28 giugno 2025
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Biografia di Salmo
Salmo , (nome d’arte di Maurizio Pisciottu), nato a Olbia il 29 giugno 1984 (41 anni). Rapper • Ha pubblicato in tutto 13 album • «Sono nato incazzato» [Marchetti, VanityFair]. «Ho passato tutta la vita a cercare di essere o a pensare di essere un duro, magari agli occhi degli altri anche cattivo. E in realtà a 40 anni mi sono reso conto di essere una brava persona, è un po’ coraggioso da ammettere ma sono veramente fiero di essere un bravo ragazzo» [De Cata, Esquire] • «Cosa avrei fatto nella vita se non avessi fatto il rapper? Se devo essere sincero, sarei stato a Olbia, la mia città, avrei fatto tutto quello che fanno gli altri, come gli altri, cioè avere un lavoro part-time, con una famiglia disastrata e avrei fatto lo spacciatore» [Stories, Sky].
Titoli di testa Che musica faresti oggi se avessi 16 anni? «Il metal» [De Cata, cit.].
Vita Di Olbia, «una delle città più punk e metallare d’Italia». «Quando ero ragazzino, ero tremendo, con i denti storti, non riuscivo a parlare con gli altri, mi sentivo un disagiato» [De Cata, cit.] • «Da ragazzino non sopportavo la musica italiana» • «Giocavo ala sinistra». Eri bravo? «Correvo veloce» Bella risposta. «Sai, ho i piedi piccoli» [Agazzi, Goldworld]. «Giocavo nelle giovanili del Tavolara, ma gli altri erano veramente forti, capii che non era il mio. Già facevo musica, […] presi un calcio in faccia in una partita e capii qual era la mia strada» [Cattelan, Supernova] • «Quando avevo 16 anni ero uno zimbello, perché portavo i pantaloni larghi ed ero uno dei 4 o 5 in città in fissa con le rime. Avevamo una piccola crew: c’era chi cantava, un dj, chi era in fotta con la breakdance – che poi tanto non ballava mai nessuno –, mentre io facevo i graffiti». […] Per lui che ha fatto il liceo artistico – senza mai finirlo –, disegnare è ancora oggi un antistress. «Anche se poi mi stresso di più, perché non riesco più a fare le cose di un tempo». A trasmettergli il talento artistico è stato lo zio, che suonava e dipingeva con i “sanguinacci”, una specie di carboncini rossi, per il resto da parte di sua mamma «sono tutti pescatori, dal lato di papà pastori. […] A 22 anni ho vissuto due mesi a Londra e ho fatto di tutto: ho portato in giro i noodles e fatto il cameriere, prima di aggredire il mio datore di lavoro con una scopa. Difficilmente duravo più di due giorni; quando mi hanno proposto di fare l’uomo cartello, ho deciso che era il caso di mollare tutto. […] Nella palestra di mio padre ho fatto dal bagnino al barista. Ma stavo sempre con le cuffiette nelle orecchie, mi facevo i beat e non davo retta a nessuno» [Falcini, RollingStone] • Nel 2007 «ho fatto un tour europeo con la mia vecchia band punk hardcore, gli Skasico. Ero giovane e cantavo in inglese maccheronico, spesso di fronte a tre o quattro persone» [Ansaldo, Internazionale] • Esordisce nel 2011, a 27 anni, con l’album The Island chainsaw massacre. «In quel periodo andavo a prendere e riportavo a casa i disabili che facevano riabilitazione al centro, e devo dire che me la cavavo bene: tra di noi c’era rispetto. Appena finivo, scappavo alle prove. In 12 mesi ho realizzato tre dischi; oltre al mio, quello dei Three Pigs Trip, con cui facevo stoner, e dei To Ed Gein, punk hardcore. Solo che la gente iniziava a venire più ai miei concerti che a quelli delle due band, e così loro mi cacciarono entrambe. Giustamente, perché avevo preso a farmi parecchio i cazzi miei» [Falcini, cit.] • «Mi sono salvato all’ultimo, perché riuscire a combinare qualcosa con la musica, a 27 anni, è quasi impossibile. Ora tutti i fenomeni “escono” a 18,19, 20 anni: uscire a 27 anni è davvero difficile. Sarà che prima non ci credevo molto, perché volevo essere pronto: non volevo uscire a 20 anni per poi accorgermi, tre anni dopo, di aver fatto una marea di cazzate. Volevo sentirmi pronto» [Agazzi, cit.] • Si trasferisce «in continente», come dicono i sardi: «Quando sono arrivato a Milano