L’Adige, 11 dicembre 2025
Il presidente di Trento Funivie replica agli ambientalisti
Mi pare una polemica kafkiana, per certi versi un po’ assurda, che non capisco. E quindi vale la pena rispiegare». Fulvio Rigotti, presidente di Trento Funivie, ha letto le polemiche e prese di posizione, sia delle associazioni ambientaliste sia di alcuni partiti politici. «L’elicottero è uno strumento di lavoro. Si usa per portare cibo nei rifugi, ma anche per la manutenzione degli impianti, o per portare a valle i tronchi degli alberi dopo le operazioni di taglio. Ed è uno strumento efficiente, sotto molti punti di vista. Venendo alla neve, se avessimo dovuto fare lo stesso lavoro con i gatti, probabilmente ci avremmo messo una settimana usandoli dieci ore al giorno. Con un consumo di carburante e quindi di emissioni almeno dieci volte superiore rispetto alle tre ore di utilizzo dell’elicottero. Inoltre quella neve non l’abbiamo portata dall’Austria, ma da un altro punto della stessa pista». Rigotti replica entrando ancora più nel merito: «Avevamo 400 settimane bianche prenotate. Avevamo i maestri di sci pronti, il personale negli alberghi, gli stagionali, i giovani che lavorano nelle varie attività della montagna. Quel fine settimana, senza la neve e quindi con il Palon chiuso, avremmo perso circa 200 mila euro di skipass e un indotto almeno triplo. Oltre ai posti di lavoro, i guadagni delle persone. Di fronte a questa situazione abbiamo deciso di sfruttare appunto l’elicottero». E il rispetto dell’ambiente? Rigotti è categorico: «Rispettare l’ambiente non significa rinunciare a un servizio. La sostenibilità è sì ambientale, ma anche sociale ed economica. Noi facciamo tutto il possibile per la natura, ci mancherebbe. Però l’alternativa non deve essere non fare nulla: gli ambientalisti dicono “se non scende neve dal cielo non si fa nulla”. Se fosse così il 90% delle stazioni in Trentino dovrebbero chiudere, lo sci sarebbe morto da tempo. Noi siamo d’accordo sul non intestardirsi e sul non andare oltre il ragionevole, ma non crediamo sia questo il caso». Dalla parte di Rigotti, o meglio della scelta di utilizzare l’elicottero per trasportare la neve, si schiera anche l’Associazione Operatori del Monte Bondone, con le parole del presidente Paolo Torboli: «Leggo critiche su quanto accade sul Monte Bondone. Ma è mai possibile che qualunque cosa debba essere occasione per saltare addosso alla nostra montagna ed a chi ci lavora? Se dal cielo non cade neve e sulle piste ce n’è poca si critica la presenza di sassi in pista. Se nevica tanto alla notte e non c’è tempo materiale per batterla e preparare le piste si critica la battitura». «Se la società che gestisce gli impianti utilizza un elicottero, con le proprie risorse economiche e come vien fatto in tantissime altre località, per preparare le piste laddove la natura non le ha dotate di neve o peggio dove il vento la asporta, allora partono altre critiche. Ritengo che chi ha mosso tali osservazioni non sia tra coloro che hanno goduto del buon lavoro fatto sulla pista Palon e quindi a costoro dico: “Andate a sciare!”, “Andate a fare un giro in montagna ad ossigenarvi e godete di quanto la località vi offre». Infine il commento del consigliere Walter Kaswalder: «È stata un’operazione eccezionale, che ha evitato la chiusura delle piste e salvato l’indotto per l’Immacolata. Ma questa emergenza non è casuale: da anni albergatori e operatori chiedono un bacino moderno per un innevamento efficiente. L’amministrazione comunale, socio di maggioranza in Trento Funivie, continua ad ignorare queste richieste».