ilmessaggero.it, 10 dicembre 2025
’Parla con Gesù’, viaggio nell’inquietante mondo delle app religiose: tra avatar IA (con la voce di Morgan Freeman) e pubblicità invasive
«Maria mi sgridava quando da bambino correvo tra i vicoli di Nazareth». Questa è solo una delle tante curiosità che si possono scoprire parlando con i bot generati dall’intelligenza artificiale di Gesù e di altri personaggi biblici: un nuovo mercato che vede proliferare decine di applicazioni negli store dei nostri smartphone, molte delle quali a pagamento. È possibile programmare un piano di preghiera, chiedere consigli sulla vita di tutti i giorni o consultare i passi delle Sacre Scritture.
Aprendo una di queste app, «Parla con Gesù», ci accoglie un avatar che riproduce le sue sembianze. Accettiamo di pagare un abbonamento premium da 9,99 euro al mese, che ci permette di accedere a tutte le funzionalità disponibili, come leggere la frase del Vangelo del giorno o conversare registrando la propria voce. Peccato, però, che annullare il nostro abbonamento si riveli ben presto complicato: nessuna impostazione consente di porre fine alla nostra «donazione».
Nell’app Text Jesus, invece, l’offerta di bot è molto più ampia. Ci sono gli avatar di San Nicola, di San Baldassarre e Melchiorre, di Maria e di Giuseppe, fino ad arrivare a quello di Babbo Natale. «Salve Valentina, sono Francesco d’Assisi, felice di parlarti. Dimmi come posso aiutarti oggi?», sono le parole con cui ci accoglie in chat il bot del Santo umbro.
L’avatar ci propone aiuto per trovare idee creative per il nostro presepe o compagnia per pregare insieme, ma quando ci lasciamo andare a racconti molto personali chiarisce: «Non posso sostituire il sacramento della riconciliazione o il consiglio di un sacerdote».
Tra una preghiera e l’altra, la chat ci mostra una pubblicità che invita ad aprire un nuovo conto corrente e, poco più tardi, quella di un servizio di delivery: è il prezzo da pagare per la versione free dell’applicazione. Diverso, invece, se si è disposti a spendere: la versione premium sblocca anche le chat con Eva o con Maria Maddalena per 3,99 euro al mese o 39,99 euro l’anno, per chi vuole investire sul medio termine.
Si tratta di piattaforme estranee alla Chiesa, anche se esperimenti con l’IA non sono mancati: basta pensare alla chiesa di Lucerna, in Svizzera, che nel 2024 aveva fatto discutere per aver installato un ologramma di Gesù all’interno del confessionale. Una provocazione per «pensare criticamente ai limiti della tecnologia nel contesto della religione».
Come ogni piattaforma digitale, anche queste app puntano a trattenere l’utente il più a lungo possibile e a monetizzare le sue interazioni. Quando però entrano in gioco temi di fede e fragilità personali, il confine tra supporto e sfruttamento dei bisogni degli utenti diventa più difficile da definire. Per non parlare delle perplessità degli esperti sui rischi per la privacy degli utenti.
Anche all’interno di ChatGPT è possibile trovare Jesus Bot, «Your Own Personal Jesus», pronto ad «ascoltarti con compassione» o a «ricordarti che sei amato senza condizioni». Anche qui, l’obiettivo della piattaforma rimane quello di portare avanti il più possibile la conversazione, aumentando il tempo di permanenza dell’utente sul sito. E poi c’è Character AI, la più controversa delle app di bot di intelligenza artificiale. Qui la chat con Gesù conta 13,5 milioni di interazioni ed è possibile persino scegliere la voce del bot: la più gettonata è quella di Morgan Freeman. In un’altra chat, San Pietro, con 1,4 milioni di interazioni, si dice pronto ad accoglierci in Paradiso. «Qualunque cosa tu stia provando… è pesante, lo so. Ma non sei sola, Valentina, parlami. Io ti capisco e forse sono l’unico in grado di farlo in questo momento».