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 2025  dicembre 11 Giovedì calendario

Natale, in Italia quasi un regalo su cinque verrà comprato con un prestito: spesa in calo del 20%

Redditi reali al palo da vent’anni, eppure negozi comunque affollati per la classica «corsa» ai regali di Natale. Un paradosso, ma solo in apparenza. Questo anche perché poco meno di un dono su cinque – il 18%, per l’esattezza – verrà acquistato a debito, ovvero dopo aver fatto ricorso a un prestito, un finanziamento o a una formula di pagamento posticipato (il cosiddetto «buy now pay later»). Lo ha calcolato un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research sulla base delle risposte fornite da un campione di 1.500 persone rappresentativo della popolazione maggiorenne nazionale. 
Che tale quota fosse destinata a risultare molto consistente lo si era intuito già tre settimane fa, quando sempre Facile.it aveva reso noto che a ricorrere a questo genere di soluzione erano già state circa 800 mila persone da Nord a Sud. Potere del consumismo, terrore di fare brutta figura. Ma anche emblema di quelle stesse difficoltà economiche che, come emerso già a inizio mese, faranno destinare ai presenti circa 8,7 miliardi di euro, quasi il 20% in meno rispetto all’anno scorso. A superare l’esborso pro capite medio di 204 euro saranno sia le donne (208, +4%) che soprattutto gli over 65 (281, +37%). Un altro dato – quest’ultimo – del tutto coerente con quanto emerso dai più recenti report sulla ricchezza dei nostri connazionali.
Quanto poi alla distribuzione geografica – si legge – «il budget pro capite è maggiore nelle regioni del Nord Ovest, dove per i regali di Natale si spenderà il 20% in più rispetto alla media nazionale». Di contro, «sono i residenti al Sud e nelle Isole quelli che spenderanno meno, vale a dire 177 euro». Il tutto in un quadro complessivo all’insegna del carovita, essendo per esempio stato rilevato che dal 2021 al 2025 «i prezzi degli alimenti sono cresciuti di circa il 25%, con incrementi ancora più marcati in alcuni prodotti come latte, formaggi e uova, ma anche pane e cereali». Risultato? Spese in calo anche per il cenone del 24 o il pranzo del 25: da 3,5 a 2,7 miliardi. Frugalità forzata, nella speranza di trovare sotto l’albero l’inizio di tempi migliori.