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 2025  settembre 05 Venerdì calendario

Biografia di Geert Wilders

Geert Wilders, nato a Venlo, Paesi Bassi, il 6 settembre 1963 (62 anni). Politico. Fondatore e presidente della formazione di estrema destra Partito per la Libertà (PVV).
Titoli di testa «Ho un problema con la tradizione, la cultura, l’ideologia islamica. Non con i musulmani» [Ian Traynor, Guardian].
Vita I nonni materni si conoscono e si sposano in Indonesia, all’epoca colonia olandese, negli anni ’20. La nonna è un’oriunda proveniente da una famiglia mista: olandese, ebrea e indonesiana, il nonno un funzionario governativo di Utrecht. Dopo una serie di rocambolesche vicende, legate sia alla loro differente origine, che all’abitudine di lui di indebitarsi senza pagare, la famiglia si stabilisce a Venlo, dove il nonno diventa direttore carcerario. Le radici ideologiche di Wilders sono state accostate al revanscismo post-coloniale olandese [Lizzy van Leeuwen, De Groene Amsterdammer] • Ultimogenito di quattro figli, il padre è un dirigente della Océ, marchio che produce macchine copiatrici, la madre una casalinga che lo vizia moltissimo [Gerald Trauffeter, Der Spiegel] • Dotato di un carattere «testardo e difficile» che, per sua stessa ammissione, non lo rendeva «il figlio più educato che una madre potesse desiderare», cresce in una famiglia «abbastanza stabile e felice». Studia e si diploma in scuole cattoliche, ma non sente mai un particolare afflato religioso [Leonard Ornstein, npokennis.nl] • «Era veramente difficile da gestire. Un ribelle» Ribelle in che modo? «Penso fosse legato alla pubertà. Era un fortissimo ribelle, faceva casino tutto il tempo. (…) Faceva tutto quello che gli pareva, non importa che qualcuno lo frenasse o no. Faceva tutto a modo suo. E il modo suo era parecchio estremo. (…) Stava a casa giusto per mangiare e dormire e basta (…) Della scuola non gli importava. Era di gran lunga più intelligente di quanto non sembrasse al tempo (…) Per un po’ di tempo suonò in una banda. Molto rumorosa… Tipo i Sex Pistols in olandese [Intervista a Paul Wilders, fratello di Geert e fortemente critico delle sue posizioni, di Stefanie Marsh, The Atlantic] • Dopo il diploma il diciassettenne Wilders decide di realizzare il suo desiderio di viaggiare per vedere il mondo. Dato che con il suo salario da operaio part-time in una fabbrica di sottaceti non si può permettere di raggiungere l’Australia, suo primo obiettivo, si iscrive a un programma di lavoro che lo porta a lavorare in Cisgiordania, in un moshav israeliano. Durante il soggiorno assiste a combattimenti tra i coloni e i locali [a Wilfried de Jong, NPO Radio 1] • Dopo aver sudato nei campi per sei mesi mette insieme abbastanza denaro per poter cominciare a viaggiare nei paesi arabi limitrofi: visita le moschee di Gerusalemme e di Damasco (dove gli rubano le Nike). Rimane colpito dalla bellissima accoglienza dei locali, e contemporaneamente dal loro odio per Israele [ibid.] • Trascorre in Medioriente il biennio 1980-82, e vi tornerà numerose volte negli anni ’90, colpito sia dalla magnificenza dei luoghi che dal caos e dall’oppressione dei leader non democratici [Trauffeter, cit.] • «Quando è tornato era diventato una persona molto più seria, molto più piacevole. Si è messo a studiare e a cercare lavoro. Penso che il seme sia stato piantato lì, il seme emotivo e intellettuale». Vuol dire il seme delle sue politiche estremiste? «Sì. E non era ancora anti-Islam, non così tanto: prima e soprattutto era filo-Israele. Dopo il ritorno è andato a lavorare ai servizi sociali, ma lì, per via della burocrazia, c’era un gran caos. Così si è deciso: “voglio