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 2025  luglio 30 Mercoledì calendario

Biografia di J. K. Rowling (Joanne R.)

J. K. Rowling (Joanne R.), nata a Yate (Inghilterra, Regno Unito) il 31 luglio 1965 (60 anni). Scrittrice. Creatrice di Harry Potter. Autrice dei sette volumi della saga (pubblicati in prima edizione dal 1997 al 2007 e tradotti in un’ottantina di lingue, inclusi latino e greco antico), che ha venduto oltre mezzo miliardo di copie, e da cui sono stati tratti otto film, e poi tre spin-off, uno spettacolo teatrale, una serie Hbo (in sette stagioni), nove videogiochi, due parchi a tema • Scrisse il primo volume che era una madre sola, depressa, senza lavoro, ora ha un patrimonio personale da 1,2 miliardi di sterline • «È diventata più ricca della Regina anche se non ha una enorme piattaforma di vendita on line, non manda gente nello spazio, non ha creato social media, non ha una compagnia telefonica e non produce hi-tech» [Eleonora Barbieri, Giornale 1/8/2021] • «Nel 2008 Rowling viene invitata a tenere il discorso per la cerimonia di laurea di Harvard. Decide di parlare di due temi: i benefici del fallimento e l’importanza dell’immaginazione. La sua prolusione viene pubblicata in Italia, tradotta […] con il titolo Buona vita a tutti. […] Afferma che non occorre la magia per trasformare il mondo. Ma avere il coraggio di fallire. Fondamentale come aver successo. Aiuta a guardarsi allo specchio. E rimettersi in gioco» [Gian Luca Bauzano, Cds 7/2/2019].
Titoli di testa «Se qualcuno mi chiedesse la ricetta della felicità, il primo passo sarebbe scoprire quello che ti piace fare più di ogni altra cosa al mondo, il secondo trovare qualcuno che ti paghi per farlo. Mi considero davvero molto fortunata».
Vita «Sono nata al Chipping Sodbury General Hospital, il che mi sembra appropriato per una che colleziona nomi buffi. Mia sorella Di [Dianne, ndr] è due anni più giovane di me, e ha dovuto sopportare i miei primi tentativi come narratrice (ero molto più grande di lei e riuscivo a immobilizzarla) […] la prima storia che abbia mai scritto (quando avevo cinque o sei anni) era su un coniglio chiamato Coniglio. Si era preso il morbillo, e i suoi amici, inclusa un’ape gigante chiamata Signorina Ape, andavano a fargli visita. È dai tempi di Coniglio e Signorina Ape che ho voluto diventare una scrittrice […] Traslocammo due volte nella mia infanzia. La prima volta, da Yate (appena fuori Bristol) a Winterbourne (dall’altra parte di Bristol). Io e mia sorella giocavamo con un gruppo di bambini su e giù per la strada a Winterbourne. Due membri del gruppo erano un fratello e una sorella il cui cognome era Potter. […] Quando avevo nove anni, ci trasferimmo di nuovo, a Tutshill, vicino a Chepstow, nella Foresta di Dean. Eravamo finalmente in campagna, il sogno dei miei genitori, dato che erano entrambi londinesi. Mia sorella e io passavamo la maggior parte del tempo a vagabondare libere tra i campi e lungo il fiume Wye […] L’unico neo era il fatto che odiavo la mia nuova scuola. Era un istituto molto all’antica, i banchi con alzata avevano ancora il foro per la boccetta dell’inchiostro. La mia insegnante, la signora Morgan, mi spaventava a morte. […] La signora Morgan posizionava tutti nella classe a seconda di quanto intelligenti pensava che fossero; i più brillanti sedevano alla sua sinistra e tutti quelli che pensava fossero ottusi sedevano sulla destra. Io ero quanto più a destra era possibile senza andare a finire nel cortile […]» • «Dopo le elementari di Tutshill andai alla Wyedean. […] Ero tranquilla, lentigginosa, miope e una schiappa negli sport (a quanto ne so, sono l’unica persona che è riuscita a rompersi un braccio giocando a netball). La mia materia preferita era l’inglese, ma mi piacevano anche le lingue straniere. Raccontavo ai miei amici, tranquilli e studiosi come me, delle lunghe storie a puntate durante il pranzo. Di solito ci vedevano tutti compiere azioni eroiche e audaci che non avremmo certo compiuto nella vita reale: eravamo tutti troppo secchioni. […] Diventai meno