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 2025  dicembre 09 Martedì calendario

Stefani lascia il posto da deputato. Attesa per le mosse di Zaia

Oggi Alberto Stefani, 33 anni, nuovo presidente della Regione Veneto, tornerà a Roma per rassegnare le dimissioni da deputato. Dopo la proclamazione ufficiale a governatore di venerdì, Stefani lascia ufficialmente libero uno scranno in Parlamento. Anzi, se il toto giunta darà ragione ai bookmaker, gli scranni liberi (peraltro entrambi nel Padovano) saranno due perché nella giunta di Stefani potrebbe arrivare anche l’attuale sottosegretario del Mimit, Massimo Bitonci, probabilmente allo Sviluppo Economico. I tempi per chiudere il rompicapo di una giunta ben più variegata di quelle pressoché monocolori di Luca Zaia, ormai, sono stretti. La voce è che il neo governatore tirerà una riga alla volta di giovedì o venerdì. Lui stesso, in questi giorni, ha garantito che l’annuncio arriverà «prima della scadenza». Formalmente, infatti, sia la giunta che il Consiglio regionale dovranno essere operativi entro dieci giorni dalla proclamazione, quindi entro lunedì 15. Data in cui, peraltro, è già convocato il primo Consiglio regionale a cui parteciperà anche il presidente Stefani per la presentazione del programma.
Una partita, quella della giunta, che si intreccia, naturalmente, anche con la composizione del Consiglio. Ogni assessore «pescato» fra gli eletti libera un posto per il primo dei non eletti. I calcoli sono complicati nonostante Stefani, a urne appena chiuse e nonostante il buon risultato della Lega che ha doppiato Fratelli d’Italia, smentendo i pronostici della vigilia, abbia assicurato di voler onorare il patto pre-elettorale. Un accordo secondo cui alla Lega andranno quattro assessori, cinque a Fratelli d’Italia e uno a Forza Italia. Posto che per tutti è scontata l’elezione di Zaia a presidente del Consiglio regionale, la Lega sta limando le ultime caselle. Ma le difficoltà maggiori arrivano da Fratelli d’Italia che, complice anche l’impegno su Atreju, in questi giorni sta cercando la quadra di un Cencelli da soddisfare territorialmente e non solo.
L’area che fa capo al’europarlamentare Elena Donazzan starebbe spingendo per un assessore vicentino (l’ex sindaco di Vicenza Francesco Rucco) mentre con buoni uffici dei vertici romani del partito, sono certi l’uscente Valeria Mantovan e l’ex parlamentare Dario Bond, così come il capogruppo uscente Lucas Pavanetto. Mancano ancora due nomi e, soprattutto, manca una scelta sul cruciale assessorato alla Sanità. Lo stesso chiesto a più riprese dagli azzurri con tanto di nome e cognome: Flavio Tosi. A Venezia l’ipotesi che Stefani, cui spetta l’ultima parola, accetti sono al lumicino. Buio fitto, infine, sull’altra casella che, a domino, libererà altri posti: la permanenza «a tempo» di Zaia in consiglio. Per fare il sindaco di Venezia? Per fare il deputato attraverso le suppletive? Le ipotesi sono queste.