15 settembre 2025
Tags : Giancarlo Tancredi
Biografia di Giancarlo Tancredi
Giancarlo Tancredi, nato a Milano il 16 settembre 1961 (64 anni). Architetto. Ex assessore alla Rigenerazione Urbana del comune di Milano: indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica, si è dimesso a luglio.
Assessore Laureato in architettura al Politecnico di Milano • Non è legato a nessun partito • Inizia molto giovane a lavorare nel settore urbanistica del comune di Milano, prima come tecnico e poi come dirigente. È stato per anni direttore dell’Area Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree (stipendio annuo lordo: 120.091,03 euro). Il sindaco Beppe Sala disse che lo aveva nominato per implementare il modello di città «a 15 minuti», (dove tutti i servizi essenziali sono raggiungibili in un quarto d’ora a piedi o in bici) • Tra i progetti di cui si è occupato: l’area Porta Nuova, il Portello, City Life, Expo 2015 e Mind, la Darsena, gli scali ferroviari dismessi, Santa Giulia e l’area dello stadio Meazza • «Il suo metodo di lavoro, improntato a una stretta collaborazione tra amministrazione e operatori privati, lo ha reso uno degli architetti istituzionali della Milano contemporanea. Relatore abituale in incontri e conferenze sul futuro della città» [ItaOggi] • Il 12 ottobre 2021 venne nominato assessore alla Rigenerazione Urbana. Successe a Pierfrancesco Maran, che andò a fare l’eurodeputato • «L’Anac avviò un’interlocuzione con il comune di Milano per verificare la posizione di Tancredi in merito ad eventuali conflitti di interesse di quest’ultimo, che ha anche un suo studio privato di architettura. La risposta dell’amministrazione arrivò attraverso il responsabile della Prevenzione della corruzione e trasparenza del comune di Milano che riportò una documentazione da cui si evinse che, prima dell’assunzione del ruolo politico, Tancredi aveva chiesto e ottenuto il collocamento in aspettativa: un elemento che servì a fugare i sospetti su eventuali profili di inconferibilità e incompatibilità della carica. Per questo motivo la vicenda venne chiusa con una nota al responsabile prevenzione della corruzione del comune, affinché monitorasse l’eventuale integrazione di fattispecie di incompatibilità. Quella situazione però continuava a non rasserenare tutti e nello stesso anno, alcuni mesi dopo, vi fu un’altra segnalazione dello stesso tipo, che fu archiviata per i motivi già spiegati dal comune» [Fatto] • Le sue competenze (come indicate sul sito del comune di Milano, dove gli viene ancora attribuita la carica di assessore, probabilmente per un mancato aggiornamento della pagina): «definizione delle politiche di pianificazione e sviluppo del territorio, comprese le scelte urbanistiche relative all’edilizia residenziale pubblica e all’edilizia residenziale sociale; monitoraggio e controllo dell’attuazione dei Piani urbanistici; politiche per la bonifica dei suoli, indirizzi e controllo delle relative attività nonché dei piani di scavo; gestione dei grandi eventi sulla scorta della delega conferita; rapporti con i Municipi sulla scorta della delega conferita» • Nel libro Next Milano. 2015-2030 Urban Regeneration, scritto con Riccardo Dell’Osso e pubblicato nel 2023, scriveva: «La grande sfida è quella di una città che deve cercare di non replicare i modelli di Londra, della stessa Parigi o di altre grandi metropoli che hanno diviso la città in classi sociali. Il rischio è quello di una città esclusiva che in altri contesti, penso a Manhattan, esiste già. A Milano questo rischio esiste perché gli interessi sono forti. Dobbiamo mantenere gli equilibri e il mix sociale che sono sempre stati una caratteristica della città. Lo sviluppo deve coniugarsi con