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 2025  giugno 27 Venerdì calendario

Biografia di Kathy Bates

Kathy Bates, (Kathleen Doyle Bates), nata a Memphis (Tennessee, Stati Uniti) il 28 giugno 1948 (77 anni). Attrice e regista statunitense. È salita alla ribalta con il ruolo della psicopatica Annie Wilkes in Misery non deve morire (1990), per il quale ha vinto l’Oscar per la migliore attrice e il Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico. Ha ricevuto altre tre candidature agli Oscar come miglior attrice non protagonista per le sue interpretazioni ne I colori della vittoria (1998), A proposito di Schmidt (2002) e Richard Jewell (2019).
Titoli di testa: «Non sono una donna straordinaria. Non sono mai stata un’ingenua. Sono sempre stata solo una caratterista» [Sacks, Nyt nel 1991].
Vita È l’ultima delle tre figlie dell’ingegnere meccanico Langdon Doyle Bates e della casalinga Bertye Kathleen Talbert. Il nonno paterno, Finis L. Bates, era un facoltoso avvocato e autore di un noto libro storico, The Escape and Suicide of John Wilkes Booth, pubblicato nel 1907 • Di origini inglesi, scozzesi, irlandesi e tedesche, si è laureata in teatro alla Southern Methodist University nel 1980, avvicinandosi poi al mondo dello spettacolo dapprima come cantante, per poi scoprire una naturale propensione alla recitazione • Nel 1969 viene scoperta da un agente teatrale • Disgraziatamente i primi passi di interprete teatrale non le faranno guadagnare una grande somma, così la Bates è costretta, per sopravvivere, a trovare altri impieghi come quello di cameriera o di commessa in un negozio di regali • È il 1970, quando si trasferisce a New York City in cerca di fortuna e di una scrittura migliore, ma disgraziatamente la sua grande mole, il suo poco fascino e l’essere assolutamente poco fotogenica non l’aiuteranno di certo a scalare la vetta del successo, almeno fino a quando non partecipa con Christopher Walken a uno spettacolo dal titolo Lemon Sky che la porterà a essere presa in considerazione anche per futuri ruoli • Verso la metà degli anni Settanta debutta nel cinema, anche se successivamente si dedicherà soprattutto alla televisione • Milos Forman la sceglie per Taking Off (1971) che sarà il suo film d’esordio • Staccatasi dal mondo del palcoscenico, fa qualche entrata in quello televisivo (Love Boat, 1978), salvo poi tornare al grande schermo accanto a Dustin Hoffman in Vigilato speciale (1978) • Negli anni Ottanta, torna sulle scene con il suo primo spettacolo a Broadway Goodbye Fidel che sarà un vero successo • Nel 1982 ottiene il suo primo importante ruolo cinematografico nel film Jimmy Dean, Jimmy Dean di Robert Altman, in cui è una fan del divo James Dean, al fianco di attrici del calibro di Sandy Dennis, Cher e Karen Black • Colpisce all’occhio accanto a John Travolta in Due come noi (1983). Ma non è abbastanza sexy. È per questo motivo che, nonostante il Tony Award vinto per la migliore interpretazione femminile in Una finestra nella notte (1983), viene esclusa dalla sua trasposizione cinematografica a favore di una più graziosa Sissy Spacek • Stessa cosa accadrà nel 1991, con Paura d’amare, dove sarà preferita una più magra e bellissima Michelle Pfeiffer a lei, che invece aveva portato con estrema grazia lo stesso ruolo a teatro • Ma la Bates non sì dà per vinta: verrà un giorno in cui a Hollywood sarà la regina, non ha dubbi. Così dopo qualche altra apparizione televisiva (Cagney & Lacey, 1986; A cuore aperto, 1986-1987; Avvocati a Los Angeles, 1989 e il film tv Non c’è posto come casa, 1989), qualche parte quasi invisibile (Il mattino dopo, 1986, con Jane Fonda e Jeff Bridges) e alcuni ruoli di secondo piano (Arturo 2 on the Rocks, 1988, con Liza Minnelli), comincia lentamente a emergere, a partire da Dick Tracy (1990) di Warren Beatty con Al Pacino e Hoffman e Calda emozione (1990) con Susan Sarandon • Il successo internazionale arriva grazie alla sua interpretazione della sadica e mentalmente disturbata Annie Wilkes nel thriller Misery non deve morire di Rob Reiner, con James Caan nella parte dello scrittore Paul Sheldon, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King. Il film ottiene grande successo, e la sua interpretazione le vale l’Oscar e il Golden Globe • Nel 1991, a un anno dall’uscita del film, in un’intervista al New York Times afferma che più di un agente le ha detto che lei non era abbastanza attraente per diventare