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 2025  dicembre 08 Lunedì calendario

Palazzo Chigi rilancia il contante. In manovra tetto a 10mila euro

Un bis. Di nuovo con la manovra. Come due anni fa, quando proprio la legge di bilancio innalzò la soglia per i pagamenti in contanti da mille a cinquemila euro a partire dal primo gennaio del 2023. Il limite potrebbe salire ancora, a diecimila euro. Oggi, come allora, per volontà di Palazzo Chigi.
Ecco perché nella lista degli emendamenti segnalati al Mef dalla presidenza del Consiglio, che Repubblica ha potuto visionare, c’è quello di Fratelli d’Italia che alza l’asticella proprio fino a 10mila euro. Lo fa in modo indiretto perché il testo chiede di introdurre «un’imposta speciale di bollo di 500 euro» su ogni pagamento cash effettuato in Italia, ma indicando la forchetta su cui applicare il balzello – tra 5.001 e 10.000 euro – aumenta la tolleranza nei confronti dei pagamenti con le banconote.
A prova dell’urgenza di Palazzo Chigi c’è l’accelerazione interna che scatta al Mef quando la proposta arriva a via XX settembre. «Sollecitare DT (Dipartimento del Tesoro ndr)» c’è scritto in un documento dei tecnici che riassume le tappe dell’istruttoria sulla proposta.
Nel pacchetto delle proposte blindate non c’è solo il contante. Le correzioni da mandare avanti sono in tutto ventuno.
L’elenco è variegato, dall’aumento della tassa sulle transazioni finanziarie, con una maggiorazione progressiva dell’aliquota dal 2026 al 2028, fino alla possibilità di riscattare tirocini e stage per facilitare l’accesso alla pensione. C’è anche l’oro di Bankitalia al «popolo italiano», come anticipato da questo giornale. E il pressing non è solo di Chigi, a sostegno di FdI. Anche la Lega conferma che quella con i meloniani è «una battaglia comune». Il senatore del Carroccio, Claudio Borghi, si spinge anche oltre: «Se vinta – dice – potrebbe salvare il Paese da un rischio molto superiore persino a quello del Mes».
La mossa fa infuriare il Pd. Il capogruppo dei dem al Senato, Francesco Boccia, attacca l’esecutivo: «L’oro della Banca d’Italia non è un salvadanaio del governo, né un fondo emergenziale da utilizzare per compensare incapacità politica o propaganda pre-elettorale».