tranquilla quando maturai. Tanto per cominciare, iniziai a mettere le lenti a contatto, che diminuirono la mia paura di essere colpita in faccia. Scrivevo molto, ma non mostrai nessuno dei miei scritti ai miei amici, a eccezione di alcune storie divertenti che, di nuovo, ci rappresentavano come personaggi un po’ mascherati». […]» • Decide di studiare francese. «“Sono andata all’università di Exeter per quattro anni, incluso un anno in cui ho insegnato inglese a Parigi”. […] Perché ha scelto lingue se amava così tanto la letteratura inglese? “Fu un po’ uno sbaglio. […] penso di essere stata influenzata dai miei, per loro conoscere le lingue sarebbe stato più utile per trovare un lavoro. Non che lo rimpianga amaramente, ma è stata una decisione strana per una che in realtà voleva solo diventare una scrittrice. […]”. E una volta laureata? “Un errore ancora più grande. Sono andata a Londra a fare un corso per segretarie bilingue”» [Lindsey Fraser, Conversazione con J.K. Rowling]. «[…] io sono una delle persone più disorganizzate del mondo e, come si capì, […] la peggiore segretaria in assoluto. L’unica cosa che mi piaceva del lavoro era riuscire a battere a macchina i miei racconti quando nessuno vedeva. Non prestavo molta attenzione nelle riunioni perché di solito scribacchiavo pezzi […] sui margini del notes o sceglievo nomi perfetti per i personaggi. È un problema se ti hanno chiesto di tenere i verbali delle riunioni». «Quando le venne in mente per la prima volta l’idea di Harry Potter? “Il mio ragazzo si stava trasferendo a Manchester e voleva che mi trasferissi anch’io. Fu durante il viaggio di ritorno in treno da Manchester a Londra, dopo un week-end passato a cercare un appartamento, che Harry Potter fece la sua apparizione. Non ho mai provato un tale impeto di eccitazione. Capii subito che sarebbe stato divertentissimo da scrivere. Allora non sapevo che sarebbe stato un libro per bambini – sapevo solo che avevo questo ragazzino. Harry. Durante quel viaggio scoprii anche Ron, Nick-Quasi-Senza-Testa, Hagrid e Pix. Ma, con l’idea della mia vita che mi frullava per la testa, non avevo una penna che funzionasse! E non andavo mai da nessuna parte senza la mia penna e il mio bloc-notes. Quindi, invece di cercare di scriverlo, ho dovuto pensarlo. E penso che questa sia stata una cosa positiva. Ero assediata da una montagna di dettagli, e se non fossero sopravvissuti a quel viaggio probabilmente non sarebbe valsa la pena di ricordarli. La Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts fu la prima cosa su cui mi concentrai. Pensavo a un posto di grande ordine ma pure di immenso pericolo, con bambini che avevano abilità con le quali potevano stupire i loro insegnanti. […] doveva essere ambientato in una zona appartata, e presto lo ambientai in Scozia, nella mia mente. Penso che sia stato un inconscio tributo al luogo dove i miei genitori si sono sposati. […] Così tornai all’appartamento quella notte e iniziai a scrivere tutto in un piccolo, economico notes. Scrissi le liste di tutte le materie che si dovevano studiare – sapevo che dovevano essere sette. […] La questione principale era scoprire perché Harry fosse dov’era, perché i suoi genitori fossero morti. Lo stavo inventando, ma mi sentivo come se stessi facendo una ricerca. Alla fine di quel viaggio in treno sapevo che doveva essere una serie di sette libri. So che potrebbe sembrare molto arrogante, per una che non aveva mai pubblicato niente, ma è così che mi venne in mente. Mi ci vollero cinque anni per pianificare la serie, per decidere la trama di ognuno dei sette romanzi”. […] Ha lasciato il lavoro per scrivere i libri? “Oh, no! Mi trasferii a Manchester e lavorai per la Camera di commercio – per poco, perché fui licenziata quasi subito. Poi andai a lavorare all’università, ma ero veramente infelice. Mia madre morì circa un mese dopo il trasloco. E poi ci svaligiarono, e rubarono tutto ciò che mia madre mi aveva lasciato. […] ma decisi che volevo andarmene. Sapevo che mi era piaciuto insegnare inglese come lingua straniera a Parigi e pensai