7 giugno 2025
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Biografia di Kanye West
Kanye West, (nato Kanye Omari West; dal 18 ottobre 2021 ufficialmente «Ye»), nato ad Atlanta (Georgia, Stati Uniti) l’8 giugno 1977 (48 anni). Cantante. Produttore discografico. Imprenditore. Vincitore di 24 premi Grammy. Oltre 160 milioni di dischi venduti. «Siete mai finiti in manette e in manicomio perché il vostro cervello è troppo grande per il cranio?» • «È cresciuto a South Shore, un quartiere della classe media di Chicago: “E sono sempre stato nella mia isola”. I suoi genitori hanno divorziato quando aveva 3 anni e lui è cresciuto passando l’anno scolastico con sua madre Donda (preside della facoltà di Inglese della Chicago State University) e le estati con suo padre Ray, ex membro delle Pantere nere, fotografo e professore di Sociologia al College of Southern Maryland. Ray ricorda quando una banda di ragazzini ha provato a rubare la bici di Kanye: “Lui non mollava il manubrio, loro gli hanno bucato le ruote con un coltello. Avrà avuto 8-9 anni”. Al liceo viene preso in giro perché ha i denti enormi e porta l’apparecchio» (Lola Ogunnaike). «Prima di mettersi a fare la “momager” a tempo pieno, Donda insegnava inglese all’università. Quando Kanye aveva 10 anni la invitarono in Cina come Fullbright Scholar. Ci andarono insieme, mamma e figlio: per un periodo Kanye frequentò le scuole a Nanchino. Era l’unico straniero in tutta la classe ma, a sentir lei, si ambientò molto velocemente e imparò a parlare cinese prestissimo» (Clara Mazzoleni). «Dopo un anno in Cina con la madre, […] “lo chiamavano tutti China Boy”, racconta Ray. Kanye però si mostra sempre molto sicuro di sé. “Credo che abbia preso da me”. […] A 19 anni, per la disperazione dei suoi genitori, West molla gli studi e inizia ad assillare tutti i produttori che conosce per farsi insegnare i trucchi del mestiere» (Ogunnaike). «Il contesto borghese in cui cresce, gli ottimi voti scolastici e la frequentazione dell’American Academy of Art e della Chicago State University si inseriscono in un pedigree che lo rende diverso dagli altri musicisti dell’ambiente hip hop. Presentandosi la prima volta di Gucci vestito, Kanye non sembra avere i panni giusti (in tutti i sensi) per entrare nella Roc-A-Fella Records di Dame Dash e Jigga. Tanto che le parole di allora di Jay-Z nella cover story del 2005 di Time risuonano ancora: “Noi proveniamo dalla strada e abbiamo fatto qualsiasi cosa per affermarci. Poi c’è Kanye, che per quanto ne so non ha mai fatto lo spacciatore in vita sua. Non so come possa funzionare come rapper”. Però Kanye ce la fa: nel 2002 firma con Dame Dash e inizia a produrre anche per Jay-Z, ormai suo amico da un pezzo, curando la parte strumentale dell’album The Blueprint» (Valentina Digiuni). «Si è fatto strada come uno dei produttori più originali e richiesti d’America. Producendo gli album milionari di star come Jay-Z, Cam’ron, Beanie Sigel e Alicia Keys, è diventato ricco e famoso. Ma un terribile incidente d’auto lo trascina in ospedale con la mascella a pezzi. Quando torna in circolazione, comunica subito agli increduli soci della sua etichetta Roc-A-Fella: “Voglio diventare rapper!”» (Giacomo Pellicciotti). «Vorrebbe […] fare un disco suo, ma Jay-Z e il suo socio Damon Dash non sono convinti. Per non farlo firmare con un’etichetta rivale, lo mettono sotto contratto con la loro Roc-A-Fella. “Abbiamo pensato che, anche se le cose fossero andate male, avremmo avuto qualche beat buono”, dice Jay-Z. Le cose cambiano