non conoscevo nessuno, e all’inizio non legavo granché. Me ne stavo con la mia combriccola di sardi, nei locali ci guardavano male e dicevano “ecco, sono arrivati i terroni”» [Falcini, cit.] • A Milano fonda la Machete Crew, un collettivo musicale • All’inizio si esibiva con una maschera che riproduceva un teschio. «Quando la tua faccia è ovunque: la gente si stanca, capito? Anche l’artista stesso si stanca ed inizia un po’ a regredire. Mi è anche capitato, all’inizio, di fare videointerviste che non mi trasmettevano niente, con persone che mi facevano domande stupide o persone che pareva che mi stessero facendo un favore. Quindi, non so, è come da piccolo quando mangi la carne, ti rimane in gola e allora decidi di non mangiarla più per tutta la vita. […] Inizialmente le prime maschere erano veramente trash. Erano maschere di carnevale ritagliate, rincollate, ricucite, ricolorate. […] quando c’è caldo non la metto. A Cagliari ho suonato con la maschera ed ho rischiato l’infarto» [Agazzi, cit.] • «Mi ricordo il giorno che Pino Scotto mi diede della testa di cazzo. In una vecchissima canzone del primo album lo avevo citato pensando che non l’avrebbe sentita nessuno, e invece gli è arrivata dritta. Io lo prendevo per il culo e lui si è vendicato nella sua trasmissione. Giustamente, mi ha blastato» [fratelli D’Innocenzo, RollingStone] • Ha detto che qualche anno fa gli avevano offerto il ruolo di giudice a XFactor per un milione di euro, ma lui rifiutò: «Mi hanno fatto fare una prova, è stato divertente, mi hanno messo davanti un computer con degli artisti che cantavano e davanti avevano una figura, che rappresentava l’artista, e io dovevo parlarci. Dovevo fare solo tre concorrenti, ma me ne hanno fatti fare dieci perché sono andato a ruota. Avevano bisogno di quella cosa lì, di uno come me che dicesse cose dure, che esprimesse il proprio parere dando anche consigli tecnici. Era quello che cercavano. Ho fatto un po’ lo stronzo, sono riuscito a tirare fino a un milione di ingaggio e alla fine ho mollato tutto, ma non perché non mi piacesse, solo che in quel periodo avevo accettato il ruolo nella serie tv (Blocco 181, ndr) e dovevo interpretare un personaggio duro e non volevo andare a XFactor a piangere. Probabilmente sarebbe successo, perché sono molto sensibile soprattutto con la musica, se avessi visto un ragazzino di 19 anni cantare col cuore mi sarei messo a piangere, forse non era il momento giusto» [Mozzetti, Cosmopolitan]. «In Italia se vai in tv diventi un personaggio e alla gente interessa solo il tuo stile di vita, non quello che fai. Il lato artistico viene messo in secondo piano. […] Dopo il mio rifiuto, hanno chiamato Manuel Agnelli. Magari quando avrò l’età di Agnelli ci andrò anche io. Al momento i dischi li vendo lo stesso, anche senza radio e tv» [Ansaldo, cit.] • Dopo aver abitato per 15 anni a Milano, è di recente tornato ad abitare in Sardegna, in un ranch sulle colline poco fuori Olbia. A Milano «mi è capitato di uscire con la fidanzata e di trovare gente che voleva fare a botte, mi ero rotto le palle. Sentivo l’esigenza di allontanarmi poi dalla metropoli, non riuscivo a fare musica a livello creativo: stavo morendo e dovevo isolarmi, in Sardegna o altrove. Sono sparito anche dai social». Il suo ultimo album, uscito a maggio, si chiama proprio Ranch: «Un lavoro di autoanalisi. Sto finendo i lavori di ristrutturazione del mio casale, con gli interni ci siamo quasi, poi mi dedicherò agli esterni, voglio metterci gli animali. Per ora ci sono solo tantissimi gatti» [Mozzetti, cit.]. Tra le canzoni del nuovo album «Crudele è molto dolorosa. Non tanto per me, ma per la mia famiglia. Si riferisce a un fatto di cronaca, si parla di un omicidio in famiglia, è successo realmente. [...] Non l’ho fatta prima perché era pericoloso, perché sto facendo odorare le mutande della mia famiglia a tutti. […] Aggiungo che Crudele è romanzata, ci sono fatti inventati. È come se fosse un libro ispirato a una storia vera» [D’Innocenzo, cit.].
