Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  dicembre 08 Lunedì calendario

Porno, azzardo, usura. Retromarcia dello Ior: prima limita, poi evita

Giovedì 4 dicembre la pubblicazione del primo Rapporto di sostenibilità da parte dello IOR, l’Istituto per le opere di religione, avrebbe dovuto migliorare l’immagine della cosiddetta banca vaticana, dopo che a settembre Papa Leone ha tolto all’Istituto l’esclusiva degli investimenti di tutte le istituzioni vaticane.
Purtroppo l’iniziativa si è trasformata in un vero e proprio boomerang. Infatti il Rapporto pubblicato per intero sul sito ufficiale ior.va e che è rimasto on line per un’intera giornata affermava a pagina 25 che lo Ior non investe in contraccettivi, o in ospedali che praticano l’aborto, o in fabbriche d’armi convenzionali e tanto più nucleari, ma poi aggiungeva letteralmente che lo Ior “limita” e quindi non esclude “gli investimenti nel gioco d’azzardo, intrattenimento per adulti e attività di prestiti usurai”. Lo Ior, insomma, secondo un documento ufficiale avrebbe investito, sia pur moderatamente, nell’industria del porno e nei prestiti, come si dice a Roma, “a strozzo”. Per fare una battuta, l’Istituto faceva come quella ragazza della barzelletta quando sostiene di essere appena, appena incinta.
L’agenzia Ansa di giovedì alle 18.04 correttamente riportava queste notizie, contenute nella pubblicazione linkata al comunicato stampa (su carta intestata IOR) lanciato in mattinata dall’agenzia di immagine di cui si serve lo IOR, Community, sede principale a Milano. Dopo di che l’Ansa è stata costretta a immettere nel circuito un’imbarazzatissima ed urgente ripetizione corretta “dalla fonte” alle 19.18, in cui ha scritto che Ior “evita (rpt, evita)” quel tipo di investimenti, e non solo li “limita”. Sul sito web, nel frattempo, continuava a mantenere on line la versione del Rapporto dove era usata la parola “limita” e non “evita”. Fino al colpo di scena, o meglio, il colpo di spugna, con cui il documento è stato cambiato, ma senza che sia stato in alcun modo segnalata la modifica del punto 4 “incriminato”. Eppure non era nemmeno l’unico cambiamento. Anche il punto 3, che nella prima versione affermava che l’Istituto “limita” gli investimenti in attività che possono danneggiare l’ambiente, e tra esse società che producono carbone, energia nucleare, pesticidi, pelli e pellicce. Un “limita” che si è trasformato per la seconda volta in un “evita”.
Considerando che il Rapporto ha una veste grafica estremamente elaborata e che si deve presupporre che la brochure sia stata preparata per tempo e con cura, lascia esterrefatti la riscrittura in due parti così sostanziali, senza che ne sia data informazione al lettore (non solo giornalisti, ma anche e soprattutto correntisti-investitori dell’Istituto) e senza alcuna spiegazione sui motivi del cambiamento.
Tra l’altro il porno (film, gadget?) e l’usura hanno a che fare direttamente con la “pulizia” dell’attività bancaria. Sono ben note infatti le connessioni criminali di questi due settori (pornografia e prestiti usurai), che costituiscono canali privilegiati per il riciclaggio di denaro sporco.
I prestiti usurai, tra l’altro, sono vietati dalla Banca d’Italia, di conseguenza, ci si dovrebbe porre la domanda su quali mercati siano stati effettuati in ipotesi questi “limitati” investimenti.
Oppure è stata la fretta, la cattiva consigliera, che ha prodotto un documento sbagliato? In ogni caso un pasticcio che cade in un momento delicato di transizione per i vertici della banca, non solo perché c’è un nuovo Pontefice: il presidente Jean Baptiste De Franssu, ha infatti già superato da 18 mesi, il doppio mandato quinquennale cui sono sottoposti le posizioni apicali della Curia in base alla nuova Costituzione apostolica “Praedicate Evangelium”, essendo stato nominato nel luglio 2014. Il Direttore generale Gianfranco Mammi, 69 anni, dipendente dello IOR dal 1992, anche lui il 25 novembre 2025 ha compiuto dieci anni nell’incarico di “uomo forte” della cosiddetta banca vaticana.
Nella stessa giornata in cui è stato pubblicato il Rapporto di sostenibilità (prima versione), la Santa Sede ha reso noto anche un chirografo di Papa Leone che ha sciolto la Commissione per il fundraising, creata pochi giorni prima che Papa Francesco venisse ricoverato al Gemelli, in pratica sovrapponendosi all’Obolo di San Pietro, proprio nel momento della “papal transition”, pre e post Conclave, in cui com’è noto un ruolo centrale hanno giocato i donatori americani. Questo chirografo è stato firmato da Leone il 29 settembre, come quello che toglieva l’esclusività degli investimenti allo IOR.