esperienza da consigliere comunale a Pau (1983) entra in Parlamento a Parigi. Nel 1993, a 41 anni, diventa ministro dell’Istruzione, il più giovane nella storia di Francia, nel governo di Edouard Balladur • «Nel 1999 si candida da capolista Udf alle elezioni europee ed entra per la prima volta nell’europarlamento a Strasburgo. Tre anni dopo, nel 2002 corre per la prima volta per l’Eliseo con lo slogan La France humaine. Ma la sua campagna elettorale (fatta girando la Francia in bus, ndc) sarà un fiasco tanto che verrà scaricato dai suoi compagni di partito che dal primo turno si schierano con Jacques Chirac. Dal 2004 […] ha presieduto il Partito democratico europeo (Edp), movimento transnazionale che fondò nella primavera dello stesso anno con Francesco Rutelli. Altro giro, altra corsa presidenziale nel 2007. Bayrou si afferma stavolta da candidato outsider, conquistando un dignitoso terzo posto, dietro a Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal. È l’epoca della nascita del MoDem, che lui rivendica come un partito di opposizione a Sarkozy, a costo di perdersi qualche compagno per strada. La terza e ultima corsa presidenziale del 2012 si incentra sul taglio al debito, la reindustrializzazione e la moralizzazione della vita pubblica. Bayrou si ferma al quinto posto al primo turno, dimezzando il consenso rispetto al 2007. In vista del ballottaggio per l’Eliseo, appoggia a titolo personale il socialista François Hollande contro Sarkozy. Da sindaco di Pau nel 2017, rinuncia alla quarta candidatura all’Eliseo per appoggiare Macron. Dopo la vittoria alle presidenziali del candidato di En Marche!, ottiene il ministero della Giustizia nell’esecutivo di Edouard Philippe – ma lascia dopo soli 34 giorni, travolto dall’affaire dei presunti impieghi fittizi del MoDem all’Europarlamento. Un caso giudiziario che lo accomuna alla leader Rn Marine Le Pen, con cui si è mostrato solidale e garantista» [RaiNews] • Nel 2007 propose l’abolizione dell’Ena, ovvero della «fabbrica delle élites», le alte scuole della pubblica amministrazione da cui è sempre uscita la classe dirigente del Paese • Nel 2016 propose una leva obbligatoria dai tre ai sei mesi. «Non si tratta di ripristinare il servizio militare, ma di una sua nuova versione civica e rivolta alla sicurezza» • Il 13 dicembre 2024 è stato nominato primo ministro di Francia dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron. «Eletto a 73 anni, 10 mesi e 27 giorni, il più anziano primo ministro della Quinta Repubblica» [Libération] • «La giornata era iniziata con una chiamata alle 5 della mattina durante la quale il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, annunciava a Bayrou che il prossimo primo ministro non sarebbe stato lui, dopo una settimana in cui era dato per favorito. Il leader centrista, furioso per la bocciatura, si è fatto ricevere all’Eliseo alle 8.30. Il tête-à-tête, durato quasi due ore, è stato duro. Il capo dello stato avrebbe proposto a Bayrou di essere il numero due del governo, con Roland Lescure, ex ministro dell’Industria, primo ministro. Il capo del MoDem avrebbe rifiutato, facendo una controproposta: l’ex capo di governo socialista Bernard Cazeneuve a Matignon. Alternativa rifiutata da Macron. Poi il coup de théâtre. Bayrou avrebbe minacciato di ritirare il suo partito dalla coalizione che sostiene il presidente. Dinanzi alla possibilità di un blocco istituzionale e di una rottura con il suo principale alleato, Macron è dunque tornato sui suoi passi, decidendo di nominarlo capo di governo. “Tenterò di essere al servizio di questa riconciliazione necessaria”, ha dichiarato ieri Bayrou durante il passaggio delle consegne con il suo predecessore, Michel Barnier, riconoscendo la “gravità della situazione”» [Zanon, Foglio] • «Bayrou non piace ai francesi. Secondo l’Ifop, solo il 34 per cento degli intervistati è soddisfatto. Dal 1959, nessun altro neo premier aveva ottenuto una percentuale così bassa» [De Remigis, Giornale] • Appena insediato dice: «Davanti a noi l’Himalaya del deficit» • «Alcuni lo chiamano già “Bayrousina”, e l’allusione alla battaglia della Beresina che fu fatale a Napoleone e alla sua armata, non è certo un complimento. François Bayrou ha cominciato male, con l’idea di andare a presiedere il consiglio comunale della sua Pau, la città nei Pirenei, invece di volare a Mayotte, l’arcipelago francese nell’Oceano indiano devastato dal ciclone Chido. È proseguita peggio, perché il neo premier ha insistito con l’idea di voler restare sindaco e primo ministro, liquidando quella che da qualche anno è una battaglia contro la “casta” di politici che sommano incarichi. E infine c’è stata la clamorosa gaffe davanti al parlamento quando Bayrou ha provato a dire che non poteva andare a Mayotte perché stava già partendo Emmanuel Macron. “Non è il caso che primo ministro e capo dello Stato siano nello stesso momento fuori dal territorio nazionale” ha spiegato, dimenticando per un attimo che Mayotte è francese, seppure a ottomila chilometri da Parigi» [Ginori, Rep].
