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 2025  settembre 23 Martedì calendario

Biografia di Ginevra Elkann

Ginevra Elkann, nata a Londra il 24 settembre 1979 (46 anni). Regista e produttrice cinematografica. Erede della famiglia Agnelli.
Titoli di testa Nel romanzo L’invidia (2009) scritto da suo padre c’è un personaggio descritto così: «È una ragazza di venticinque anni, molto bella, ha occhi castani, terribilmente espressivi. Dallo sguardo si capisce subito il suo stato d’animo. […] Non è una persona semplice da capire e i suoi umori sono variabili. Essere accettati da lei è difficilissimo. Fin da bambina ha sempre cercato di rimuovere i dolori e i pensieri. Ama la sua famiglia, ma ne vive lontana perché tocca troppo da vicino le sue emozioni. È una donna che va aiutata a vivere, ma con rispetto. Bisogna lasciarle i suoi spazi, incoraggiarla e ascoltarla quando vuole lei».
Vita Terza e ultima figlia del giornalista e scrittore Alain Pierre David Elkann, 75 anni (cittadinanza statunitense e italiana, famiglia di banchieri ebrei sefarditi franco-italiana) e di Margherita Agnelli, 69 • Sorella di John, 49 anni, e Lapo, 47. «Quando ci sono tre figli, nelle famiglie altoborghesi, e questa lo è come altre, il tracciato previsto, tra aspettative e vocazioni, è ricorrente: il primogenito incarna il principio del dovere, il secondo il piacere, l’ultimo l’opportunità» [Arosio, Espresso] • Sorellastra di Maria, Pierre, Anna, Sophia e Tatiana de Pahlen, nati dal secondo matrimonio della madre con il russo Serge de Pahlen • Nipote di Gianni Agnelli, proprietario della Fiat (morto nel 2003 a 82 anni), e di Marella Caracciolo (morta nel 2019 a 92 anni) • Il nonno paterno era Jean Paul Elkann, «presidente della comunità ebraica di Francia, banchiere, industriale, fondatore dei profumi Caron. Molto severo. Molto bello. Molto francese. Molto diverso da mia nonna. Io ero più presa dalla nonna» [Masneri, Foglio] • Della nonna paterna Carla Ovazza ricorda l’orto e che la accompagnava al mercato a Torino. «Non puoi essere più materna di una mamma italiana e ebrea» [Conti, 2009, W] • Da bambina «mio padre dice che fischiavo sempre» [Ciabatti, 7] e aveva paura dei vampiri: «ogni sera controllavo dalla finestra. Non andavo mai a dormire col collo scoperto, e m’infilavo la camicia da notte senza togliermi i vestiti. Sapevo che potevano arrivare i vampiri a mordermi» [ibid.] • «Quando le chiedi: e le vacanze, dove le facevate? Subito si ritrae. “Un po’ dai nonni” (tradotto: da Gianni e Marella Agnelli a Villar Perosa) “un po’ dagli zii in toscana” (dai Caracciolo a Capalbio). “Tanti posti diversi, insomma”. Vogliamo sapere tutto: in fondo sono o son stati la nostra royal family […] “Insomma, erano vacanze come tutte le altre, erano vacanze dai nonni, leggevi e ti tuffavi”, quasi sbuffa lei, anche se non sbuffa, però il mio, di nonno, guidava una macchina costruita dal suo, di nonno (una 125 S blu, magnifica), e gli amici di suo nonno erano Truman Capote e Kissinger. […] Ci dica: è vero che non mangiavate mai? […] Si dice che i Caracciolo fossero particolarmente amati dagli Elkann bambini perché da loro, a differenza che a casa, si mangiava. “Ma veramente volevamo bene agli zii Caracciolo anche per altre ragioni”, ride. “E non so perché resiste ancora questo mito che a casa Agnelli non si mangiasse. L’ho sentito anche recentemente in una vecchia intervista a Alberto Sordi, invitato a pranzo da mio nonno, e arrivava solo una foglia d’insalata, e lui doveva chiedere un piatto di spaghetti. Posso assicurarle che si mangiava eccome. C’era molto il gusto della cucina dai miei nonni, anzi. Poi forse in certi periodi saranno stati a dieta, ecco”» [Masneri, cit.] • Il nonno Gianni «faceva molti scherzi […] era molto presente con noi nipoti» [Balivo, La volta buona] • Nella residenza Agnelli di Villar Perosa «quando c’era mia nonna era tutto relativamente normale, e poi arrivava lui [Gianni, ndc]. Ed era