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 2025  settembre 16 Martedì calendario

Biografia di Silvia Salis

Silvia Salis, nata a Genova il 17 settembre 1985 (40 anni). Sindaco di Genova (dal 26 maggio 2025) • Ex lanciatrice di martello • Dieci titoli italiani, finalista ai mondiali (Daegu 2011) e ha partecipato a due Olimpiadi (Pechino 2008 e Londra 2012) • Record personale: 71,93 metri (a Savona, nel 2011) • «La platinata Silvia Salis» [Francesco Specchia, Libero 5/8/2012] • «Una donna che non passa inosservata» [Alessandro Ferrucci, Fatto 20/2/2023] • «Uno pensa a una lanciatrice di martello e la mente va al prototipo dell’atleta bulgara degli anni 70, stile autista di autobus del realismo socialista, e poi si imbatte in Silvia Salis, 1,80 di altezza, capace di lanciare l’attrezzo a più di 70 metri, ma capace anche di procurarti una tempesta ormonale, vista la sua intrigante femminilità» [Fabrizio Paladini, Panorama 6/11/2008] • Le compagne di atletica la chiamavano «la Top» • Lei, all’epoca delle gare, si presentava così: «Sono molto vanitosa, con i tacchi andrei anche ad allenarmi» • Ritiratasi dalle competizioni, una carriera da dirigente sportiva fino a diventare, nel 2021, vicepresidente vicaria del Comitato olimpico nazionale italiano. «Braccio destro di Malagò, prima donna a diventarlo» [Roberta Scorranese, Cds 2/6/2023] • Più volte ospite alla Leopolda di Matteo Renzi, nel 2025 è stata scelta da due nomi di peso del Pd ligure, Andrea Orlando e Roberta Pinotti, come candidata sindaco del capoluogo. «Una candidata tutta nuova, donna, civica, con storia di sinistra ma impostazione centrista» [Matteo Macor, Rep 27/5/2025] • È riuscita a mettere d’accordo tutta la coalizione, dal Pd a Avs a Italia Viva e Azione fino al M5s e, soprattutto, a vincere con il 51%, fatto che ha portato i dirigenti dell’opposizione a vedere in Genova «l’esempio da seguire» per tornare competitivi con Giorgia Meloni • «Sin da bambina sognavo di diventare sindaca della mia città», sogno conquistato già al primo turno • L’accusa che le rivolgono più spesso? «Che sarei una stronza». Lo è? «Se per stronza vuol dire che se ho in testa un’idea è difficile farmele cambiare, allora sì» [Ferrucci, cit.].
Titoli di testa Giocava con le Barbie? «Certo, ma pure con il fratello sovietico del Lego». E cos’è? «Il Meccano» [Ferrucci, cit.].
Vita Figlia di Eugenio Salis, operaio, origini sarde, militante del Pci di Berlinguer. «Io sono meno radicale. Qualche volta discutevamo e gli dicevo: sei il solito comunista» [Cesare Zapperi, Cds 30/5/2025] • Una bambina scapestrata. «Una volta, in campeggio con papà, sono scappata di notte e mi sono tuffata nella vasca dei pesci. Venni recuperata dal guardiano» [Roberta Scorranese, Cds 6/2/2022] • «Avevo l’argento vivo addosso, ma mia madre non mi ha mai detto, “stai composta” o “vestiti così perché sei una bambina”. Mi ha lasciato crescere come volevo» [Silvia Luperini, D 19/2/2022] • Eugenio Salis è custode del campo di atletica leggera di Villa Gentile, la piccola Silvia «ha vissuto la magia di giocare tutta sola a luci spente nella grande arena fatta di pali e materassi» [Scorranese, cit.]. «Io stavo lì. Guardavo quel posto. Gli atleti allenarsi. Incitarsi. Misurare tempi e distanze. Però ero attratta dalla gabbia al centro della struttura». Cos’è la gabbia? «Per il lancio del martello o del disco; (sorride) da bambina vedevo quegli uomini e mi sembravano giganti; a sette anni già mi allenavo». Cosa l’affascinava dello sport? «Sono sempre stata sanamente competitiva» [Ferrucci, cit.] • Silvia comincia a 8 anni, salto in lungo. Alta e magra, le consigliano il nuoto o la pallavolo. Ma lei niente, vuole fare lancio del martello. «Non è stato facile […]. La scelta di una disciplina maschile, il disagio per un corpo che cambia con quel tipo di allenamento, la fatica, l’aiuto dei compagni e delle compagne, la soddisfazione finale». Chi ha cercato di scoraggiarla di più?«Una professoressa, mi diceva: “Studia invece di buttare via la tua vita con lo sport”. Queste parole possono segnare profondamente una bambina» [Scorranese, cit.]