il Fatto Quotidiano, 8 dicembre 2025
La sai l’ultima?
Virginia
Scorribanda di un procione nel negozio di alcolici: lo ritrovano ubriaco accanto al water
Un ladro mascherato ha messo a soqquadro un negozio di alcolici ad Ashland, Virginia. Un procione si è infilato dal soffitto a serranda chiusa, ha fatto scattare il sensore di movimento ma il security manager – avvisato dalla centrale – ha preferito non intervenire. Nessun umano in pericolo, solo un mammifero con idee chiare. Il procione ha spaccato quattordici bottiglie: rum, scotch, moonshine, vodka, persino un improbabile peanut butter whiskey. Per chiudere, un bicchierino di eggnog. Le telecamere lo immortalano alle 3.30 del mattino mentre corre tra gli scaffali e “si diverte un mondo”. Il manager, arrivato alle dieci, ha trovato il protagonista della notte disteso nel bagno del personale, accasciato vicino al water come uno studente a capodanno. Gli agenti dell’Animal Control l’hanno portato al rifugio per smaltire la sbornia e poi rilasciato: nessuna ferita, solo scelte di vita discutibili. Per la catena è il primo intruso di questo tipo: cervi e mucche ne avevano avuti, un procione ubriaco mai.
Salisburgo
Prosegue la battaglia delle suore ribelli che non lasciano il monastero. Ora il prevosto vuole levargli Instagram
Non si ferma la guerriglia delle suore occupanti: le tre ribelli di Goldenstein non mollano un centimetro. Dopo essere tornate d’imperio nel loro convento vicino Salisburgo – da cui erano state allontanate “per il loro bene” e spedite in una casa di riposo – ora devono affrontare un nuovo editto bulgaro: basta Instagram. Il prevosto le lascia restare solo a patto di spegnere l’account nonnen_goldenstein, 120 mila follower e una discreta fama internazionale. Le sorelle, 82, 86 e 88 anni, gli ridono in faccia: “Non ci zittiscono di certo”, dice suor Rita. La battaglia simbolica continua anche sulle scale: al rientro, il montascale di suor Bernadette era sparito, “strappato via”, secondo l’accorata denuncia. Una ditta tedesca, venuta a sapere della spiacevole vicenda, gliene ha montato uno nuovo gratis. “Quando ho visto che non c’era più, è stato terribile”, dice l’anziana suora. “Come hanno potuto? Non eravamo mica morte”.
Catania
Durante la veglia funebre si accorgono che dentro la bara non c’è il loro parente, ma un perfetto sconosciuto
A Biancavilla il lutto si è trasformato in sconcerto appena sollevato il coperchio della bara: dentro non c’era il loro parente, ma un uomo mai visto. Lo scambio nasce nella sala mortuaria del “Maria Santissima Addolorata”, dove due coetanei morti lo stesso giorno giacevano uno accanto all’altro. Dopo il nullaosta, una delle salme viene consegnata all’agenzia funebre, vestita, composta e portata a casa. Solo durante la veglia la famiglia capisce l’errore. L’altro corpo, rimasto in obitorio senza che i parenti si fossero ancora presentati, non aveva potuto “protestare”. La bara sbagliata torna in ospedale, si rifà tutto da capo, perfino i vestiti. Il Pd parla di “fatto gravissimo” e chiede una verifica interna dell’Asp. L’azienda sanitaria replica di aver seguito ogni protocollo e scarica altrove disguidi e responsabilità. Ora resta da capire dove, in quel tragitto fra obitorio e salotto di casa, sia stata smarrita l’ultima garanzia della dignità di un defunto: la sua identità.
Francia
Dopo il Louvre, il grande sacco delle lumache: i ladri fanno sparire da un allevamento 450 kg di escargot
Non sarà il colpo del Louvre, ma per un villaggio del Nordest francese la sparizione di oltre 100 mila dollari di escargot vale come un grande furto d’arte. Alla vigilia della stagione d’oro delle lumache, Natale e Capodanno, qualcuno ha svuotato quasi tutto il magazzino della famiglia Dauvergne, storici elicicoltori di L’Escargot des Grands Crus. Quasi 450 chili volatilizzati in una notte: troppo chirurgico per un ladro qualunque. “Devono essere professionisti, gente del mestiere”, dice Inès, 20 anni. Il padre arriva al lavoro: porte spalancate, cassetti svuotati, cucine e laboratorio saccheggiati. Ma la botta vera è la vasca delle lumache: deserta. E senza un anno di produzione, a dicembre si resta con le conchiglie vuote. La polizia è finita in un guscio cieco, i colleghi mostrano solidarietà offrendo scorte. Per fortuna i riproduttori – le lumache che fanno le uova – sono rimasti al loro posto. La stagione è andata, ma il prossimo anno, se tutto fila, il raccolto riparte.