quando The College Dropout, 72 minuti in cui Kanye elenca tutte le sue nevrosi, debutta ai primi posti in classifica in Usa. […] Era dai tempi di Tupac Shakur che non si vedeva un rapper così interessante, sfacciato e irresistibile» (Ogunnaike). «Nel 2004 esce The College Dropout ed è subito chiaro che l’abito non fa il rapper: l’album si certifica triplo platino, riceve dieci nomination ai Grammy (vincendone uno per il miglior album rap), entra nella Billboard 200 e nella lista dei migliori album di sempre. Kanye è ufficialmente “qualcosa di più di quello che fa i beat a Jay-Z”, e anche qualcosa di diverso da quello che c’è in circolazione dentro e fuori dalla Roc-A-Fella» (Digiuni). «Ma il secondo, Late Registration, è ancora più forte e travolgente, con sfoggi da smaliziato orchestratore che sa ripescare con naturalezza pizzichi di Ray Charles, Shirley Bassey, Rodgers & Hart e Otis Redding e farne qualcosa di nuovo. Altro che rap rozzo e cafone» (Pellicciotti). «Graduation è il terzo capitolo, che arriva nel 2007 e supera le vendite di Curtis di 50 Cent. È però 808s & Heartbreak, nel 2008, la svolta decisiva nella sua discografia: la critica si divide, le vendite s’impennano, lo stile segnerà le future produzioni di Drake e The Weeknd. […] Nel 2010 è il turno di My Beautiful Dark Twisted Fantasy, che esce dopo un anno di riflessioni (e registrazioni) a Honolulu, nelle Hawaii, e avviene la consacrazione. L’album è acclamato dal pubblico (oltre un milione e mezzo di copie vendute), ma soprattutto dalla critica, che ne elogia non solo la produzione musicale, ma anche la scrittura dei testi e le tematiche affrontate (l’eccesso, la celebrità, l’insicurezza, per dirne qualcuna), fino a fargli vincere un Grammy per il miglior album rap dell’anno, nonché il titolo di miglior album del decennio secondo Pitchfork. […] I successivi Watch the Throne (2011) e Yeezus (2013) ricevono, sì, buone critiche, ma non risultano all’altezza del capolavoro che aveva fatto dire a chiunque una cosa soltanto: chapeau. […] La relazione di Kanye con la vita spirituale potrebbe sembrare facile, ma è forse più controversa di quella con l’ex moglie Kim Kardashian. Nel 2004 è in cima alle classifiche con The College Dropout e le tracce sono tutte un successo, ma Jesus Walks vince un Grammy per la migliore canzone rap e si certifica doppio platino, il che non è male per uno che (proprio lì) rappava “Dicono che puoi rappare su qualsiasi cosa tranne che su Gesù”. È con The Life of Pablo, nel 2016, che la spinta verso la religione si fa più intensa, con il titolo che richiama l’apostolo Paolo e i cori nobilitati dalle mega-star del gospel contemporaneo: Kirk Franklin e Chance the Rapper. Nel 2019 Kanye avvia il progetto Sunday Service Choir, con l’esecuzione (su invito) di alcuni suoi pezzi rielaborati in chiave gospel e cristiana, arrivando a portare lo spettacolo al Coachella. Kanye sembra vivere una nuova conversione religiosa, testimoniata anche dall’uscita del nono album, Jesus Is King, che però fa storcere il naso ai credenti, convinti sia solo un mezzo per ottenere più favore nella corsa alle presidenziali [v. infra – ndr]. Nel 2021 è la volta di Donda, […] che porta a una sola conclusione: quei cori gospel non solo non rafforzano il senso di unità della comunità, ma rendono ben più che evidente che Kanye West è sul pulpito. Sì, ma ormai da solo» (Digiuni). A Donda seguì l’anno successivo Donda 2, anch’esso dedicato alla madre. Ancora da definirsi la data d’uscita del nuovo album, Cuck • «Dopo