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 2025  dicembre 10 Mercoledì calendario

«Non vedo l’ora di vedere il mio primo cadavere»: 200 arresti in tutta Europa, reclutavano minorenni online per commettere omicidi

«Non vedo l’ora di vedere il mio primo cadavere» scrive un bambino svedese di undici anni su Instagram. Dall’altra parte dello schermo, il suo contatto diciannovenne lo rassicura: «Resta motivato, arriverà». Poi gli offre 14mila dollari per commettere un omicidio, organizza il trasporto, fornisce abiti e strumenti. Il ragazzino è pronto. La polizia interviene appena in tempo.
Non si tratta di un caso isolato. È il volto di un fenomeno che sta dilagando in Europa: il «Violence-as-a-Service» violenza come servizio a noleggio. Un modello criminale che sfrutta i minorenni come manodopera invisibile per eseguire omicidi su commissione, reclutandoli attraverso social media, app di messaggistica e piattaforme di gioco.
Lo scorso aprile Europol ha lanciato l’Operazione Grimm, culminata nell’arresto di quasi 200 persone in nove Paesi europei. I numeri raccontano l’estensione del fenomeno: 63 esecutori materiali fermati, 40 facilitatori arrestati, 84 reclutatori smascherati e 6 istigatori catturati, cinque dei quali definiti di “alto valore”. Ma soprattutto: decine di omicidi sventati, vite salvate, adolescenti sottratti a un destino di violenza.
L’organizzazione criminale funziona come una vera azienda, con ruoli precisi e una divisione del lavoro studiata per rendere quasi impossibile risalire ai mandanti.
L’istigatore è chi ordina e finanzia il crimine. Risiede all’estero, lontano e al sicuro dalla scena del delitto che ha pianificato. Paga profumatamente, fino a 20mila euro per un omicidio, e non si sporca mai le mani.
Il reclutatore è l’intermediario cruciale. Opera su Telegram, Instagram, Discord, nelle chat dei videogiochi. È connesso 24 ore su 24, pronto a contattare potenziali aggressori. Usa tecniche mutuate dal marketing: gamification, storytelling, promesse di denaro facile e status sociale. Trasforma il crimine in una «missione di gioco» come in Fortnite o Counter-Strike.
Il facilitatore prepara il terreno: fornisce armi, organizza la logistica, gestisce i contatti, cura gli accordi finanziari. Fa in modo che tutto sia pronto quando l’esecutore arriva sulla scena.
L’esecutore è quasi sempre un minorenne senza precedenti penali. Proprio per questo è considerato «invisibile» alle forze dell’ordine. È la pedina sacrificabile del sistema, quella che si assume tutti i rischi mentre gli altri incassano da posizioni sicure.
Come spiega Europol: «I mandanti pagano, i reclutatori procurano la manodopera, i facilitatori preparano il terreno e i colpevoli si assumono il rischio».  Un modello criminale esternalizzato, efficiente, difficile da smantellare.
I metodi di adescamento sono sofisticati e studiati per colpire le fragilità adolescenziali. I reclutatori non si presentano come criminali, ma come figure carismatiche che offrono opportunità di guadagno, avventura, appartenenza.
Stefan Sinteus, capo della polizia di Malmö, descrive la dinamica: «Ragazzi di 11 o 12 anni vengono reclutati mentre giocano a Fortnite o Counter-Strike. Accettano di portare una borsa in cambio di 10mila punti nel gioco». Le ragazze, invece, «si occupano della logistica: prenotare camere d’albergo, chiamare taxi».
Il crimine viene glamourizzato, presentato come una strada verso ricchezza e potere. I giovani vengono esposti progressivamente a contenuti violenti per «normalizzare» la violenza. Poi arrivano le prime «missioni»: semplici, ben pagate. Un crescendo che porta dall’intimidazione all’omicidio.
Su Telegram, prima della chiusura, un canale dedicato al reclutamento di sicari minorenni contava 11mila membri, molti dei quali disposti a viaggiare in altri Paesi per compiere attività criminali. L’operatività era impressionante: pianificazione dettagliata, armi fornite, vie di fuga organizzate, pagamenti garantiti.