come se arrivasse un turbine, tutto cambiava e una giornata ti sembrava un mese per quante cose facevi. […] Tutti eravamo così presi da lui, e dal farlo felice» [Toffanin, Verissimo] • Parlando di sua madre: «È più facile essere la nipote di un’icona che sua figlia. […] è stata molto brava a darci una vita che fosse, diciamo, il più normale possibile, non una vita folle da jet set» [Haskell, 2014, Nyt]. Ma anche, più di recente: «Mia madre era una donna dai nervi fragili» • «I miei genitori si erano separati quando io avevo un anno e non li ho mai visti insieme, fino a molto più in là, quando avevo 14 anni» [Toffanin, cit.] • Sua madre si risposò con il russo Serge de Pahlen, e tutti insieme si trasferirono prima a Rio de Janeiro («quando io e miei fratelli vivevamo in Brasile e venivamo in vacanza in Italia, partivamo che da noi era estate e arrivavamo che qui era inverno» [Ciabatti, 7]), e infine a Parigi, dove frequentò il liceo-collegio privato Saint-François de Sales, nel settimo arrondissement. «Parlo meglio il francese dell’italiano» [ibid.] • «Eravamo molto religiosi, mia mamma è molto religiosa [cristiano ortodossa, ndc]. Io però sono agnostica» [Masneri, cit.] • «Abbiamo cambiato paese tantissime volte […] quindi i tuoi veri amici, quelli con cui sei sempre, sono i tuoi fratelli» [Toffanini, cit.]. «Io e i miei fratelli subivamo una grande fascinazione per ciò che arrivava dall’Italia, peccato che arrivasse in ritardo. Mentre in Italia c’erano Eros Ramazzotti, Jovanotti, noi ascoltavamo i Ricchi e Poveri, Toto Cotugno» [Ciabatti, cit.] • Andava al cinema anche con il nonno Gianni, e capitava che guardassero insieme dei film sul divano: le fece vedere uno dei suoi preferiti, La signora di Shanghai di Orson Welles • «Tutti nella mia famiglia sono o erano appassionati di cinema, mio padre, mio nonno, mia madre. Guardavo molti film con loro, e con i miei fratelli, ma poi ho preso una strada mia. Quando potevo, andavo al cinema da sola a vedermi tre film di seguito, ed ero felicissima» [Carzaniga, Rolling Stone] • Nel 1998, a 19 anni, fece da assistente alla regia a Bernardo Bertolucci nel film L’assedio: «Avevo paurissima, eri sempre in soggezione, e io che ero timidissima ero terrorizzata di fare una cosa che non dovevo. E lui non ti rassicurava» [Balivo, cit.]. «Ho una voce molto bassa, giravamo in una casa con una grande scala e, quando si gira, si deve dire “Silenzio!”. Tutti si divertivano molto a farmi urlare questa parola considerando che ero totalmente incapace e mi prendevano in giro» [Cipolla, GiornaleOff] • Fece da assistente video al regista Anthony Minghella sul set de Il talento di Mr Ripley. «Mia nonna teneva molto a festeggiare i miei 18 anni. Avevamo trovato la location, il Museo delle arti forensi a Parigi. Il vestito disegnato da Oscar de la Renta, amico della nonna. Lungo, rosso, lo avevamo deciso insieme». Poi? «Io parto, lavoravo come assistente sul set di Anthony Minghella. Parto, lavoro e intanto il ballo incombe. Una mattina mi sveglio e penso: non ce la posso fare». Motivo? «Non volevo stare al centro dell’attenzione. Mi sentivo brutta, a disagio nel mio corpo, mi nascondevo. Indossavo abiti larghi, golfoni, in realtà ancora adesso». Dunque? «Chiamo la nonna e annullo il ballo». Reazione della nonna? «Peccato, ha detto. Nessuna scenata, nessun tentativo di farmi cambiare idea» [Ciabatti, cit.] • A 21 anni va ad abitare a Londra, a Notting Hill, per seguire un master in regia alla London Film School. Nel 2005 si diploma con il cortometraggio Vado a messa, che verrà proiettato in un evento collaterale della Mostra del cinema di Venezia • Per un po’ vive a New York • Nel 2006 torna a Torino perché suo fratello John, già da tre anni alla guida della Fiat, le chiede di diventare presidente della Pinacoteca Agnelli, ruolo che ricopre tutt’ora, succedendo alla nonna Marella. «Non sapevo cosa aspettarmi. Non avevo mai vissuto a Torino, anche se tutta la mia