Critiche Per Les Echos, è il simbolo di una politica che ha smesso di tentare • Per Repubblica, somiglia a Richard Gere • Per Le Monde, è figlio delle disillusioni e dell’insurrezione contro la classe politica • «Incarna la cultura del compromesso e dell’en même temps promossa dal presidente (Macron, ndc)» [Zanon, cit.] • Venne soprannominato dai suoi oppositori «Bayroute de sécours», la ruota di scorta • Mitterand qualche mese prima di morire «disse al fedelissimo Michel Charasse, “segua Bayrou, andrà lontano, ha forza interiore, lo si vede da come ha saputo correggere i suoi difetti di pronuncia”» [Pace, cit.] • Nel romanzo Sottomissione, uscito nel 2015, lo scrittore Michel Houellebecq si immaginava una Francia islamizzata dove Bayrou diventa primo ministro, nominato dall’immaginario presidente della Repubblica Mohammed Ben Abbes, primo presidente francese musulmano della storia. Si legge nel romanzo: «La cosa straordinaria di Bayrou, quella che lo rende insostituibile è che è perfettamente stupido, il suo progetto politico si è sempre limitato al personale desiderio di accedere con qualsiasi mezzo alla cosiddetta “carica suprema”: non ha mai avuto, e nemmeno finto di avere, la minima idea personale – cosa molto rara di questi tempi. Questo lo rende l’uomo politico ideale per incarnare la nozione di umanesimo, tanto più che si crede Enrico IV e si spaccia per grande pacificatore del dialogo interreligioso; tra l’altro gode di una certa popolarità nell’elettorato cattolico, che si sente rassicurato dalla sua idiozia. È esattamente quello di cui ha bisogno Ben Abbes, che innanzi tutto desidera incarnare un nuovo umanesimo, presentare l’islam come forma compiuta di un umanesimo inedito, unificatore, e che d’altronde è perfettamente sincero quando proclama il suo rispetto per le tre religioni del libro».
Curiosità A gennaio, mentre parlava all’Assemblea nazionale, è stato colpito da un «ictus amnesico», cioè transitorio e con l’effetto di far perdere momentaneamente la memoria. All’improvviso è rimasto in silenzio, è apparso confuso, e per giustificarsi ha detto: «Le mie carte sono un po’ disordinate… È perché sono un principiante». Un episodio simile gli era già capitato nel 2010, durante il programma tv Grand Journal su Canal+, quando rivedendo la registrazione di un suo discorso non lo aveva riconosciuto come proprio • Negli anni 90 rischiò la paralisi tuffandosi malamente in una piscina • Parla correntemente il bearnese, dialetto del territorio storicamente chiamato Béarn, sua terra d’origine «che diede i natali a Enrico IV [...] è un provinciale orgoglioso e ama ostentare come modello il re Borbone che mise fine alle guerre di religione. [...] “Se l’ho tanto amato, a distanza di quattro secoli è perché Enrico IV è riuscito a realizzare la riconciliazione del suo popolo, in un’epoca in cui la spinta a odiarsi continuava a essere fortissima”» [Foglio]. Nel 1994 pubblicò per Flammarion la biografia Henri IV, le roi libre. Fu un bestseller che vendette 300 mila copie: con i guadagni iniziò ad allevare cavalli da corsa • Ha pubblicato una dozzina di saggi • Nei suoi discorsi infila spesso dei proverbi • «Divide la sua settimana tra Parigi e Bordères. Nella capitale il presidente del MoDem vive in un appartamento “monastico” di due stanze (zeppo di libri e con le pareti bianche) nel VII arrondissement, si alza presto (“tra le 6 e le 7”, dice) e ama passeggiare lungo le rive del fiume. Poi si reca a piedi al suo ufficio, in rue de l’Université. Fa una colazione tardiva e “sostanziosa” (sic), composta da frutta, pane, tè e formaggio fresco senza grassi. Pranza raramente. Bayrou non è un uomo mondano. Spesso cena con la sua “tribù” (i suoi più stretti collaboratori) nei piccoli bistrot di quartiere, oppure da solo a casa, dove ingoia un pezzo di formaggio accompagnato da un buon Bordeaux. Appassionato di gialli [in francese si chiamano polars, ndc], ama girovagare per la libreria Contretemps in rue Cler» [Trévert, 2011, Le Point] • A Bordères abita in una casa che chiama la Maison blanche e «possiede anche un frutteto e degli alveari. Non va mai in vacanza all’estero» [ibid.] • Ama le penne all’arrabbiata, il whist (gioco di carte simile al bridge) e i treni. Odia scrivere a penna, gli orologi e gli oggetti decorativi [ibid.] • Nel 2012 il sito della società AlloCiné aveva chiesto a tutti i candidati alle presidenziali francesi di indicare i loro cinque film preferiti. Bayrou elencò: Patrizia (1940, film drammatico diretto da Marcel Pagnol), Tutti insieme appassionatamente (1965, «un buon esempio di unità nelle difficoltà»), In famiglia si spara (1963, un film franco-italo-tedesco che è un classico in Francia), Vogliamo vivere! (1942, satira del nazismo diretta da Ernst Lubitsch), Pretty Woman (1990, scelto «per Julia Roberts», ha specificato) [Post].