Il fenomeno ha avuto origine in Svezia prima di diffondersi a macchia d’olio in tutta Europa, coinvolgendo Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Islanda, Germania, Spagna, Norvegia e Paesi Bassi.
I numeri svedesi sono allarmanti. La polizia stima che nel 2024 circa 1.700 minori di 18 anni fossero membri attivi di reti criminali. I casi di omicidio con sospettati under 15 sono passati da 31 nei primi otto mesi del 2023 a 102 nello stesso periodo del 2024. Nel 2023, le vittime di sparatorie in Svezia sono state 53, alcune uccise in luoghi pubblici senza alcun legame con il crimine organizzato.
Molti giovani coinvolti appartengono a seconde generazioni di immigrati, vivono in case famiglia (da cui fuggono 3mila minori ogni anno) a volte controllate dalle stesse reti criminali. Sono ragazzi con difficoltà scolastiche, problemi di dipendenza, disturbi dell’attenzione, a volte con precedenti penali minori. Perfetti bersagli per reclutatori senza scrupoli.
La situazione è così grave che lo scorso settembre il legislatore svedese ha considerato di abbassare l’età della responsabilità penale da 15 a 13 anni. Dal prossimo luglio gli istituti penitenziari potranno accogliere giovani dai 15 ai 17 anni, con una capacità carceraria che dovrebbe triplicare entro il 2033. Altri Paesi scandinavi stanno valutando misure simili.
L’Operazione Grimm ha permesso di prevenire numerosi crimini violenti in tutta Europa. Il 12 maggio scorso, dopo un tentato omicidio a Tamm, in Germania, due sospetti di 26 e 27 anni sono stati arrestati nei Paesi Bassi il 1° ottobre. Un triplice omicidio a Oosterhout, nei Paesi Bassi, ha portato all’arresto di tre persone tra Svezia e Germania.
In Spagna, a luglio, sei persone sono state arrestate (tra cui un minorenne) per la pianificazione di un omicidio. L’operazione ha portato al sequestro di armi da fuoco e munizioni. Ad Alicante, a maggio 2024, la polizia spagnola ha fermato membri di una banda svedese, tra cui una coppia con un figlio minorenne. Organizzavano omicidi su commissione, attacchi esplosivi, traffico d’armi e riciclaggio di denaro tramite Telegram.
L’indagine spagnola era partita dall’arresto di un minore svedese in Andalusia, giunto in Spagna per uccidere un membro di una banda di motociclisti. Il piano era dettagliato: fucile d’assalto fornito, fuga pianificata su scooter elettrico. La polizia è intervenuta in tempo.
In Danimarca, due minori svedesi sono stati arrestati dopo essere stati reclutati per commettere omicidi. Erano armati con due pistole sequestrate dalle forze dell’ordine. 
Lo scorso giugno Teodoro Smedius, sovrintendente del Dipartimento operativo nazionale della polizia svedese, ha lanciato un appello diretto ai colossi tecnologici: «Sottolineare ancora una volta l’urgente necessità che i proprietari delle piattaforme intensifichino i loro controlli interni e rimuovano i contenuti violenti. Avete la tecnologia per farlo. Quando si tratta della sicurezza dei nostri figli, sia le autorità pubbliche che le aziende private devono giocare nella stessa squadra».
Europol ha pubblicato un elenco di segnali d’allarme che possono indicare il coinvolgimento di un minore in reti criminali:
Cambiamenti comportamentali:
Utilizzo di app di messaggistica criptate
Tendenza a mentire più spesso o evadere le domande dei familiari
Cambiamento dei valori e degli interessi
Nuova cerchia di amici che include adulti sconosciuti
Problematiche preesistenti:
Difficoltà scolastiche
Problemi di dipendenza
Disturbi da deficit di attenzione
Precedenti penali minori
Segnali materiali:
Vestiti nuovi e costosi di provenienza inspiegabile
Tecnologia costosa acquisita improvvisamente
Quantità di denaro non giustificabile