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 2025  dicembre 09 Martedì calendario

Si è chiusa ieri Più Libri Più Liberi. Il bilancio

Si è chiusa ieri Più Libri Più Liberi, la fiera romana della piccola e media editoria, un’edizione contrassegnata da polemiche contro un singolo editore accusato di «fascismo», con serrate di banconi e reazioni molto accese da parte di intellettuali e politici, che hanno un po’ oscurato il resto. Il grande interrogativo era se il boicottaggio (e il bel tempo del fine settimana) avrebbero limitato il flusso di visitatori dell’ultima edizione curata da Chiara Valerio (il prossimo curatore sarà Giorgio Zanchini). E così è stato, se vediamo i dati degli ingressi fino a domenica, pari a 85 mila. Secondo le stime, si dovrebbe arrivare a circa centomila presenze, con un calo rispetto all’anno scorso di diecimila biglietti.
Effetto delle polemiche? «Ribadiamo – ha detto il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Innocenzo Cipolletta – che, come editori, siamo contrari a ogni censura così come siamo convinti assertori dei valori della Costituzione italiana». Nei fatti però molti hanno preso le distanze degli attacchi alla piccola casa editrice Passaggio al Bosco. Persino Roberto Saviano ha lanciato una frecciatina a Zerocalcare, il primo a boicottare l’evento: «È una cosa bizzarra – ha detto – sentirsi puri dicendo “io non vengo a condividere uno spazio” e poi però stare sulle piattaforme delle multinazionali». Anche perché «non bisognerebbe mai avere paura dei libri». La polemica ha fatto impennare le vendite dell’editore incriminato (per il primo anno a Più Libri). Come promesso, a fine fiera Passaggio al bosco ha replicato alle proteste, «dopo cinque giorni intensi, che ci hanno visti al centro di una grottesca bagarre mediatica». L’editore scrive su Facebook di avere assistito «allo psicodramma collettivo di una sinistra in fase terminale: proposte di censura in nome della libertà, ’diserzioni’ fisiche con gli stand aperti e stucchevoli proteste cadute nel vuoto. Hanno fatto tutto da soli: si sono indignati, poi organizzati e infine divisi». «Cosa rispondiamo, dunque, ai nostri detrattori? Li ringraziamo sinceramente – continua – Eravamo un progetto editoriale emergente e adesso ci conoscono tutti».
Simile crescita registrata anche da Idrovolante, un’altra casa editrice di destra, che viene a Più Libri da anni. «Abbiamo raddoppiato gli incassi, forse pure triplicato, lo verificheremo nei prossimi giorni», dice l’editore Daniele Dell’Orco. Male, invece, per Red Star Press, che pubblica libri di sinistra come Il libretto rosso di Stalin, e che segnala vendite in calo ormai da un paio di anni. Lotta Comunista, per la prima volta in fiera, segnala risultati nelle attese. Per le case editrici senza bollini politici, il segno è comunque un generoso più, soprattutto grazie ai primi giorni di grande affollamento della fiera, ma anche grazie al voucher di 10 euro offerto dalla regione agli under 30 residenti nel Lazio. Fazi segnala un buon +25 per cento; il gruppo EDT +20; e anche il gruppo Tunuè parla di buoni risultati, grazie anche alla presenza in fiera di un campione dei libri per bambini come Pera Toons, e della premio Pulitzer Tessa Hulls, che ha presentato una coraggiosa graphic novel in cui scava dentro le origini cinesi della sua famiglia. Nella giornata di ieri è anche nata la costola italiana del Pen International, celebre ente che si occupa di promuovere la letteratura e la libertà d’espressione nel mondo. La sede romana sarà guidata da Sandro Veronesi.
Lo spauracchio delle polemica per Passaggio al bosco consente anche all’incontro più atteso di ieri, quello con Jovanotti in dialogo con Chiara Valerio, di strappare una risata. Jovanotti ha spiegato il suo rapporto con la musica e con il corpo, e il ruolo della bicicletta per gestire la sua iperattività. «Qualche settimana fa ero in bicicletta dentro un bosco», si ferma. «Ma si può dire “bosco?"». Cos’è la giovinezza per Jovanotti? «Non lo so, è iniziare – ribatte Lorenzo Cherubini – Anche quando hai cento anni, quando sei all’inizio di qualcosa sei nella tua giovinezza». Ma soprattutto «la giovinezza è un po’ sopravvalutata, perché quando si è giovani si è stupidi, pure un po’ bacchettoni. Le persone invecchiando ringiovaniscono perché non sono più conservatori, dicono quello che gli viene in mente». Il dialogo ha sorpreso anche per le solide letture del musicista, che cercando ispirazione si è appassionato. «Da giovane leggevo soltanto fumetti», ammette.
Ma poi sono arrivati i libri di Gabriel García Márquez e Italo Calvino, Siddharta di Hermann Hesse. E Il Conte di Montecristo: «È come una serie di Netflix, fa avanti e indietro, finisce il capitolo e ti lascia lì». Jovanotti ammira chi ha tecnica narrativa: «È sempre stato il mio obiettivo, che non sono mai riuscito a conseguire, le mie canzoni sono fatte di frammenti». E poi la frase che non ti saresti mai aspettato: «Come nei presocratici». «Okay, volevo solo dire la parola presocratici quindi ora l’ho detta». Ma perché Jovanotti ama i filosofi greci di quel periodo? «Avevano delle domande fondamentali. E tentavano delle risposte poetiche, il fuoco, il movimento. Soprattutto il movimento».