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 2025  ottobre 18 Sabato calendario

Biografia di Dario Franceschini

Dario Franceschini, nato a Ferrara il 19 ottobre 1958 (67 anni). Politico. Già segretario del Partito Democratico nel 2009, attualmente guida la corrente del PD AreaDem. In precedenza ha militato nella Democrazia Cristiana, nel Partito Popolare Italiano, nella Margherita, nell’Ulivo. Ex membro della Camera dei deputati (dal 2001 al 2022). Senatore (dal 2022). Ex ministro (una volta della Cultura, due volte dei Beni culturali, una volta dei Rapporti con il parlamento). Scrittore (9 libri, di cui 5 romanzi).
Titoli di testa Dicono che tu sei il contrario del veltroniano “ma anche”… «Sbagliato. La vita è tutta fatta di “ma anche”. Non esiste il tutto bianco o tutto nero». […] Cossiga dice: «Franceschini non è “ma anche”. È “sì però”». «Il “sì però” è una variante post-democristiana» [Claudio Sabelli Fioretti, Stampa].
Vita Dario Franceschini, chi erano i suoi genitori? «Mio padre era stato un giovane partigiano cattolico ferrarese, poi membro del Comitato di liberazione nazionale e poi nel 1953 deputato della Democrazia cristiana per una legislatura. Mia madre, guida turistica e casalinga, era figlia di un fascista, un funzionario onesto della Repubblica di Salò, in gioventù amico di Italo Balbo» [Tommaso Labate, Cds] • Suo padre partigiano e suo nonno fascista si odiavano? «Al contrario, si volevano bene. Mio nonno, Giovanni Gardini, che era stato podestà di San Donà di Piave, non aveva fatto nulla di male, non si era macchiato delle nefandezze dei fascisti e aveva finito per aiutare parecchi partigiani. Diciamo che la ricomposizione nazionale dopo la fine del fascismo l’avevo vissuta già dentro casa mia» [ibid.] • Il padre, che era stato partigiano cattolico e deputato negli anni Cinquanta; uomo di profonda cultura, con una casa zeppa di libri (quasi 20 mila, tutti schedati con perizia certosina). La madre Gardenia, temperamento schietto e non omologabile, Flavia, la sorella, è scultrice raffinata e fotografa [Stefano Lolli, ilgiornaledellarte.com] • Passioni giovanili: la musica «Conducevo una trasmissione dedicata alla musica jazz su una delle prime radio libere di Ferrara, Radio Elle. Il mixer era fatto di latta, i dischi li prendevo dalla collezione di mio papà». Per un ragazzo, il jazz non era una passione troppo senile? «Il jazz ha un pregio e un difetto insieme: piace o non piace. A me piaceva e piace» [Labate, cit.] • «Per un po’ di tempo ho tentato di suonare il saxofono». Il saxofono? «Mi piaceva l’idea che un giorno, in un locale jazz, mi sarei alzato tra il pubblico e mi sarei messo a suonare, improvvisando. Feci sei mesi di lezione con un vecchio professore. Commisi l’errore tragico di registrarmi. Quando mi sono risentito, sono caduto in una crisi depressiva e ho venduto il sassofono» [Sabelli Fioretti, cit.] • Da giovane facevi lo sbandieratore del palio di Ferrara. «È uno sport, non uno scherzo. Ci sono i campionati nazionali, bisogna allenarsi». È pericoloso sbandierare? «Se ti arriva in testa la bandiera sì». Ti è arrivata mai in testa? «Sì. Ho ancora la cicatrice. Facevamo l’allenamento di sera, era buio, non l’ho vista». Sbandieri ancora? «Lo sogno a volte. Nel sogno mi accorgo che non ce la faccio. Ma se mi danno in mano una bandiera sono ancora capace» [ibid.] • Che studente è stato? «Politicizzato. In una provincia rossa come Ferrara, io facevo parte della minoranza democristiana. Alle prime elezioni studentesche del 1974, al Liceo Scientifico Roiti, considerato una roccaforte dei comunisti e dei movimenti, vinse la nostra lista centrista. Segno che c’era una maggioranza