repubblica.it, 10 dicembre 2025
A Pechino casco obbligatorio per gli scooter: è una rivoluzione culturale
Tipico incrocio pechinese. Tipico assembramento di motorini elettrici al semaforo. Tipici attraversamenti anche se è rosso. Tipici sorpassi a destra spericolati di rider in ritardo sulle consegne. Pure qualche famiglia al completo sullo scooter: belli stretti, papà, mamma e due bambini. Tutti (o quasi), per le strade della capitale cinese, senza casco. Sì perché a Pechino se non lo indossi nessuno ti dà la multa. Ma dal primo maggio del prossimo anno si cambia.
Una rivoluzione. Per conducenti e passeggeri di motorini elettrici entrerà in vigore l’obbligo di portare il casco: chi non lo farà pagherà tra i 10 e i 50 yuan (1,20 – 6 euro). Bisognerà “indossare caschi certificati”, spiegano le autorità cittadine presentando le “modifiche alle norme sui veicoli non a motore” (qui sostanzialmente tutti gli scooter in circolazione sono elettrici: già dagli anni Duemila moltissime città cinesi, compresa Pechino, vietano in modo parziale o totale, nelle zone centrali, l’uso di motorini e motociclette a benzina, per i quali il casco è già obbligatorio). E inoltre “non si potrà usare il cellulare mentre si guida, si dovrà scendere dal mezzo quando si attraversano le strisce pedonali, si verrà sanzionati se si compiono modifiche illegali alle batterie”, o se si trucca il limite di velocità.
Non sono in molti a portarlo oggi il casco, giusto i fattorini – che sfrecciano fregandosene di incroci, semafori, marciapiedi e strisce pedonali per consegnare in tempo la merce, costretti a indossarli dalle società per le quali lavorano – e qualche pechinese, o straniero, particolarmente scrupolosi (chi scrive – sbagliando – il casco ce l’ha ma lo tiene a casa a mo’ di soprammobile).
Quelli che circolano a Pechino e che comunemente chiamiamo motorini elettrici, qui li chiamano e-bike: vanno registrati alla polizia ma non richiedono patente, devono avere i pedali (che dopo la registrazione puntualmente spariscono, decisamente fuori posto in questi che sono essenzialmente dei motorini), possono pesare al massimo 63 kg e non possono superare i 25 km/h. Basta però farsi amico il meccanico e li si porta facilmente a 50km/h. Un trucchetto che fanno tutti e su cui le autorità chiudono un occhio.
Sul casco, però, ora, arriva la linea dura. “Ho comprato il mio scooter a Pechino nell’agosto 2024, quando sono venuta qui per studiare, e sono rimasta scioccata nello scoprire che qui non è obbligatorio indossare il casco”, racconta a Repubblica Sun Xiaolan, studentessa di giurisprudenza, 27 anni, originaria di Shanghai. “A Shanghai, dove è obbligatorio indossarlo, te ne regalano uno quando compri un motorino. Qui uso molto lo scooter. Tra i miei coetanei nel campus il casco non lo indossa nessuno: da un lato c’è una sorta di pressione – nessuno se lo mette e ti senti in imbarazzo a farlo – dall’altro c’è un senso di ottimistica incoscienza: finché guido con prudenza non ne ho bisogno. Ma prima dell’entrata in vigore della nuova legge me ne comprerò uno: è una buona cosa che l’uso del casco diventi obbligatorio, perché protegge tutti. Anche se credo che l’applicazione di queste nuove regole non sarà molto rigorosa: Pechino è così grande che la polizia non riesce nemmeno a gestire adeguatamente gli automobilisti, un po’ indisciplinati alla guida”.
“La mia prima reazione è stata di fastidio”, ci racconta Xunfeng, 34 anni. “Ma immagino che il governo sia preoccupato, perché negli ultimi anni ci sono stati troppi incidenti con gli scooter. Quindi capisco il loro punto di vista”.
Secondo le statistiche (del 2023) pubblicate recentemente dai media statali, “nel 29% degli incidenti mortali in città sono coinvolti motorini elettrici”. Tra i comportamenti spericolati citati dai giornali cinesi, principali cause di incidenti, ci sono: passaggio con il semaforo rosso agli incroci, mancato rispetto della precedenza, occupazione delle corsie riservate ai veicoli a motore, guida in contromano.
Le nuove norme, tra cui quella sul casco obbligatorio a partire da maggio 2026, serviranno a dare “priorità alla sicurezza in considerazione della crescente diffusione dei motorini elettrici e dei relativi rischi per il traffico”, scrive il China Daily.
In tutta la Cina ci sono 380 milioni di motorini elettrici, 5 milioni qui a Pechino. Le autorità ci avevano provato a rendere il casco obbligatorio anche cinque anni fa, nel 2020, senza troppo successo. Con una campagna chiamata “One Helmet, One Belt”, cioè un casco (in motorino) e una cintura (in macchina), che ammiccava a quella “One Belt, One Road”, cioè la Nuova Via della Seta, il mega-progetto di Xi Jinping. Venne annunciata il 21 aprile di quell’anno e sarebbe entrata in vigore il primo giugno, dando ai cittadini solamente poco più di un mese per adeguarsi. Risultato: un gran caos. Una corsa ai negozi per accaparrarsi un casco (con i rivenditori che ci marciarono parecchio vendendoli a prezzi esorbitanti) e uno spaesamento generale perché bisognava cambiare abitudini da un giorno all’altro. Il governo fu costretto a intervenire per riportare un po’ di ordine, promettendo clemenza: non multe, ma solamente rimproveri, a chi viaggiava sulle due ruote capelli al vento.
Dal primo maggio del 2026 le multe, invece, arriveranno. Non salatissime, certo. Ma almeno questa volta si dà un po’ più di tempo ai pechinesi per digerire la novità e prepararsi.