a come sarebbe stato andare all’estero, insegnare un po’, portarmi dietro il mio manoscritto, prendere un po’ di sole… Così andai a vivere a Oporto in Portogallo, insegnavo a studenti dagli otto ai 62 anni. […] Dopo sei mesi, incontrai il mio futuro marito, un giornalista. Ci sposammo, e l’anno dopo nacque Jessica, appena prima del mio 28esimo compleanno. Fu il momento migliore della mia vita. A quel punto avevo completato i primi tre capitoli di Harry Potter e la pietra filosofale, quasi esattamente come appaiono nel testo pubblicato. Il resto del libro era solamente un abbozzo”. Perché si trasferì a Edimburgo?“Divenne chiaro che il matrimonio non stava funzionando, e decisi che sarebbe stato più facile se fossi tornata in Gran Bretagna. […] Tornai a Edimburgo per stare con mia sorella per Natale, e pensai: posso essere felice qui. E lo sono stata. […] Forse era il mio sangue scozzese che mi richiamava a casa […] Decisi di tornare a insegnare per guadagnarmi da vivere, ma prima dovevo procurarmi un’abilitazione – un certificato post-laurea in Insegnamento. Ma sarebbe servito un anno di studi, quindi sapevo che, se non avessi fatto uno sforzo per finire il libro in quel momento, probabilmente non l’avrei mai finito. Feci uno sforzo immenso, sovrumano. Mettevo Jessica nel passeggino, la portavo al parco e cercavo di farla stancare. Quando si addormentava, correvo in un caffè e scrivevo. Non tutti i bar approvavano che me ne stessi seduta per un paio d’ore consumando solo una tazza di caffè. Ma mio cognato aveva appena aperto un locale di sua proprietà – Nicolson’s –, e pensai che forse mi avrebbero accolta bene. Stavo attenta ad andarci quando non erano occupati, e i camerieri erano molto gentili. […] Quindi il mio primo libro fu terminato da Nicolson’s. […] Nei fine settimana andavo all’università per poter usare i computer, e lì scrivevo, con Jessica ai miei piedi assorta nei suoi puzzle. Il primo agente a cui inviai il manoscritto me lo rimandò indietro. Il primo editore a cui lo spedii me lo rimandò indietro. Allora ricominciai da capo […] Passò un anno prima che si trovasse un editore”» (Fraser). Dopo ben dodici rifiuti, il manoscritto giunse alla Bloomsbury, piccola casa editrice per l’infanzia il cui fondatore, Nigel Newton, decise di sottoporre il libro a sua figlia Alice, all’epoca di otto anni. Così Newton, in un’intervista a Rep, ha raccontato quanto accadde: «“Mia figlia, dopo essersi rinchiusa in camera sua, corse a dirmi che non aveva mai letto niente del genere. Era rapita, conquistata, affascinata: così tanto che insistette per leggermene subito alcune pagine ad alta voce”. E a questo punto lei che fece? “Il mattino seguente tornai in casa editrice e dissi che lo avremmo acquistato. Offrimmo 1.500 sterline, che dopo un po’ di tira e molla con l’agente diventarono 2.500. Una cifra irrisoria, con il senno di poi. Ma eravamo una piccola casa editrice, da me creata dieci anni prima con una specie di colletta tra investitori amici, per cui andavamo cauti con le spese”. La prima tiratura, anche questo è un dettaglio entrato nel mito, fu di poche centinaia di copie. “Cinquecento, per la precisione”» [Enrico Franceschini, Rep 15/5/2017]. Su suggerimento dell’editore, che, temendo che un nome femminile in copertina potesse scoraggiare i potenziali lettori maschi, l’aveva esortata a usare due iniziali in luogo del proprio nome di battesimo, l’autrice, sprovvista di secondo nome, decise di omaggiare la nonna paterna, Kathleen: Harry Potter e la pietra filosofale fu pertanto firmato «J.K. Rowling». «Quando Bloomsbury accettò di pubblicarlo fu sicuramente il secondo momento migliore della mia vita dopo la nascita di Jessica. L’anno successivo […] usciva il libro. Girai tutto il giorno con una copia sotto braccio. Quando lo vidi per la prima volta in una libreria mi venne una voglia matta di farci una dedica. Fu un momento straordinario. Jessica era in grado di decifrare soltanto due parole, “Harry” e “Potter”, e le urlava a tutti i librai. Ero certa che mi sospettassero di averla spinta a farlo».
