21 giugno 2025
Tags : Emmanuelle Seigner
Biografia di Emmanuelle Seigner
Emmanuelle Seigner, nata a Parigi il 22 giugno 1966 (59 anni). Attrice (40 film con 2 candidature al premio César; 1 serie televisiva; 4 produzioni teatrali). Cantante (4 album, di cui uno con il gruppo Ultra Orange e un altro nel supergruppo L’Épée; numerose collaborazioni con altri artisti). Modella. Scrittrice (1 libro).
Titoli di testa Lei al cinema interpreta donne misteriose… «Il contrario di come sono. Credo di essere semplice, per niente complicata, noiosa» [Valerio Cappelli, Cds].
Vita Il nonno paterno era il mostro sacro del cinema francese Louis Seigner (apparso in 150 film e in 200 produzioni teatrali) e socio della Comédie-Française, carica ricoperta anche anche dalla zia paterna, Françoise, a sua volta attrice di successo [Jean-Noël Mirande, Le Point] • Questo legame familiare con il teatro non le è molto d’aiuto, in quanto il nonno soleva ripetere che recitare non fosse un lavoro da donne [ibid.] • Il padre, Jean-Louis Seigner, era un fotografo, mentre la madre era una giornalista [filmreference.com] • Ha due sorelle minori: l’attrice Mathilde e la cantautrice Marie-Amélie [Jean-Louis Beaucarnot e Frédéric Dumoulin, Dictionnaire étonnant des célébrité] • «Ero una ragazza molto seria: avevo la tendenza a prendermi cura degli altri, forse perché i miei genitori erano giovani e io accudivo mia sorella» [Federica Furino, frenchfries-mag.com] • Studia in una scuola privata religiosa [rollingstone.fr] • Aveva comunque iniziato già molto giovane a lavorare: come modella, vero? «Sì, a quattordici anni. Avevo incontrato un fotografo ai Jardins du Luxembourg, mentre accompagnavo mia sorella più giovane, Mathilde, che aveva 7 anni e sarebbe diventata pure lei attrice. Mi son ritrovata in una campagna pubblicitaria per Nina Ricci. Dopo quel servizio fotografico, sono stata richiesta da numerose agenzie di modelle. (…) La gente non ne poteva più delle ragazze scheletriche: e capitava proprio che avessi un fisico corrispondente all’aria che tirava. Ero un po’ rotondetta, con grandi sopracciglia. Inoltre mi piaceva scherzare, essere buffa» [Mario Serenellini, Manifesto] • Era una reginetta delle passerelle? Effettivamente, mi andava alla grande. Ma non l’avevo presa troppo seriamente. La settimana, la trascorrevo sui banchi di scuola, al liceo. E il weekend, al lavoro. Con ottimi servizi fotografici, come quello di Dominique Issermann per un profumo Chanel, e numerose altre collaborazioni: ma era sostanzialmente per arrotondare la fine del mese (…) Spesso, visto che ero un tipo cui piaceva sdrammatizzare e scherzare, mi spedivano a girare spot pubblicitari. È durante le riprese d’uno di questi, diretto da Jean-Paul Rappeneau, che sono stata notata da un agente» [ibid.] • A 19 anni viene cattura l’attenzione, nel bar di un hotel, di Jean-Luc Godard, che la scrittura per il film Detective [Giovanni Bogani, Quotidiano Nazionale] • Ha mai vissuto qualche brutta esperienza durante le riprese di un film? «Tutti i registi con i quali ho lavorato si sono comportati splendidamente, se ho avuto problemi ho reagito, come una volta in cui ho avuto un duro confronto con Jean-Luc Godard, sul set del mio primo film, Detective. Avevo 18 anni e ho detto: ciao ciao, torno la settimana prossima». Cosa è successo? «Voleva che fossi sempre nuda; gli ho risposto di no e me ne sono andata. Ricordo che quando sono tornata mi ha guardato a lungo e mi ha detto: “ti sei guadagnata le tue culottes”» [Mauro Donzelli, Io Donna] • Nel 1988 conosce il futuro marito, Roman Polanski: «Se Emmanuelle permette, le racconto il nostro primo incontro (…) Il casting director di Frantic Dominique Besnehard mi chiese se volevo conoscere questa modella, che aveva lavorato con Godard. Quella sera dovevamo andare da Michou, un cabaret di Montmartre, per cercare dei travestiti da scritturare, Emmanuelle ci accompagnò» [Carla Bardelli, Vanity Fair] • Si sposano l’anno dopo • Che ricordo ha di Frantic? «Un impressionante tuffo nel vuoto. Parlavo male l’inglese, avevo appena passato la maturità, nessuna formazione … e, di colpo, mi ritrovo con Harrison Ford – reduce da Indiana Jones, dunque la megastar – in un blockbuster prodotto dalla Warner. Mi hanno spedito a Londra sei mesi per imparare l’inglese, poi negli Usa. Che emozione, che follia: non so se ero ancora pronta. Arrivato tutto così in fretta. Non mi sono resa conto allora della fortuna che ho avuto» [Serenellini, cit.] • E il dopo Frantic? «Sono andata a vivere a Ibiza per quattro anni (risate) Non mi sentivo per nulla una donna in carriera, ero una ragazza, avevo voglia di vivere, di divertirmi: insomma, di avere una vita normale … Ah, quanto mi sono divertita! La Warner mi aveva proposto un contratto per tre film. Ero in copertina