Il Messaggero, 6 dicembre 2025
In Arabia nuova Mecca del Made in Italy
In appena tre anni, nel 2022-2024, l’export italiano verso i quattro maggiori Paesi della Penisola arabica (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Oman) ha superato di slancio le nostre esportazioni verso la Cina, ex Eldorado vagheggiato dagli ideologi della globalizzazione. Ma la Cina non è mai realmente diventata un mercato d’elezione per i prodotti italiani, ci ha soprattutto fatto una concorrenza spietata, spesso basata sul dumping e sulla contraffazione. Per di più, il governo cinese ha recentemente “imposto” una nuova linea di comportamento per i suoi cittadini, basata su una minore ostentazione del lusso e dei prodotti occidentali e sull’invito a comprare prodotti cinesi, sicché da mercato d’oro la Cina è diventata un concorrente micidiale perfino per l’industria automobilistica tedesca, spiazzata dal boom dell’auto elettrica di Pechino. Al contrario, oggi è la Penisola arabica la vera nuova “Mecca” del Made in Italy, ci si passi la battuta. Soltanto nel 2021 l’Italia esportava in Cina 15,7 miliardi di euro contro i 10,6 miliardi esportati nella Penisola Arabica. Nel 2024 il sorpasso: 17 miliardi verso la Penisola arabica, 15,3 miliardi verso la Cina. Nei primi otto mesi del 2025 la forbice si è ulteriormente ampliata. Infatti, se nel periodo gennaio-agosto 2024 l’export verso la Cina e quello verso la Penisola arabica erano ancora sostanzialmente uguali, rispettivamente pari a 10,2 e 10,3 miliardi di euro, nel periodo gennaio-agosto 2025 la distanza si è dilatata enormemente: il nostro export verso la Cina è diminuito in valore dell’11% scendendo a 9,1 miliardi, mentre quello verso la Penisola arabica è cresciuto del 9,8% portandosi a 11,3 miliardi. Il solo export verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, i due principali Paesi arabi destinatari delle nostre merci, nei primi otto mesi del 2025 ha raggiunto i 9,8 miliardi di euro e da solo è diventato più importante delle nostre esportazioni verso la Cina.
Gli Emirati Arabi Uniti, con vendite di prodotti italiani per 7,9 miliardi di euro, restano il principale Paese di destinazione per il Made in Italy nella Penisola arabica, precedendo l’Arabia Saudita, con 6,2 miliardi. Ma quest’ultima è un mercato più recente e meno maturo e sta oggi crescendo di più per le nostre esportazioni: +86,5% dal 2021 al 2024 contro +66,9% verso gli Emirati Arabi Uniti.
Le esportazioni italiane verso l’Arabia Saudita sono costituite soprattutto da macchine e apparecchi (2,3 miliardi di euro nel 2024), alimentari e bevande (434 milioni), farmaci (433 milioni), apparecchi elettrici (424 milioni), chimica (383 milioni), prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi, tra cui piastrelle ceramiche (199 milioni), moda (186 milioni) e mobili (162 milioni). L’Arabia Saudita è un Paese che si sta aprendo sempre di più, che sta cambiando e si sta modernizzando velocemente. L’ammirazione degli arabi per l’Italia, per i suoi prodotti, per la sua storia e la sua cultura, perfino per i suoi campioni sportivi, è in aumento esponenziale. Jannik Sinner, dopo la duplice vittoria consecutiva al Six Kings Slam di Riyadh del 2024 e 2025, è oggi uno degli italiani più famosi in Arabia Saudita. La nostra moda e il nostro design fanno tendenza. Le nostre tecnologie sono apprezzate, il dinamismo delle nostre medie imprese è fonte di ammirazione. Le associazioni industriali settoriali italiane, in collaborazione con l’ICE, organizzano in continuazione nuove iniziative di promozione dei nostri prodotti in Arabia Saudita. Imprese italiane sono attive nella realizzazione della metropolitana di Riyadh, una città che oggi è un gigantesco cantiere aperto, come lo è stata e continua ad esserlo Dubai, negli Emirati. Se l’Expo di Dubai fu un grande successo per il Made in Italy, la ciliegina su una torta di costante crescita del nostro export verso gli Emirati, la febbrile crescita economica ed infrastrutturale dell’Arabia Saudita apre oggi una nuova prateria sterminata per i beni e le tecnologie italiane.
Un esempio emblematico di quanto l’Italia stia sfondando sul piano economico, diplomatico e culturale in Arabia Saudita è costituito dal recente successo dell’iniziativa promossa dal Salone del Mobile di Milano a Riyadh, una intensa tre giorni di incontri a fine novembre, che ha coinvolto imprese, designer e ministri di entrambi i Paesi. Il King Abdullah Financial District, la piazza finanziaria di Riyad, si è trasformato in un punto d’incontro business-first tra Salone del Mobile, aziende d’arredo del Made in Italy e il mondo saudita. Dopo il memorandum firmato ad AlUla lo scorso gennaio, l’obiettivo della partnership strategica tra il nostro Salone del Mobile, la più grande portaerei espositiva in assoluto del Made in Italy, e il Ministero della Cultura arabo, in coerenza con l’ambizioso progetto saudita Vision 2030, è quello di valorizzare le filiere creative e manifatturiere dei due Paesi attraverso un’esposizione condivisa, accelerare connessioni qualificate, dare visibilità ai talenti locali, promuovere standard e pratiche di sostenibilità e innovazione, creare condizioni concrete perché idee e progetti diventino cantieri, interni, città.
Riyadh è, oggi, il baricentro per la progettazione di nuovi hotel, mall, uffici e residenze che stanno ridisegnando il Paese. La spinta di Vision 2030 ha aperto un ciclo di sviluppo formidabile: il turismo punta a 150 milioni di visite entro il 2030 con 362.000 nuove camere; la superficie commerciale affittabile del retail crescerà fino a 9,9 milioni di metri quadrati, i canoni degli uffici di fascia alta sono in aumento (+8,7% su base annua), segnali di una domanda che si traduce in spazi da allestire e standard più elevati. In parallelo, il mercato saudita di arredi, elementi fissi e attrezzature vale attualmente circa 6,11 miliardi di euro e mira a 8,1 miliardi di euro nel 2030, con il mercato residenziale e l’hospitality come motori principali.
L’iniziativa di Riyadh, denominata “Red in progress. Salone del Mobile-Milano meets Riyadh” (il rosso è il colore simbolo del nostro Salone), è il primo passo verso il 2026, quando la città ospiterà un vero e proprio Salone del Mobile, più ampio e articolato nell’offerta, al servizio dell’ecosistema del progetto saudita. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, con la presidente del Salone Maria Porro, ha aperto l’evento, organizzato in partenariato con il Ministero della Cultura saudita e con il sostegno della Farnesina e di ICE Agenzia. Negli stessi giorni il Ministro Tajani ha aperto insieme al Ministro degli Investimenti KhalidØbin Abdulaziz Al Falih il Forum Imprenditoriale ItaliaArabia Saudita, che ha visto la partecipazione di oltre 950 imprese, tra cui circa 480 aziende italiane e 450 aziende saudite. Il Forum si è chiuso con la cerimonia di firma di una decina di intese commerciali. Un altro momento chiave di una collaborazione economico-diplomatica sempre più stretta tra Italia e Arabia Saudita.