l’equità» • Nel settembre 2023 disse: «Noi avevamo un obiettivo molto ambizioso che era quello di proporre abitazioni con un affitto mensile che si attestasse sui 500 euro al mese, ma il rincaro delle materie prime sta ponendo alcune difficoltà» [a Claudio Nelli, UrbanFile] • Sui grattacieli, che a Milano proliferano e sono stati spesso criticati: «Dato che sono architetto, so perfettamente che questo è un tema molto importante per la storia dell’architettura moderna e contemporanea, che non si può liquidare dicendo ‘edificio alto negativo, edificio basso positivo’. sarebbe contraddire tutta l’architettura moderna e contemporanea, che ha avuto negli edifici alti forse gli esempi più belli. A Milano l’edificio degli anni ’50 e 60 più bello che abbiamo è il grattacielo Pirelli di Gio Ponti. Poi ci sono i grattacieli di Mies van der Rohe a Chicago, che sono dei monumenti. Recentemente c’è stato un grattacielo fatto a New York da Alvaro Siza, bellissimo. Quindi io sono l’ultimo ad avere qualcosa contro gli edifici alti. Qual è quindi il punto? Costruire gli edifici alti è una responsabilità molto grande, perché sono più visibili, sono visibili in tutta la città. Non caratterizzano solo la zona in cui vengono costruiti, ma la città nella sua interezza. Sinceramente di edifici alti belli, a Milano, negli ultimi anni io ne ho visti veramente pochi. Non sempre i progettisti riescono a cogliere quelli che sono i temi dell’edificio alto, e io questa cosa la denuncio. Per cui facciamo degli edifici alti belli e in zone della città in cui l’edificio alto si armonizza con il resto della città» [Nelli, cit.] • Scriveva il manifesto a maggio 2022: «L’ultima arrivata è la torre MiC, 22 piani di grattacielo per 94 metri d’altezza di nuovi uffici di fianco alla stazione Centrale di Milano. Verrà costruita sulle ceneri dello storico hotel Michelangelo. […] “Transizione verde” è diventata la formula magica di ogni nuovo progetto urbanistico di Milano, dove le gru non hanno mai smesso di muoversi neanche in pandemia e dove nei prossimi dieci anni si costruirà come non si vedeva dai favolosi anni ‘80 della Milano da bere. Un fiume di denaro e calcestruzzo spruzzati di green su cui il sindaco Sala si è tenuto pieni poteri politici affidando a un tecnico che non arriva dai partiti, l’ex dirigente del settore urbanistica Giancarlo Tancredi, l’assessorato chiave dell’urbanistica, oggi rinominato in un più accattivante assessorato alla rigenerazione urbana. […] Oggi Milano è un luna park per costruttori e sviluppatori, attirati anche da un regime fiscale favorevole con oneri di urbanizzazione bassi rispetto ai profitti che questa città permette di ottenere. La media è del 4 per cento» [Roberto Maggioni, manifesto].
Indagine Nella primavera del 2023 «la procura di Milano apre un fascicolo d’inchiesta sul nuovo edificio di piazza Aspromonte e sulle Torri di Crescenzago, casi emblematici di palazzi sorti dal nulla in mezzo a un cortile e al posto di due capannoni. Non si parte da ipotesi di reato di corruzione ma di lottizzazione abusiva e di abuso edilizio per l’utilizzo improprio di strumenti come la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), una procedura semplificata e meno onerosa usata per costruire grattacieli o nuovi edifici in alcuni casi presentati però come ristrutturazioni. Al posto della Scia, sostiene la procura, sarebbero stati necessari i “piani attuativi”, procedure più complesse e costose sotto il profilo degli oneri di urbanizzazione. Un meccanismo ripetuto e per questo contestato in numerosi altri progetti. Nella primavera del 2024 l’inchiesta si estende a oltre una dozzina di cantieri, mentre altri 150 progetti si sono fermati per il timore di essere indagati