fare la differenza e se non la posso fare qui la farò al centro del potere”. E questo voleva dire la politica» [Marsh, cit.] • Tornato ad Amsterdam, ottiene un’abilitazione per lavorare nel settore delle assicurazioni sanitarie, frequentando contemporaneamente dei corsi in Legge per corrispondenza all’università aperta dei Paesi Bassi. Va poi ad abitare a Utrecht, dove comincia a lavorare nel consiglio della locale Cassa di Previdenza sociale [Ornstein, cit.] • Risiede in una casa d’affitto nel quartiere periferico di Kanaleilanden, in cui si stanno trasferendo le famiglie dei lavoratori marocchini e turchi immigrati nel ventennio precedente. Percepisce un crescente deterioramento delle condizioni di sicurezza del quartiere che associa alla sua islamizzazione [ibid.] • Inizia a meditare più seriamente i modi e i tempi con cui entrare in politica; il partito che sente più vicino alle sue posizioni è il VVD, il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, di stampo liberal-conservatore. Proprio alcuni dirigenti del VVD, alla ricerca di esperti nel campo delle politiche sociali, decidono di assumerlo nel 1989 come assistente parlamentare [Joke Mat, NRC Handelsblad] • Per gli otto anni successivi si unisce alla squadra di giovani ambiziosi che si occupa di preparare i discorsi per l’astro nascente del partito: Frits Bolkestein. Un collega ricorderà come, pur non sapendo scrivere, fosse un ottimo analista e ricercatore, capace di trovare tutti i tasti dolenti da toccare per raggiungere gli obiettivi prefissati. Sono anni in cui viaggia molto, coltivando in particolare i legami con l’Ungheria e il Medio Oriente [Ibid.] • Per sei mesi, tra il 1997 e il 1998, Wilders entra a far parte del consiglio comunale di Utrecht. Assimila dal suo mentore Bolkestein sia lo stile dialettico incendiario, sia l’attitudine a «infrangere tabù politici», sia le argomentazioni critiche contro l’immigrazione di massa nei Paesi Bassi, in particolare quella proveniente da paesi islamici [Derk Stokmans, NRC Handelsblad] • Nel 1998 riesce, facendo incetta di voti a Venlo, a entrare in parlamento, diventando un deputato alla Camera dei Rappresentanti. Trascorre il suo primo mandato in maniera relativamente tranquilla: segue le direttive del partito e sfrutta le sue competenze nel campo della previdenza sociale per proporre con insistenza politiche aggressivamente liberiste, con pesanti tagli ai sussidi di disoccupazione e lotta alla burocrazia [Mat, cit.] • Per quanto riguarda l’Islam, Wilders concentra le sue critiche sulla minoranza estremista: in un programma televisivo afferma che né lui né il partito hanno qualcosa in contrario all’Islam, il quale «non ha nulla di sbagliato». Attacca anche le durissime affermazioni del leader politico Pim Fortuyn, che si era scagliato contro l’Islam e la società multiculturale, in quanto esse accomunavano tutti i musulmani [Nederlands Dagblad] • L’attentato alle Torri Gemelle del 2001 porta l’opinione pubblica olandese a prestare maggiore attenzione alle posizioni di Wilders, che intensifica la sua retorica, pur mantenendo il focus sulla minoranza estremista del mondo islamico [Bas Soetenhorst, Het Parool] • L’anno dopo sale la tensione tra Wilders e il VVD, di cui era stato nominato portavoce: in un primo momento non viene rieletto, per poi essere ripescato in extremis quando i compagni di partito che ottengono incarichi ministeriali danno le dimissioni: il nuovo assetto interno fa sì che Wilders si trovi all’estrema destra, in posizione più isolata [Marsh, cit.] • L’incarico di Wilders gli porta grande esposizione mediatica, che esplode nel momento in cui comincia a polemizzare con la linea del partito su