6 giugno 2025
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Biografia di William John Neeson
William John Neeson, detto Liam, nato a Ballymena, County Antrim, nell’Irlanda del Nord il 7 giugno 1952 (73 anni). Attore britannico. Insignito 2000 dalla regina Elisabetta dell’onorificenza cavalleresca Ordine dell’Impero Britannico (in inglese The Most Excellent Order of the British Empire, abbreviato in Obe). Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla 53ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per la sua interpretazione in Michael Collins, candidato all’Oscar al miglior attore nel 1994 per la sua interpretazione di Oskar Schindler in Schindler’s List - La lista di Schindler di Steven Spielberg, tre candidature ai Golden Globe, una ai Premi Bafta, due ai Tony Award. È in Star wars episode I (George Lucas). Ha all’attivo più di cento titoli. È grande tifoso del Liverpool.
Titoli di testa «Liam Neeson, un duro con la maschera del pugile, coraggioso, determinato, capace di atti di eroismo» [Salemme a Caprara, Sta, 6-11-2006].
Vita «L’infanzia povera nella cittadina protestante di Ballymena – cinquanta chilometri da Belfast, madre cuoca e padre bidello in una scuola cattolica –, la lunga gavetta, hanno regalato all’attore un’umiltà sostanziale. Come Harrison Ford e Sean Connery, Neeson ha conosciuto il lavoro duro: è stato camionista e operaio alla Guinness. Il primo sogno di gloria è stato quello sul ring: c’è salito a nove anni, militando nel club parrocchiale. Naso rotto a quindici, ma il ragazzo picchiava duro e incassava bene. Durante un incontro, ne prende così tante che non sente il rumore del gong: “Mi portò via mio padre dicendomi “non hai abbastanza cattiveria per diventare un campione, ti manca l’istinto omicida”» [Finos, Rep] • Ha tre sorelle • All’età di nove anni prende lezioni di boxe all’All Saints Youth Club ma dopo aver vinto diversi titoli regionali, all’età di 17 anni decide di ritirarsi • «Dopo aver lasciato il pugilato e prima di imboccare la strada del palcoscenico, Liam Neeson aveva insegnato per un periodo in una scuola, attività poi abbandonata per la difficoltà di «gestire queste ragazzine quattordicenni che flirtavano impunemente solo per avere un buon voto» [Finos, cit.] • Studente in fisica e informatica alla Queen’s University Belfast, simbolo delle arti nell’Irlanda del Nord, abbandona gli studi per lavorare • L’amore per la Guinness? «Sono sei anni che ho smesso di bere. Avevo cominciato a 21. Da bambino ero solito accompagnare mio nonno ai funerali. Camminavamo per ore per andare al funerale di qualche povero cristo amico suo e poi sulla via del ritorno ci fermavamo al pub. Mio nonno si sedeva e ordinava Guinness. A me dava un sacchetto di patatine. Poi lui iniziava a parlare con il barman e aspettava che la schiuma si posasse. Quando nel bicchiere era tutto fermo e calmo, allora beveva. Ricordo ancora l’espressione di contentezza sul suo viso. E io pensavo: “Quando sarò grande, lo farò anche io”» [Siri, Sta] • A distanza di 40 anni, nel 2009 durante una cerimonia a New York, il rettore professor Peter Gregson gli conferisce la laurea honoris causa «per il suo straordinario contributo e servizio alle arti». L’attore ha commentato che «finalmente» potrà dire alla madre di essersi laureato • Dice di aver avuto il primo lavoro al Lyric Players Theatre di Belfast per il suo metro e novantatré di altezza: «Ricordo che da giovanissimo facevo teatro amatoriale. Un giorno chiamai il Lyric Players Theatre di Belfast per chiedere di fare un’audizione. Ebbi un colpo di fortuna: rispose al telefono Mary O’Malley, che aveva co-fondato il Lyric e ne era ancora proprietaria. Le dissi che amavo recitare, che volevo diventare un professionista. Ci fu una pausa di silenzio. Poi mi chiese: [imita l’accento di Belfast, ndr] “Quanto sei alto?” Un metro e novantatré, ho risposto. “Puoi essere qui giovedì prossimo?”