silenziosa». Voto di maturità? «Trentasei, pensavo solo alla politica. Ma ho preso centodieci all’università, laurea in Giurisprudenza, tesi in storia delle dottrine politiche. A un certo punto, m’ero messo in testa che avrei fatto lo storico» [Labate, cit.] • «Ero compagno di classe di un ragazzo comunista, Alessandro Bratti. Siamo ancora molto amici. Adesso siamo anche parlamentari nello stesso partito». Allora invece… «C’era un clima molto goliardico, ce ne facevamo di tutti i colori. Io arrivavo in classe ostentando il Popolo e lui me lo bruciava. Siamo rimasti amici, abbiamo sposato due amiche, abbiamo fatto sempre le vacanze insieme» [Sabelli Fioretti, cit.] • È il 1974 quando fonda il suo primo... partito, l’Associazione Studentesca Democratica: alla testa di questa truppa di coetanei, Franceschini prova l’ebbrezza non del volo ma del voto, conquistando tutti i seggi disponibili nei vari organismi studenteschi, sino ad approdare al consiglio d’amministrazione dell’Università. Dove il «virus» familiare lo trascina verso Giurisprudenza: il solco dell’avvocatura è tracciato dal nonno e dal padre. (…) Anche se pochi, a Ferrara, possono giurare di averlo visto, se non fuggevolmente, con la toga. Così come con qualsiasi tipo di vestito alla moda, con giacche firmate da giovane bene, scarpe e orologi di pregio: l’abito non fa il monaco, ma nel suo caso neanche il politico [Lolli, cit.] • A Ferrara giravi con l’eskimo e la lunga barba rossa… «I giovani dc mica andavano in giro in doppio petto e cravatta» [Sabelli Fioretti, cit.] • Lei è sempre stato democristiano? «Sono entrato nel partito quando Benigno Zaccagnini divenne segretario. Fu un elemento di rottura, per un partito considerato immobile e votato solo al potere, che da quel momento si parlasse di don Primo Mazzolari, di rivoluzione cristiana, di questione morale. Ho impressa una copertina di Panorama di quel periodo. Titolo: L’onesto Zac» [Labate, cit.] • Viene eletto Delegato Provinciale del Movimento Giovanile della Dc di Ferrara • «La prima orbita del giovane Dario, nel 1980, si limita allo spazio ancora ristretto del Consiglio comunale di Ferrara, dove nel 1983, con un furbesco blitz ai danni di due navigati marpioni, il ruolo di capogruppo della Dc. In quella sottile arroganza c’è chi intravede già la sua dote: non lasciare impronte digitali neppure su specchi e vetri traslucidi. Tuttavia, proprio grazie a quel ruolo, Franceschini ottiene il suo primo quarto d’ora di popolarità, destinato poi a trasformarsi in molti giri di lancette [Lolli, cit.] • «I suoi inizi in politica, sempre nell’ambito della sinistra diccì, sono coincisi con il giornalismo di analisi. Nel 1984 ha fondato, fresco di ingresso nella direzione nazionale del Movimento Giovanile della Dc, il mensile Nuova Politica, poi nel 1989 ha diretto a Roma il mensile Settantasei, in seguito vice-direttore del mensile Il Confronto e del settimanale del partito La Discussione» [Francesco De Palo, formiche.net] • «Con la Dc ancora in vita, suo mentore fu Ciriaco De Mita che lo infilò giovanissimo nel collegio sindacale dell’Eni» [Giancarlo Perna, Libero] • «Passano gli anni e, nell’andirivieni inevitabile con Roma, nel 1994 viene chiamato quasi per osmosi a far parte della Giunta di centrosinistra di Ferrara. Un’esperienza che per lui rappresenta un test atomico: diventa assessore alla Cultura e al Turismo» [Lolli, cit.] • «Un giorno, mentre si reca in Municipio rigorosamente in bicicletta (pochi ricordano i modelli delle sue automobili, tranne una Dyane da parsimonioso), vede i vigili urbani intenti a scacciare un musicista girovago che si esibisce sotto lo Scalone. “Ma come?”, pensa. Ovunque nel mondo