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 2025  dicembre 10 Mercoledì calendario

Rapporti Usa-Ue sei punti fermi

Ci sono momenti in cui è essenziale non farsi dominare dalle emozioni. Di fronte al documento pubblicato in questi giorni dalla Casa Bianca sulla Strategia di sicurezza nazionale americana (Nss), le reazioni in molti Paesi della Ue sono state comprensibilmente allarmate. In effetti, contiene posizioni preoccupanti per noi europei. Forse, però, non tutto il testo è stato analizzato con i nervi saldi e la mente fredda. Ci sono alcuni punti che è il caso di fissare, l’emotività può spingere a scelte delle quali domani potremmo pentirci, per esempio dell’idea che l’Europa abbia definitivamente perso l’America.
Primo. Ogni presidente americano elabora e rende pubblica la sua strategia di Sicurezza. Quella contenuta nelle trenta pagine approvate da Trump segnala un cambiamento fondamentale della posizione degli Stati Uniti nel mondo rispetto agli scorsi ottant’anni: un’America meno attiva in parecchie aree del mondo, concentrata sul suo continente e sull’Occidente; critica nei confronti dell’Europa perché questa avrebbe perso i suoi riferimenti, appunto, occidentali; mossa da zero idealismo e da una logica transazionale; determinata a seguire una politica unilaterale, da potenza che esclusivamente difende i propri interessi. Si tratta però di un documento di indirizzo strategico: importante, ma le scelte politiche che Washington farà di volta in volta sono un’altra cosa, non necessariamente la copia carbone di quanto scritto. Giusto preoccuparsi ma l’Nss va preso per quello che davvero è, un documento. Tra l’altro, non è scontato che Trump lo segua alla lettera, c’è chi pensa che non l’abbia nemmeno letto e che sia stato scritto dalla parte più Maga della sua amministrazione, in particolare dal vicepresidente JD Vance. Meglio confrontarsi sulle politiche che sulle intenzioni.
Secondo. Una nuova posizione strategica degli Stati Uniti nel mondo avrà effetti nell’immediato e nel futuro. Nei prossimi tre anni, Trump cambierà tutto quello che può, per chi arriverà dopo di lui sarà impossibile ristabilire la situazione precedente. Ciò nonostante, un presidente lontano dall’ideologia Maga potrebbe prendere un’altra direzione, forse meno conflittuale nei confronti dell’Europa.
Terzo. Gli Stati Uniti rimangono un Paese democratico, pieno di problemi, diviso ma fondato su princìpi costituzionali solidi e su una popolazione in gran parte forte di convinzioni liberali (nel senso europeo del termine). Trump mette tutto a rischio, certo. L’Europa potrebbe pensare di sostituire l’alleanza transatlantica con un rapporto privilegiato con la Cina. Pessima idea: finirebbe in braccio a una potenza coercitiva sul versante economico e su quello politico. In più, a quel punto, con un avversario potente da fronteggiare: gli Stati Uniti d’America.
Quarto. Facciamo bene a sbalordirci del fatto che il documento e le azioni di Trump maltrattano gli alleati europei ma non Cina, Russia e altri regimi illiberali. È un problema serio, ma è sbagliato leggerlo come un semplice «tradimento». Alla base, ha due punti cardinali. Il primo è che la Washington di oggi non vuole interferire con regimi nazionali antidemocratici; il secondo, che la Casa Bianca pretende un Occidente – cioè un’Europa, oltre che le Americhe – unito nel frenare immigrazione, culture progressista e woke. Il documento Nss afferma che ogni nazione del mondo ha il diritto di scegliere il proprio metodo di governo senza che l’Occidente si intrometta. All’Occidente, invece, prescrive di farsi fortezza attorno ai valori tradizionali. È questo il preoccupante punto d’incontro ideologico tra Trump e Putin; da qui nasce anche la scelta della Casa Bianca di sostenere le destre estreme in Europa.
Quinto. L’Nss e Trump non vedono la Russia come potenza euroasiatica portatrice di un approccio imperiale e reazionario. La vedono come la parte più orientale dell’Occidente cristiano. Per imporre il «rientro» di Mosca nell’alveo dell’Ovest (reingresso nel G8), Washington è disposta perfino a imporre una tregua indigeribile all’Ucraina e ad assolvere Putin dai crimini condotti con l’invasione del 2022. Sacrificare Kiev e creare un terremoto nella Ue. Sta già succedendo.
Sesto. Nel documento strategico, la Casa Bianca introduce critiche urticanti all’Unione europea. Alcune sono estremiste e finalizzate a favorire la destra populista. L’Nss solleva però anche questioni che noi europei ci dobbiamo porre, indipendentemente dal fatto che ce le imponga un «podestà straniero». L’immigrazione è la prima, intesa come l’incapacità e la scarsa volontà di parecchi Paesi Ue ad affrontarla. Poi, c’è la critica all’eccesso di regolamentazioni in Europa: «soffoca» l’iniziativa delle imprese, degli imprenditori, delle startup e sacrifica la crescita economica.
La nuova strategia di sicurezza americana indica un cambio di stagione radicale, un mondo del tutto diverso da quello degli scorsi otto decenni. È vitale che l’Europa la analizzi a mente fredda e ci si confronti. Ma prima ancora della Nss c’è qualcosa di immediato che vale il futuro del nostro continente: la guerra in Ucraina. Saremo in grado di affrontare il nuovo mondo prospettato da Trump solo se riusciremo a imporre una pace giusta nel Paese europeo più massacrato e martoriato dalla Seconda guerra mondiale. È questo, in realtà, il punto numero uno.