. «Chi ama competere lo fa in primis contro sé stesso: diventa una forma di crescita». E quando perdeva? «Ero io la colpevole: poi quando sei una atleta tutto diventa fatale, come gli infortuni». Piangeva? «No, mi innervosivo» [Ferrucci, cit]. «Ero mini size e questo è stato un po’ un limite nella mia carriera, perché oltre un certo livello non potevo arrivare, le mie avversarie erano donne di un metro e 85 per 90 chili di massa muscolare». Non mi sembra che sia andata male, ha vinto dieci titoli... «Non mi lamento» [Luperini, cit.] • Anche con uno sport da uomini, vuole mantenere la sua femminilità: «Certo, so di non avere delle cosce da modella e infatti quando faccio le foto in borghese cerco di nasconderle. Foto osé o calendari nuda non li farei, anche perché la Forestale non me lo consentirebbe. Però se mi facessero sfilare per Gucci ci andrei a piedi. Anche perché, vuoi mettere una come me con quelle modelle anoressiche che se le tocchi si spezzano in due?» [Paladini, cit.] • Nel 2016, assieme ad altri 26 azzurri tra cui Andrew Howe, Anna Incerti e Andrea Lalli, la Salis finisce nei guai. La Procura del Coni chiede due anni di qualifica con l’accusa di aver mal compilato, o non aver compilato del tutto formulario delle reperibilità per i test antidoping. Nessuna positività (la vicenda risale agli anni 2011-2012), ma gli atleti subiscono comunque un processo sportivo: c’è il sospetto che abbiano fatto i furbi per eludere i controlli. Silvia si difende con grinta: «C’è stata una grande difficoltà a gestire il sistema delle reperibilità, prima cartaceo e poi online, in totale buona fede. Fax fuori uso, password errate, aggiornamenti sugli spostamenti mai giunti a destinazione...». Diventa la portavoce del gruppo degli accusati: «A scuola ero rappresentante di classe. Oggi ho creduto fosse necessario raccogliere gli umori dei miei compagni di sventura». Li difende l’avvocato Giulia Bongiorno, che chiede una parcella simbolica. Silvia, con che animo varcherà la soglia del tribunale stamane? «Con la consapevolezza assoluta di essere innocente. È una vicenda grottesca dal principio. Con la parola doping accostata ai nostri nomi, siamo stati catapultati in un mondo a cui siamo del tutto estranei. Uno choc» [Gaia Piccardi, Cds 12/2/2016] • Nella primavera del 2016 il Tribunale nazionale antidoping pronuncia una sentenza di assoluzione piena. Ma la carriera di Silvia è comunque finita. «Ho un’infiammazione cronica all’inserzione del tendine dell’adduttore, in pratica sento dolore ogni volta che spingo con la gamba destra. Ci convivo da anni, ma ora è diventato insopportabile». Deve rinunciare ai Giochi di Rio, sarebbe stata la sua terza Olimpiade. «È stato un anno difficilissimo, ho affrontato una difficoltà dopo l’altra, ma non è mia abitudine lamentarmi. Su tutto, di certo, c’è stato il processo del Tribunale antidoping. Io e i miei compagni coinvolti nel caso quest’anno abbiamo affrontato accuse pesanti, e accumulato tanta rabbia e frustrazione. Immaginavo di incanalarla negli allenamenti e di smaltirla in pedana, ma non sarà possibile» [Matteo Macor, Rep 20/4/2016] • Silvia lascia l’attività agonistica e tenta di reinventarsi. Cura ufficio stampa e social del Gruppo Fiamme Azzurre. Dal 2016, consigliere della Federazione italiana di atletica leggera, con delega al marketing a alla comunicazione. Dal 2017, componente del Consiglio nazionale del Comitato olimpico italiano • Nel 2018 si laurea in scienze politiche alla Link Campus University di Roma. Tesi: La gestione delle Federazioni sportive nazionali. Modelli attuativi e prospettive di riforma. Voto finale: 109/110 • A metà gennaio 2019, la rivista Chi pubblica uno scoop: «La nuova fiamma di Fausto Brizzi è Silvia Salis, ex campionessa italiana di lancio del martello, classe 1985, 17 anni meno di lui. I due sono stati fotografati mentre si baciano. Brizzi si era separato dalla moglie Claudia Zanella in seguito allo scandalo sulle presunte molestie sessuali ai danni di alcune giovani attrici, un caso per cui la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione» • Come