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 2025  dicembre 06 Sabato calendario

Un’ora d’amore dietro le sbarre: come sarà la stanza dell’affettività per i detenuti

Varcata la soglia della stanza “dell’amore” nel carcere di Torino – il primo grande penitenziario d’Italia che inaugura oggi i colloqui intimi fra detenuti e partner (purché stabili) – si ha l’impressione di trovarsi in una pensione anni Ottanta, un po’ appartata, in un posto molto riservato, pur trovandosi dentro l’istituto. La stanza è piccolina e disadorna, quindici metri quadri con letto in ferro battuto ancora incellofanato, bagno con doccia e appendiabiti. C’è una tenda rossa che copre la finestra in alto e nasconde le grate. Tre quadri appesi alla parete disegnati dai detenuti – un elefante indiano, una tigre, una panchina – spezzano un pochino la monotonia della tinta unita della camera.
Le consigliere regionali di Avs Alice Ravinale e Valentina Cera hanno visitato la stanza in anteprima, ce la fanno varcare tramite i loro occhi. La stanza dell’affettività si trova nel padiglione “Arcobaleno”, nella sezione maschile, a disposizione di uomini e donne, potrà ospitare coppie di qualsiasi orientamento sessuale.
Due le prenotazioni di oggi: si tratta di due uomini – uno di 41, l’altro di 46 anni – entrambi reclusi a Torino a cui è stato concesso di incontrare le conviventi lontano da sguardi indiscreti. Il primo incontro è previsto alle 9.00, l’altro alle 12.45. Un detenuto è recluso per spaccio di droga e stupefacenti, l’altro per rapina.
Non sono ammessi ritardi: le compagne devono presentarsi almeno 40 minuti prima.
Le coppie hanno un’ora di tempo per stare in intimità, senza il controllo visivo della polizia penitenziaria. Dentro il gabbiotto che si trova a un metro e mezzo dalla camera, ci sono due guardie di turno a cui è stata data un’unica e rigidissima indicazione: bussare al cinquantesimo minuto, dicendo «Rivestitevi, lavatevi e uscite, avete solo altri 10 minuti». Una regola che, emerge da fonti carcerarie, non si può trasgredire.

La camera è dotata di un sistema d’allarme con pulsante e dentro non si può fumare. Il partner verrà controllato in ingresso e in uscita, dovrà lasciare il cellulare e sarà fatta una perquisizione per evitare che ci siano scambi di oggetti durante l’ora d’amore. La biancheria si deve portare da casa: due federe, lenzuolo e coprimaterasso. Dopo ogni incontro la stanza sarà sanificata.
C’è un modulo per la prenotazione che il detenuto deve compilare. Due i punti fermi: bisogna provare il rapporto di coppia, è necessario avere la stessa residenza da almeno sei mesi, essere uniti civilmente o sposati; c’è poi particolare attenzione sulla richiesta di consenso esplicito della persona esterna.

Infine è stata istituita una commissione che valuta la fattibilità del colloquio intimo e la sua sicurezza. Tradotto: la compagna o il compagno esterno non devono essere esposti a rischi, quindi viene fatta anche una valutazione sul tipo di reato. Esempio: sono detenuti una serie di “sex offender”, o persone recluse per avere avuto atteggiamenti ossessivi nei confronti del partner. La commissione valuterà caso per caso. Esclusi i detenuti in regime di 41 bis e nelle case di alta sicurezza.
La stanza è a disposizione di tutto il distretto di Piemonte e Valle d’Aosta e – si è appreso ieri – della Liguria: sono arrivate richieste anche da Genova. In altri penitenziari sono attive delle sperimentazioni ma quella di Torino è la prima in una grande area. Previsti tre turni al giorno per un totale di circa 19 coppie a settimana. «Una grande conquista per i diritti delle persone detenute – commenta Ravinale – ed è importante che parta da Torino, che ha lanciato tante sperimentazioni diventate buone prassi. Il sovraffollamento e la carenza di personale sono critiche ma oggi raccontiamo una buona notizia».