la richiesta del 14 agosto 2021, dal 18 ottobre scorso [2021 – ndr] Kanye West non si chiama più Kanye West, bensì Ye. […] Un giudice di Los Angeles ha messo fine alla storia. Il motivo che sta dietro questa scelta è che Ye è la parola più ricorrente nella Bibbia, nonché il soprannome di Kanye da sempre» (Digiuni) • Grande appassionato di moda, nel 2013 ha fondato il proprio marchio, Yeezy, che in passato ha collaborato con società del calibro di Adidas e Gap • Quattro figli (North, Saint, Chicago e Psalm, gli ultimi due dei quali avuti mediante maternità surrogata) dal turbolento matrimonio (2014-2022) con Kim Kardashian (n. 1980), popolare personaggio televisivo statunitense. In seguito al divorzio, dopo una breve relazione con l’attrice e modella italiana Julia Fox (n. 1990), è legato sentimentalmente all’architetto australiano Bianca Censori (n. 1995) • Protagonista di una lunghissima serie di controversie, tanto per alcune sue prese di posizione – su tutte la sua dichiarata simpatia per Adolf Hitler e il suo aperto antisemitismo, ma anche un atteggiamento altalenante nei confronti della comunità afroamericana, talora sostenuta talaltra irrisa – quanto per certe bravate, da ultimo spesso compiute insieme alla Censori, con la quale nell’agosto 2023 fu avvistato in atteggiamenti osceni su un motoscafo a Venezia, e che nel febbraio 2025 accompagnò sulla passerella della cerimonia di consegna dei premi Grammy, a Los Angeles, dove la donna si mostrò completamente nuda, avvolta solo in un miniabito trasparente • Nel 2024 è stato accusato di molestie sessuali, violazione del contratto di lavoro e licenziamento illegittimo da un’ex assistente e di aggressione sessuale e strangolamento da un’ex modella che aveva preso parte a un suo video musicale • Ha dichiarato di avere una «dipendenza totale dalla pornografia» • Affetto da disturbo bipolare della personalità (al quale i commentatori più comprensivi riconducono i suoi eccessi), diagnosticatogli nel corso di uno dei suoi ricoveri psichiatrici e poi da lui stesso reso pubblicamente noto. «Sono bipolare. È il mio super potere» • «Ho pensato di continuo al suicidio. È sempre un’opzione. Come diceva Louis C.K., “sfoglio il manuale e soppeso tutte le possibilità”. […] Non l’ho fatto, non mi sono suicidato, ma ho continuato a pensarci. Se però non avessi pensato al suicidio per tutto il tempo, forse ci sarebbe stata qualche probabilità in più che lo facessi» (a Jon Caramanica) • Tra i fattori che avrebbero maggiormente inciso sul suo equilibrio psichico, la morte improvvisa della madre. «Donda è morta a 58 anni, a casa sua, il 10 novembre 2007. […] Il giorno prima si era sottoposta a una serie di interventi chirurgici (liposuzione, riduzione del seno e addominoplastica). Qualcuno ha dato la colpa al chirurgo, qualcuno alle 20 pasticche di Vicodin prese in meno di 24 ore. […] Oggi lui […] è diventato padre 4 volte, ma la morte di sua madre lo condanna a restare sempre figlio, ossessionato dal senso di colpa. In un’intervista del 2015 lo dice chiaro e tondo: se lui non si fosse trasferito a Los Angeles, lei sarebbe ancora viva» (Mazzoleni). «È il momento in cui si spezza l’equilibrio di quello che nel frattempo è diventato un artista di successo. […] In un crescendo pieno di riverberi isterici Kanye si riveste di celebrità e s’ammala di padreternismo. […] L’elettrico Kanye si tramuta nello strano Yeezy» (Stefano Pistolini) • Dichiaratamente devoto a Gesù Cristo, si è definito a volte genericamente «spirituale», altre volte cristiano. «Il