Amori Oltre a Jessica Isabel (1993), nata dal primo marito, il giornalista portoghese Jorge Arantes, la Rowling ha altri due figli, David Gordon (2003) e Mackenzie Jean (2005), nati dal secondo e attuale consorte, il medico Neil Murray, con cui vive in Scozia, in una residenza settecentesca • «La mia è una vita normale, persino noiosa. Mi piace cucinare e starmene a casa con i miei due figli più piccoli. Nella mia vita privata nessuno mi conosce come J.K. Rowling. Uso il cognome di mio marito. Ma talvolta indosso un vestito alla moda, vado a una prima cinematografica o alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi e ridivento J.K. Rowling. Mi piace tenere separati questi due aspetti della mia vita».
Politica Progressista, abortista e filoisraeliana • Amica di Barack Obama e Gordon Brown, molto critica verso Jeremy Corbyn, che accusò di antisemitismo • Contraria sia all’uscita della Scozia dal Regno Unito sia all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (il giorno del referendum disse «Mai come oggi vorrei che esistesse la magia») • Grande impegno filantropico. «Forte del successo di Harry Potter, la scrittrice britannica ha creato un ente benefico che opera nel mondo per migliorare le condizioni di vita di piccoli orfani, abbandonati e diversamente abili» [De Carolis, cit.] • A partire dal dicembre 2019 criticatissima dai gruppi lgbt sui social, dopo il suo appoggio, con un tweet, a una certa Maya Forstater, ricercatrice per il Center of Global Development, che era stata licenziata per aver sostenuto che il sesso biologico deve prevalere sul genere percepito (e accusata di «transfobia») • Sommersa da insulti, ingiurie, contumelie e minacce di morte • Nel giugno 2021, lei rincarò la dose. Il movimento lgbt inglese pretendeva che si definissero le donne «persone con le mestruazioni» come definizione «inclusiva» per non discriminare i trans. Lei scrisse, sempre sui social, «Persone con le mestruazioni? Sono sicura che ci fosse una parola per definirle…»: poi aggiunse che le terapie per far cambiare sesso agli adolescenti le ricordavano le terapie per la conversione degli omosessuali • Altro scandalo, altri insulti • È accusata di essere una «Terf», acronimo per «Trans-exclusionary radical feminist», ovvero una femminista radicale che esclude i trans • Persino i tre attori della saga, Daniel Radcliffe-Harry, Emma Watson-Hermione e Rupert Grint-Ron, le girano le spalle. «Nei suoi post, la creatrice di Harry Potter ha detto di aver ricevuto decine e decine di messaggi di sostegno. Ha detto che è assurdo tacciarla di essere contro i trans, lei che ha sempre difeso i più deboli, ha provato a spiegare le sue ragioni, ha raccontato di aver subito una violenza sessuale da giovane e abusi dal primo marito (per tutta risposta, un tabloid è andato a scovarlo in Portogallo e ha riassunto così il suo pensiero: I slapped JK and I’m not sorry, cioè “Ho picchiato JK e non mi dispiace”» [Barbieri, cit.] • Il primo ministro Boris Johnson si schiera con lei • Grandissime polemiche, viene osannata o demolita, a seconda di come ci si posiziona • A un signore che sperava di «scaldarsi al fuoco di una pira di mille edizioni tascabili di Harry Potter», rispose: «Ricevo le stesse royalties che tu le legga o le bruci. Goditi i tuoi marshmallow!» • Nell’aprile 2024, la Scozia approvò una nuova legge contro «i discorsi d’odio», lei invitò la polizia ad arrestarla: «La libertà di parola e di credo sono finite in Scozia se la descrizione accurata del sesso biologico è considerata un crimine» • Nel 2024, nonostante Keir Starmer avesse preso le distanze dall’ideologia gender, disse che non sapeva se avrebbe votato per i laburisti.