. Presi un giorno libero per raggiungere Belfast, che era a quarantotto chilometri da casa. Feci l’audizione davanti a Mary, ma non penso di aver brillato. Mi fece scendere nell’auditorium, e iniziò a dirmi che diventare un attore era duro. Più parlava più pensavo: Cazzo, mi sta offrendo un lavoro! E alla fine lo ha fatto davvero. Perché ero alto!» [Bizzotto, Players] • Dopo aver debuttato al cinema nel 1978, interpretando un piccolo ruolo in Pilgrim’s Progress, nei primi anni Ottanta iniziò a recitare in film di successo come Excalibur (1981), Il Bounty (1984), Mission (1986), Suspect - Presunto colpevole (1987), e in un episodio della serie Miami Vice nel 1986. Nel 1990 ottiene il suo primo ruolo da protagonista in Darkman di Sam Raimi, ma arriva alla fama tre anni dopo, quando viene scelto dal regista Steven Spielberg per interpretare il ruolo di Oskar Schindler nel film Schindler’s List - La lista di Schindler. La sua interpretazione in Schindler’s List gli fece guadagnare grandi consensi e una candidatura al premio Oscar al miglior attore nel 1994, ma il riconoscimento fu assegnato a Tom Hanks per Philadelphia. Per Neeson seguiranno candidature per Rob Roy (1995) e Michael Collins (1996) • Nel 1999 viene scelto da George Lucas per interpretare il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn in Star Wars. Nel 2004 interpreta lo scienziato Alfred Kinsey, passato alla storia come il Doctor Sex (“L’unico atto sessuale contro natura è quello che non riesci a compiere”) in Kinsey. • Nel film-biografia dal titolo Kinsey, sottotitolo Parliamo di sesso, diretto da Bill Condon, lo scienziato è interpretato da Liam Neeson: «Grazie a Kinsey possiamo parlare di sesso» dice Neeson. «Possiamo usare parole come masturbazione, possiamo dire pene e vagina senza che nessuno si scandalizzi». Lo zoologo che portò rivoluzione e scandalo nell’America perbenista degli anni Quaranta sta però scatenando reazioni identiche nell’America del 2004, dove la destra cristiana ha scatenato una feroce crociata contro il film • L’attore commenta così: «L’America ha una personalità schizofrenica. Da un lato è il paese dove si produce la maggior parte della pornografia mondiale e dall’altra è il posto dove un film che racconta l’esperienza di uno scienziato viene contestato. Da un lato c’è il successo di Sex and the City e Queer Eye for the Straight Guy e dall’altro fa scandalo la tetta di Janet Jackson o una coppia omosessuale che si sposa a San Francisco» [a Francesca Gentile, Unità, 2004] • Altri ruoli famosi, ma non da protagonista, comprendono i doppiaggi del saggio leone Aslan nel ciclo di film Le cronache di Narnia e del mostro in Sette minuti dopo la mezzanotte (2016), il dottor Jerome Lovell in Nell (1994), Padre Vallon in Gangs of New York (2002), Goffredo di Ibelin ne Le crociate - Kingdom of Heaven (2005), il villain Henri Ducard/Ra’s al Ghul in Batman Begins (2005) e Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012), Zeus in Scontro tra titani (2010) e La furia dei titani (2012). Nel 2005 firmò per interpretare il presidente Abraham Lincoln nell’omonimo film di Steven Spielberg; in seguito, in accordo col regista e la produzione, rinunciò alla parte poiché troppo vecchio per il ruolo che andò poi a Daniel Day-Lewis. Nel 2006, affianca Pierce Brosnan nel film Caccia spietata, ambientato durante la guerra di secessione americana. Ha prestato la propria voce nella serie animata I Simpson e a un personaggio del videogioco Fallout 3. A partire dal 2008, anno in cui interpreta il ruolo di Bryan Mills in Io vi troverò, che riprenderà anche nei sequel di Taken, la sua carriera vira prettamente verso il genere thriller d’azione con titoli quali Unknown - Senza identità, The Grey (entrambi del 2011) e i successivi La preda perfetta, Run all night Una notte per sopravvivere, L’uomo sul treno e molti altri, come la commedia Un milione di modi per morire nel West (2014) • In Run all night Neeson ha