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 2025  dicembre 10 Mercoledì calendario

Nevrotici, dittatori e “stelle su misura”: la banalità dell’oroscopo per Adorno

A conciliare legge morale e cielo stellato è riuscito solo uno, tra i filosofi: Kant. Gli altri hanno perlopiù diffidato di astri, costellazioni e pianeti, figuriamoci dei loro interpreti. Theodor W. Adorno (1903-1969), il dialettico illuminista della Scuola di Francoforte, è uno dei più strenui nemici dell’astrologia, un critico stellare di oroscopi e oroscopari, e perciò utile antidoto in questa stagione di previsioni stregonesche sull’anno che verrà: non solo almanacchi profetici e agende zodiacali, ormai c’è chi compulsa l’IA come fosse l’oracolo o il genio della lampada.
A dirla tutta, in zodiachese, questi sono tempi drammatici dominati dai capricci di primattori di segni d’aria: Trump e Xi Gemelli, Putin e Netanyahu Bilancia; laddove Hitler, Stalin, Mussolini e Franco erano di fuoco, ma tant’è: Adorno sarebbe raccapricciato da questa lettura, e tuttavia il punto di ricaduta della sua ricerca è proprio il totalitarismo. Stelle su misura (1957), di nuovo in libreria con Bibliotheka, è un saggio sui novelli indovini, che muove da una ricerca scrupolosa di fonti – rubriche e magazine – negli anni 50 in America, set fruttuoso di una “autorità magica” dallo spiccato “valore commerciale”.
Per l’intellettuale, “i movimenti occultistici attuali, inclusa l’astrologia, sono ammodernamenti di vecchie superstizioni”: un “neofeudalesimo” autoritario che paralizza e attrae le masse come “una specie di incantesimo… L’astrologia deve essere considerata il modello di uno sfruttamento sociale esercitato sulla predisposizione alla paranoia… un sintomo di regressione della società, un ritorno dell’inconscio per esercitare un controllo sociale”. Da Sorvegliare e punire a Sorvegliare e predire, attraverso il “mistero vuoto” delle stelle; l’“occultismo secondario” degli strologhi e la “pseudo-razionalità” delle previsioni lunari-solari-stellari.
Lo studio tocca persino la socio-psicologia, alludendo alle nevrosi dell’uomo-massa della società consumistica: fra “realismo e paranoie”, guadagna terreno, e seguaci e consenso, l’oroscopo, “una rubrica di salute mentale scritta per fare commercio del bisogno di aiuto paterno, che cerca di soddisfare i desideri di persone convinte che altri sappiano su di loro più di quanto non siano in grado di decidere da sé”. Per Adorno, l’astrologo promuove la più infida delle truffe: la manipolazione sotto le mentite spoglie del buon senso, dei rimedi della nonna, del “col tempo tutto si aggiusta”, “arriverà un aumento di stipendio”, “andate a letto presto” o “mantenetevi calmi e rilassati”. Ma dai? I toni sono sempre pacati e responsabili benché intrisi d irrazionalità. Il paradigma è “bifasico”: prima scatenare un risibile panico, inventare minacce, poi offrire rassicurazione e conforto “come nella pubblicità dei deodoranti”. È la negazione della logica binaria: il sistema è “sufficientemente vago da non essere messo in dubbio o da ridurre al minimo il pericolo d’insuccesso”. La teoria non è falsificabile, Popper docet: pura fuffa.
Quel che angustia il filosofo non è la circonvenzione di incapaci quanto il “conformismo sociale”: il giogo culturale dell’uomo a una dimensione, credulone e vittima della psicologia spicciola. Non l’ignorante, ma il semi-colto, “spinto dal desiderio di dimostrarsi superiore alla gente comune… Per lui l’astrologia, al pari di altre fedi come il razzismo, fornisce una scorciatoia riducendo la complessità a formuletta” o spacciando “la gratificazione di ritenersi potentissimo pur essendo sotto controllo”. In altre parole, lo “psicoanalese soddisfa la domanda di narcisismo” dell’uomo-massa dal profilo nevrotico, non immune alla dipendenza e quindi bisognoso di “droga sociale”. I conflitti vanno evitati e risolti: è il mantra delle rubriche astrologiche che si rivolgono squisitamente al cittadino medio, infantile e docile, politicamente inoffensivo e socialmente innocuo. E così “a ogni casalinga si lascia intendere che potrebbe essere una vip”.
Adorno è un fustigatore della “mentalità gerarchica e della personalità coatta” dei piccolo-borghesi, uno scettico saputello (della Vergine, ci perdoni), che stigmatizza “i difetti di intelligenza o personalità” nei pur incolpevoli consultatori di oroscopi, imbevuti di valori reazionari, tra cui famiglie-nido e capuffici fantozziani.
Da Freud a Marx, passando per le distopie di Orwell e Huxley, Adorno nato Wiesengrund – il cognome ashkenazita del padre, ridotto a una W. nella Germania anni 30 – raduna nel cast anti-stellare anche Simmel, secondo cui il razzismo non è che uno scudo psichico contro la follia, l’ansia, l’alienazione, l’ossessione (di “tipo anale”, ndr)… Una protezione al pari del sogno o del cinema o dell’industria dell’intrattenimento, spacciatori di “ottimismo”.
L’happy end però latita: la “cecità dell’obbedienza” del borghese, la sua subalternità acritica al potere – sia delle stelle, sia dell’astrologo “mago del mondo razionalizzato e profeta dell’inganno”, sia dei despoti – preannuncia una dittatura più o meno acclarata. “Un certo repertorio retorico – sfoggiato da stregoni and friends – ricorda quello usato dagli agitatori fascisti antisemiti”, le cui parole d’ordine sono fatalità, dipendenza, obbedienza. “L’astrologia è un sintomo della predisposizione dell’uomo all’adesione alle dottrine totalitarie”. Di tutti quelli, in conclusione, che “amano proiettare la loro dipendenza su qualcos’altro, che si tratti dei banchieri di Wall Street o delle stelle”.