una varietà di argomenti; la sua linea di critica contro l’Islam e la comunità musulmana olandese si intensifica, e assieme alla compagna di partito Ayaan Hirsi Ali pubblica una lettera aperta in cui invoca una «jihad liberale» contro l’estremismo islamico. Si getta con entusiasmo negli intrighi interni, cercando di spostare il partito verso destra. I nodi vengono al pettine nel settembre del 2004, dopo una lunga serie di attriti: Wilders lascia il VVD. Si era rifiutato categoricamente di sposare la linea del partito, che esprimeva parere favorevole a un possibile ingresso futuro della Turchia nell’UE. In un primo momento non abbandona il partito, mettendo in crisi la stabilità dell’intero governo. Dopo un mese di fortissime pressioni capitola; non rassegna le dimissioni da parlamentare e diventa un membro indipendente. Fonda un partito informale che in un primo momento assume semplicemente il nome di “gruppo Wilders” [Mat, cit.] • Contemporaneamente l’omicidio del regista Theo Van Gogh da parte di un estremista marocchino porta l’argomento del ruolo dell’Islam nella società olandese in primissimo piano. Le posizioni di Wilders, sempre più radicali contro l’immigrazione musulmana nei Paesi Bassi e contro l’Islam (ora nel suo senso più generale) gli portano grande notorietà e consenso, ma anche un fiume di minacce, compreso un video musicale jihadista in cui si incitava alla sua decapitazione. Nel novembre del 2004 finisce sotto scorta, dopo essere stato menzionato come bersaglio nei piani di alcuni possibili attentati [Craig Smith, The New York Times] • «A casa ho una stanza antipanico, dove dovrei rifugiarmi nel caso in cui gli “aderenti alla religione della Pace” dovessero superare le misure di sicurezza permanenti attorno a me e a casa mia. Che in effetti non è nemmeno casa mia, è una casa sicura messa a disposizione dal governo, fortemente protetta e a prova di proiettile (…) sono circondato dalla polizia e privato di qualsiasi privacy personale. Mi portano tutti i giorni da casa al mio ufficio in parlamento con delle volanti della polizia blindate, a sirene e lampeggianti accesi. Indosso un giubbotto antiproiettile quando parlo in pubblico, sempre accompagnato da sei poliziotti in borghese» [Geert Wilders, Marked for Death] • Nel 2005, in preparazione alla nascita del suo partito, Wilders scrive un manifesto programmatico di 19 pagine, nel tentativo di dare un’identità più complessa al progetto e svincolarlo da un semplice associazionismo anti-Islam. Le proposte inquadrano il partito nel campo della destra (lui lo descrive come “patriottico”), e si concentrano sulla volontà di riprendere il paese da un’élite caratterizzata da incompetenza, codardia e incapacità di fare il necessario per la prosperità dei Paesi Bassi [De Telegraaf] • Nel marzo del 2006 viene annunciata la fondazione ufficiale del partito di Wilders, il Partito per la Libertà (PVV). Il manifesto elettorale, soprannominato «vino chiaro», presenta dieci punti, tra cui spiccano un netto taglio a tasse e burocrazia; l’emendamento dell’articolo 1 della Costituzione sulla libertà davanti alla legge per rimarcare il dominio culturale delle tradizioni giudaico-cristiane e umanistiche; una forte limitazione ai poteri dell’Unione Europea; una moratoria di cinque anni dall’immigrazione proveniente da paesi non occidentali; consistenti limitazioni al culto islamico (come il divieto di predicare da parte di imam stranieri e comunque in lingue diverse dall’olandese); aumenti delle pene carcerarie e introduzione dell’espulsione per criminali immigrati anche di seconda generazione [geertwilders.nl] • Alle elezioni parlamentari di quell’anno, il partito di Wilders