collaborato alla sceneggiatura. « […] Stavolta è il padre che spiana la verità al figlio, ex pugile che addestra i ragazzini. Nel thriller adrenalinico l’irlandese interpreta un ex sicario della mala di New York diviso tra la lealtà al boss fraterno (Ed Harris) e l’amore per un figlio che gli è estraneo, ma che rischia la vita. «È una storia di paternità che mi ha coinvolto nel profondo: anch’io ho figli di vent’anni che si ritrovano a scegliere quale percorso della vita intraprendere. Le sceneggiature ambientate a New York le leggo con un interesse aggiunto: è bello poter tornare la sera dai miei ragazzi» • «Dopo che la serie di Taken, trilogia a basso costo su un ex agente in cerca di una eclatante vendetta, ha fatto il pieno di incassi nel mondo, si è creato un vero e proprio sottogenere che Hollywood ha battezzato geriaction, il film d’azione geriatrica. La schiera di picchiatori attempati annovera ormai attori come Kevin Costner, Pierce Brosnan, Keanu Reeves e perfino Sean Penn. In quest’ultimo Run all night Una notte per sopravvivere, Liam salta dai tetti, lotta tra le fiamme, combatte a mani nude, spara e soprattutto, come suggerisce il titolo, corre. “Incredibili le prodezze che esibisco, vero? Diciamo che siamo al limite dell’autoironia. L’ho pensato spesso, mentre giravo […] Mi diverto ancora a combattere come quand’ero ragazzino. Anche se, a sessantadue anni, non so quanto potrò farlo ancora”» [Finos, cit] • «Al contrario di Washington, Liam Neeson è arrivato all’azione solo nel 2009 con Taken, dopo anni di teatro shakespeariano e dopo avere raggiunto la popolarità passati i quaranta, come il protagonista di Schindler’s List. E non si è più fermato» [Soria, Espresso, 2012] • «Nel film di Spielberg è proprio Schindler (con il volto dell’attore Liam Neeson) che la scorge (la bimba con il cappotto rosso, ndr), e il rosso segnala – nelle intenzioni del regista – il modo indelebile in cui quella piccola adorabile vittima innocente resta impressa in mente al suo eroico protagonista. Quando la rivede, di nuovo con addosso il pastrano rosso, è su una carriola che trasporta un carico di cadaveri: ed è quello il momento in cui Schindler decide di non restare più passivo di fronte alla tragedia che si consuma davanti ai suoi occhi» [Franceschini. Rep 2013] • Secondo Imdb, la più importante piattaforma cinematografica online (nata dai fan e oggi di proprietà di Amazon) che raccoglie ogni giorno i giudizi di milioni di utenti, Schindler’s List è tra i 10 titoli più votati dal pubblico • In un ruolo drammatico e più impegnato per Third Person (2013) il regista Haggis racconta: «Nella terza storia, quella che si svolge a Parigi c’è un uomo incapace di stare a contatto con le proprie emozioni. Uno scrittore, interpretato da Liam Neeson, che si sta nascondendo in un albergo per cercare di finire il suo libro. Lo raggiunge la sua giovane amante, Olivia Wilde, anche lei scrittrice al suo debutto. Michael tiene appunto un diario, nel quale chiama sé stesso “lui”, e la sua amante “lei”. È questa la terza persona che dà il titolo al film» [Stancanelli, Rep 2012] • Con Silence (2016) torna a lavorare diretto da Martin Scorsese • «[…] È in partenza per un set lontano, quello giapponese di Silence, a firma Martin Scorsese. Nel film tratto dal romanzo di Shusaku Endu e ambientato nel Giappone del 1600, Neeson interpreta l’indomito gesuita padre Cristobao Ferreira: “Un uomo impegnato in un conflitto spirituale profondo. Avevo voglia di smettere di menar le mani, almeno per un po’. E sono anche contento di lavorare ancora con Martin”» [Finos, cit.] • Segue Gangs of New York, che fu girato a Cinecittà: «Le riprese agli studios romani sono stati i giorni più belli della mia vita di cinefilo. Adoravo andare in giro fin dal mattino presto per quei vialetti. Consideravo un privilegio visitare quei set e pensare che Marcello Mastroianni e Federico Fellini avevano attraversato tante volte quei