o perché senza i necessari permessi» [Rossella Savojardo, MilanoFinanza] • A fine gennaio di quest’anno, un mese prima del primo arresto nell’ambito dell’indagine, «in una giornata gelida» Tancredi incontrò Giovanna Boursier, che lo intervistò per la trasmissione 100 minuti su La7: «Applichiamo le norme sulla ristrutturazione edilizia in una città che, per più di un quarto del territorio, era occupata da fabbriche e diventava una metropoli di servizi. […] rifletto sul fatto che, secondo le inchieste, il comune avrebbe dovuto mantenere una continuità. Ma di un capannone che diventa alloggi, cosa posso mantenere? […] La semplificazione è un principio importantissimo […]. Lei, che è architetto e negli uffici urbanistici da anni, poi dal 2021 assessore ritiene che comunque, aldilà dell’inchiesta, sia stato fatto tutto bene, visti i risultati? Visti i risultati benissimo. Perché lei sta parlando dell’unica città in Italia che ha avuto un processo di crescita e rigenerazione. Milano è un modello urbanistico virtuoso in Italia e in Europa anche nel rapporto pubblico-privato e nello sviluppo sostenibile. […] Ma non è il modello Milano che mette in crisi gli equilibri sociali […]. Non dipende dal modello urbanistico visto che il problema della povertà c’è ovunque […] Considerando che magari «rigeneri» e aumenti il valore del nuovo, per il costruttore, ma chi abita lì con un palazzo in cortile può solo vedere svalutata la sua proprietà? A Milano nel bene e nel male di svalutato da anni non c’è nulla. […] Vorrei capire: cosa guadagna il comune ad autorizzare questi palazzi? […] Qui guadagna solo il privato che vende e il costruttore che compra l’area e costruisce a 7 o 10mila euro al metro quadrato… Il comune non deve guadagnare ma solo rispondere ai bisogni della comunità come riqualificare. Il bisogno della comunità è avere case a 10 mila euro al mq? Ma non è il comune che decide i prezzi delle case, è il mercato. Allora lascio un’area industriale contaminata per evitare che le case vengano vendute a prezzi troppo alti? Non si potrebbe fare un accordo fra pubblico e privato che obbliga a fare anche alloggi a prezzo calmierato o popolare? Come fanno a Vienna o a Barcellona. Ma è quello facciamo. Non con questi progetti… No, perché sono di piccola dimensione […] Lei ha paura di essere indagato? Paura non lo so, io ho la coscienza a posto, lavoro in buona fede e quindi non posso avere paura» • A febbraio «durante un convegno organizzato dal Pd ha “ammesso”: “Forse c’è stata un po’ di leggerezza, ma è sempre sull’esperienza che si costruiscono scenari futuri… i risultati sono stati in parte positivi, ma anche abbastanza deludenti”, aggiungendo che gli immobiliaristi hanno spesso privilegiato la logica del profitto rispetto a una visione urbanistica equilibrata» [Daniele Bonecchi, Foglio] • «Per uscire dall’impasse causato dall’inchiesta, è nata l’idea bipartisan del “Salva Milano”: un disegno di legge – composto da un solo articolo – di interpretazione autentica che avrebbe consentito il superamento dei limiti di altezza e volumetrici per gli interventi edilizi effettuati anche in assenza di piani particolareggiati. La norma avrebbe riaperto i cancelli dei cantieri ma, dopo un voto favorevole alla Camera dei Deputati in autunno, ha spaccato gli schieramenti di destra e sinistra al Senato, finendo impantanata» [Savojardo, cit.] • Diceva del dl Salva Milano: «Non diamo questa definizione, non c’è da salvare, è una legge di chiarimento. Anche se per noi la legge è chiarissima, ma se qualcuno ritiene che non sia così un intervento legislativo è ragionevole. Per questo il Parlamento deve intervenire. È un diritto anche del comune chiedere chiarezza» [Boursier, cit.].