famiglia è di qui. […] Questo museo è stata l’ultima cosa che mio nonno ha fatto e ci teneva davvero. È il luogo che meglio lo rappresenta. […] Lavorare qui mi fa molto bene. Ho passato troppo tempo nella mia testa. Mi fa bene stare nella realtà» [de Bourbon Parme, 2007, Les Echos]. Fondata nel 2002, la pinacoteca si trova all’ultimo piano del Lingotto di Torino, è stata progettata da Renzo Piano, ospita mostre e conserva dipinti di Balla, Canaletto, Canova, Manet, Matisse, Modigliani, Picasso, Renoir, Tiepolo • Nel 2009 disse alla giornalista Conti di W di non avere la patente, e che non avrebbe «mai» lavorato per la Fiat • «Io lo sapevo da sempre che volevo fare la regista, ho studiato per fare la regista. Ma avevo paura, quindi, visto che questo mondo mi piace moltissimo, ho fatto la produttrice e la distributrice» [Carzaniga, cit.] • Con la casa di produzione Asmara films – fondata nel 2010 – ha prodotto tra gli altri Cloro di Lamberto Sanfelice e Mektoub, My Love: canto uno di Abdellatif Kechiche • Con la Good Films – attiva dal 2013 al 2018, tra i soci anche il fratello Lapo – ha distribuito tra gli altri Nymphomaniac di Lars von Trier, Mommy di Xavier Dolan e The Lobster di Yorgos Lanthimos • «Finché ho deciso che, insomma, un film dovevo farlo, perché è questo che voglio fare davvero» [ibid.] • Nel 2020 esordisce alla regia con il film Magari. «C’è una parte autobiografica, in particolare nei sentimenti. Ma c’è anche molto di non personale perché quasi tutti gli eventi del film non sono mai accaduti» [Cipolla, cit.]. «Si va in spiaggia con i Moon Boot, i cani si chiamano Tenco e Dalida e vengono offerti copioni a Marcello Mastroianni. Lo fa, o sogna di farlo, Riccardo Scamarcio, sceneggiatore fine anni ’80 di scarsa fortuna con una stralunatissima collega-compagna (Alba Rohrwacher) che si ritrova l’accollo natalizio dei tre figli ormai parigini, con cui dovrà passare le feste-lockdown in una Sabaudia che pare il Wyoming, però col mare. […] Si può dire che Magari è la tua risposta a Vestivamo alla marinara di zia Susanna, solo con la giacca di jeans con dentro la pelliccia di pile al posto dei colletti a righe? «Ma sì, diciamolo. Sono gli anni della mia gioventù, gli ’80 e i ’90. Nel film ci ho messo quei colori, e i Moncler, e la giacca di jeans che sì, è proprio l’immagine di quel periodo. Chi è cresciuto in quegli anni ritroverà quell’atmosfera specifica. Io ci ho messo quello che ero, io mi vestivo così» [Carzaniga, cit.] • Uscito durante la pandemia, non è stato proiettato nelle sale come era previsto, ma è stato messo subito su RaiPlay • Magari «ha beneficiato di 692.711,12 euro sotto forma di tax credit e 400 mila euro come contributi selettivi di produzione, per un totale di 1.092.711,12 euro. E ha guadagnato nelle prime 12 settimane di programmazione 12,4 mila euro e 25 euro nel primo weekend. Ma parliamo del 2020/2021 con le sale che soffrivano il post-Covid» [Specchia, Libero] • Viene nominata ai David di Donatello come migliore regista esordiente • Nel 2023 ha girato il suo secondo film, Te l’avevo detto, con Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Alba Rohrwacher. Si è ispirata a «l’Altman di America Oggi o il Paul Thomas Anderson di Magnolia» [Caiano, Cds]. Vi racconta le vicende di alcune donne in una Roma oppressa dall’afa • Il «sovvenzionamento della pellicola è di 1.735.333,20 euro sotto forma di tax credit […] incassa 117.458 euro» [Specchia, cit.] • Entrambi i suoi film si possono vedere su RaiPlay • Nel 2021 a Verissimo disse che con Lorenzo Mieli stava sviluppando una serie sulle donne Agnelli, ambientata nel periodo che va dal matrimonio dei bisnonni a quello dei nonni. Ma poi non se n’è saputo più nulla • I suoi film preferiti sono «almeno tre. Nell’ordine, In the Mood for Love di Wong Kar-Wai, Amarcord di Fellini e Tokyo Stories di Ozu» [Caiano, cit.] • Il primo film che l’ha emozionata? «The Elephant Man di David Lynch» [2015, Marie Claire].