cancelli, proprio come stavo facendo io. […] Mi sono molto emozionato due anni fa, quando sono tornato a girare in Italia Third Person di Paul Haggis e ho scoperto con stupore e meraviglia che le scenografie di Gangs of New York erano ancora lì. Mi ci sono ritrovato di fronte ed è stato amarcord» [a Finos, Rep 2015] • Nel 2016, in Sette minuti dopo mezzanotte, diventa la voce profonda di una creatura gigantesca fatta di rami, foglie e radici: un albero secolare che si è improvvisamente animato davanti alla finestra del giovane protagonista, cui narra tre emblematiche storie • Seguono The Silent Man e Made in Italy - Una casa per ritrovarsi (2020), Men in Black: International (2019) • «L’attore Liam Neeson ha detto all’Independent che trent’anni fa si mise per una settimana in giro con una mazza per ammazzare un nero qualunque, dato che proprio un nero aveva violentato “una sua amica molto cara”. La prima di gala del suo ultimo film, Un uomo tranquillo, in programma ieri sera a New York, è stata subito sospesa. Il film segue la trama del nostro vecchio Un borghese piccolo piccolo (da Cerami, con Alberto Sordi): un padre invaso da una rabbia primordiale dopo che gli hanno ammazzato il figlio» [Anteprima] • «Non sono razzista». Liam Neeson lo dice quasi a togliersi un peso. Una settimana fa, alla giornalista dell’Independent Clemence Michallon aveva detto che c’è stato un tempo in cui si era trovato con la voglia di uccidere un uomo di colore, uno a caso, per vendetta • «Mi è stato chiesto come mi sono immedesimato nel personaggio. E io ho raccontato questa storia: 40 anni fa una cara amica fu stuprata da un nero. Ho provato un desiderio di vendetta primario, animale. Per giorni sono andato nel quartiere nero di Dublino sperando che qualcuno attaccasse briga con me in modo da poter sfogare la mia violenza. Era sbagliato allora e lo è adesso, lo so. È orribile. Me ne resi conto io stesso dopo poco. Parlai con un prete, andai in terapia, mi aiutò camminare per due ore al giorno da solo. Non sono razzista. Se lo stupratore fosse stato bianco avrei reagito allo stesso modo, non che questo mi giustifichi, lo so». Qual è l’insegnamento in tutta questa storia? «Che bisogna parlare, aprirsi, raschiare la patina del politicamente corretto per affrontare temi scomodi. E che la vendetta genera solo vendetta, l’intolleranza genera intolleranza. Quando giravo Schindler’s List, più di 25 anni fa, ricordo i commenti antisemiti, ricordo le svastiche sui muri nel percorso dall’albergo al set. L’intolleranza va combattuta tutta, sempre». […] La vendetta può essere un tema leggero? «Bisogna sorridere della tragedia umana. L’unica cosa su cui non riesco a ridere è Trump. Voler ferire qualcuno che ha ferito la tua famiglia è una spinta primaria, ma la vendetta non genera vincitori. Sono cresciuto nell’Irlanda del Nord, durante gli anni più turbolenti quindi è un tema per me familiare» [Siri, Sta 2019] • Ora a 70 anni, compiuti lo scorso giugno, Liam Neeson è nelle sale con un nuovo ruolo da killer in Memory di Martin Campbell con Guy Pearce e Monica Bellucci. […]. Lei interpreta un killer al suo ultimo incarico che deve fare i conti con i primi segnali di demenza senile. «Alex Lewis è uno dei personaggi più complessi che abbia mai interpretato. È un assassino, si guadagna da vivere uccidendo la gente. È stanco, ha perso la voglia di vivere, capisce di essere malato». Ha iniziato con i film d’azione a 50 anni, un’età in cui altri smettono. Che effetto le fa? «Ai miei agenti quando mi girano alcuni copioni domando: ma lo sanno quanti anni ho? Sono fortunato, ne sono consapevole. Ho compiuto 70 anni in giugno, questo film l’ho girato che ne avevo 69, non posso fare finta di averne 35 ma neanche 45 o 50. Se vuoi recitare, indipendentemente dal tipo di film, devi tenerti in forma, dormire, prenderti cura di te. Sono le armi del mestiere». […] E ricerche sulla demenza? «Ne ho fatte, ma la cosa che