un’attrice di successo: «Quando ero più giovane era un vero e proprio problema, perché non ero mai abbastanza carina per i ruoli in cui venivano scelte altre giovani donne. I ruoli che ho avuto la fortuna di ottenere sono stati pensati apposta per me: di solito un personaggio che era più vecchio, o un po’ strano, o qualsiasi altra cosa. Ed è stato difficile, non solo per la mancanza di lavoro, ma perché bisogna affrontare il modo in cui le persone ti guardano. E pensi, “Beh, sai, sono una persona reale”» [Sacks, cit.] • Nel 1991, dopo 14 anni di convivenza, ha sposato il collega Tony Campisi dal quale poi ha divorziato nel 1997 (si dice per una relazione extraconiugale che l’attrice ha avuto con un altro attore, Bernard Hill). I due non hanno avuto figli • Negli anni che seguono il successo del suo film-cult è impegnata in personaggi ora protagonisti, ora di contorno: è la delicata e fragile donna con un matrimonio in crisi che si rifugia nell’amicizia con un’anziana signora nel malinconico Pomodori verdi fritti la fermata del treno, (1991) di Jon Avnet • «…Ma una cosa quel film gliel’ha insegnata: ad amare le api. In una scena, infatti, la protagonista infila la mano in un alveare per prendere del miele, e l’attrice lo ha fatto davvero, senza controfigura. Da allora anche lei alleva api nella sua fattoria fuori New York [Rep] • Woody Allen la vuole per Ombre e nebbia (1991) con Jodie Foster e John Malkovich; reciterà accanto a Marcello Mastroianni in La vedova americana (1992); sarà con Meg Ryan in Doppia anima (1992) e ancora con Malkovich nel giallo Gli occhi del delitto (1992), nonostante la nomination ai razzie Award come peggior attrice in un ruolo di supporto, eccola accanto a Bruce Willis in Genitori cercasi (1994) • La Bates non è solo attrice, infatti eccola lanciarsi nella regia con il film tv Talking with (1995) con Beverly D’Angelo, Marcia Gay Harden, Celeste Holm e Frances McDormand • Al cinema sarà l’ambigua domestica accusata della morte della sua datrice di lavoro nel cupo L’ultima eclissi, (1995) di Taylor Hackford; la determinata detective Shirley Vogel in Diabolique; l’eccentrica arricchita Molly Brown nel kolossal Titanic, (1997) di James Cameron; l’omosessuale idealista di I colori della vittoria, (1998) di Mike Nichols, che alla nomination per gli Oscar nello stesso anno • «E ancora la storia di Margaret Brown, che nel kolossal di James Cameron (Titanic, ndr) è interpretata dall’attrice Kathy Bates. Conosciuta come Molly la filantropa, la donna sfruttò la notorietà raggiunta per essere uscita indenne dalla catastrofe per sensibilizzare l’opinione pubblica su argomenti come l’alfabetismo per i bambini e la conservazione storica [Mirabella, Libero] • Il 1998 è davvero un anno da incorniciare per lei: l’American Film Institute inserisce la sua interpretazione in Misery al 17esimo posto nella classifica dei 50 migliori cattivi del cinema statunitense. La sua carriera prosegue e qualche anno dopo sarà la debordante e lasciva consuocera di un disincantato Jack Nicholson in A proposito di Schmidt, (2002) di Alexander Payne con cui si conquista un’altra candidatura agli Oscar 2003 • «Alla voluminosa Kathy Bates, che nel film About Schmidt non esita a spogliarsi per immergersi nella Jacuzzi accanto a lui, Jack Nicholson dice ammirato: “Al suo posto sarei morto. Sapete come sono vanitoso”» [Grassi, 2002, Panorama] • Kathy Bates aveva girato la sua prima scena di nudo a 43 anni nel film Giocando nei campi del signore (1991) • Nel 2003 le fu diagnosticato un cancro alle ovaie da cui è guarita dopo alcuni mesi di radio e chemioterapia • Kathy Bates ha fatto causa al produttore Martin Bregman. Motivo del contendere, il film Carolina per il quale l’attrice aveva un accordo che prevedeva il pagamento di 1,25 milioni di dollari, che avesse recitato nel film o meno. La parte venne affidata a Shirley MacLaine senza che l’attrice vedesse rispettata la clausola • Kathy Bates a proposito dell’Oscar: «Dopo averlo vinto cambia tutto: molti più soldi, offerte migliori, niente più privacy» • Impegnata anche in pellicole europee (Le valigie di Tulse Luper - Parte I. La storia di Moab, 2003, con William Hurt) o indipendenti (Il ponte di San Luis Rey, 2004, con Robert De Niro e Harvey Keitel), apparirà in Franklin D. Roosevelt - Un uomo, un presidente (2005) con Kenneth Branagh • Quel che resta di mio marito era un road movie di Christopher N. Rowley uscito