vi siete conosciuti? «A una festa della Federazione di Atletica, lui praticava sport. Mi vede, parliamo tre minuti, poi lui va dalla persona che ci aveva presentati e dice: “Quella donna sarà mia moglie”. Certo, come no, ho pensato io. E l’ho fatto aspettare un mese prima di uscire a cena con lui. Ma il giorno dopo il nostro primo appuntamento, mi manda a casa due biglietti per un concerto di Paolo Conte, in programma sei mesi dopo. Con un cartellino: “È il tuo cantautore preferito, puoi andarci con chi vuoi ma io sono sicuro che ci andremo insieme” […] Fausto ha delle attenzioni che mai nessuno ha avuto per me. Si accorge che ho finito le lenti a contatto e va a comprarle. Nota che non ho più la crema antirughe e qualche giorno dopo me la vedo recapitare a casa. […] è una delle persone più intelligenti che io abbia mai conosciuto […]» [Scorranese, cit.] • Brizzi, ex re Mida del cinema italiano, regista tra l’altro di Notte prima degli esami (2006), Maschi contro femmine (2010) e Poveri ma ricchi (2016), è un indesiderabile. A fine 2017 sulla scia del caso Harvey Weinstein (il produttore di Hollywood condannato a 23 anni per stupro, scandalo da cui cominciò il #MeToo) è accusato da tre donne di molestie sessuali, accuse cavalcate dalla trasmissione Le Iene. Nel 2019 il gip di Roma le definisce «evanescenti», respinge le querele come «vaghe» e in due casi su tre «tardive». Il caso è archiviato, ma la reputazione di Brizzi è rovinata • Via le sue quote dalla società Wildside, via la firma dal suo Poveri ma ricchissimi, via la sua faccia da qualsiasi promozione legata ai film. Nel 2018, arriva il divorzio dall’attrice Claudia Zanella, sempre schierata accanto a lui nella battaglia legale ma ferita dai (confessati) tradimenti. Il divorzio è doloroso, in mezzo c’è pure la figlia Penelope Nina • Silvia non teme i pettegolezzi: «La mia famiglia mi ha cresciuto con un forte spirito critico. La frase preferita di mio padre era: “Ricordati che a volte Cappuccetto Rosso e il lupo si scambiano i ruoli”. Non mi sarei mai perdonata di aver perso la possibilità di vivere un grande amore per quello che di Fausto scrivevano i giornali o pensavano il panettiere o il commercialista sotto casa». Lei ha conosciuto Brizzi quand’era nella tempesta. «Ho capito fin dal primo giorno che era un uomo lontanissimo dall’immagine che veniva fatta passare e che è stata demolita dall’indagine: contro Fausto non c’era nulla. L’ho portato ai Mondiali di Doha ed è stato scandalo. Ma non avevo nessun bisogno di nascondere il mio amore come non nascondevo il mio corpo quando lanciavo». All’inizio è stata dura uscire insieme, farsi vedere in pubblico con lui? «Sì. Ma ci siamo ispirati a David Foster Wallace, il mio scrittore del cuore: “La preoccupazione per ciò che gli altri pensano di te svanisce se pensi a quanto poco pensano a te”» [a Marco Bonarrigo, Cds 6/12/2020] • Fausto e Silvia si sposano il 14 novembre 2020. Rito civile in Campidoglio, a mezzogiorno, sotto al cielo plumbeo di Roma. Lui ha 52 anni, lei 35. Lei porta tacco dieci e un abito di pizzo bianco della spagnola Pronovias. La coppia è circondata da pochi fidati amici: per lei i testimoni Federico Apolloni, atleta, e l’amico dentista Gabriele Dellacasa, per lui invece i compagni di lavoro più fidati, l’aiuto regista Sole Tonnini e la montatrice Luciana Pandolfelli. Uniche celebrità invitate: Chiara Francini, madrina della cerimonia, e l’assessore capitolino allo sport Daniele Frongia. «Per la luna di miele […] si dovrà aspettare: non è solo il Covid a impedire i viaggi, ma anche il nuovo film del regista, la commedia Bla Bla Baby, le cui riprese si stanno svolgendo in questi giorni […]. “Quando potremo partire andremo in Sud America ma di viaggi con Fausto ne abbiamo fatti tanti, ci siamo portati avanti. Possiamo anche aspettare”. Sono lontani i tempi spensierati delle prime nozze, con le fedi portate dalla cagnetta in spiaggia e la sposa animalista che diceva miao anziché si: gli sposi se ne vanno in macchina per un aperitivo al chioschetto, gli invitati a casa con una