mi è servita di più è il fatto di avere un caro amico in Irlanda che soffre dei primi segni di Alzheimer». Come vive il tempo che passa? «Non mi preoccupo di invecchiare. So bene che non posso lamentarmi». […] Ha finito di girare il film su Marlowe di Neil Jordan dove recita con Diane Kruger e Jessica Lange. Cosa ci può anticipare? «Abbiamo finito di girare l’inverno scorso a Barcellona, posso dire che Neil ha fatto un gran lavoro, non ha cercato di emulare le versioni precedenti. E sono imbarazzato a dire, che per quanto sia un lettore di gialli, grande fan di scrittori formidabili (come Jo Nesbø e Henning Mankell) non avevo mai letto Raymond Chandler. Ma ora non vorrei smettere di leggerlo» [Stefania Ulivi, Cds 2022] • Si schiera per far uscire dal cono d’ombra Kevin Spacey (inserito nella lista nera dell’industria cinematografica e teatrale dal 2017, nonostante sia stato scagionato dai tribunali del Regno Unito e degli Stati Uniti dalle accuse di violenza sessuale, ndr): «A Kevin Spacey deve essere permesso di riprendere la sua carriera di attore a Hollywood dopo essere stato ingiustamente cancellato per sette anni». In una serie di dichiarazioni al Telegraph, sostiene che è arrivato il momento di mettere un punto alla caccia alle streghe» [nel 2024] • Ultimi film: L’ultima vendetta, ambientato nella “sua” Irlanda negli anni ‘70 e diretto da Robert Lorenz (2024) e Una pallottola spuntata reboot della celebre serie parodistica e sarà nelle sale il 6 agosto 2025.
Amori Durante le riprese del film Excalibur conosce Helen Mirren e vivono insieme per quasi cinque anni, dal 1980 al 1985. A inizio 1990 ebbe una breve love-story con Brook Schield: «L’attrice di Susan ha detto che Neeson “era avido di attenzioni femminili” e, dopo averle fatto la proposta di matrimonio (senza anello), è sparito» [People.com] • Ha collezionato fidanzate very important in serie. Dopo Mirren e Shield, Julia Roberts, che ha aiutato a far carriera e che lo ha lasciato mentre spiccava il volo con Pretty Woman. La donna della sua vita è arrivata dopo. Natasha Richardson: bella, colta, intellettuale. Figlia di Vanessa Redgrave e membro della potente dinastia di attori e cineasti. Vincendone le resistenze, portò Neeson sul palco di Broadway nel ruolo del marinaio Mat Burke in Anna Christie. Fu un grande successo e ad applaudire tra gli spettatori in platea, era il 1992, c’era Steven Spielberg. Neeson aveva fatto qualche mese prima un’audizione per un film sull’olocausto. Ma fu quella performance sul palco che convinse Spielberg ad affidargli il ruolo di Oskar Schindler. Arrivarono il matrimonio, i due figli e una felice monogamia. Che comunque è nel Dna cattolico del regista, cresciuto in una cittadina ad alta intensità protestante» [Finos, Rep] • I due si sposano il 3 luglio 1994, il primogenito Micheál nasce nel 1995 e Daniel nel 1996. Nel ’98 Natasha Richardson ha vinto la causa intentata contro un giornale che aveva dato per finito il suo matrimonio con Liam Neeson. Scelsero di vivere lontano dalla mondanità, trasferendosi a Millbrook, nello Stato di New York, per offrire ai loro bambini un’infanzia serena, lontana dalla frenesia di Hollywood. Il 18 marzo 2009, la moglie muore per il trauma cranico e come irreversibile riportato in seguito a una caduta in una stazione sciistica del Québec, a Mont-Tremblant. • «Natasha non è caduta su una pista nera, durante una discesa spericolata, ma su un campetto da bambini dove stava prendendo lezioni di sci con un istruttore, e per questo non portava il casco. Dopo un’ora aveva accusato una forte emicrania ed era stata portata in un ospedale locale, e poi al Sacré- Cœur di Montréal» [Crespi, Unità 2009] • Liam Neeson, si trovava a Toronto, volò immediatamente da lei e decise di portarla in aereo privato a New York, all’ospedale Lennox Hill, per permettere ai loro figli e ai familiari di salutarla un’ultima volta. I medici non lasciarono speranze: Natasha