Religione «Fin dall’età di 5 anni, amava attraversare i campi alle 7.30 del mattino per servire la messa insieme agli altri chierichetti. All’inizio del 1969, rivolge queste parole a Jean Biès, il suo insegnante di francese: “Mi accorgo che Dio occupa un posto sempre più importante nella mia vita”. François Bayrou ha solo 17 anni, ma è già nostalgico e sente la mancanza della messa in latino. “Cominciai ad assistere alla messa in francese, con la speranza crescente che il francese diventi sacro”. Firmava le sue lettere con “In Christo”» [Chemin, cit.] • Cattolico praticante, come sua moglie. Ogni 15 di agosto, giorno dell’Assunzione, con la sua famiglia va a piedi da Bordères al santuario di Lourdes, a pochi chilometri • «Cito sempre un teologo del Secondo secolo, Ireneo di Lione, che nelle sue opere combatté lo gnosticismo: gnosticismo deriva da gnosis, che vuole dire conoscenza. Ecco lo gnosticismo “porta la menzogna nel suo nome”, diceva sant’Ireneo, esattamente come il populismo» [Peduzzi, Foglio] • Ma criticò le bandiere francesi a mezz’asta per la morte di papa Giovanni Paolo II e la visita di papa Benedetto XVI all’Eliseo • «È convinto di essere stato toccato dal dito di Dio e di essere destinato a diventare presidente», ha scritto nelle sue memorie Simone Veil, direttrice della campagna elettorale di Bayrou per le elezioni europee del 1989 • «Non parla mai di “coincidenze” o di “fortuna”, ma di “Provvidenza”. “Non credo nel caso, invece credo fermamente che ci siano delle forze misteriose, anche se non risolvono i problemi al posto nostro”» [Chemin, cit.].
Amori È sposato con Élisabeth Perlant, detta Babeth, da quando aveva 20 anni. «Babeth stava andando al ristorante dell’università. L’ho vista e voilà» [FranceSoir]. «Ciò che ricordo innanzitutto sono le sue gambe, dritte, bellissime, con delle giunture delicate. Poi il suo volto. Mi sono detto: questa ragazza è per me» [nel libro Bayrou l’obstiné]. Si sono sposati dopo cinque mesi di relazione • Hanno sei figli (in ordine di nascita: Hélène, Marie, Dominique, Calixte – come il padre di François –, Agnès, André) e 21 nipoti • In un video girato a Strasburgo durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2002 si vede Bayrou dare uno schiaffo a un bambino di 11 anni, che sembrava gli volesse rubare qualcosa dalle tasche. Si giustificò dicendo di aver agito come un «severo padre di famiglia» • Ad aprile in Francia è uscito il libro Le silence de Bétharram, dove sua figlia Hélène Perlant, 53 anni, racconta che da bambina, quando frequentava la scuola cattolica di Bétharram sui Pirenei, è stata vittima di abusi (e con lei altre centinaia di studenti). Bayrou ha commentato così la rivelazione: «È una pugnalata al cuore». Ma, visto che per diversi anni è stato ministro dell’Istruzione, è stato accusato di essere stato informato di quel che succedeva nella scuola. Secondo «un ex gendarme […] Bayrou è intervenuto in un’indagine sullo stupro avvenuto nella scuola nel 1998. Il 21 febbraio è stata presentata una denuncia contro il premier per omessa denuncia» [Montefiori, Cds]. È stato interrogato il 14 maggio, ed ha ribadito di non essere mai stato informato di nulla.