Indagato Il 16 luglio di quest’anno «la procura di Milano ha chiesto al giudice per le indagini preliminari (gip) di disporre l’arresto di sei persone indagate nell’ambito delle grandi inchieste sull’urbanistica a Milano. Il caso riguarda una serie di presunti abusi commessi negli ultimi anni da persone che lavorano nell’amministrazione di Milano, costruttori e progettisti per accelerare la costruzione di nuovi palazzi in città» [Post]. Tra le sei persone c’è anche Tancredi • La procura richiese gli arresti domiciliari perché «da assessore Tancredi ha un accesso a documenti e informazioni che gli permetterebbe di “inquinare” le prove o di continuare a commettere i reati di cui è accusato» [ibid.] • «Negli atti dell’inchiesta si dice che Tancredi avrebbe fatto “pressioni” su Giuseppe Marinoni, presidente della commissione paesaggio, che è un organo consultivo dell’amministrazione che valuta tecnicamente i progetti proposti, affinché la facesse esprimere in modo favorevole su alcuni interventi in cui erano coinvolti dei privati: l’architetto Stefano Boeri e Manfredi Catella, presidente della grande società di sviluppo immobiliare Coima, che a Milano ha realizzato moltissimi progetti» [ibid.] • «“Ma mi confermi come assessore?”, chiedeva in una chat denominata Pirellino […] Tancredi. Il “re del mattone” Manfredi Catella gli rispondeva: “Voi siete i best ever. Io se volete vi faccio da segretario”. E il direttore generale del comune Christian Malangone, che non risulta tra gli indagati, aggiungeva: “Me lo tatuo sulla schiena”» [Ansa] • «I pubblici ministeri hanno ricostruito la presunta esistenza di un “Pgt ombra” – un piano di governo del territorio parallelo – con l’intermediazione dell’ex presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni (anch’egli indagato). […] I pm di Milano scrivono negli atti dell’inchiesta che Tancredi avrebbe ricevuto “gli investitori nei suoi uffici, per partecipare insieme a Marinoni alle loro trattative”. In tali contrattazioni, si legge, suggeriva il ricorso a “accordi di Ppp” (partenariato pubblico-privato) che fissassero quote di edilizia residenziale sociale per “giustificare” l’interesse pubblico degli interventi e “smarcare i piani attuativi”, anche per edifici di grande altezza. Una delibera di Giunta del 12 gennaio 2023, proposta da Tancredi, ha conferito allo studio Marinoni il patrocinio gratuito per lo studio “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”. Per i magistrati si tratterebbe di uno studio finalizzato “a un’operazione di vasta speculazione edilizia gestita da Marinoni e Tancredi sui tavoli istituzionali” attraverso “una ‘strategia’ urbanistica di pianificazione di dettaglio di estesissime aree del territorio di Milano”» [ItaOggi] • Il 23 luglio «è il giorno degli interrogatori di garanzia dei sei indagati – per cui la procura ha chiesto misure cautelari – nell’ambito dell’ultimo maxi-filone dell’inchiesta milanese sull’urbanistica. Occhi puntati sull’ormai ex assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, che è arrivato al settimo piano del tribunale di Milano poco dopo le 11. L’ormai ex membro della giunta Sala è stato per 90 minuti di fronte al gip Mattia Fiorentino e si è difeso spiegando di aver “sempre agito nell’interesse del comune”. Da quanto si apprende, Tancredi ha affermato di non aver voluto favorire intenzionalmente il presidente della commissione Paesaggio, Giuseppe Marinoni, come invece sostenuto dalla procura, e di non aver mai lavorato “per i propri interessi” e di non aver mai preso “utilità”. Ha “risposto a tutte le domande”, come sottolineato ai cronisti da Tiziana Siciliano, la pm che guida il pool che indaga sull’urbanistica. “Ha depistato una memoria e si è difeso – ha aggiunto la procuratrice –. Ci ha detto di avere chiesto una sospensione dell’incarico dirigenziale che ha in comune. Noi abbiamo insistito per la richiesta di arresto» [Lorenzo Stasi, Espresso].