Australia
Un cammello entra in un pub con passo tranquillo, si avvicina al bancone e si scola la lattina di birra di un cliente
Nella settimana del procione alcolizzato, un’altra notevole e strabiliante performance etilica di un animale al di sopra di ogni sospetto. Al Bogan Gate, pub sperduto nel Nuovo Galles del Sud, in Australia, si è presentato un cammello. C’è la prova video, e non è una contraffazione dell’intelligenza artificiale. È entrato con passo tranquillo, si è avvicinato al bancone e ha allungato il muso verso una lattina di birra, come se fosse un gesto naturale e collaudato. Tra gli altri avventori, prima gelo, poi una risata collettiva: in Australia la fauna fa quello che vuole, anche l’aperitivo, e nessuno se ne stupisce più di tanto. Il proprietario scrolla le spalle: “Solo qui possono succedere certe cose”. Sui social, sotto il video diventato virale, un utente azzarda: “Di cammelli in quel pub ne sono passati tanti negli anni”. In questo caso, nessuna metafora: il cammello in questione era alto due metri, aveva la gobba, era mediamente più peloso delle altre bestie sedute al bancone e non ha lasciato la mancia.
Austria
C’è una famiglia che trasforma casa sua in un parco natalizio semipermanente con un milione di luci e 250 pupazzi
Se sia spirito natalizio o un incubo luminoso, lo lasciamo alla vostra sensibilità. A Bad Tatzmannsdorf, sud dell’Austria, la famiglia Gollnhuber trasforma ogni anno la propria casa in un parco natalizio extralarge che attira migliaia di curiosi, con quasi un milione di luci e 250 pupazzi gonfiabili. La chiamano “la più grande casa di Natale d’Europa”. Un’epopea che nasce quando Sabine, da bambina, passava dicembre tra Florida e California e si innamorava delle decorazioni americane. Da allora colleziona addobbi e realizza il sogno con la famiglia e un’armata di volontari. Ingresso gratuito, ma si accettano donazioni: negli ultimi anni hanno raccolto circa 350 mila euro per beneficenza. Il lavoro è maniacale: quattro mesi per montare tutto nei 5.000 metri quadri dell’estate famigliare, altri quattro per smontare dopo il 6 gennaio. “Qui il Natale dura quasi un anno intero”, sorride Sabine. Un’autentica minaccia.
Giappone
L’ultima mania si chiama “Principessa del suono”: una scatola che riproduce rumori “gentili” quando vai in bagno
Nei bagni pubblici in Giappone si può essere sorpresi dal fruscio di un ruscello e dai suoni gentili di un bosco. Non c’entra lo zen: è Otohime, la “Principessa del Suono”, un apparecchietto che copre i rumori imbarazzanti con acqua corrente e cinguettii. Un’antica ossessione nazionale, nata per pudore e finita per salvare litri d’acqua: senza il dispositivo, secondo un sondaggio del Nikkei, le utenti fanno 2,3 sciacqui “di cortesia”; con Otohime scendono a 1,5. Per anni è rimasto un affare da toilette femminili, ora ha esondato: uffici, centri commerciali e bagni degli uomini, dove le nuove generazioni sono alla scoperta della sensibilità acustica. Ci sono pure hacker che caricano colonne sonore improbabili: c’è chi ha programmato il tema di uno show sui samurai da attivare “al momento giusto”. È diventata una tecnologia da esportazione: un’imprenditrice australiana trapiantata a Tokyo, vende il suo “Royal Flushh” con musiche di Beethoven, Rossini oppure artiglieria pesante. In un Paese che arranca sulla parità di genere, il progresso è andato in bagno.