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 2025  dicembre 07 Domenica calendario

Usa-Europa, è scontro aperto. L’Ue: decidiamo in autonomia

Più passano le ore dalla pubblicazione della strategia Usa sulla sicurezza nazionale che attacca l’Unione europea alle fondamenta, più le reazioni del Vecchio continente mettono in evidenza qual è in questo momento il principale interesse (e anche le divisioni interne): gli Stati membri e le istituzioni Ue vogliono riuscire a raggiungere un accordo per una pace «giusta e duratura» in Ucraina. E per questo servono gli Stati Uniti. Quindi optano per una ferma cautela.
Le prime parole di un rappresentante di rango della Commissione europea sono quelle dell’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas, che intervenendo ieri al Doha Forum ha ribadito che «gli Stati Uniti sono ancora il nostro più grande alleato. Ed è nell’interesse degli Stati Uniti che noi collaboriamo». A proposito del documento Usa, la politica estone ha riconosciuto che «naturalmente ci sono molte critiche» e ha aggiunto di ritenere che «alcune di esse siano anche fondate». Una lettura che è stata criticata su X dalla presidente del gruppo socialista al Parlamento Ue, Iratxe García Pérez: «Cara Kaja Kallas, ti è sfuggito che gli alleati in Europa di Trump sono le forze di estrema destra che vogliono distruggere la nostra Unione?», ha scritto l’eurodeputata spagnola richiamando Kallas al suo «dovere»: «Difendere gli interessi dell’Ue».
In linea con Kallas, si è invece mostrato il premier polacco Donald Tusk che si è rivolto direttamente ai «cari amici americani» in un post su X per dire che «l’Europa è il vostro alleato più stretto, non il vostro problema. E abbiamo nemici comuni. Almeno così è stato negli ultimi 80 anni» e «questa è l’unica ragionevole strategia per la nostra sicurezza comune. A meno che qualcosa non sia cambiato». Elon Musk ha ironizzato e poi commentato: «Amo l’Europa, ma non il mostro burocratico che è l’Ue». Poche ore prima il patron di X aveva pubblicato e fissato un post in cui scrive che «l’Ue dovrebbe essere abolita e la sovranità restituita ai singoli Paesi, in modo che i governi possano rappresentare meglio i loro popoli». Poco importa che secondo Freedom House, un’organizzazione no profit con sede negli Stati Uniti che classifica i Paesi in base a criteri quali il processo elettorale, lo Stato di diritto e i diritti individuali – citata dal Wall Street Journal – tutti i Paesi dell’Europa occidentale ottengano un punteggio più alto degli Stati Uniti nella classifica mondiale della libertà e della democrazia.
La narrativa di Musk e Maga viene contestata dalla Commissione con forza. Se venerdì aveva preso tempo, ieri Bruxelles ha difeso l’autonomia decisionale dell’Ue dagli attacchi della strategia Usa e da quelli di Vance, Rubio e Musk per la multa a X. «Quando si parla delle decisioni che riguardano l’Unione europea – ha detto un portavoce della Commissione – queste vengono prese dall’Unione europea, per l’Unione europea, comprese quelle relative alla nostra autonomia normativa, alla tutela della libertà di parola e all’ordine internazionale basato sulle regole». Nello stesso tempo il portavoce ha sottolineato che la Commissione accoglie «con favore la forte priorità attribuita dalla strategia alla fine della guerra della Russia contro l’Ucraina. L’Europa e gli Stati Uniti condividono la responsabilità di sostenere una pace giusta e duratura».
Non la vede così il premier ungherese Viktor Orbán ormai in campagna elettorale. «La guerra non è lontana, i leader europei hanno già deciso: l’Europa andrà in guerra. Questa è la politica ufficiale, vogliono essere pronti entro il 2030», ha detto il leader magiaro durante una tappa a Kecskemét del tour Digital Civic Circles, aggiungendo che «le elezioni del prossimo anno saranno le ultime prima della guerra»: «Se abbiamo un governo sostenuto da Bruxelles, ci trascineranno in guerra. Se avremo un governo nazionale, abbiamo ancora la possibilità di restare fuori».