stupisce conquistando nove seggi, molti in più rispetto ai sondaggi • Nel 2007 paragona il Corano al Mein Kampf, afferma che i musulmani residenti nei Paesi Bassi dovrebbero strappare metà del libro per restare nel paese e che ci fosse in corso un’invasione islamica che, grazie all’incapacità dei politici locali, avrebbe portato alla costruzione di un superstato islamico dell’Eurabia [Trouw] • Nello stesso anno annuncia di star scrivendo la sceneggiatura di un film sul Corano: la notizia getta in agitazione il governo olandese (e non solo) per paura delle conseguenze che un’opera del genere avrebbe potuto scatenare nei paesi musulmani, sia in termini economici che di sicurezza [Knack] • Il cortometraggio, intitolato Fitna, esce a febbraio del 2008. A partire dalla lettura di alcune sure del Corano per poi passare a esempi concreti, vuole dimostrare la violenza e il pericolo intrinseco che l’Islam costituisce per i Paesi Bassi. Nessuna rete televisiva accetta di trasmettere il film, che viene diffuso via internet e successivamente condannato dall’ONU come esempio di islamofobia [Reuters] • Wilders riceve numerose denunce per incitazione all’odio razziale, ma la procura di Amsterdam rifiuta di portarlo a processo perché si rischierebbe di violare il diritto alla libertà di opinione. Nel 2009 viene fatto ricorso e un tribunale ordina di aprire un processo contro Wilders, che due anni dopo verrà assolto [The Wall Street Journal] • Alle elezioni politiche europee del 2009 il PVV è il secondo partito olandese: Wilders propone in televisione la deportazione di tutti i criminali musulmani («milioni») dall’Europa [NRC Handelsblad] • Nelle elezioni del 2010 il partito di Wilders arriva quasi a triplicare i seggi, offrendo un tacito appoggio a un governo di centrodestra, che effettivamente si insedia. Nel corso della legislatura si fa notare la forte opposizione che il PVV monta contro la ratifica del Mes [Reuters] • Dopo le elezioni del 2012 il PVV registra una flessione negativa, e passa all’opposizione. Nel corso della campagna elettorale per le elezioni europee del 2014, nel corso di un comizio, chiede al pubblico se volesse «più o meno marocchini», alla risposta della folla («meno, meno») promette che ci avrebbe pensato il suo partito. Per questo episodio Wilders viene nuovamente denunciato, e la Procura dell’Aia lo indaga per ingiuria verso un gruppo di persone e incitamento alla discriminazione. Nel dicembre del 2016 viene condannato per la prima accusa (ma non gli viene imposta alcuna pena) e assolto dalla seconda [rechtspraak.nl] • Durante l’acuirsi della crisi dei migranti del 2015 il suo partito riceve ampio consenso facendo campagna elettorale contro l’accoglienza, proponendo di sigillare le frontiere e chiudere i centri di asilo [NRC Handelsblad] • Durante il referendum sulla Brexit si schiera apertamente con lo schieramento separatista, esultando per la vittoria e auspicando che un simile referendum venisse organizzato in patria il prima possibile per finalizzare una NExit [Politico] • Nel 2016 partecipa alla Convention repubblicana che incorona Donald Trump come candidato presidenziale alla Casa Bianca [Algemen Dagblad] • Proprio questa sua affinità con lo stile e i contenuti trumpiani suscita notevole interesse anche all’estero durante le elezioni politiche del 2017. Il partito rimane in testa ai sondaggi per la gran parte della campagna, costringendo gli altri partiti a preparare un piano di cordata per bloccare un governo del PVV anche se avesse avuto la maggioranza dei voti. Wilders paventa una rivoluzione [Ashley Kirk; Patrick Scott, Daily Telegraph] che si rivelerà non necessaria in quanto il partito terminerà le