i chitarristi, i violinisti e persino i suonatori di bongo, (…) Attirano sorrisi, fanno aprire i borsellini. Perché non qui?» [ibid.] • Nasce idealmente così il Buskers Festival. (…) Oltre al Festival, appiccica a Ferrara un’etichetta più pregiata, quella di Città patrimonio dell’Unesco» [ibid.] • «Il momento più difficile arriva con la diaspora dei Dc. È qui che, per la prima e unica volta in vita propria, Franceschini affronta l’impensabile: essere in minoranza. Per capire la portata della cosa, giova ricordare che la fama di galleggiatore del nostro era già leggendaria (…) Buttiglione non sente ragioni. Franceschini, che sulla convergenza con gli amati ex comunisti aveva scommesso tutto (memorabile l’esortazione: “Abbiamo sempre detto che la Dc è un partito di centro che guarda a sinistra. Ora andiamoci”) capisce che non è aria e si ritira» [Perna, cit.] • Fonda a Ferrara il movimento dei Cristiano-Sociali e nel 1995 si candida nelle elezioni comunali di Ferrara: arriva terzo, sfiorando il ballottaggio [Mattia Feltri, Stampa] • Nel 1996, con l’adesione del Ppi all’Ulivo di Prodi, rientra nel partito, con la calorosa accoglienza del neo segretario Gerardo Bianco. Sale rapidamente a ruoli di preminenza: quando Franco Marini sostituisce Bianco al timone del partito, viene nominato, assieme a Enrico Letta, suo vice. Quando Letta entra in parlamento diventa vicesegretario unico, e si candida alla segreteria nazionale, venendo pesantemente battuto dal conterraneo Pierluigi Castagnetti. La sconfitta non brucia troppo: nel 1999 il Presidente del Consiglio Massimo D’Alema lo nomina Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio [Perna, Giornale] • Si occupa della nuova legge elettorale e della riforma delle Regioni autonome [rainews.it] ma gli sarebbe piaciuto fare il ministro della Cultura [Lolli, cit.] • Nel 2001 si candida e vince le elezioni nel collegio di Ferrara, entrando in parlamento nelle fila dell’Ulivo. Come è stato per lei entrare per la prima volta a Montecitorio, nel 2001? «Un momento di commozione familiare. Mio padre è stato parlamentare nella legislatura del 1953, aveva 32 anni. Ho sentito fin da piccolo il racconto di quegli anni. Entrare nell’Aula la prima volta è stata un’emozione fortissima, ricordo ancora il momento, la solennità̀. Lo è per tutti quelli che fanno politica. Pensavo a tutti questi uomini e donne del dopoguerra, arrivati a Montecitorio coi cappotti lisi, la democrazia dopo la guerra e la dittatura. Mi è sembrato un po’ di rivivere quel passaggio» [Susanna Turco, L’Espresso] • «L’ingresso nell’esecutivo segna il salto di qualità per Franceschini, che diventa figura di primo piano ed inizia quella trafila metà incarichi di partito e metà ospitate nei talk show che di tante carriere politiche della seconda repubblica è stata levatrice» [Perna, cit.] • «Ex popolare, prima prodiano poi dalemiano, poi veltroniano, poi fedelissimo di Bersani, poi lettiano, infine rottamatore. La parabola del ministro per i rapporti col Parlamento è costellata di cambi di casacca. Nessun timore, nessuno scrupolo: Franceschini è il simbolo dell’antitesi. E l’emblema della par condicio. Perché non c’è stato uno che abbia sostenuto e che non abbia poi criticato una volta passato alla concorrenza» [Domenico Ferrara, Giornale] • Nel 2001 partecipa alla fondazione del partito La Margherita, in cui occupa posizioni apicali fino al 2006 quando, rieletto deputato (sempre per l’Ulivo), rassegna le dimissioni e diventa capogruppo parlamentare alla Camera • «Poi arriva il grande momento. 