4 ottobre 2025
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Biografia di Laura Gemser (Laurette Marcia G)
Laura Gemser (Laurette Marcia G), nata a Surabaya (Indonesia), il 5 ottobre 1950 (75 anni). Attrice (58 film; di cui 30 diretti da Aristide Massacessi con il suo pseudonimo abituale, Joe D’Amato, oppure con altri dei suoi numerosissimi alias). Modella. Costumista.
Titoli di testa «Il suo fascino orientale, la pelle ambrata, la grazia voluttuosa, incarnano perfettamente il modello femminile da consegnare al nascente filone erotico italiano» [Garzantina cinema].
Vita Di dove sei, originariamente? «Sono indonesiana, di Giava». Ma ho letto da qualche parte che tuo padre era di origini olandesi «Olandesi? Ma stai scherzando, vero? Mio padre era proprio come me! Guarda quanto è nero» (indica una foto con i suoi genitori e scoppia a ridere) [Manlio Gomarasca, Nocturno Portrait: Io Emanuelle] • A quattro anni si trasferisce con i genitori nei Paesi Bassi. Cresce a Utrecht, dove, dopo le superiori, si iscrive all’accademia Artibus, studiando per diventare stilista [Leeuwarder Courant] • Contemporaneamente inizia la sua carriera da modella: ad appena quattordici anni viene pubblicata la sua prima foto di nudo su un settimanale belga [Fluvio Arimondi, Playboy] • Nel 1970 si trasferisce in Belgio e, con un’amica, aprono un negozio di antiquariato [Anna Maria Perlosa, Playmen] • Posa per importanti riviste di moda e di nudo, in Olanda, Belgio Francia (su Lui) e Italia (su Playmen) [Gomarasca, cit.] • Comincia anche gli studi di Medicina, che però dovrà interrompere: completarli sarebbe rimasto un suo «grande sogno» [Lib] • Nel 1974 alcune sue fotografie vengono notate dal responsabile della produzione del film Amore libero – Free Love, che si mette in contatto con la sua agenzia per provinarla. Gemser accetta immediatamente la proposta e si trasferisce appositamente in Italia. Ci resta poco: le fanno un provino, senza nemmeno farle leggere il copione, e la ingaggiano dicendole: «Andiamo alle Seichelles». Lei coglie l’occasione al volo [Gomarasca, cit.] • Nel film Gemser fa da spalla a Enzo Bottesini «bravissimo sub e pessimo attore», diventato famoso per il suo successo nella trasmissione Rischiatutto di Mike Bongiorno. Un film seminale della carriera di Laura Gemser, non solo perché è il primo, ma anche perché rientra nel genere di pellicole che rappresenteranno la stragrande maggioranza della sua produzione artistica: l’esotico-erotico. [Gordiano Lupi, Laura Gemser e le altre] • «Vuoi fare zucchero con Janine?» la battuta con la quale Laura Gemser entra nell’immaginario erotico degli italiani negli anni ’70 e ’80. Nel film viene accreditata con lo pseudonimo di Emanuelle, come la protagonista di un film francese che sta avendo successo oltralpe [Ibid.] • Ed è proprio per recitare nel seguito del film francese, Emmanuelle 2 L’Antivergine, che Gemser riceve una telefonata. A contattarla è il regista Francis Giacobetti: erano amici da tempo e avevano collaborato in numerosi servizi di moda e di nudo. Le propone una particina da massaggiatrice, che lei accetta con un semplice «Perché no?» [Gomarasca, cit.] • Il successo della serie francese, adattamento diretto degli scandalosi romanzi di Emmanuelle Arsan, suscita l’interesse del produttore romano Mariano Mariani. Viene deciso di cavalcare l’onda del successo del titolo proponendone una versione italiana, Emanuelle nera (con una sola «m» per evitare accuse di plagio). La protagonista della serie francese è una «ricca e annoiata signora sposata» bianca, che ammazza il tempo con amori clandestini. La protagonista della serie apocrifa italiana sarà invece una bella giornalista (talvolta fotografa) nera, che «gira il mondo a caccia di scoop e di avventure erotiche» [Lupi, cit.] • «Scelta tra decine di attrici e fotomodelle di pelle scura, (…) è piaciuta perché: “ha