nel 2008: Jessica Lange, Kathy Bates e Joan Allen trasportavano un’urna funeraria e coglievano l’occasione per fare un po’ delle pazzie che da giovani non si erano concesse. Come Thelma e Louise, senza sparatorie e senza Brad Pitt» [Mancuso, Foglio 16-06-12] • «Colette (nel film Chéri di Stephen Frears, 2009, ndr) piccola di statura, pesava 81 chili, avrebbe quindi potuto interpretarla quella fantastica Kathy Bates formato botte, che nel film ha il ruolo della cortigiana in disarmo Madame Peloux, mamma del scipito e capriccioso Chéri» [Aspesi, Rep] • «In questi ultimi mesi il Woody Allen ha girato a Parigi Midnight in Paris , con Adrien Brody, Kathy Bates, Owen Wilson, Marion Cotillard e Rachel McAdams [Soria, 2010] • A proposito di Geltrude Stein: «Non è duro appassionarsi alla sua attività di collezionista battistrada a Parigi; ora celebrata da una grande mostra itinerante, attualmente alla National Portrait Gallery di Washington. E pure da Midnight in Paris di Woody Allen; anche se la brava Kathy Bates, più che una leonessa delle avanguardie, la rende un po’ una Sora Cecioni delle notti bohémiennes. È più duro, per le fan sincere democratiche, e per la comunità lesbica americana, fare i conti con la Stein definita da Picasso “una vera fascista”. Che apprezzava Francisco Franco e rimase in Francia, ebrea ma indisturbata, durante l’occupazione, e collaborò col regime di Vichy» [M. L, Rodotà, Cds 05-01-12] • Nel 2014 «Lo slogan “No Prada, lots of pinot” lancia la nuova comica uscita dal Saturday Night Live, dopo Tina Fey, Sarah Silverman, Kristen Wiig. Lei si chiama Jenny Slate, il film si intitola Obvious Child. Ben Falcone dirige la moglie Melissa McCarthy in Tammy. L’attrice di Le amiche della sposa, accompagnata dalla nonna Susan Sarandon – l’anagrafe non fa sconti a nessuno – va a trovare nel week-end del 4 luglio l’amica Kathy Bates. Si ritrova in mezzo a 150 lesbiche festanti, non tutte dotate di gran gusto nel vestire» [Mancuso, Foglio] • Dividendosi tra cinema e tv, dal 2003 al 2005 l’attrice partecipa a 10 episodi della serie televisiva Six Feet Under, dirigendo inoltre cinque episodi • Nel 2004 ha recitato nel breve ruolo della regina Vittoria nel film Il giro del mondo in 80 giorni. Tra il 2010 e il 2011 partecipa ad otto episodi della serie comica The Office • Dal 17 gennaio 2011 al marzo 2012 è stata la protagonista del legal drama della rete Nbc Harry’s Law, interpretando il ruolo dell’avvocato Harriet Korn che dopo aver perso il lavoro, apre un suo studio legale in un ex negozio di scarpe abbandonato in un quartiere malfamato di Cincinnati • Durante l’estate 2012 le fu diagnosticato un altro tumore, questa volta al seno, e l’attrice si sottopose a una doppia mastectomia • Dal 2013 entra a far parte del cast della terza stagione della serie TV antologica American Horror Story, Coven, recitando nei panni di Delphine LaLaurie, per il quale ottiene diverse candidature sia ai Critics’ Choice Awards che ai Satellite Awards • Nel 2014 le viene diagnosticato il linfedema a entrambe le braccia e a partire da quell’anno diviene portavoce nazionale per il linfedema e presidente del consiglio onorario del Lymphatic Education & Research Network • In campo televisivo Kathy Bates l’ha fatta da padrona nei premi Emmy: ha ricevuto 14 candidature di cui tre vittorie per i suoi ruoli nelle serie televisive Due uomini e mezzo e American Horror Story e per il miglior programma storico/culturale per The Legend of Pancho Barnes and the Happy Bottom Riding Club • Sempre in tv partecipa alle altre tre stagioni della serie, Freak Show interpretando il ruolo della donna barbuta Ethel Darling (la cui performance ottiene la candidatura al Premio Emmy e al Golden Globe), alla quinta, di Hotel come la manager dell’Hotel Cortez Iris (ricevendo grazie ad esso nuovamente la candidatura ai Critics’ Choice Awards 2016) e alla sesta, Roanoke come l’instabile attrice Agnes Mary Winstead • «Kathy Bates coraggiosamente compare come donna barbuta, suo figlio ha le mani a chele e arrotonda il magro stipendio del circo facendosi pagare dalle signore per una toccatina» [Foglio, 01-04-15] • Per Hotel, il 14 luglio 2016 riceve una candidatura come miglior attrice non protagonista in una serie tv o film per la televisione agli Emmy Awards • «Chi ha amato la prima stagione, Murder House, troverà grande soddisfazione con la quinta, perché potrà unire molti puntini che erano stati (forse) volutamente lasciati in sospeso. Riecco lo stupratore vestito di latex e riecco soprattutto il tema della maternità. Un tema capace di mettere in difficoltà anche una stella del cinema come Kathy Bates, premio Oscar nel 2001 con Misery non deve morire, che interpreta Iris, receptionist dell’albergo e madre di Donovan, interpretato da Matt Bomer (Magic Mike): “Quello di Iris è stato sicuramente uno dei personaggi più difficili che abbia mai interpretato – afferma l’attrice – È una madre e, come sa, io non ho mai avuto figli. Questo è stato un aspetto che mi ha messo molto in difficoltà. Non ho mai voluto diventare mamma. È stata una scelta la mia. I bambini mi piacciono ma solo per due settimane. Quindi, per interpretare una madre, mi sono dovuta affidare esclusivamente alla mia immaginazione”» [Marino, Mess, 02-12-15] • Nel settembre 2016 le viene dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame • Nel 2018 ritorna dopo due anni ad American Horror Story, per l’ottava stagione, Apocalypse, nei panni della spietata e sadica Miriam Mead • Attiva anche in campo teatrale è stata candidata al Tony Award alla miglior attrice protagonista in un’opera teatrale per il dramma Premio Pulitzer Buonanotte mamma in scena a Broadway, oltre ad aver vinto l’Obie Award per la sua interpretazione nella commedia Frankie and Johnny in the Clair de Lune • Intanto prosegue la sua carriera cinematografica. «Protagonista del film di Clint Eastwood (Richard Jewell, ndr) è Paul Walter Hauser nel ruolo di Jewell, nei guai per aver avvertito del ritrovamento della bomba al Centennial Park durante le Olimpiadi di Atlanta, ordigno che uccise due persone e ne ferì 111. La guardia passò da informatore-eroe a vittima designata per Fbi, governo e media, che lo misero alla berlina, trasformandolo in un bianco frustrato e aspirante attentatore. La madre, interpretata da Kathy Bates, non sa come proteggere il figlio, intrappolato in una rete di intrighi, dai quali cerca di salvarlo un coraggioso avvocato, impersonato da Sam Rockwell» • «Signore che sono state tonde tutta la vita, da Sharon Osbourne a Kathy Bates, improvvisamente sono sottili e persino se ne lamentano: Sharon Osbourne dice che è dimagrita troppo, e nessuno le suggerisce di smettere di bucherellarsi la pancia, che l’incantesimo è reversibile, se smetti di iniettarti il medicinale torni a mangiare come prima. La parola Ozempic piace evidentemente molto all’algoritmo, e quindi viene infilata in ogni titolo, ma anche ai nostri cervelli, che ormai la considerano sinonimo di magrezza» [Guia Soncini, 20-11-24] • Kathy Bates è infatti l’attuale segretaria del Comitato Esecutivo degli attori che formano l’Academy e lontana dai soliti clichè diventa sempre più un pregio dirigerla. Dopo una lunga esperienza fra televisione, teatro e cinema, è una delle donne più potenti della Mecca del cinema che continua a infarcire la sua carriera di commedie basate su equivoci e situazioni tragicomiche • «Kathy Bates, all’età di 76 anni, è tornata recentemente al centro della scena recitando in Matlock, serie della Cbs che è un reboot del celebre telefilm legal degli anni Ottanta. Bates l’ha definito come una «last dance», il suo ultimo ruolo importante prima di ritirarsi, ma tornerà comunque presto con una seconda stagione data l’ottima accoglienza da parte del pubblico. Nel frattempo appunto Bates è stata candidata come miglior attrice in una serie drammatica, ma nella serata del 5 gennaio ha perso nei confronti di Anna Sawai, vincitrice per Shōgun, che quest’anno ha sbaragliato la concorrenza su tutti i fronti. Da professionista navigata com’è, Kathy Bates non solo ha preso con spirito la propria “sconfitta” iniziando subito ad applaudire per congratularsi con la collega ma ci ha anche regalato un siparietto decisamente edificante: già pronta anche lei col suo fogliettino con il discorso di ringraziamento bello pronto, ha approfittato dei pochi secondi in cui era inquadrata per strapparlo in mille pezzetti a favore di telecamera. Un gesto fatto con il sorriso e con un sano e compassato fatalismo […]. Ma che sia sul palco o seduta tra i suoi colleghi nel pubblico, Kathy Bates ha ribadito che non servono i premi e i riconoscimenti per ribadire la propria grandezza, la propria stoffa professionale e personale» [Armelli, Vogue].
Titoli di coda «Come hai potuto? Lei non può morire, Misery Chastain non può morire!» [da Misery non deve morire].