bottiglia di champagne. E dalla sala rossa del Campidoglio risuonano le parole della canzone di Jannacci, scelta con ironia dagli sposi per (ri)cominciare: “La vita l’è bela l’è bela/basta avere l’ombrela”» [Ilaria Ravarino, Mess 15/11/2020] • La loro vita ricomincia davvero. «Grazie a Fausto ho conosciuto persone meravigliose. Come Silvia e Christian De Sica, intelligenti, affettuosi. O Lillo Petrolo e sua moglie Tiziana. E molti altri, perché mio marito è amato da tante persone» • Lui torna ad apparire in pubblico. Lei ottiene uno scatto di carriera: dal 2021 è vicepresidente vicaria del Coni «vicinissima a Giovanni Malagò» [Macor, cit.] • Si occupa di «parità di genere»: nel 2022 dà alle stampe un libro intitolato La bambina più forte del mondo (Salani), favola di una bambina, Stella, che sogna di diventare campionessa di lancio del martello. «Un manifesto già dal titolo» [Luperini, cit.] • I due sposi sono avvistati a Cinecittà per i David di Donatello «visibilmente innamorati» [Mess 4/5/2022] • Poi alla Mostra del cinema di Venezia: «Passerella al Lido in “tre”. Fausto Brizzi con la moglie Silvia, incinta di 9 mesi: sarà un maschio, lo chiameranno Eugenio» [9/2023] • Eugenio come nonno Eugenio. Il vecchio militante del Pci muore a febbraio 2025. «Stava benissimo, è stata una cosa improvvisa. Noi abitiamo l’uno di fronte all’altro, mia madre mi ha chiamata perché al mattino lui aveva gli occhi aperti ma non sentiva e non vedeva più, aveva già perso alcune funzioni, per un’emorragia cerebrale partita nel sonno». È riuscita a dirgli che si era candidata? «Gli ho parlato il venerdì e lui domenica è andato in coma. È stata l’ultima cosa che sono riuscita a raccontargli: che me lo avevano proposto. Era favorevole» [Silvia Bombino, Vanity 12/8/2025] • Genova è segnata dallo scandalo Toti, il governatore si è dimesso, il sindaco Marco Bucci ha preso il suo posto alla regione e bisogna sostituirlo. «Fausto Brizzi - da anni dietro ai più grandi successi di botteghino del cinema italiano ed è stato dietro alle Leopolde dell’ascesa politica di Matteo Renzi, - ha curato la campagna ad effetto della moglie, fatta di grandi eventi, imponente copertura social, video emozionali, attenzione a ogni minimo dettaglio comunicativo» [Macor, cit.] • Da destra li attaccano: «I Ferragnez». Maurizio Gasparri: «Lei è caruccia, ma inesperta». «Quando scoppia sul caso dei fumi del porto e dell’inquinamento delle navi […], lei promette una non meglio precisata «pressione» per risolverlo. Interviene il vice ministro delle infrastrutture, il genovese, Edoardo Rixi, che accusa la Salis di «incompetenza»: «Se la sua proposta è quella di allontanare le navi, lo dica chiaramente: vuole forse chiudere il porto di Genova?» [Giornale 7/5/2025] • Però la strategia funziona. Genova torna a sinistra dopo dieci anni. «“A casa nostra vige già un matriarcato puro”, sorride Brizzi, first gentlemandella neo sindaca […] “Nostro figlio porta il cognome della madre, e quando andiamo a una prima […] capita di ritrovarmi indicato sul pass come Fausto Salis”, […] E nonostante le abbia fatto da regista e primo consigliere […] come “premio per la vittoria” le ha promesso “una serata tutta nostra sul mare, noi due, senza parlare di politica né di futuro”. Teme cambierà la storia della famiglia, la politica? “Ma no, la nostra vita è sempre stata complessa, divisa tra le città in cui ci portano i nostri lavori. Silvia sarà perfino più sedentaria, io venderò la mia casa di Roma, farò più smart working e il papà di Eugenio”. Ce ne sarà più bisogno, con una madre sindaca in casa? “Mia moglie potrebbe rubarmi il mestiere in cinque minuti, ha la capacità di imparare qualsiasi cosa alla velocità della luce. È una madre instancabile, non so dove trovi le energie. Ma ci sarà un motivo se lei ha fatto le Olimpiadi e io no”» [Macor, cit.].
Religione Dice di sé: «Sono madre, cattolica, moglie». È lo slogan declinato da Meloni. «Ho giocato sulla comunicazione, però quella sono io: madre, moglie, cattolica nel privato. Con una concezione laica della politica» [De Angelis, Sta, 9/2025].
