il Fatto Quotidiano, 6 dicembre 2025
Un nuovo partito e… il Ramapiteco: riecco Pappalardo
Il Generale è tornato. E stavolta Roberto Vannacci non c’entra: trattasi di Antonio Pappalardo, il baffuto leader degli ormai estinti Gilet arancioni che movimentavano le piazze in epoca Covid. Dopo un silenzio lungo anni, da qualche giorno Pappalardo sta inviando pillole video ai suoi seguaci, ai quali ha annunciato il lancio di un nuovo partito. Ma il Pappalardo 2.0 ha preso una piega imprevista, quasi didattica, perché accanto ai proclami politici (“saremo il polo di coloro che non hanno inteso vaccinarsi, di coloro che non si fanno pagare da case farmaceutiche, banche e mafie”) nei video porta avanti pure un angolo culturale, una specie di omaggio al Mondo di Quark: “Qualcuno pensa che l’intelligenza sia un patrimonio soltanto della razza umana, ma non è così. Noi abbiamo elevato certi elementi, ma abbiamo impiegato del tempo. Non dimentichiamoci che gli uomini facevano parte dei primati, si dice che circa 15 milioni di anni fa il Ramapithecus fosse il progenitore degli ominidi e lì si è separata la famiglia dello scimpanzé, dell’orango, eccetera”. L’accuratezza scientifica, si capisce, è del tutto secondaria. Vale l’ipnotica dialettica del Generale, che poi fa capire di essersela vista brutta in questi anni di oblio: “Per aver difeso il sedere degli italiani ci ho rimesso il grado”. In effetti la Difesa ebbe modo di revocargli i galloni per motivi disciplinari. Ripensando al passato, Pappalardo dà prova di saper minimizzare: “Quando portammo 100 mila persone in piazza a Roma, un centinaio tra i più esasperati è entrato alla Cgil e ha spaccato qualche mobile. Hanno dato 8 anni di carcere a chi ha rotto qualche suppellettile, ma scherziamo?”. Avanti alla meta: “Nel 2027 ci sono le elezioni, ci vogliamo presentare nei 49 collegi”. Il Ramapithecus sarebbe orgoglioso.