era in morte cerebrale. In un’intervista rilasciata a Anderson Coopernel il 24 febbraio 2014, nel programma 60 Minutes, Liam ricordò quel momento straziante: «Mi dissero che non c’era più attività cerebrale. Quando vidi la Tac, fu uno shock. Era attaccata alle macchine. Entrai nella stanza e le dissi che la amavo. Le dissi: “Tesoro, non ce la farai. Hai battuto la testa. Non so se riesci a sentirmi, ma questa è la verità. Ti porto a casa, a New York, così i tuoi cari potranno salutarti» • L’attore poi scriverà queste parole: «Dicono che la cosa più difficile al mondo sia perdere qualcuno che ami. Qualcuno con cui sei cresciuto e che hai visto crescere ogni giorno. Qualcuno che ti ha insegnato ad amare. È la cosa peggiore che possa mai capitare a chiunque. Mia moglie è morta inaspettatamente. Mi ha portato tanta gioia. Era tutto per me. Quei 16 anni da suo marito mi hanno insegnato ad amare incondizionatamente. Dobbiamo fermarci e essere grati per i nostri partner. Quello che ho veramente imparato più di tutto è vivere e amare ogni giorno come se fosse l’ultimo. Perché, un giorno, lo sarà. Prendete rischi e vivete la vita. Dite ogni giorno alle persone che amate, che le amate» • Disperato, Neeson precipita in una spirale di alcool e droghe. Solo nel 2013 inizia il recupero dal suo problema di dipendenza. A proposito di quel periodo, tempo dopo ricorderà: «Ero solo e bevevo troppo, ho iniziato quando Natasha è morta» [Cds nel 2022] • A distanza di undici anni dalla morte della moglie, Liam Neeson, dopo tanti ruoli d’azione, torna protagonista di un film che mescola commedia ed elementi tragici: è Made in Italy, ambientato tra i borghi della Val d’Orcia e interpretato con il figlio Micheál • «Il ruolo è quello non casuale di un artista vedovo che affronta un viaggio verso un incantevole borgo toscano in compagnia del figlio, per restaurare una villa lasciata in eredità dalla moglie. Accanto a Neeson, nei panni del figlio, proprio il ragazzino di allora, Micheál, che dopo la tragedia ha deciso di portare il cognome della madre, quello di una celebre e folta dinastia di artisti (i nonni materni sono Vanessa Redgrave e il regista Tony Richardson). Da allora Neeson ha confessato di non aver passato un giorno, al netto delle trasferte sui set e della pandemia, senza recarsi sulla tomba della moglie, per parlarle dei figli, per interrogarla sulle grandi domande dell’esistenza: “Non che lei risponda”. Non stupisce dunque che ora la star irlandese si ritrovi ad ammettere che, soprattutto nelle scene che ha condiviso col figlio Micheál, “non si è trattato davvero di recitare”» […] Era questa la strada che si augurava per lui? “No, quando mi ha detto che voleva fare l’attore, la mia reazione istintiva è stata negativa. Tra Gran Bretagna, Irlanda e America, per parlare di Paesi che conosco, il 65 per cento degli attori è disoccupato. Devi confrontarti di continuo con il trauma del rifiuto. Ho un sacco di amici, a cominciare da Meryl Streep, che ci hanno fatto i conti a lungo: le loro storie le farebbero venire i capelli ricci. Volevo risparmiargli queste umiliazioni, ma ha insistito e quindi gli ho dato il benvenuto nel club”» [Ilaria Solari, Elle 2021] • Nonostante avesse dichiarato di aver chiuso con le relazioni sentimentali, Liam Neeson, 72 anni, ha rivelato un’affettuosa ammirazione per la sua co-protagonista di Una Pallottola Spuntata, Pamela Anderson» [Erriu, Movieplayer 2024] • Per Liam Neeson, 72 anni, «le relazioni sono acqua passata. Non mi interessano più». Ha frequentato Freya St. Johnston, una donna «incredibilmente famosa» di cui non ha voluto rivelare il nome e una donna australiana «che però era già impegnata». Oggi l’attore vuole solo dormire e leggere gialli [Vanity, 25-10-2024].
Titoli di coda «Credo che recitare faccia rimanere giovani. Usiamo la nostra immaginazione come ragazzini… il nostro lavoro è fingere, del resto”» [Alessandro Bizzotto, Players nel 2023].