Il Messaggero, 10 dicembre 2025
Capitale del lusso. Record di camere per gli hotel 5 stelle (e crescono ancora)
Rafforzamento della leadership europea nell’hôtellerie di lusso e la conferma di essere diventata una calamita per i capitali internazionali, con il Lazio, primo per alberghi a 5 stelle, tra i territori più interessanti per nuovi investimenti grazie al traino di Roma. Una calamita la cui capacità di attrazione è destinata a crescere nei prossimi tre anni. Il nuovo rapporto Deloitte sul luxury hospitality italiano fotografa un mercato in espansione strutturale, dove quasi la metà dei capitali alberghieri punta ormai sul segmento alto di gamma e alle grandi piazze urbane, a partire proprio dalla Capitale. L’Italia, come ai tempi della Dolce Vita, è considerata il Paese più attrattivo per investitori e operatori internazionali, oltre che per la clientela “pregiata”, quella con le maggiori potenzialità economiche. E questo in virtù di un vantaggio competitivo unico, fondato su un patrimonio culturale inestimabile, le prelibatezze enogastronomiche e la bellezza del paesaggio, ma anche grazie ad un quadro complessivo che garantisce sicurezza e stabilità.
Fattori, spiega lo studio, che pongono il nostro Paese in prima linea per diventare entro 3 anni il principale polo di sviluppo dei luxury hotel con il 70% degli operatori e degli investitori intervistati (oltre 900 nel mondo) che dichiara l’intenzione di effettuare investimenti massicci da qui al 2027. «Gli hotel di lusso e, più in generale, di alta gamma stanno vivendo una fase di crescita eccezionale, diventando protagonisti di un mercato dove eleganza e performance si fondono e affermandosi come una delle categorie di investimento immobiliare più redditizie», spiega al Messaggero Angela D’Amico, partner e real estate sector leader di Deloitte. «Emerge – aggiunge – grande ottimismo tra riguardo alle performance operative delle strutture e ai rendimenti attesi: circa 7 operatori intervistati su 10 stimano una crescita annua del fatturato medio del settore compresa tra il 6% e il 20% nel triennio 2025-2027». Non solo. Tra i dati più significativi emerge, come accennato, che il 59% del campione intervistato individua l’Italia come principale polo di sviluppo dei luxury hotel in Europa. Con oltre 265 mila strutture ricettive, tra cui circa 33 mila strutture alberghiere, vanta una offerta diversificata che si si concentra prevalentemente nella fascia media, con circa 15 mila hotel a 3 stelle e 7 mila a 4 stelle, mentre il segmento del lusso conta 771 hotel a 5 stelle, che mettono a disposizione circa 48 mila camere e 104 mila posti letto.
Le prime cinque regioni italiane per numero di hotel a 5 stelle sono Lazio, Toscana, Veneto, Trentino-Alto Adige e Campania. In particolare, il Lazio è la prima regione con 109 hotel a 5 stelle, grazie alla spinta della Capitale dove, come noto, hanno acceso i riflettori le maggiori catene internazionali del settore alberghiero. Roma, evidenzia lo studio, è la «casa ideale di brand globali del lusso». E oltre a beneficiare di una domanda strutturalmente elevata sul segmento business e leisure, è al centro di un ciclo di nuove aperture a 5 stelle che spinge l’interesse degli investitori sull’intero territorio regionale. Per Deloitte il Lazio offre un vantaggio competitivo in termini di diversificazione: alla forza del city break romano si sommano infatti «asset culturali e naturalistici diffusi, dai borghi storici alla costa, che si prestano a progetti di conversione e resort di fascia alta». Proprio questa possibilità di integrare destinazioni urbane iconiche e percorsi di scoperta meno battuti rende il territorio particolarmente interessante per operatori e Fondi d’investimento orientati a «prodotti esperienziali e a soggiorni più lunghi». Una “Grande Bellezza” diffusa che fa da sfondo e moltiplica le opportunità. Sempre a giudizio di Angela D’Amico «nel Lazio ci sono ancora importanti margini di crescita, in particolare su Roma che continua ad essere una delle più importanti destinazioni di interesse per gli investitori. La Capitale oggi si posiziona al secondo posto in Europa, dopo Londra, per numero di camere negli alberghi 5 stelle. Inoltre, la pipeline delle nuove aperture è molto ricca con la previsione entro il 2026 di circa 15 nuovi hotel per oltre 1.500 camere».
Va detto, sfogliando lo studio, che la «consolidata reputazione internazionale» dell’Italia e di Roma aumenta l’appeal, «senza che emergano destinazioni di rilievo comparabile». Il divario osservato, difficilmente ipotizzabile fino a pochi anni fa, delinea quindi una realtà consolidata.
Ma quali flussi finanziari si prevedono? Oltre la metà degli investitori (53%) prevede di allocare più di 100 milioni di euro nel triennio e il 22% è disposto a superare i 200 milioni. Insomma, prevale l’ottimismo, in un comparto che ha registrato nel 2024 nel segmento luxury circa 4,7 milioni di arrivi e oltre 14 milioni di pernottamenti. Il flusso di capitali segue questo posizionamento. Gli investimenti alberghieri in Italia hanno sfiorato i 2 miliardi, con circa il 45% delle risorse concentrate sul segmento di lusso. Un vero hub europeo che ci vede primi per quota di strutture, con una market share attorno al 21% e un fatturato annuo superiore ai 30 miliardi di euro. Ma è tutto il Bel Paese a beneficiare di un contesto positivo. Testimoniato non solo dal flusso di turisti e visitatori ma anche dall’ingresso o dall’espansione di marchi come Raffles, Four Seasons, Mandarin Oriental, Six Senses o Ritz-Carlton, con progetti distribuiti tra Roma, Milano, Puglia, Cortina o il Lago di Como. Segnali chiari del potenziale ancora inespresso del Paese. Una rinnovata fiducia che deve farsi strada.