Libero, 9 dicembre 2025
Centenari che si fanno operare e poi stan bene
Nonnini (per la verità quasi sempre nonnine, forse è il caso di rivedere chi sia il vero “sesso forte”) bionici. Che non s’arrendono mai. Prendi la signora di 102 anni a cui hanno diagnosticato un cancro al seno: s’è mica persa d’animo. Al contrario, si è mostrata subito «determinata e pronta ad affrontare un percorso diagnostico-tesapeurico» e s’è fatta operare. Era lucida, era vigile, aveva pure delle ottime condizioni generali e, all’ospedale Cardarelli di Napoli, hanno deciso di procedere con l’intervento: nessuna complicanza, è andato tutto per il meglio. Lei, la super-centenaria, «la sera stessa dell’operazione ha lasciato la struttura, serena e con un recupero sorprendentemente rapido» (lo dice il dottore Martino Trunfio che dirige l’unità di Chirurgia senologica al nosocomio partenopeo).
Ma chi l’ha detto che è solo una questione d’età? Certo influisce (e influisce parecchio), ma quella data scritta sulla carta d’identità, presa da sola, non è un criterio dirimente: il quadro clinico, spesso, è un’altra cosa, è più ampio, è multispecialistico, è una valutazione che può sorprendere. Per esempio: la settimana scorsa è arrivata, al pronto soccorso di Fermo, una signora di cento anni compiuti da sette mesi. Aveva una perforazione all’intestino e stava malissimo. I medici che erano in servizio hanno optato subito per la sala operatoria: era complesso, era delicato, lei oggi è salva e sta bene.
Miracolo o fibra di ferro, all’ospedale San Jacopo di Pistoia, a luglio, una donna di 103 anni si è sottoposta a un intervento che normalmente è considerato di routine ma che, date le sue primavere, in questo frangente non lo era per niente: lo staff ortopedico della struttura ha proceduto per sistemarle una frattura del femore, due giorni dopo la nonnina era già in piedi e aveva ripreso a camminare. La stessa cosa è successo, casualmente nelle stesse settimane, a un signore di cento anni tondi tondi operato al Sant’Ottone Frangipane di Ariano Irpino (Avellino).
Un mesetto fa, invece, un’altra donna di 101 anni, a Castelfranco Veneto, è stata ricoverata per dei dolorosissimi calcoli biliari: è stata lei, in piena autonomia, a decidere di procedere con l’operazione a seguito della quale è tornata a casa dai suoi famigliari. All’ospedale siciliano di Villa Sofia, infine, a ottobre a un uomo di 101 anni è stato impiantato un pacemaker: lui, veterano della Seconda guerra mondiale, è nato nel 1924.