Tifo Sampdoriana. Una volta, correndo sul Lungotevere, s’imbatté per caso in Massimo Ferrero. «Comincia subito a parlare di cinema, come se io fossi socia di Fausto. Poi sono venuta a sapere che quando mio marito ha girato Poveri ma ricchi, lui ci teneva tanto a fare un cameo nel film. E ci è riuscito» [Scorranese, cit.].
Vizi Fino ai 27 anni, astemia. «I miei amici mi derubricavano a “palla micidiale”, però ero utile visto che la sera guidavo». Inquadrata. «Mi affatica il contrario» [Ferrucci, cit.].
Curiosità Commendatore della Repubblica • Qualche esperienza da giornalista: nel 2016 fu social media reporter alle Olimpiadi di Rio. Ha curato una rubrica sul Secolo XIX dal titolo Calcio e martello. Nel 2019 seguì i campionati del mondo di atletica leggera per il Foglio • Ha messo in Giunta 7 donne su 12 • Lei si fa chiamare “sindaco” o “sindaca”? «Preferisco “sindaca” ma non mi faccio venire una crisi isterica» [De Angelis, cit.] • Eugenio Salis, il figlio infante, la chiama «chincaca» • Non hanno tate, la aiutano la mamma e la nonna • Il bimbo è mancino come il papà, ma è la fotocopia della mamma • A Roma abitavano nel quartiere San Lorenzo, a Genova hanno casa a Sturla, nel levante cittadino. Dal balcone si vede il mare • Quando è stressata, va a fare shopping • Si è fatta dei trattamenti per eliminare le macchie della pelle. «Mi sono allenata per anni con il sole, il vento e il freddo senza mettere le creme solari» • Da atleta arrivava a ingurgitare «quantità assurde di cibo» per prendere peso, da dirigente sportiva mangiava solo secondi e verdure • Ogni mattina corre dieci chilometri. «Se prima iniziavo alle 7,30, ora alle 6,30 sono sul tapis roulant e ci sto un’oretta. Mi serve: per chi si è allenata come me 7-8 ore al giorno nella sua vita, farne una è un piacere, non un sacrificio. Corro e guardo le notizie sul tablet» [Bombino, cit.] • Brizzi la prende in giro perché non piange mai, tranne che con tre film: Million Dollar Baby, Philadelphia e Sette anime • Fu lei a suggerirgli l’idea di Bla bla baby, storia di un bidello (Alessandro Preziosi) che grazie a un omogeneizzato avariato acquista il potere di comprendere il linguaggio dei poppanti e ne approfitta per far breccia nel cuore della mamma single (Matilde Gioli) • Cosa pensa delle attrici che hanno accusato suo marito di molestie? «Non ne penso nulla». Non è possibile. «Sono donne che in quel momento non hanno avuto l’acume di capire che venivano utilizzate e che si sono prestate a una situazione più grande». Diplomatica. «Il problema non sono loro e la questione è superata dai fatti» [Ferrucci, cit.] • È finita a sua insaputa sui siti porno, «la grande impresa legislativa sarebbe imporre di associare un documento di identità al profilo» • È stata a una manifestazione pro-Gaza con la fascia tricolore • Ha detto che il «fascismo è un mutaforma»: «Non mi riferisco al ritorno del Ventennio. Ma oggi ci sono gli hashtag, i meme, la ridicolizzazione della cultura, lo screditamento delle persone, il dossieraggio» • «Siamo molto meglio di come spesso ci raccontiamo. Meno razzisti, meno omofobi» • «Lo sport è rimasto l’unico ambito dell’ascesa sociale. Ormai, un buon percorso scolastico o accedere al lavoro dipende dalla regione e persino dal quartiere della città in cui si abita. L’equità si ha quando partendo da livelli diversi si arriva allo stesso traguardo. Nello sport, e io ne sono un esempio, se il figlio dell’operaio ha dei risultati può battere il figlio del padrone. E se il figlio dell’operaio è intelligente e studia oltre a vincere, quando finirà la carriera da atleta avrà i contatti giusti per trovarsi in contesti prima inarrivabili» [Luperini, cit.] • Ma insomma, oggi contro chi tirerebbe il martello? «Ricorda la prima pubblicità della Apple? Una donna con un martello in mano entrava in un cinema con persone sonnacchiose, spaccava lo schermo e si svegliavano tutti. Ecco. Un martello per risvegliare le coscienze» [De Angelis, cit.].
Titoli di coda È una donna di potere? «Sono una donna che sa stare in un luogo di potere». Conta più il potere o i soldi? «Senza dubbio il potere» [Ferrucci, cit.].