su tutti i rotocalchi e i periodici americani. All’epoca, ero l’unica attrice francese con una carriera di calibro internazionale. Ma io non ne avevo voglia. E gli americani, insopportabili…» [ibid.] • Nel 1992 Polanski la dirige nel controverso film Luna di fiele, dove interpreta un’affascinante quanto morbosa seduttrice: «Quando è uscito quel film sono stati tutti così violenti con noi. Erano scioccati verso il film. All’epoca non capivo: ero giovane e non pensavo alle reazioni, ma oggi non avrei le palle di farlo! Oggi viene considerato un cult, ma all’epoca vi assicuro che ci hanno odiati». Come mai? «Be’ uscito negli anni Novanta: c’era tanta paura dell’Aids e il sesso era considerato il male». Però quel film ti ha dato la notorietà? «Mi ha permesso di lavorare con Julian Schnabe» [Pierpaolo Festa, film.it] • Com’è essere diretta, sul set, dal marito? Riesco a distinguere in modo naturale tra privato e professionale. A casa, non parliamo mai di lavoro, lavoro cui mi lascio andare con piacere dato che ho a che fare con uno dei più grandi registi al mondo. È sempre più facile lavorare con uno così che con una nullit à… E c’è anche un bello spirito di collaborazione: sono io a avergli raccomandato i libri da cui ha tratto Luna di fiele, cioè il romanzo di Pascal Bruckner, e Quello che non so di lei, dal romanzo di Delphine de Vigan». La differenza, tra i film in cui è diretta da Polanski e quelli di altri? Ne ha tra l’altro girati quattro in Italia, con Monicelli Il male oscuro, Salvatores Nirvana, Veronesi Streghe verso nord, Argento Giallo? «La differenza è forse nello sguardo degli altri, spettatori e critici. Nei film di Roman, il pubblico mi giudica come donna, non come attrice. Sono felice di girare spesso con altri registi: lì finalmente sono giudicata come attrice» • Tra tutti i suoi film, ne preferisce alcuni? «Ma certo: direi Lo scafandro e la farfalla, Place Vêndome con Caterine Deneuve, La vie en rose, anche se avevo una parte breve. E poi, ovviamente, amo Frantic e Venere in pelliccia, che è quello che amo di più: non perché sia il mio film preferito, ma di sicuro perché è stata la mia interpretazione migliore» [Furino, cit.] • Nel 2005 canta diversi brani per la colonna sonora del film Backstage, e l’anno successivo conosce quasi per caso il duo pop rock Ultra Orange. Incidono insieme, in inglese, l’album rock Ultra Orange et Emmanuelle, nel 2007. Firmerà poi un contratto con la Sony. Nel 2010 pubblicherà l’album pop Dingue, in cui canta in francese; nel 2014 Distant lover, e nel 2019 Diabolique, con il supergruppo di rock psichedelico l’Épée. Nelle sue esperienze musicali dà libero sfogo alla passione per il canto che nutriva fin da bambina, influenzata dai suoi cantanti preferiti, come i Rolling Stones e Lou Reed [Philippe Barbot, rollingstone.fr] • Nel 2018 rifiuta l’invito a diventare membro dell’Academy degli Oscar, dopo che, sull’onda del movimento #Metoo, essa aveva cacciato il marito, per l’episodio di violenza sessuale commessa ai danni di una tredicenne nel 1977: li accusa di «terribile ipocrisia (…) Sono sempre stata una femminista. Ma come posso ignorare il fatto che alcune settimane fa l’Academy ha espulso mio marito, Roman Polanski, nel tentativo di placare lo spirito dei tempi. La stessa Academy che nel 2002 gli conferì l’Oscar per il Pianista! Un caso curioso di amnesia! (…) L’Academy pensa probabilmente che io sia un’attrice sufficientemente senza spina dorsale e arrampicatrice sociale da dimenticare che sono sposata da 29 anni con uno dei più grandi registi del mondo» [Ansa] • Nel 2022, durante un’intervista nel corso del programma televisivo Sept à huit, rilascia una serie di dichiarazioni inerenti la vicenda criminale del marito che scatenano forti polemiche. Sostiene che i costumi sessuali dell’epoca fossero diversi e più permissivi di quelli odierni, sottolinea che «quando ho conosciuto mio marito, tutte le donne volevano andare a letto con lui, tutte le ragazze giovani volevano andare a letto con lui, era una cosa assurda, pazzesca. Aveva 52 anni, ne dimostrava 30, era un grande regista; quindi, era molto attraente e non credo che avesse bisogno di violentare qualcuno», e che le parole usate in alcune accuse sfioravano l’antisemitismo [Dagospia] • Nell’aprile del 2023 intervista Samantha Geimer, la vittima della violenza di Polanski, che nel frattempo lo aveva perdonato, e con cui era rientrata in contatto. Entrambe concordano sui traguardi e sulla necessità del femminismo, criticandone però la dinamica contemporanea che tende a inquadrare le donne solamente come vittime da soccorrere, e per l’atteggiamento repressivo nei confronti della sessualità [Sastre, cit.] • Nello stesso anno firma una petizione in difesa di Gerard Depardieu, accusato di molestie sessuali [operawire.com].