Cinema Ha recitato nel corto Nuraghes S’Arena, nella serie Sky Blocco 181, nel film Cult di Dario Argento. «Il cinema mi ha attratto per via del desiderio di comunicare. Mi sono avvicinato all’acting coi videoclip, ho voluto fare sin dall’inizio video che potessero avvicinarsi al cinema. Il cinema mi sta cambiando, anzi mi ha cambiato la vita. […] Ormai sono entrato con tutti e due i piedi dentro questa cosa, del cinema, dell’acting, sono curioso di vedere dove mi porterà. Forse il cinema in questo momento mi sta gratificando di più perché a livello musicale le cose che volevo fare le ho fatte. Sono contento che continuino a uscire dischi, continuo a esprimermi e ne sono felice, però il fatto di aver trovato un altro veicolo per farlo mi piace un sacco. Voglio arrivare alla fine del tunnel, vedere che cosa c’è. Questa cosa che riesce a cambiare le persone è veramente magica» [D’Innocenzo, cit.] • «Ho iniziato a capire che se vuoi stare davanti a una telecamera, se vuoi recitare, devi eliminare innanzitutto il giudizio che hai su te stesso, il giudizio che hai sugli altri e il giudizio che hanno gli altri su di te» [Borghi, Rivista Studio] • «Mi considero un artista 2.0, di quelli che scrivono, si fanno i beat, le produzioni e pure i video. Tipo Childish Gambino o Tyler negli Stati Uniti» [Falcini, cit.] • Nel 2024, ricevendo il Premio Speciale Costa Smeralda, ha detto: «Sto realizzando un documentario proprio sulla Costa Smeralda, dall’epoca dell’Aga Khan fino agli ultimi anni, con tante interviste in cui chi l’ha vissuta racconta quel periodo. Non so quando uscirà».
Religione «La mia cifra stilistica si avvicina sempre molto alla religiosità, mi chiamo Salmo…». Però dici di non credere in Dio. E allora in cosa credi? «Credere in qualcosa ci sta, assolutamente. Il punto è che gli esseri umani cercano sempre di attribuire la responsabilità di ciò che accade ad altre persone, che sia un dio o la religione stessa. Ci sono, secondo me, due distrazioni di massa importanti nella storia, una è la Bibbia, e l’altra è Internet. È come se queste due cose volessero distogliere le persone dal potere che hanno gli esseri umani». Quindi dovremmo credere nelle persone? «Sarebbe più facile. Ci concentriamo a credere in quello che vediamo fuori, quando in realtà la risposta è dentro di noi. Come esseri umani siamo capaci di fare cose incredibili, sono che non lo sappiamo» [De Cata, cit.] • «In 90MIN esprimo la mia visione: “Odio la Chiesa, ma sono cristiano”. Io ripudio le gerarchie ecclesiastiche, ma salvo quello che c’è al centro. Per me Dio è aggrapparsi a qualcosa e andare avanti, Dio sei tu che ti aiuti da solo». Mica male per uno cui hanno sempre dato del satanista. «E non dimenticare illuminato e massone». In effetti i simboli tatuati sulle sue braccia lasciano intendere una qualche affiliazione. «Ma che cazzo dici? Questo è indiano, questo invece è il Tetris». Già che ci siamo, i due nuovi segni che sono comparsi sul suo volto (una saetta sotto l’occhio destro e la scritta “Error 404”, ndr) sono una strizzata d’occhio alla nuova ondata trap? «Certo, come no… La gente si tatua la faccia da sempre, e visto che non faccio più il bagnino posso permettermelo» [Falcini, cit.].
Depressione «Io purtroppo in famiglia ho il problema della depressione: mia nonna, mio padre. Ed è quella brutta depressione che non sai perché. Ti dicono: perché stai male? E non sai perché» [Stories, cit.] • «Era prima di Hellvisback, avevo appena finito di girare il video di A volte esagero con Marra. Diciamo che in quel periodo stavo esagerando per davvero; ero finito in un brutto giro, pesavo 58 chili e stavo sempre con la tremarella. Mi sentivo in una specie di campo magnetico, che ti respinge e ti riprende. E il fatto che la gente in giro mi rompesse il cazzo perché ero Salmo peggiorava le cose: volevo vivermela male da solo, e non potevo. Un giorno mi sono detto “allora è questa la famosa depressione”. Allora vado da mio papà, che a 72 anni ha un fisico che fa spavento perché da giovane faceva le gare di body building. “Sei uno straccio”, mi fa, ma non mi chiede nulla. Sono stato blindato in casa per sei mesi; mi riposavo, non mi drogavo e non ascoltavo musica. Dopo qualche tempo ho visto le costole sparire, il mio corpo era come se fosse sbocciato. Ora faccio pesi per tenermi allenato e quando mi sale un po’ d’ansia mi sparo due schioppi di Cbd» [Falcini, cit.] • «Essendo una persona parecchio negativa ho bisogno di circondarmi di opposti, di persone che siano dei talismani, ho un sacco di amici così. Se invece becco delle persone come me, allora è una tragedia» [Borghi, cit.] • «Quando scrivo musica sto proprio male, è una sensazione strana, come se stessi vomitando» [ibid.].