2007, c’è da mettere in piedi il Partito democratico e, soprattutto, c’è da dotarlo di un vicesegretario di estrazione cattolica che controbilanci il pedigree postcomunista del leader Walter Veltroni. E chi potrà mai essere il più adamantino degli ex Dc veltroniani? Ma Franceschini, ovviamente. Il quale incassa la nomina e procede a diventare il più inflessibile guardiano del veltronismo applicato» [Perna, cit.] • Rieletto alla Camera nel 2008, è testimone della sconfitta del segretario Veltroni alle elezioni amministrative, in seguito alla quale, nel febbraio del 2009, si candida e viene eletto segretario del partito. Un quasi plebiscito, visto che su 1.258 votanti incassa 1.047 preferenze, battendo lo sfidante Arturo Parisi. Programma: «Non farò nessuna trattativa con nessuno. Deciderò io e mi assumerò la responsabilità delle scelte» [La Stampa] • Volle accanto suo padre per giurare sulla Costituzione, da segretario del Pd, 2009. «Quella piccola cerimonia la volli fare davanti al castello di Ferrara, nel posto dove vennero ammazzati 11 antifascisti nella notte del 1943» [Turco, cit.] • Il suo mandato da segretario è caratterizzato da un acceso antiberlusconismo: ravvisa nelle politiche e negli atteggiamenti del presidente del Consiglio approcci autoritari e pericolosi per la democrazia, e attacca la sua condotta pubblica e privata [Perna, cit.] • Epiteti indirizzati a Berlusconi: «Signor No, vive in un bunker dorato»; «Alle riunioni europee ci vorrebbe una webcam per vedere i leader quando racconta le sue st... storielle»; «Non conosce la fatica delle donne» • «Lui al Quirinale? Mi fa venire i brividi alla schiena» • «La sentenza dimostra in modo incontestabile il coinvolgimento del presidente del Consiglio, la “legge Alfano” è stata fatta apposta per sottrarlo al giudizio» • «Fareste educare i vostri figli da quest’uomo?» (quest’ultima frase provocò forti rimostranze da parte dei figli di Berlusconi, in seguito alle quali Franceschini si scusò) [Cds] • A novembre del 2009, dopo otto mesi in cui guida la fase di transizione del partito, cede il timone a Pierluigi Bersani, contro cui aveva corso per la riconferma alla segreteria, venendo battuto in larga misura (53,23 a 34, 47). In seguito alla sconfitta assicura fedeltà e collaborazione nei confronti del nuovo segretario, e si dedica alla fondazione di AreaDem, corrente interna al partito in cui riunisce tutte le forze che lo avevano appoggiato [Rep] • Bersani gli offre l’incarico di Capogruppo del partito alla Camera, che accetta dopo qualche incertezza [Asca.it] • I rapporti con Bersani si guastano nel 2013 quando, in seguito alla caduta del governo Monti, il Pd non riesce a convincere il Movimento 5 stelle a formare un governo. Bersani non ottiene la Presidenza del Consiglio e Franceschini rimane privo della carica da lui molto desiderata e concordata con il Segretario: la Presidenza della Camera [Perna, cit.] • Digerita la sconfitta, Franceschini appoggia un governo di larghe intese, che, stante l’indisponibilità del Movimento 5 Stelle a stringere accordi, prevede un dialogo con il Pdl. «Non resta che un’altra strada: uscire dall’incomunicabilità. E abbandonare questo complesso di superiorità, molto diffuso nel nostro schieramento, per cui pretendiamo di sceglierci l’avversario. Ci piaccia o no, gli italiani hanno stabilito che il capo della destra (…) Con lui bisogna dialogare» [Aldo Cazzullo, Cds] • Alla nascita dell’esecutivo, guidato da Enrico Letta, che lui appoggia, Franceschini ottiene la carica di ministro per i Rapporti con il parlamento • Durante le primarie del 2013, AreaDem appoggia l’elezione vittoriosa di Matteo Renzi alla segreteria. Franceschini garantisce il suo appoggio a Renzi anche quando egli viene incaricato di formare un governo, scatenando le accuse private di