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 2025  dicembre 09 Martedì calendario

Btp, 32 miliardi di riacquisti Il Tesoro taglia le emissioni 2026

Primo. Evitare l’affollamento. Secondo. Approfittare della liquidità in cassa per ritirare un po’ di emissioni “care”. L’Italia gioca d’anticipo nella gestione dei titoli in scadenza nel 2026. Da sei mesi a questa parte il ministero dell’Economia ha lanciato ben sei operazione di riacquisto di titoli pubblici per un controvalore di 32 miliardi.
Si tratta di Btp e altri titoli tutti destinati al rimborso il prossimo anno. A spingere il Tesoro, come detto, è stato proprio l’obiettivo di ridurre l’ammontare di scadenze attese nel 2026. Allo stesso scopo sono anche aumentate, seppure leggermente, le emissioni effettuate nel corso del 2025. L’anno che verrà, come cantava Lucio Dalla, si prospetta come particolarmente affollato sui mercati obbligazionari pubblici mondiali. C’è l’America alle prese con il rifinanziamento del suo deficit monstre che emetterà moltissimi T-Bond. Ma ci sono anche i tedeschi che, tolto il freno al debito, si preparano a mettere sul mercato quantitativi aggiuntivi di Bund. Meglio, insomma, per quanto possibile, anticipare.
Prima delle ultime tre operazioni, che si sono susseguite a cavallo tra novembre e dicembre, l’ammontare dei titoli da rimborsare il prossimo anno sfiorava i 273 miliardi di euro. Negli anni successivi la cifra era calante per poi riprendere a salire nel 2030 quando, secondo l’ultimo bollettino del Mef, andranno a scadenza titoli per quasi 247 miliardi.
Operazioni di questo tipo non soltanto permettono al governo di alleggerire le scadenze. Permettono anche di contenere il rischio di rifinanziamento, migliorare la liquidità del mercato secondario, rendendolo più attraente e, in alcuni casi, dare un segnale di fiducia nel mercato finanziario, rimpiazzando titoli vecchi con nuovi.
La fiducia verso il debito italiano non è qualcosa che in questo momento manca. Lo spread con i decennali tedeschi, termometro dello stato di salute del debito pubblico e della sua affidabilità, ha toccato i minimi da 15 anni, scendendo sotto quota 70 punti. I titoli italiani, nel 2025, sono stati inoltre gli unici, nell’arco dell’ultimo anno a registrare una flessione. Si parla di quasi 10 punti da gennaio. Era dal 2022 che Roma non decideva per operazioni di riacquisto in asta, utilizzando le risorse del fondo d’ammortamento sul debito pubblico e il conto di disponibilità in Banca d’Italia. Nel 2024, operazioni di gestione di questo genere non sono mancate. Il Tesoro si era mosso sfruttando lo strumento del concambio e ha concluso un solo riacquisto bilaterale. Quest’ultimo ha riguardato il Btp Italia, prodotto retail con una parte dedicata anche a fondi e grandi banche, pensato come anche il Btp Valore per mettere una quota sempre maggiore di bond nei portafogli delle famiglie italiane e di investitori nazionali.
«Nel complesso, l’attività di buyback ha permesso di ridurre il debito nominale di 4,3 miliardi, a cui si aggiungono circa 16,23 miliardi riacquistati attraverso le operazioni di concambio, a fronte dell’emissione di titoli per 16 miliardi», spiegava il Mef. Tra poche settimane con l’uscita delle nuove linee guida si capirà quanto ha fruttato quest’anno. Intanto va segnalato anche che la stagione delle emissioni del Tesoro si era aperta a inizio anno con un Btp Green. E si chiude con l’aggiornamento della cornice normativa che regola questo titolo verde, fiore all’occhiello del debito italiano.
Perché c’è il debito cattivo, che il ministero dell’Economia è impegnato a riportare sul sentiero della riduzione, e quello buono. I Btp Green possono ricadere a pieno nella seconda categoria. Dal 2021 l’Italia ha emesso titoli sostenibili per oltre 60 miliardi. I 47,1 miliardi messi sul mercato fino al 2024 hanno a loro volta generato un pil indotto di 69 miliardi e contribuito a un milione di posti di lavoro equivalenti, oltre a ridurre le emissioni di oltre 200milioni di tonnellate di CO2. Ogni milione di euro di spese finanziate nei settori interessati dall’allocazione delle risorse raccolte con i Btp Green (mobilità, efficientamento, rinnovabili, ambiente, biodiversità e ricerca) è capace di generare circa 1,5 milioni di euro di Pil. «Sebbene non tutte le spese ammissibili siano attualmente allineate alla Tassonomia Ue, il Mef intende aumentare il più possibile la quota di spese allineate», aggiunge il ministero, dando conto dell’aggiornamento delle norme che regolano il bond verde.