Eredità Che cos’è, se mi permetti l’ironia, l’eredità di una famiglia? «Sono tutte le piccole cose, quello che si tramanda, un piatto, il gusto per un’estetica, naturalmente i valori, anche un certo modo di vestire» [Carzaniga, cit.] • Dal 2004, un anno dopo la morte di Gianni Agnelli, i tre fratelli Elkann sono in combutta con la madre Margherita per questioni di eredità. «Alla figlia sarebbero andati circa 1,3 miliardi, tra contanti, immobili e opere d’arte, in cambio della rinuncia a pretese sul patrimonio del padre e sulle quote nella società, base dell’impero Agnelli. Dicembre, questo il nome della società, è controllata, come ricorda il Corriere della Sera, per il 60 per cento da John Elkann e per il restante 40 in quote pari dai fratelli Lapo e Ginevra. A questa fanno capo tutte le altre proprietà e partecipazioni: dalla Juventus alla Ferrari, dalla Giovanni Agnelli BV a Exor, da Stellantis a Philips. Successivamente al 2004 Margherita Agnelli non ha più ritenuto adeguato l’accordo e dal 2007 è in causa con i figli. di primo letto. La causa in corso era stata avviata da Marella Caracciolo, per confermare la validità dell’atto transattivo del 2004, e le sono subentrati i nipoti come eredi alla morte. John, Lapo e Ginevra Elkann hanno testimoniato a porte chiuse nella mattina di venerdì 29 novembre 2024, uno dopo l’altro. Anche la madre è intervenuta e l’udienza si è conclusa poco dopo mezzogiorno per una durata di circa tre ore. Margherita Agnelli dice che il patto successorio non è valido, i figli sostengono il contrario ricordando che la madre in questi anni ha usufruito dei beni. Negli anni è stata messa in discussione anche la validità del patto successorio di Marella Caracciolo. I nipoti sostengono che sia conforme alla normativa svizzera e in linea con la volontà dei nonni, la secondogenita dell’avvocato dice invece che non può avere valore la norma svizzera, vivendo Marella Agnelli in Italia, nonostante la residenza dichiarata in Svizzera. Questo è il nodo centrale anche per l’inchiesta penale aperta in parallelo a Torino per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato» per 175 milioni di euro di tasse di successione non versate» [Pizzimenti, Vanity]. La procura di Torino a inizio settembre 2025 ha proposto un accordo – che dovrà essere approvato dal giudice – per chiudere la vicenda delle tasse non versate: John Elkann farà un anno di servizi sociali (oltre ad aver già versato 183 milioni di euro, senza però ammettere alcuna responsabilità), e le posizioni di Lapo e Ginevra verranno archiviate. Ma la causa civile tra Margherita e i figli non è ancora chiusa.
Curiosità «La descrivono sospettosa, e spiritosa. È gentile, ha una faccia botticelliana. Quando le chiedi della famiglia arriva il cambiamento posturale, si ritrae, incrocia le mani, guarda da un’altra parte» [Masneri, cit.] • Una massa di capelli ricci a cavatappi («unica riccia ricca che abbia mai visto» [Soncini, Linkiesta]), spesso con il rossetto rosso, occhi allungati come il nonno • Per Haskell del Nyt parla con una voce «languida da contralto», senza accento, per Masneri del Foglio ha la «voce aristometallica» • «D’irreparabile bellezza» [Specchia, cit.] • Nel 2013 partecipò al Met Gala con un abito di Valentino blu e parte dei capelli tinti dello stesso colore • Molto amica di Coco Brandolini, sua cugina di secondo grado, che ha detto: «Lei e Marella hanno in comune questo modo di vestire e decorare che è allo stesso tempo molto semplice ed estremamente sofisticato. Ginevra è una di quelle rare donne che capiscono che è molto più elegante sentirsi comode che scomode» [Haskell, cit.] • Quando aveva 29 anni disse: «Non ho un corpo da super modella, cerco sempre di nascondere qualcosa [con i vestiti, ndc]» [Conti, cit.] • Da ragazza ha sofferto di disturbi alimentari • Vive a Roma «da tantissimi anni e ci sto per i miei figli. Non sono romana però e credo non lo diventerò mai. Ma amo l’umorismo dei romani, la capacità di sdrammatizzare» [Caiano, cit.]