Dimissioni Lascia l’incarico da assessore il 21 luglio mattina, annunciando le dimissioni in consiglio comunale. Alla fine del seguente discorso, letto in piedi da un foglio, si commosse: «Ho rassegnato oggi le mie dimissioni. Non solo per affrontare gli sviluppi conseguenti, ma anche per rispetto degli stessi organi giudiziari, del rispetto del sindaco e dei cittadini, dei consiglieri. Chiudo in modo infelice un’esperienza che ho vissuto con entusiasmo. Nella mia attuale posizione, con indagini in corso, mi limito ad aggiungere poche considerazioni. Sull’estraneità del mio operato a interessi personali mi rimetto agli organi giudiziari. La mia vita è sempre stata improntata a valori etici e morali sempre riconosciuti da più parti, in più contesti, anche nella mia attività di assessore. La mia coscienza è pulita. Amareggiato per il lavoro che non potrò portare a termine, sono amareggiato per la posizione espressa da alcune forze di maggioranza. Ci si è limitati sostanzialmente a chiedere le mie dimissioni, senza avere contezza di quanto è accaduto e senza una pronuncia di condanna. Quindi, con buona pace del principio di garantismo, l’unico principio è mettere da parte chi ora costituisce un peso ingombrante. Atlante dei quartieri, un progetto di rafforzamento della città pubblica. L’incremento di housing sociale negli interventi privati. La riforma di regole morfologiche. Il rispetto rigoroso di requisiti ambientali e sociali, una salda regia pubblica: tutte proposte del sottoscritto nella revisione del Pgt che andavano nella direzione di una nuova fase urbanistica. Si riducono temi complessi all’individuazione di un capro espiatorio. Tolto di mezzo l’assessore caduto in disgrazia e senza la legge nazionale organica, come cambierà l’urbanistica di Milano?» • A metà agosto il tribunale del riesame ha revocato gli arresti domiciliari, perché Tancredi sarebbe colpevole sì di corruzione, ma non avrebbe agito per interesse personale, bensì all’interno di un sistema corrotto; perciò, come misura interdittiva, viene ritenuta sufficiente la sospensione dal lavoro di dirigente comunale al quale era tornato dopo essersi dimesso da assessore, oltre all’interdizione da incarichi pubblici e da contratti con la pubblica amministrazione.
Successione L’assessorato è ad oggi nelle mani della vicesindaca Anna Scavuzzo, temporaneamente. «Non è impensabile però che la delega all’Urbanistica possa restare a lei, fino alla fine del mandato. No, non è impensabile» [Scavuzzo a Chiara Evangelista, Cds] • Il sindaco Sala a luglio disse che il nuovo assessore sarebbe stato nominato a settembre. «Il casting per il successore di Tancredi si complica: la poltrona di Assessore alla Rigenerazione Urbana è rovente e i nomi paventati in questi giorni sembrano già sfumati. Si cerca un assessore tecnicamente solido, dal profilo non politico, capace di garantire autorevolezza e rapidità d’azione. L’identikit richiamerebbe quello di Franco Gabrielli, l’ex prefetto fino a pochi mesi super‑consulente per la sicurezza in città. Ma l’ipotesi sembra già tramontata. I Verdi vorrebbero richiamare addirittura l’ex assessore Gabriele Rabaiotti, ma la linea dem della “discontinuità” insiste su un volto terzo, esterno alle logiche di palazzo. Così l’attenzione si è rivolta al Politecnico di Milano, che potrebbe offrire in dono un’urbanista o un docente specializzato in politiche del territorio. Come Elena Granata, che però è tra i firmatari contro il Salva Milano e molto critica nei confronti della giunta Sala e in generale dell’edilizia milanese. Altre piste conducono ai professori Gabriele Pasqui, ordinario di Politiche urbane al Politecnico di Milano, noto per le sue analisi sulle dinamiche di sviluppo delle metropoli, e Matteo Bolocan, docente di Geografia economico‑politica e presidente del centro studi Pim, con esperienza in pianificazione territoriale e rigenerazione urbana. Che però avrebbero declinato per impegni accademici e contratti in corso. Così come Simone Dragone, ex presidente di Mm Spa, l’azienda municipalizzata che gestisce infrastrutture e mobilità: un profilo manageriale con esperienza diretta nella dimensione operativa del comune che circolava con insistenza e che invece si sarebbe defilato per ragioni personali» [Bellavia, PolcyMaker].