un’aria pulita, infantile su un corpo da pantera” ha detto Mariano Mariani» [Playboy] • Il film è un successo strepitoso per la bellezza di Laura Gemser, la mitica canzone Black Emanuelle eseguita dai Bulldog e per il resto della colonna sonora di Nico Fidenco [Lupi, cit.] • Per Gemser il film è importantissimo non solo per la fama improvvisamente acquisita, ma soprattutto perché sul set conosce quello che sarà l’amore della sua vita, l’attore e futuro marito Gabriele Tinti. Per lui decide di trasferirsi definitivamente in Italia [Gomarasca, cit.] • «Ogni scusa era buona per spogliarsi. Avevo visto il primo Emanuelle perché ero curiosa ma poi ci sono rimasta maaaale perché non mi aspettavo di vedere certe cose. Avevo rifiutato molte scene. Loro avevano messo delle controfigure e non lo sapevo [Ad Alex Cox, A Hard Look] • La presenza di controfigure per le scene più crude e pornografiche resterà sempre la costante nella carriera di Laura Gemser. «Ti ci abitui. Voglio dire, è difficile fare l’amore con le donne. È già difficile con gli uomini, con le donne è difficilissimo. Ma ti pagano, quindi alla fine lo fai. Lo fai… e basta» [Ibid.] • «Le prime volte in cui mi dovetti spogliare davanti alla macchina da presa furono un attimino traumatizzanti... ma poi ci ho fatto l’abitudine. Certo, sul set tutti ti guardano così (sgrana gli occhi e tira fuori la lingua, ansimando come un cane, ndr), allora è un po’ imbarazzante, ma se tu lo prendi come un lavoro, passa tutto. Dici: lo devo fare, mi pagano. E poi sinceramente, non è che facessi scene particolarmente scabrose, anche se una volta, in Italia, bastava poco per fare scandalo» [Gomarasca, cit.] • Visto il successo della pellicola, Emanuelle nera diventa una serie, con 7 seguiti e 3 capitoli apocrifi • L’anno dopo Gemser incontra, sul set del film Voto di castità, il regista Aristide Massacessi alias Joe D’Amato, di cui diventerà musa artistica. «Va ricordato soprattutto perché dette a Massacessi l’idea per utilizzare in seguito la bellezza prorompente di Laura Gemser per alcune pellicole soft-core» [Lupi, cit.] • «Lavorare con Aristide era un’avventura, lui faceva di tutto: il regista, il direttore della fotografia, il produttore…e l’attrice molto spesso doveva fare anche la costumista e la sarta (…) Mi faceva ridere tanto e ridere è importante. Lui aveva sempre addosso un’agitazione tale…era sempre in ansia e si dimenticava puntualmente tutto, la camicia, le scarpe…un casinista come pochi! Un grande professionista ma anche un grande disordinato. Quando si arrabbiava poi non ti dico…» [Gomarasca, cit.] • «Laura (…) è una persona stupenda, molto dolce (…) che posso considerare una di famiglia. (…) Abbiamo girato il mondo insieme per fare la serie Emanuelle nera, (…) anche se i nostri erano solo dei filmetti, li giravamo con estrema professionalità e armonia. Laura non ha mai amato le luci della ribalta (…) è una persona molto timida. Quando ripenso a quei giorni passati insieme sui set mi ricordo soprattutto l’allegria e l’affiatamento che si era creato nel nostro gruppo. Gruppo del quale Laura era al centro» [Joe D’Amato in Gomarasca, cit.] • Gemser ripeterà più volte che l’aspetto principale per cui era rimasta nell’ambiente cinematografico delle pellicole di serie B non era per denaro o per la fama: semplicemente amava viaggiare per il mondo, vedere posti nuovi in compagnia del marito e poter vivere l’avventura, pur dovendo sopportare tutti i disagi che i budget ridotti comportavano [Gomarasca, cit.] • La carriera di Gemser proseguirà tra alti e bassi (e qualche censura, per esempio al poster di Emanuelle Nera e al film Emanuelle in America, sequestrato dal tribunale di Avellino. Per evitare problemi del genere, spesso soltanto le versioni estere dei film venivano montate con le scene più esplicite) quasi sempre nello stesso filone: «Sembrava un solo, unico