. Il suo primo appartamento in città si trovava «al quinto piano di un palazzo in pietra calcarea tra le cime degli alberi ai margini dei giardini di Villa Borghese» [Haskell, 2014, cit.]. Nel 2023 «Ginevra Elkann, che capisce tutto, ha abbandonato gli attici e fatto una scelta di campo: un bel cielo-terra, villino, in Prati» [Masneri e Orazi, Foglio] • Su Instagram ha un profilo privato (ginevrasole) e uno pubblico (ginevraelkann), con il quale segue molti attori e registi e, tra gli altri, il papa, jewishvoiceforpeace, welcometofavelas • «Sarcastica e autoironica, […] [ma, ndc] “può esercitare l’influenza di una gran dama se necessario”, dice il suo amico Farhad Farman-Farmaian, un imprenditore londinese: “Una volta non le piaceva una tizia che era sempre tra i piedi, e iniziò a chiamarla ‘Elle me fatigue’ (‘Mi stanca’) invece che con il suo nome”» [Corti, cit.] • In un’intervista del 2007 a Le Echos disse che il suo piatto preferito è la pasta con le zucchine, e specialmente quella di un piccolo ristorante di Nerano, non lontano da Napoli • Pensò di aprire un centro di riabilitazione per tossicopidendenti in Italia sul modello americano [Conti, cit.] nel 2009, cioè più o meno quando sui giornali si parlò della tossicodipendenza di suo fratello Lapo • Nel 2010 ha posato per una pubblicità di Oviesse, donando il compenso in beneficenza. Nella foto indossava un maglione che si vendeva a 19 euro e 90 centesimi.
Amori «Da adolescente se mi piaceva un ragazzo mi struggevo per due anni prima di rivelarmi. Non era poi così male struggersi per amore. C’era un compiacimento in quella sofferenza» [Pagani, Vanity] • Nel 2009 si è trasferita a Roma per seguire il fidanzato, il conte Giovanni Gaetani Dell’Aquila D’Aragona, oggi 52 anni, di antica nobiltà romana e napoletana, gestore delle aziende agricole di famiglia, corridore di rally. Si sono sposati nello stesso anno con una cerimonia cattolica a Marrakech, con a seguire un ricevimento per 100 invitati (nel giardino della villa dove viveva la nonna Marella da quando era rimasta vedova). Lui in tight, lei in abito bianco e grigio Lanvin, incinta del primo figlio. Hanno poi dato una festa a Moncalieri, nella villa dei nonni paterni di lei, con 500-700 invitati (le cronache non concordano sul numero). «(“Tutti con almeno tre co­gnomi”, nota un’ospite), arrivati da Roma a Torino con un volo di linea, così affollato di conoscenti che pareva preso in affitto per l’occasione. La cifra del ricevimento: informale. Come può esserlo nello stile delle grandi famiglie. Per rendere l’idea, durante il pomeriggio, prima del via ufficiale ai festeg­giamenti, i giovani hanno messo su una partita di calcio, Juve- Lazio, mentre le signore erano ancora alle prese con vestiti e acconciature. Si è cenato e ballato nei saloni della villa fino a notte. Menù sostanzioso (firmato Daturi&Motta, solida griffe gastronomica torinese), annaffiato da vini Antinori. Dall’insalata caprese “concentrata”, agli involtini di bresaola e seirass (ricotta), passando per gli agnolotti del plin, al risotto alle erbe. A mezzanotte, pizza, timballo di pasta, in allegria, per gli ancora affamati. E la grande torta ai frutti di bosco» [Fu., Cds] • Hanno tre figli, Giacomo (16 anni), Pietro (13) e Marella (11) come la nonna, detta Mare. «Cerco di fare in modo che i miei figli abbiano una vita il più normale possibile. Ovviamente sono viziati. Non dico di no, perché siamo tutti molto viziati. Ma, al netto di questo, vorrei che fossero persone il più possibile con i piedi per terra» [Haskell, cit.] • Si è separata dal marito nel 2022 • Il suo compagno attuale pare essere il pittore Bernardo Siciliano, 56 anni, figlio dello scrittore ed ex presidente della Rai Enzo. Ha ritratto Ginevra in almeno due quadri: in uno è seduta sul letto con i capelli arruffati, nell’altro è seduta sul divano a leggere dei fogli con ai piedi degli stivaletti leopardati. Siciliano è stato intervistato dal padre di Ginevra per La Stampa nel 2022.
Titoli di coda «Io provengo da un grandissimo privilegio. Sono diversa, e insieme molto simile a chiunque» [Ciabatti, cit.].