Corriere della Sera, 9 dicembre 2025
Hong Kong, elezioni «Legislative» semideserte, vanno a votare solo i filocinesi
Hanno cercato di convincere i cittadini a votare. Ma la campagna del governo di Hong Kong per portare gli elettori alle urne domenica scorsa è riuscita a far salire l’affluenza poco sopra i minimi storici (al 31,9% dal 30,2% del 2021), in un voto riservato ai «patrioti» pro Pechino. Le elezioni sono state le seconde per la LegCo (il parlamentino locale), a tenersi senza rappresentanti dell’opposizione democratica dopo la riforma elettorale del 2021 che ha limitato le candidature alle figure filo-Cina. Il governatore di Hong Kong, John Lee, ha affermato che i nuovi deputati (90 in tutto) guideranno le riforme istituzionali, dopo il disastroso incendio ai grattacieli della Wang Fuk Court che ha causato almeno 159 morti pochi giorni fa. Chi ha votato (circa 1,32 milioni dei 4,14 milioni di elettori registrati) ha mostrato «sostegno all’impegno del governo per la ripresa e le riforme dopo la tragedia, e per l’elezione di deputati capaci e impegnati a guidare la riforma istituzionale». Le elezioni legislative di Hong Kong storicamente erano caratterizzate da accesi scontri tra le fazioni pro Pechino e pro democrazia, con quest’ultima che spesso otteneva il 60% del voto popolare e la minoranza di blocco in assemblea. Ma Pechino ha riorganizzato il sistema nel 2021, dopo le proteste di massa del 2019 represse con la forza. La corsa di domenica ha visto la partecipazione di 161 candidati approvati dal governo.