Corriere della Sera, 11 dicembre 2025
La premier conferma gli aiuti all’Ucraina. Il confronto con Salvini sul testo del decreto
Nonostante resistenze, critiche e richieste di riformulazioni, il dato certo – assicurano a Palazzo Chigi – è che il decreto di proroga degli aiuti militari all’Ucraina sarà approvato il 22 o il 29 dicembre, dunque in uno degli ultimi Consigli dell’anno.
Giorgia Meloni lo ha detto in pubblico, e la concomitanza con un’accelerazione delle trattative e dei negoziati sul piano di pace americano non cambia lo stato delle cose. Almeno così assicurano nello staff della premier. Oggi Meloni si collegherà in videoconferenza con la riunione del gruppo cosiddetto dei Volenterosi. Il vertice è supervisionato dalla Francia e, nonostante più di uno scetticismo della nostra diplomazia, continua a restare un formato utile per una fase in cui dettagliate garanzie di sicurezza e contributi di molti Stati diventeranno necessari.
Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, nelle scorse ore ci sarebbero stati contatti tra la premier e il leader della Lega Matteo Salvini e si sarebbe trovata un’intesa di massima sui prossimi passaggi relativi al decreto di proroga. Anche se due giorni fa il vicepremier era tornato a dire no all’invio delle armi («Non tolgo soldi alla sanità per una guerra persa»), proprio mentre Meloni incontrava il presidente ucraino. E anche se ieri il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo invitava ad «attendere l’evoluzione delle trattative sul piano di pace Usa» prima del nuovo decreto.
Appena Zelensky ha lasciato Roma è anche tornato a ribadire che «questa guerra è già costata 300 miliardi di dollari, e l’anno prossimo Trump ha già detto che non metterà più soldi. Solo all’Europa costerebbe 140 miliardi di euro». Il decreto contiene solo due articoli, e c’è anche chi parla di una possibile riformulazione nella sintassi rispetto ai testi precedenti, per accontentare la Lega.
La linea di Fratelli d’Italia è affidata, come sempre, a una nota informativa sfornata dall’ufficio studi del partito, diretta emanazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. Nel dossier riservato del partito di via della Scrofa sembra esserci un messaggio in bottiglia anche per Salvini (anche se non viene citato direttamente). «Sono tanti i commentatori che, magari per aumentare il proprio pubblico, “cadono” nella tentazione di alimentare discussioni su divisioni, contrapposizioni e spaccature. Una tendenza che non giova a nessuno e che sicuramente non aiuta i negoziati».
La nota informativa del partito di Meloni sottolinea che «rifuggendo qualunque fuga in avanti o sterile presa di posizione, FdI alla guida del governo mantiene la posizione di responsabilità che ha scelto sin da quando sedeva all’opposizione: in difesa della libertà e del diritto internazionale».
Affiora anche un bilancio più completo, a 24 ore di distanza dalla giornata di Zelensky a Roma, sullo stato delle trattative. In base a quanto ha riferito il leader ucraino alla premier italiana, l’unico vero nodo rimasto aperto è quello dei territori, e l’unica ipotesi negoziale accettabile, per Kiev, è quella di «fotografare» la situazione attuale. Per il resto Kiev è disposta ad accettare l’accelerazione americana.