Corriere della Sera, 9 dicembre 2025
Oro, nuovo stop della Bce Pensioni e rottamazione, le sfide sospese della Lega
Matteo Salvini lo ha ribadito anche ieri: «La Lega vale più di quanto dicano i sondaggi». La conseguenza, prosegue il vice premier in un’intervista a La Verità, è che «alle elezioni del 2027 saremo determinanti per la vittoria del centrodestra». Il leader leghista parte dal buon risultato delle Regionali d’autunno ma vuole anche fornire un promemoria alla maggioranza. Per il momento, i leghisti non si sentono di sventolare bandiere: non tutte quelle fin qui agitate sembrano aver trovato spazio nella manovra. E dunque Salvini ricorda il proprio peso. A Forza Italia, principale argine alle fughe in avanti dei leghisti – che peraltro rendono pariglia – ma anche alla stessa premier. Alcune delle misure sono già date per rinviate. Per esempio, il taglio del canone Rai. L’ipotesi fa digrignare i denti a Forza Italia, che teme aggiustamenti ai tetti pubblicitari, ma nella stessa Lega – nonostante l’emendamento sia tra quelli segnalati – si nutrono ben poche speranze. Così come sul blocco sul blocco dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita o sulla flat tax fino a 100 mila euro per gli autonomi.
Il termine del 31 dicembre per l’approvazione della manovra si avvicina ma il disegno di legge di Bilancio procede a passo di lumaca in commissione al Senato, dove le prime votazioni slittano mentre gli emendamenti del governo sono attesi non prima di giovedì. Con la conseguenza che l’approdo in aula della manovra, che doveva avvenire lunedì prossimo, probabilmente slitterà anch’esso.
Dopo la scrematura degli oltre 5.700 emendamenti presentati da tutti i gruppi, ne sono rimasti circa 400, ma quelli che contano davvero, perché destinati a passare, verranno presentati dai relatori di maggioranza o direttamente dal governo. Le voci che hanno più chance di essere modificate riguardano: l’iperammortamento sugli investimenti delle imprese, che dovrebbe andare oltre il 2026; la stretta sui dividendi delle società partecipate e quella sulle compensazioni tra crediti fiscali e debiti Inps-Inail, che dovrebbero essere allentate; l’aumento della cedolare sugli affitti brevi, che verrebbe escluso per la prima casa messa sul mercato. Buone chance ha anche l’emendamento di Fratelli d’Italia per l’aumento del tetto per i pagamenti in contanti da 5 mila a 10 mila euro, a condizione che si versi un bollo di 500 euro per ogni transazione. Proposta che fa infuriare le opposizioni, con il Pd che parla di «governo disperato che non sa come racimolare risorse».
Quasi certamente, per coprire le poche modifiche che passeranno, il governo attingerà ad altri 600 milioni che verranno dalle banche, ma non con un aumento dell’Irap, come avrebbe voluto la Lega, bensì con un nuovo slittamento delle Dta (crediti fiscali). Sulle pensioni, il Carroccio, con il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, tenterà un ultimo rilancio sulla previdenza complementare (dal semestre di silenzio-assenso all’idea di utilizzare la rendita per maturare i requisiti per la pensione Inps) e della flat tax per i giovani: 5% nei primi 3-5 anni di lavoro, che si tradurrebbero in 200-250 euro in più al mese, secondo la Lega.
I margini per ottenere qualcosa sono però stretti, su questo come sulle altre richieste del Carroccio, compreso l’ampliamento della Rottamazione ai contribuenti con accertamenti. E anche sull’oro della Banca d’Italia, la Lega, come Fratelli d’Italia che ha presentato l’emendamento Malan per attribuirne la proprietà allo Stato, si infrange sul muro della Bce. Nonostante le «modifiche apportate» alla proposta «non è ancora chiara la finalità», dice il nuovo parere, invitando il governo a «riconsiderare la proposta». Il governo e la maggioranza sarebbero intenzionati ad andare avanti. Lo si apprende da fonti parlamentari: «Forniremo senza difficoltà i chiarimenti necessari» alla Bce.