Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  dicembre 11 Giovedì calendario

Bulgaria, cade il governo dopo le proteste contro la corruzione: in migliaia in piazza, il premier si dimette

Caos in Bulgaria. A meno di un anno dall’inizio del suo mandato, il primo ministro bulgaro ha annunciato oggi le dimissioni del suo governo a seguito di una serie di proteste anti-corruzione. «Il governo si dimette oggi», ha dichiarato ai giornalisti il primo ministro bulgaro Rossen Jeliazkov dopo un incontro con i leader dei partiti al potere. Ieri oltre 50mila persone si erano riversate nella piazza “Indipendenza” della capitale Sofia, sulla quale si affacciano i palazzi del parlamento, del governo e della presidenza, per chiedere le immediate dimissioni del governo, accusato dai manifestanti di corruzione e di connubio di stampo mafioso.
«Il governo della mafia è finito!», «La goccia ha fatto travasare il bicchiere», «Questa volta non ci fregano» si leggeva sui cartelli dei dimostranti.
Gli studenti universitari che si sono riversati in piazza con un corteo partito dall’Università della capitale scandivano «Siamo contro la sfacciataggine dei governanti», «Vogliamo un futuro degno, vogliamo rimanere in Bulgaria!». Proteste popolari anche in altre grandi città come Plovdiv (Sud), Varna e Burgas (due città sul Mar Nero). La gente scandiva slogan per le dimissioni del governo ma anche contro il continuo rincaro dei generi alimentari e contro l’inflazione alla vigilia dell’ingresso della Bulgaria nella zona dell’euro il primo gennaio. Le proteste di ieri si sono svolte sotto lo slogan «Dimissioni, Peevski e Borissov fuori dal potere!».
L’esecutivo di Sofia guidato da Rossen Zhelyazkov, esponente del partito conservatore Gerb, è una coalizione formata dal Gerb che ha vinto le ultime elezioni, i socialisti (Bsp) e il partito populista “C’è un popolo come questo” (Itn). Non dispone di una maggioranza in parlamento ma conta sull’appoggio incondizionato del partito ’Movimento per diritti e libertà – Nuovo inizio’ (Dps-Nn), uno dei due partiti della minoranza turca in parlamento, quello di Delian Peeevski, figura centrale e controversa della politica bulgara, accusato da anni di essere il simbolo della corruzione nazionale. Leader storico del Gerb è Boyko Borissov, ex premier accusato dai bulgari di abuso di potere e nepotismo, il quale oggi ha dichiarato che l’attuale governo è stato formato esclusivamente per far entrare la Bulgaria nella zona dell’euro a partire dal primo gennaio prossimo. «Soltanto dopo il primo gennaio potremmo parlare di rimpasti, dimissioni e tutto il resto», ha detto Borissov ai giornalisti. Ma così non è stato.