rapporto dell’artista con la religione somiglia al rapporto dell’artista con tutto il resto: complicato. Dice cose tipo “Sono un vascello di Dio, ma il mio più grande rammarico nella vita è di non potere vedere una mia performance dal vivo”, oppure che la sua “influenza nella storia supera del 50 per cento quella dell’apostolo Paolo”. […] L’artista è un gigantesco calderone di provocazioni, eccessi, instabilità psichiatrica e lucidissima capacità creativa, trascendenza ed egolatria; tutto l’apparato retorico westiano è un tributo all’idolo di se stesso eppure anche rimando a qualcosa d’altro, che sia l’energia del drago che vede nel suo punto di riferimento politico, Trump, il culto dell’ignoranza che coltiva con rigore continuando a non leggere libri, oppure un uomo vissuto duemila anni fa che diceva di essere Dio» (Mattia Ferraresi) • Dapprima vicino al Partito democratico e sostenitore di Barack Obama e di Hillary Clinton, a partire dal 2016 manifestò a più riprese simpatia per il repubblicano Donald Trump. Ciononostante, in vista delle elezioni del 2020 West – sostenuto dall’allora consorte Kim Kardashian e dall’imprenditore Elon Musk – si candidò da indipendente alla presidenza degli Stati Uniti, salvo poi annunciare il proprio ritiro il 4 novembre 2020, all’indomani del voto, dopo aver ricevuto circa 66 mila voti (mediamente pari allo 0,32% dei consensi) nei 12 Stati in cui era riuscito a presentarsi; dapprima intenzionato a candidarsi anche alle elezioni presidenziali del 2024, finì poi per rinunciarvi • Colleziona orsacchiotti di pezza • «Anche chi detesta il rap può fare un’eccezione per il suo hip hop orchestrato come una sinfonia, ricco di citazioni geniali, che, oltre al linguaggio tagliente e scurrile, mette in musica una fantasia da grande artista pop» (Pellicciotti). «Gli album di Kanye West sono un’incognita. Perfetti intarsi di hip hop, poesia ed elettronica, diretti nei contenuti e smaglianti nella forma. O dei pasticci involuti, presuntuosi e spinosi. […] Anche la testa di Kanye West è un’incognita, ancor più grossa. È un territorio lunare, in cui i confini – ad esempio tra realtà e fantasia, tra Sé e il resto, tra arte e show business – sono confusi, o forse non esistono. Re dei ciclotimici, portabandiera dei bipolari, capitano della sovreccitata depressione, iperattivo, arrogante, con un serbatoio creativo rifornito da esoteriche sorgenti, Kanye ribolle di idee, progetti e di ossessioni ricorrenti. […] Artista unico e folle, dotato del tocco di Mida, […] traversato da scariche di narcisismo, crisi d’irrequietezza, epifanie mistiche, dall’inclinazione a spararle grosse, dal bisogno di affermarsi, espandersi molto oltre quel mondo della musica, da sempre l’unico a legittimarlo. Ci sono troppi farmaci nella sua dieta quotidiana (si è sottoposto a liposuzione), troppi residui d’insicurezza provenienti da un’adolescenza complicata, c’è l’esaurimento nervoso che torna a cicli, c’è quella pelle nera che gli sta stretta» (Pistolini). «È nero (sicuramente). È di destra (forse). Qualche anno fa ha detto che, insomma, se i neri son stati schiavi per quattro secoli forse non avevano gran voglia di liberarsi. È matto (clinicamente, non in quel modo in cui “matto” si usa per dire “simpaticone imprevedibile”). È abbastanza ricco da fregarsene, della reputazione (che forse è un altro modo di dire “È matto”)» (Guia Soncini) • «Io sono un’anima molto sensibile. […] La gente ha tante opinioni diverse. Non sempre andremo d’accordo, ma i miei fan non se ne andranno».