Curiosità Conclusa la saga del giovane mago, la Rowling ha scritto romanzi per adulti, tra cui otto volumi imperniati sulla figura dell’investigatore privato Cormoran Strike (e firmati con lo pseudonimo di Robert Galbraith), ma senza lo stesso successo • «I polizieschi sono il suo piacere letterario proibito: “Adoro un buon libro di Dorothy L. Sayers”» [Decca Aitkenhead] • «Mentre scriveva il primo libro di Harry Potter è stata in terapia. “E ho dovuto tornarci quando la mia vita è cambiata così all’improvviso. Mi è stato davvero utile. Sono una grande sostenitrice dell’aiuto terapeutico. A me ha fatto molto bene”. L’altra àncora di salvezza le è arrivata dal secondo marito. […] “Quando ho conosciuto Neil, è stato come se egli pervadesse ogni parte di me. Ha cambiato la mia vita. Ma, prima di quel momento, ritrovarmi da sola con una bambina piccola e tutto il resto, fu…” – cerca le parole, e decide di minimizzare – “difficile”» [ibid.] • «Soltanto una volta ha dovuto far ricorso a un travestimento per uscire senza essere riconosciuta, ma lo ha fatto per andare ad acquistare l’abito da sposa. “Volevo soltanto riuscire a sposare Neil senza che si creasse troppo insulso scalpore”. Non è disposta a dirmi come si è travestita, “nel caso in cui debba rifarlo”, ridacchia» [ibid.] • «Sul mercato anglosassone la produzione editoriale è in mano a Bloomsbury, Scholastic e HarperCollins. Ma saggiamente la Rowling ha mantenuto il controllo sulla vendita degli e-book e degli audiolibri (per tutte le tasche, da 2 a 200 sterline), che commercializza lei stessa attraverso il sito www.pottermore.com, lanciato nel 2011» [Stefania Ulivi] • «Alcuni nomi nei libri di Harry Potter li ho inventati, ma colleziono anche nomi strani. Li prendo da santi medievali, mappe, dizionari, piante, monumenti ai caduti e persone che ho incontrato». «Spesso, le persone reali mi ispirano un personaggio, ma una volta che sono dentro la tua testa iniziano a diventare qualcosa di totalmente diverso. Il professor Piton e Gilderoy Allock sono entrambi versioni esagerate di persone che ho conosciuto, ma sono diventati molto diversi una volta portati sulla pagina. Hermione è un po’ come me quando avevo undici anni, ma molto più intelligente». «Non ho consapevolmente basato sulla mia vita nulla dei libri di Harry Potter, ma, ovviamente, questo non vuol dire che i tuoi sentimenti non scivolino dentro comunque. Quando ho letto il capitolo dodici del primo libro, “Lo Specchio delle Brame”, ho visto che ho dato a Harry molti sentimenti sulla morte di mia madre, sebbene non ne fossi consapevole quando lo stavo scrivendo» • «Mi piace ancora scrivere a mano. Normalmente faccio una prima bozza con carta e penna, e poi correggo una prima volta quando batto a computer. Per qualche ragione, preferisco di gran lunga scrivere in nero invece che in blu, e, in un mondo perfetto, userei sempre carta a righe strette. Ma ero famosa per scrivere su ogni sorta di cose strane quando non avevo un notes con me. I nomi delle Case di Hogwarts li ho creati sul retro di un sacchetto per il vomito di un aereo. Sì, era vuoto».
Titoli di coda Nel gennaio 2025 la Stonewall, importante associazione lgbt britannica, modificò la definizione di «transfobia» di modo che ora chi nega la auto-percezione altrui non è più considerato transfobico • A febbraio, tra i primi ordini esecutivi di Donald Trump ce ne fu uno intitolato «Difendere le donne dall’ideologia gender e restaurare la verità biologica». La Rowling pubblicò un nuovo post su X: «Una parte rumorosa della sinistra si rifiuta ancora di uscire dalla sua bolla del sesso come costrutto sociale e di riconoscere che il suo abbraccio all’ideologia dell’identità di genere è stato una calamità. Erano stati avvertiti che la destra stava capitalizzando consensi sul loro tradimento di donne e ragazze. Non hanno ascoltato».