il Fatto Quotidiano, 7 dicembre 2025
Sole 24 Ore, “no” al bonus di 1 mln per l’ex ad Cartia
Alla fine lo scontro interno al Sole 24 Ore finisce per tutti nel peggiore dei modi. L’ex presidente Edoardo Garrone non solo non ha votato a favore del bilancio 2024 (insieme all’ex consigliere di minoranza Marco Liera), ma nemmeno l’ex amministratrice delegata Mirja Cartia d’Asero ha di che gioire. Nei giorni scorsi, con una mossa largamente attesa, la società editoriale di Confindustria ha deciso di non riconoscere a Cartia d’Asero, che 2022 al 2025 è stata ad e general manager del Sole 24 Ore, il bonus di 1 milione rivendicato dalla manager alla sua uscita. La società editrice del quotidiano economico finanziario imputa infatti alla sua ex top manager, ora presidente di Clessidra Holding e di Clessidra Private Equity Sgr, la violazione delle norme sulla riservatezza interna.
Il contenzioso è datato. Il 19 marzo Garrone e Liera votarono contro il bilancio 2024 del Sole (all’epoca quotato, poi delistato da Piazza Affari dal 7 agosto) perché Cartia d’Asero non aveva appostato alcun fondo rischi sulla richiesta di danni da 61 milioni avanzata da Digit’Ed (gruppo Nextalia) di Francesco Canzonieri. La richiesta di danni è stata avanzata dopo che Digit’Ed a luglio 2023 aveva acquisito la formazione del Sole (24 Ore Business school) e pure la causa da 61 milioni che il vecchio acquirente del ramo, il fondo Palamon, aveva intentato al Sole 24 Ore per essere tornata sul mercato con una nuova società, Sole 24 Ore Formazione, avviata con il gruppo Multiversity del fondo inglese Cvc guidato dall’ex consigliere del Sole, Fabio Vaccarono. Palamon e Digit’Ed imputavano al Sole di aver violato un patto di non concorrenza. A ottobre 2024, Cartia d’Asero aveva negoziato con Garrone un’uscita anticipata e un bonus. Ma solo il 13 novembre Cartia d’Asero dava notizia al cda di un tentativo negativo di transazione per chiudere la vertenza. Al cda non era arrivata né la lettera di diffida di Palamon né quella di un consulente legale esterno che parlava di “rischio elevato”. Garrone aveva segnalato al collegio sindacale cinque “disallineamenti informativi” del cda sul contenzioso. Consob era intervenuta con tre richieste di informazioni e le ripercussioni della vicenda erano arrivate in Confindustria sino al nuovo presidente Emanuele Orsini. Ma a far decidere sul “no” al pagamento del bonus di 1 milione all’ex ad Cartia d’Asero è stata la scoperta che una chiavetta Usb con documenti interni del Sole era finita a un consulente dell’ex ad. Da qui la contestazione di violazioni delle norme di riservatezza interne. Decisione che lascia presagire l’avvio di un lungo contenzioso legale.