lungo film che non finiva. Cioè era sempre la stessa storia, capitavano sempre le stesse cose. Ero una giornalista, una fotografa, e venivo sempre mandata a scoprire dei criminali. Dei trafficanti di droga. E poi c’era sempre la stessa situazione, io che dovevo spogliarmi per ottenere qualcosa. Alla fine ero un pochino stanca e ho provato a fare qualche altro tipo di film. Ma avevo quell’etichetta ed è difficile venirne fuori» [Cox, cit.] • Uno dei tentativi per uscire dallo stereotipo erotico fu la partecipazione al film Il viaggio dei dannati di Orson Wells, per il quale era stata scelta dopo aver visionato le sue fotografie, alla ricerca di una donna caraibica. Purtroppo la produzione del film fu funestata dall’atteggiamento indisponente del protagonista, Orson Wells, e la stragrande maggioranza delle scene con Gemser furono tagliate [Gomarasca, cit]. Un secondo tentativo fu la partecipazione alla produzione del film per la televisione statunitense Ritorno dall’inferno, nel 1983. Il regista e i produttori non volevano che il suo passato nei film erotici venisse accostato al film, per cui la obbligarono a usare lo pseudonimo Moira Chen. Sfortunatamente tutti i giornali italiani ne erano già al corrente, e presto sul set l’obbligo di utilizzare il suo pseudonimo apparve ridicolo, ma il moralismo del regista arrivò a negare l’evidenza, nonostante la stessa Gemser si fosse stufata del sotterfugio, e avesse cominciato a usare il suo nome. [Gomarasca, cit.] • La fine della carriera da attrice di Gemser coincise con la morte del marito Gabriele Tinti, nel 1991. Smise di recitare, rispondendo scherzosamente alle richieste: «al limite posso essere la nonna di Emanuelle!» [Nocturno] • Negli ultimi anni della carriera (e per i 3 anni successivi), Gemser lavorò con Joe D’Amato, che teneva molto ad averla nella sua squadra, come costumista (il regista aveva scoperto dei suoi passati studi da stilista). Con questa mansione collaborò alla realizzazione di una dozzina di film, tra i quali Troll 2 nel 1990 (prodotto ma non girato da D’Amato), noto per essere considerato, da larga parte della critica cinematografica, come il più brutto film di tutti i tempi [Rotten Tomatoes]
Curiosità Parla 5 lingue • Nel 1980 ha inciso il singolo Crazy Eyes (And We’ll Love Again), pubblicato solo in Germania e successivamente utilizzato nei titoli di coda del film Violenza in un carcere femminile (1982) [Johnny Stanwyck, grindhouse-effect.com] • Era in grado di addormentarsi con estrema facilità, dormendo nelle pause sul set, caratteristica condivisa con D’Amato. «Col fatto che stavo sempre a letto, dormivo parecchio» [Gomarsca, Io, Emmanuelle] • Per un periodo ha avuto un banchetto al mercato di Porta Portese, a Roma, dove metteva in vendita oggetti di arredamento che creava utilizzando materiali riciclati [Ibid.]
Amori Lei e il collega Gabriele Tinti si conobbero e si fidanzarono durante le riprese del film Emanuelle Nera, in Kenya. Si sposarono durante le riprese di Emanuelle in America, a San Francisco, in presenza dei genitori di lei nel 1976. «Quando giravamo scene d’amore, io e Gabriele, l’altro, per rispetto e per non metterci in imbarazzo, se ne andava dal set» [Ibid.] • Oggi vive a Roma, mantenendo un grande riserbo per la sua vita privata e rilasciando pochissime interviste.
Titoli di coda: Quando ho chiesto ad Aristide perché tu non hai mai girato scene porno lui mi ha risposto: perchè avevi cervello. Se ne conclude che per girare scene hard non c’è bisogno di cervello… «Pensa che già consideravo troppo forti le scene che giravo io…» [Gomarasca, cit.]
Titoli di coda Quando ho chiesto ad Aristide perché tu non hai mai girato scene porno lui mi ha risposto: perchè avevi cervello. Se ne conclude che per girare scene hard non c’è bisogno di cervello… «Pensa che già consideravo troppo forti le scene che giravo io…» [Gomarasca, cit.]