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 2025  dicembre 07 Domenica calendario

Scatto in avanti sulla digitalizzazione. In Italia raddoppiano le smart city

Adesso in Italia abbiamo 16 città leader dell’innovazione digitale. Sono il doppio rispetto al 2024. Ogni anno Fpa, società del gruppo Digital360, realizza la ricerca ICity Rank sulla trasformazione digitale dei 108 Comuni capoluogo. Quest’anno lo studio fotografa uno scatto in avanti significativo nella digitalizzazione amministrativa delle città. Si riducono, nel contempo, i divari tra grandi e piccoli centri e tra Nord e Sud. La ricerca parla di “effetto Pnrr”. Senza la spinta del Piano nazionale di ripresa e resilienza, oggi non avremmo 96 Comuni con un livello di digitalizzazione dei servizi alto o medio-alto (due anni fa erano appena sessanta). Ci sono città come Foggia, o Enna, in Sicilia, che nel 2024 si posizionavano in fondo alla classifica di ICity Rank e che adesso, invece, si trovano nella fascia delle città in transizione, ovvero quelle con un livello di digitalizzazione intermedio. Un exploit che senza i 6,14 miliardi che il Pnrr ha destinato alla digitalizzazione della Pa non sarebbe stato possibile. In Italia le città leader dell’innovazione sono, oltre a Roma e Milano, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Firenze, Genova, Modena, Parma, Prato, Rimini, Siena, Torino, Trento e Venezia. La valutazione dei Comuni è articolata in tre indici basati su 34 indicatori, costruiti su circa 200 variabili. Sul voto finale incidono i progressi nella digitalizzazione dell’attività amministrativa e la fruibilità di siti web e servizi online.
La ricerca scansiona anche l’uso dei social media da parte dei Comuni, e guarda alla trasformazione digitale dei servizi urbani, tra sviluppo di reti di connessione, sistemi di sensori e device collegabili, strumenti di analisi e rappresentazione dei dati. Sulla base dei punteggi raggiunti nei 3 rating, nel 2025 sono 16 le città che superano la soglia degli 80 punti, affermandosi come “full digital”, ma poco distanti ci sono 30 Comuni con un alto livello digitale, tra cui Napoli, Bari e Palermo. Aumentano anche le città “in transizione”, ovvero quelle in fascia intermedia: erano 42 nel 2024, mentre adesso sono 46. Si riducono, da 28 a 16, le città con un profilo digitale medio-basso. Restano invece al palo Crotone e Isernia: qui il Pnrr non è ancora arrivato.
«La ricerca ICity Rank 2025 evidenzia un forte miglioramento nel livello medio di digitalizzazione delle città italiane e la spinta dei progetti Pnrr è stata decisiva in quest’ottica», spiega Gianni Dominici, amministratore delegato di Fpa. Adesso che le nostre città hanno sviluppato un sistema nervoso digitale, fatto di piattaforme, sensori, dati e AI, secondo Dominici è necessario compiere un ulteriore passo in avanti, «superare il classico paradigma delle smart city e passare da città digitali a città cognitive, in grado di interpretare, apprendere e agire in modo semi-autonomo». Città in grado non solo di anticipare i bisogni dei cittadini, ma di imparare costantemente dall’esperienza.
«Questo percorso non è una semplice corsa alla tecnologia, ma richiede un ripensamento della governance urbana», conclude Dominici. Il punteggio medio assegnato da ICity Rank al Nord è pari nel 2025 a 69,9. Il Sud si ferma a 54. I capoluoghi del Mezzogiorno con livelli elevati di digitalizzazione sono Napoli, Bari, Palermo, Messina e Cagliari. Siena, Cesena, Pisa, Grosseto, Cremona, Cuneo e Treviso spiccano invece nella ricerca come le 7 piccole Capitali dell’innovazione.
Ma il percorso di trasformazione digitale della Pa passa anche attraverso il fascicolo sanitario elettronico, pure questo finanziato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dall’Outlook Salute Italia diffuso da Deloitte questa settimana emerge che il fascicolo oggi è usato da un italiano su due. Viene utilizzato soprattutto per consultare referti e ricette (87%), prenotare visite o altre prestazioni (44%) e accedere a servizi amministrativi come il cambio del medico di medicina generale (28%). Attraverso il Fse ogni cittadino può consultare la propria storia sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari per agevolare un servizio più efficace ed efficiente. Le informazioni presenti nel fascicolo del cittadino vengono fornite e gestite dalle singole Regioni. Aumenta anche l’utilizzo del digitale in sanità da parte degli italiani. Secondo Deloitte, il 58% delle persone ha prenotato una prestazione sanitaria online (+4%).