tradimento da parte di Enrico Letta [Perna, cit.] • Matteo Renzi gli affida il tanto sospirato dicastero della Cultura che manterrà per i sette anni seguenti in mezzo ai vari cambiamenti di governo, stabilendo un record di durata e ottenendo un alto indice di gradimento da parte degli italiani [Franco Adriano, ItaliaOggi] • Durante i suoi mandati si occupa di riorganizzare le strutture museali italiane, insistendo su un approccio più “privatizzato” e autonomo dei grandi poli museali, ponendo alla loro guida dirigenti selezionati anche all’estero (dinamica contestata dalla Corte dei Conti e più volte oggetto di ricorsi). Altre sue decisioni, in particolare rispetto alla redistribuzione dei finanziamenti nei vari enti culturali, susciteranno reazioni ambivalenti nel mondo dello spettacolo e in quello della cultura [Federico Giannini e Ilaria Baratta, finestresullarte.info] • Nel marzo del 2014 Franceschini accusa un malore e viene ricoverato d’urgenza a Udine: gli viene diagnosticata una sindrome coronarica acuta, fortunatamente trattata in modo tempestivo [Ansa] • Attualmente Franceschini e AreaDem sostengono (fin dalla sua scalata alla segreteria) la leader del Pd Elly Schlein. Quando una donna ha potere, il racconto vuole sempre che ci sia qualcuno che suggerisce, che manovra, che ispira. Penso a Elly Schlein, ma è solo l’ultimo dei casi. «Sono residui di maschilismo, perché́ se si tratta di un uomo non ci si mette a cercare chi ha dietro le spalle. Vero, ma è tutta roba che tramonta. Il pregiudizio finisce contro i fatti. Fra l’altro, se c’è una che, giustamente, ragiona proprio di testa sua è Elly Schlein. Ascolta, discute, poi però decide lei» [Turco, cit.] • Nel 2005 viene pubblicato il suo primo romanzo, Nelle vene quell’acqua d’argento, «L’ho tenuto lì dieci anni. Quando ero assessore alla cultura, a Ferrara, avevo messo su una biblioteca dei manoscritti inediti: migliaia e migliaia di pagine mai lette da nessuno. Un esorcismo, in un certo senso. Poi un giorno, per caso, ne ho parlato con Veltroni. Mi ha detto riprendilo, fai quello che senti. Così l’ho riletto, l’ho spedito. Se potessi scegliere cosa fare nella vita, il politico o lo scrittore, credo che sarei pronto al salto» [Labate, cit.] • Seguiranno altri 4 romanzi, tutti pubblicati da Bompiani, tradotti con buon successo di critica in Francia [bompiani.it].
Curiosità Il soprannome ciuffolino è un’invenzione? «È la prima volta che lo sento». Altri soprannomi? «Ferrara ha una grande tradizione di scutmai, “soprannome” in ferrarese». Il tuo scutmai? «“Onorevole”, quando avevo 20 anni, “Ministro”, quando ero consigliere comunale» [Sabelli Fioretti, cit.] • La tua passione per le moto. Questa è vera? «Non passione, vero amore. Facevo sempre tutte le vacanze in moto» [ibid.].
Amori Nel 1986 sposa Silvia Bombardi, insegnante di scienze. Conosciuta ai tempi del liceo, quando era «la più bella della scuola». Coppia modello, andavano ogni domenica a messa a Ferrara assieme alle loro due figlie: Caterina (nata nel 1990) e Maria Elena (1997) [Perna, cit.] • Nel 2011 arriva il divorzio, e nel 2014 Franceschini si risposa con Michela di Biase, romana, conosciuta nella scuola politica del Pd Nel 2015 Franceschini diventa padre per la terza volta, con la nascita di Irene [Virginia Piccolillo, Cds] • (Nel suo romanzo Acqua e Tera) Tutti i personaggi maschili sono negativi o mediocri, tranne due o tre. Perché́? «È uscita la verità̀. Le donne hanno una marcia in più̀, è il bilancio della mia vita, ormai ho un’età̀: hanno più̀ forza morale, e fisica. Affrontano fatiche terribili» [Turco, cit.].
Titoli di coda Il suo rapporto col potere? «Di totale disincanto» [Labate, cit.].