elezioni al secondo posto e rimarrà nuovamente all’opposizione [Dutchnews.nl] • Allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina Wilders, pur abbandonando toni di eccessivo appoggio alla Russia (negli anni precedenti aveva parlato numerose volte della russofobia estrema presente nelle istituzioni europee) propone di mantenere i Paesi Bassi in una posizione rigidamente neutrale, di continuare ad acquistare gas russo, e di non sostenere militarmente né finanziariamente l’Ucraina [Chris Nijhuis, Bertjan Verbeek e Andrej Zaslove, ECPS] • La campagna elettorale del 2023 è dominata dal tema dell’immigrazione: Wilders coglie l’occasione e sceglie di assumere un tono moderato per allargare il bacino di consensi, consentendo al partito di assumere una fisionomia molto più centrista presso il pubblico olandese [Lisa O’Carrol, The Guardian] • La strategia paga e il PVV diventa a sorpresa il partito più votato, generando «uno dei più grandi rivolgimenti politici dalla II Guerra Mondiale a oggi» [Mike Corded, Associated Press] • Durante le trattative per la formazione del governo di coalizione con gli altri tre partiti della maggioranza, Wilders deve a malincuore rinunciare alla sua aspirazione di diventare primo ministro, perché teme di non avere i voti necessari da parte degli alleati (dinamica che denuncia come «costituzionalmente ingiusta»), riuscendo comunque a ottenere una serie di risultati politici di peso, come uno dei programmi di contrasto all’immigrazione e di limitazione delle misure di concessione d’asilo più duri nella Storia olandese [NOS] • A settembre del 2024 partecipa al raduno di Pontida, sostenendo la necessità di un nuovo giuramento da parte di «tutti i patrioti europei» in sostegno a Matteo Salvini, che sarà «più forte che mai» nonostante i tentativi di fermarlo, un «uomo virtuoso per la battaglia contro lo tsunami dell’immigrazione clandestina di massa» [euronews.it].
Curiosità Teledipendente, ammira Margaret Tatcher e preferisce il kebab agli hamburger [Traynor, cit.] • Agnostico [NRC Handelsblad] • Soprannominato «Mozart» e «Capitan Perossido» per via della chioma biondo platino [Paul Kirby, BBC News] • Il perché dei suoi capelli? «Il capello al perossido era partito come uno scherzo dopo che aveva compiuto vent’anni ma ha finito per piacergli. Aveva dovuto farsi biondo in seguito a una scommessa ed era andato dal parrucchiere. È diventato un marchio di fabbrica dopo essere entrato in politica» [Marsh, cit.] • Vincitore del titolo di «politico olandese dell’anno» per 5 volte • Nel 2009 riceve a Roma il premio Oriana Fallaci per la libertà di parola dopo la proiezione di Fitna [euro-islam.info] • Afferma di essersi ispirato proprio a Fallaci per fondare il suo partito [Alessandro Madron, Fatto].
Amori «Aveva un sacco di ragazze, diverse in Israele e in Egitto, ovunque andasse» [Marsh, cit.] • Ha avuto un matrimonio di breve durata a vent’anni [Elsevier Weekblad] • Dal 1992 è sposato con l’ungherese, Krisztina Márfai, conosciuta in un caffè all’Aia nel 1989. Lei lavorava all’ambasciata ungherese: il regolamento diplomatico proibiva di stabilire relazioni sentimentali con gli olandesi, per cui i due hanno dovuto mantenere nascosta la relazione fino a quando lei non cambiò lavoro. Non hanno figli [Tamara Kaňuchová, vsquare.org] • «Lo dico sempre: le donne israeliane sono le più belle del mondo. Tranne per quelle ungheresi, ora devo ammetterlo» [de Jong, cit.].
Titoli di coda «Nella mia lotta per la libertà e contro l’islamizzazione dei Paesi Bassi, non permetterò a nessuno di silenziarmi. Non importa chi, non importa a che costo, qualsiasi possano essere le conseguenze» [Wilders, gatestoneinstitute.org].