Curiosità «Tutte le canzoni della mia carriera le ho scritte in Sardegna» [De Cata, cit.] • «Non ho più i social, non li guardo, stavano facendo male alla mia salute mentale, non stavo bene. Svegliarti ogni giorno e leggere che tante persone ti augurano di morire non è bello: oggi non me ne frega niente, domani non me ne frega niente, il terzo giorno inizia a pesarmi. Ho sentito l’esigenza di isolarmi anche perché mi sono accorto che i social rovinano la creatività: sono una perdita di tempo, una distrazione. Da quando me ne sono liberato c’è stata un’esplosione di creatività» [D’Innocenzo, cit.]. «Non me la vivo sempre bene ’sta cosa dei selfie, soprattutto quando ti si buttano addosso» [Falcini, cit.] • «Io, mio padre e mio fratello abbiamo questa particolarità che se decidiamo di fare qualcosa, la facciamo in maniera ossessiva. Loro soprattutto nello sport, io più in altre cose» [ibid.] • «Non me ne frega un cazzo di guadagnare soldi dai dischi, anche se in questi anni l’ho fatto. Il guadagno, come dicevo prima, arriva dai concerti. E io me li sudo questi soldi, perché quando vieni a vedermi dal vivo capisci che sono uno che si fa il culo. Io la musica la posso anche regalare, l’importante è che le persone vengano ai concerti» [Ansaldo, cit.] • «Una delle cose che non sopporto è la frenesia che ruota attorno a tutto questo. Ormai i dischi durano tre mesi poi, se non ne fai subito un altro, la gente ti abbandona perché non ne ha mai abbastanza. Eppure gli artisti hanno bisogno di tempo. Io ho bisogno di tempo» [Nera, 2017, Giorno] • Sul tuo sito c’è scritto che dormi di giorno e vivi di notte perché hai un disturbo del sonno. È vera ’sta cosa? «Sì. Mi succede da quando ero piccolo, da quando andavo a scuola. Mi capitava di studiare di notte, quelle poche volte che studiavo, per poi dormire e non andare alle interrogazioni. Non so, forse perché di giorno non combino niente, non mi vengono idee, non mi vien l’ispirazione. La notte son sempre lì invece. Non cambierò mai, sarà per tutta la vita, sicuro» [Agazzi, cit.] • «Ho chiamato una canzone Mussoleeni. Lì, però, ho fatto una cazzata io: la prima volta che la suoniamo dal vivo, Slait (il suo dj, ndr) leva la base proprio sul ritornello. Tutto il locale, che fino a quel momento aveva ascoltato il pezzo in silenzio, grida “Mussolini”. Sembrava un cazzo di concerto nazirock, fra’. Non l’abbiamo mai più fatta» [Falcini, cit.] • «Per come sono fatto, se fossi diventato famoso a vent’anni sarei impazzito. Dato quello che mi hanno proposto avrei potuto espormi ancora di più, ma non sono mai andato da Maria De Filippi, o al Chiambretti Night – perché non mi piace quel mondo. Ti può scappare la situazione di mano, hai un po’ di successo e lo vuoi avere tutto. Vuoi arrivare a prendere anche quello che non esiste. Devi saperti fermare e sapere dove cazzo vuoi arrivare» [Alovisi, Rumore].
Amori «Io sono molto legato ai miei genitori, soprattutto a mia madre, anche a mio padre, però con mia madre è proprio un rapporto particolare, la Sardegna poi è un luogo matriarcale» [Borghi, cit.] • È stato fidanzato dal 2017 al 2020 con Greta Menardo, di 14 anni più giovane, surfista, ma si sono lasciati malamente • Oggi sta con la cantante Shari, con la quale aveva duettato a Sanremo nel 2023.
Titoli di coda L’anno scorso pubblicò un video sui social dove lo si vedeva liberare in mare l’aragosta che aveva appena ordinato in un ristorante di Olbia.