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 2025  dicembre 08 Lunedì calendario

Migranti: Consiglio Ue approva proposta sui Paesi terzi sicuri. Hub in Albania verso lo sblocco

C’è l’accordo sul nuovo regolamento rimpatri e c’è la lista dei Paesi sicuri. Ed è quello che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, oggi a Bruxelles per partecipare al Consiglio dei ministri degli Affari interni e della giustizia, aspettava per proporre al Consiglio dei ministri il disegno di legge di ratifica della nuova legislazione europea sui migranti che il governo italiano spera possa sbloccare l’utilizzo del centro in Albania.
Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. Sono questi, secondo quanto deciso questa mattina dalla Ue, i paesi di origine che devono essere ritenuti sicuri. In sostanza a chi proviene da questi Paesi saranno applicate le nuove procedure che prevedono l’esame accelerato (che – tranne singoli casi – è lecito si concluda con un respingimento della richiesta d’asilo) oppure la possibilità che la loro istanza venga esaminata in un Paese terzo (extra Ue) dal quale sono transitati. Le procedure accelerate di frontiera di migranti provenienti da Paesi sicuri dunque potranno essere applicate oltre che alle frontiere della Ue anche nei Paesi di transito. A questi Paesi vanno aggiunti quelli che sono in attesa di fare ingresso nell’Unione europea.
La lista accontenta le richieste dell’Italia visto che da Bangladesh ed Egitto, oltre che dalla Tunisia, si registrano i maggiori arrivi sulle nostre coste.
Il concetto di Paese terzo sicuro consente inoltre agli Stati membri dell’Ue di respingere una domanda di asilo come inammissibile (senza esaminarne il merito) quando i richiedenti asilo avrebbero potuto chiedere e ottenere protezione internazionale in un Paese extra-Ue considerato sicuro per loro. Ad esempio, se un migrante dell’Africa subsahariana transita dal Marocco o dalla Tunisia prima di arrivare in Italia è lì che avrebbe potuto chiedere asilo.
In linea di massima vanno considerati sicuri i Paesi per i quali la percentuale di concessione di permessi di soggiorno ai richiedenti asilo non superi il 20%. Secondo le norme aggiornate approvate dal Consiglio, gli Stati membri potranno applicare il concetto di Paese terzo sicuro sulla base delle seguenti tre opzioni: – esiste un “legame” tra il richiedente asilo e il Paese terzo; il richiedente ha transitato attraverso il Paese terzo prima di raggiungere l’UE; esiste un accordo o un’intesa con un Paese terzo sicuro che garantisca che la richiesta di asilo di una persona venga esaminata nel Paese terzo in questione. L’applicazione del concetto di Paese terzo sicuro sulla base di un accordo o di un’intesa non è possibile nel caso di minori non accompagnati.
L’accordo raggiunto sul nuovo regolamento rimpatri apre la porta alla realizzazione dei cosiddetti “return hub” fuori dai confini europei. “Sugli hub per i rimpatri, non spetta a me pensare ai paesi terzi; si tratta di negoziati tra gli Stati membri e poi con i paesi terzi. Sarebbe positivo, naturalmente, se più parti unissero le forze. Penso ai Paesi Bassi, che stanno discutendo con l’Uganda. La Germania ha già aderito ai colloqui. Così come l’Italia e l’Albania. Ma non spetta a me decidere; abbiamo ormai gettato la base giuridica, affinché sia possibile prendere in considerazione idee così nuove e innovative”, spiega il commissario Ue per gli Affari interni e la Migrazione, Magnus Brunner, al suo arrivo al Consiglio Ue Interni.
Al Consiglio Affari Interni è stato raggiunto l’accordo politico sul fondo di solidarietà nel quadro dell’attuazione del Patto sulla Migrazione e l’Asilo in modo da gestire l’equilibrio fra solidarietà e responsabilità sull’afflusso dei migranti in Europa.
Sulla base della valutazione dei criteri quantitativi e qualitativi stabiliti nel Patto, la Commissione europea ha concluso che Cipro, Grecia, Italia e Spagna sono sottoposti a pressione migratoria. Questi paesi possono beneficiare delle misure di solidarietà del pool di solidarietà.
Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia e Polonia sono state identificate come paesi che si trovano ad affrontare una situazione migratoria significativa a causa della pressione migratoria cumulativa degli anni precedenti. Hanno la possibilità di richiedere una detrazione totale o parziale dai loro contributi al pool di solidarietà.
Un gruppo di paesi considerati a rischio di pressione migratoria avrà accesso prioritario al pacchetto di strumenti di sostegno dell’UE alla migrazione, che include l’assistenza delle agenzie dell’UE e il sostegno dei fondi UE.
Dopo l’accordo politico odierno sul pool di solidarietà, il Consiglio dovrà ancora adottare formalmente la decisione di attuazione. Ciò avverrà dopo la revisione giuridica e la traduzione entro il 31 dicembre 2025.