Curiosità «Mi piacciono la burrata e Padre Pio» Strano accoppiamento. «Non sai mai cosa dire in quelle circostanze. Però è vero, amo Padre Pio, ho cinque candele col suo viso nella mia stanza da letto, le accendo prima di addormentarmi» [Cappelli, cit.] • «Non mi piace cantare in francese, soprattutto dal vivo» [Festa, cit.] • È astemia [crash.fr] • Quando si sente bella? «Quando sto comoda. Odio i tacchi e odio dovermi vestire elegante: il tappeto rosso per me è una tortura. Appena posso mi tolgo le scarpe e cammino a piedi nudi» [Furino, cit.] • Ha appoggiato politicamente Nicolas Sarkozy in entrambe le sue campagne presidenziali [Stefano Montefiori, Cds] • Nel 2010 ha ricevuto il titolo di cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere.
Amori «Ricordo di quand’ero una modella, a quattordici anni (…) Me la stavo cavando bene, facevo un sacco di soldi. All’epoca tutte le ragazze, le modelle, andavano a letto con i fotografi e io non facevo eccezione. Ma il sesso era una cosa normale, una parte naturale della vita. Non c’era tutta quest’atmosfera cupa e depressa» [Sastre, cit.] • Agli inizi la spaventavano il passato di Roman, la sua immagine scandalosa? «Per niente. O forse sì, ho provato orrore per la morte di Sharon Tate. Di questo ho avuto paura, non del resto» [Piera Detassis, Elle.] • «Il bagaglio a dir poco pesante che Roman si portava dietro è stato per noi un cemento interessante su cui costruire. La differenza di età un’opportunità da sfruttare. Ho sempre amato la sua esperienza, il suo modo adulto di affrontare le cose, soprattutto quando avevo vent’anni. Mio marito mi ha sempre affascinata, stupita, conquistata con il suo charme, la sua intelligenza». Una bella donna come lei: mai avuto tentazioni? «Sono cose che riguardano solo me. Ma posso dirle che nessuno ha mai retto il confronto con Roman. In amore l’assoluto esiste. Non si tratta di principi, non ci siamo dati regole, abbiamo semplicemente vissuto» [Bardelli, cit.] • «Per un po’, rispetto alle umiliazioni, la vita andava piuttosto bene. Avevamo avuto figli e la vita era bella. Finché non hanno arrestato Roman nel 2009. Lì i termini sono cambiati: da quel punto in avanti tutti parlavano, urlavano persino, “stupro, stupro, stupro”. Ma non ho mai pensato che quella parola fosse adeguata a Roman, perché lo conosco benissimo. Così, dopo, ho provato una sensazione orribile. Mi vergognavo e non volevo che la gente pensasse che potessi vivere con un tipo del genere» [Sastre, cit.] • «L’uomo con cui vivo non è affatto la persona che vogliono far sembrare. È un buon marito e un ottimo padre» [a Sept à huit] • «Ci amiamo, ci ammiriamo, siamo complici, simili di carattere, abbiamo lo stesso umorismo dark. Ci siamo sposati perché lui lo voleva e il matrimonio ci ha regalato felicità. Mi piace la famiglia». Cosa vi date l’un l’altro? «Io penso di avergli dato pace e serenità, da lui ho imparato tanto, è impossibile annoiarsi. Tutto questo tempo è passato in un lampo» [Cappelli, cit.] • I figli: «Morgane, che vive a Londra, è attrice e regista, già autrice di due lungometraggi: ha esordito nella serie Vikings. Elvis è uno straordinario pianista-compositore-cantante: già a 5 anni sapeva interpretare Gershwin» [Serenellini, cit.].
Titoli di coda «Se avessi vent’anni oggi non vorrei diventare famosa. La celebrità è sempre stata complicata, ma oggi è infernale e poco interessante. Qualsiasi cosa dici viene deformata e non si può più parlare di niente, è tutto molto noioso» [Donzelli, cit.].