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 2025  dicembre 10 Mercoledì calendario

Il primario e le cliniche amiche: «Con le mazzette arriva a ventiduemila euro al mese»

Liberi sì ma solo in teoria: i pazienti di Nefrologia del Sant’Eugenio erano avviati al reclutamento forzoso da parte dei quattro centri privati (Dialeur, Diaverum, Madonna della Fiducia e Rome American Hospital) che distribuivano percentuali al primario Roberto Palumbo. Disposizioni non scritte eppure ferree imponevano ai medici del reparto di dirottare i pazienti in dialisi presso le strutture degli imprenditori compiacenti, come la Dialeur di Maurizio Terra. Il metodo – Palumbo fruttava guadagni importanti (ed esentasse). Soldi, quindi.
Il vero motore dell’iniziativa professionale del medico sono contanti e bonifici. Con qualche modestia lo stesso primario, nel corso dell’interrogatorio con gli investigatori coordinati da Giuseppe De Falco, ha parlato di 10 mila euro di guadagno mensile. Più maliziosa, ma probabilmente più vicina al vero, la ricostruzione del braccio destro Annalisa Pipicelli che, in uno sfogo con il marito, valuta al rialzo la cifra percepita da Palumbo: «Lui tra... diciamo tutto... ecco diciamola così... diciamo tra stipendio e stipendi... lui prende 22 mila euro al mese eh!...». In questo carosello di passaggi di denaro – assicurato anche dalla srl dedicata (la Omnia) – i pazienti di malattie renali diventano cifre e le loro esigenze seccature.
Una sottoposta di Palumbo, la dottoressa Paola Tatangelo, si incarica di convogliare i pazienti del Sant’Eugenio verso i centri accreditati. «Nelle conversazioni emerge, infatti, il fattivo coinvolgimento di Tatangelo – dietro indicazioni di Palumbo – nel condizionare la scelta dei pazienti, vi sono numerose interlocuzioni da cui si comprende come Palumbo e il suo entourage smistino i pazienti allocandoli nelle cliniche di interesse del primario». Il risultato sfocia nel grottesco: un paziente che aveva intenzione di effettuare la dialisi a Villa Pia (extra circuito degli imprenditori amici) viene «riacciuffato» in extremis: «Mi ha telefonato la moglie – racconta Tatangelo a Pipicelli – non ti preoccupa’ non va a Villa Pia, ci ho già parlato, gli ho detto il dializzato a Villa Pia non ce va...». In un altro caso viene avvantaggiato il centro Madonna della Fiducia in modo da sottrarre il paziente al vicino San Giovanni: «C’è il San Giovanni là... questa è l’unica cosa che mi lascia un po’ perplessa... di là c’ho, c’è un po’ più di difficoltà ad allontanarli... no?».
Spiccano, in tutto ciò, i conflitti di interessi e «gli interessi diretti di Palumbo nei confronti dei centri dialisi privati convenzionati» fra i quali Dialeur e Diaverum. Tatangelo pare l’unica a intuire il problema quando, intercettata, spiega a una collega che l’esodo dal servizio pubblico è inevitabile vista la carenza di posti al Sant’Eugenio: «Non è che li mandiamo, noi non c’abbiamo posto e vanno sul territorio... perché questo diventa proprio un conflitto di interessi sennò, capito?».
Capita, poi, l’imprevisto. Palumbo, di colpo, viene estromesso dalla commissione che valuta i centri presso i quali eseguire le dialisi: «Il re è nudo» commentano Pipicelli e un altro interlocutore prevedendo difficoltà all’orizzonte: «Lombardi (imprenditore Giovanni Lombardi, ndr) secondo me... i suoi traguardi che aveva raggiunto... secondo me non è che funzioneranno proprio tutti tutti tutti adesso che sta scendendo».
Palumbo, assistito dall’avvocato Antonello Madeo fa ammissioni molto parziali che tuttavia finiscono per confermare la ricostruzione dei pm: «Ricordo che ho ricevuto se non ricordo male un’altra volta dei soldi in contanti verso settembre 2025. Si trattava di 3-4 mila euro. Non ricordo quale fosse la necessità che avevo...».